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Autore: Fedora    04/01/2010    1 recensioni
Il mio primo giallo nonche' la mia prima "fanfic" (anche se di fan non ha proprio niente). La detective Elizabeth Boudelaire deve risolvere uno strano caso di omicidio senza tracce. Suspence! Amore! Hello Kitty! E robaccia del genere troverete se aprirete la pagina. Andate in pace.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sappi cogliere l'oppportunita' "
L'avessi saputo prima...


< Ding Dong >
"Arrivo!"
La signora Calamy apri' la porta molto lentamente e per poco non moriva di infarto.
Quello che si ritrovo' davanti era una donna molto alta vista dai suoi modesti  e scarsi 160 cm, con un cappotto rosso e una folta chioma di capelli castani frustata dal vento estivo.
"Posso entrare? Le vorrei fare qualche domanda." disse con voce dolce.
"Oh..." La vedova si riscosse dallo sbigottimento precedente e l'accolse con un: "Certo si accomodi!"
Le fece strada fino al salotto, dove un labrador si stiracchiava sul tappeto. Quando Elizabeth poso' gli occhi sul cane, la vedove le spiego' che avere un gatto al posto di un cane "faceva un po' troppo vecchia rimbambita", per dirla con le sue parole. Elizabeth si sedette su una morbida poltrona di raso rosa, guardando la vedova con occhi spalancati dallo stupore.
"Le piace?" disse indicando la poltrona: " I rivestimenti li faccio tutti io. Sono una donna sola... devo trovare qualcosa da fare oltre a Newton."
"Newton?" Elizabeth stava cercando di convincersi che quella donna fosse con tutte le rotelle a posto.
"Si, ha capito bene." Sul volto di Elizabeth si dipinse un'espressione di disappunto, ma a quanto pare la donna non se ne accorse, perche' continuo': " L'ho chiamato come lo scienziato... dopotutto anche io lo sono" Fece un sorrisetto complice e una strizzatina d'occhio: " E' il mio piccolo tributo per lui."
Lo stupore di Elizabeth questa volta non passo' inosservato.
"Tutto bene cara?"
"Oh si... Alla perfezione!" si sbrigo' a rispondere lei.
La donna la guardo' con sospetto. Forse anche lei cercava di convincersi che andava tutto bene in Elizabeth. Quest'ultima stava cominciando a spazientirsi. Andare in giro a fare domande non era il suo forte, se poi si aggiungeva quel quartiere e quel caso senza soluzione apparente era veramante dura mantenere l'auto controllo. Soprattutto il quartiere era la goccia che faceva trabboccare il vaso. La periferia e in particolare Chesapeake Avenue era un agglomerato di villette abitate da rispettabili cittadini nella finzione, nella realta' era un agglomerato di pettegolezzi e falsita' che si spacciavano per innocenti chiacchiere tra vicine. Elizabeth non avrebbe mai voluto desiderare di abitare in un luogo del genere.
Mentre rimuginava su queste cose, la vedova  aveva abbandonato ogni remore su di lei e aveva iniziato a cincischiare su qualche pettegolezzo fresco della mattinata. Nonostante il suo gia' menzionato disappunto, Elizabeth continuava a sorridere in modo cordiale e molto raro in lei.
"...e cosi' ho detto a Marie..."
"Scusi...?"
"... e quindi lei mi disse che...."
"Ma lei conosceva il signor Hutton?"
"... Eleanor era una poco di b...  Come cara?" disse la vecchia stizzita per l'interruzione e leggermente turbata.
Elizabeth avverti' il suo turbamento e se avesse continuato a buttare domande come se niente fosse non avrebbe ottenuto niente. Tuttavia se voleva sapere qualcosa, non poteva farsi fermare da una vedova rincitrullita. Era tutta la mattinata e buana parte del primo pomeriggio che era andata di casa in casa a fare domande. Tutti non le avevano detto nulla di particolare, ma prima che gli dicessero una piccola informazione avevano parlato per ore e adesso la pazienza di Elizabeth era giunta al limite.
"Signora Calamy lei conosceva la vittima?"
"Altroche'! Eravamo vicini di casa come non l'avrei potuto conoscere?" Le brillarono gli occhi: " Che persona squisita che era! Era un po' austero e diffidente ma amava la sua famiglia ed era benevolo con tutti."
"Lo conosceva bene?"
"Oh bene quanto si conoscono due vicini di casa."
-Risposta ambigua...- penso' Elizabeth. Non era il caso di andare oltre soprattutto perche' i vicini che aveva incontrato erano tutti d'accordo sul fatto che Hutton non era per niente "benevolo" o "amante della famiglia". -Qui qualcosa puzza.-
"Quindi vi vedevate spesso?"
"Uhm non so... se vedersi ogni mattina per qualche minuto era spesso allora si."
Elizabeth si fermo' a pensare ma i suoi pensieri furono interrotti dalla vocetta squillante della vedova: "Del te'?" Elizabeth sobbalzo'. Si accorse della tazza di te' quando stava quasi per versarselo addosso, mentre la vedova le porgeva la tazza.
"Un' ultima domanda..."
"Certo cara."
"Quando e' morto suo marito?" la guardava intensamente. La vedova distolse lo sguardo e rispose:
"Piu' o meno dieci anni fa... un anno dopo che Tony e famiglia si trasferirono in questo quartiere."
-Ottimo.- "Uhm... grazie per il te' era delizioso."
"Prego...Vuole dei pasticcini?" disse frettolosamente la vedova porgendole un vassoio pieno di muffin con la glassa identica al colore delle poltrone.
"No, grazie. Ho pranzato da poco."
La vedova la accompagno' alla porta. "Non esitare a tornare! Devi assaggiare i miei pasticcini!" Una piccola nota di isteria coloro' la frase. Elizabeth la avverti' ma non ne diede segno, borbottando un "Arrivederla." mentre si avventurava nel ventoso ed insolitamente gelido pomeriggio estivo.

"Vic!"
Diede un altro calcio alla porta. L'aveva chiamata mentre stava in Chesapeake, immersa nei suoi pensieri, di fretta e furia e le aveva detto di andare al suo obitorio immediatamente. E cosi' si era precipitata inutilmente davanti alla porta di un deposito di cadaveri senza un anima viva ad aprirle la porta.
"VIC!"
Pigio' piu' volte il campanello e mando' una scarica di pugni sulla porta.
Nessuna risposta.
Penso' ad un mucchio di cose contemporaneamente ma una era peggio dell'altra e percio' busso' di nuovo alla porta.
"Vic! Vic!"
Una voce da dietro disse: "Hey! Cos'e' tutto 'sto baccano?!? Elly?"
"Vic!"
"Non fare casino che ci sono i vicini e i ragazzi che dormono!"
Elizabeth sospiro' di sollievo. Si vergogno' di aver pensato quelle cose e una leggera sfumatura rossa le coloro' le guance.
"Quando la smetterai di pensarmi morta tutte le volte che esco e rientro tardi?"
"Maledetta..." digrigno' i denti.
Victoria rise: "Mai quanto te..." Aveva mani e braccia piene di buste e indossava una camicia con le maniche corte a sbuffo e una gonna a tubino viola, perfettamente cordinata con le scarpe e gli orecchini in tinta.
"Ma come ti sei vestita oggi?! Sembri uscita da "Ritorno al futuro"..."
"Mi sono convertita allo stile vintage... sembri sconcertata." rise ancora mentre apriva la porta.
"Nah... e' solo un po' diverso dal solito completo da rave party tutto qua."
"Uh come sei spiritosa!" ed apri' la porta.
Davanti a loro c'era un atrio che molto spesso ospitava molti poliziotti e qualche sporadico parente. Era tutto bianco crema con la moquette rossa e le poltroncine dello stesso colore. L'unica porta che c'era era parallela alla porta di ingresso e si mimetizzava con il muro. Al lato destro vi erano delle scale a chiocciola anch'esse bianco crema.
"Ma cosa sono tutte queste buste?"
"Acquisti busta paga!" e si avvio' verso le scale.
L'edificio dava l'impressione sul davanti di una piccola villetta monofamiliare a due piani, ma in realta' sul retro era molto piu' grande. Il piano terra era stato ingrandito per necessita' di spazio, mentre il piano superiore era la casa di Victoria.
"E chi sono i ragazzi?" urlo' Elizabeth.
"Non urlare!" Victoria scese le scale. "I miei pazienti cadaveri."
"Uh... allora meglio non fare troppo casino..."
Si diressero verso la porta bianca e un lungo corridoio dalle pareti verde salvia illuminate da lampade al neon sul soffitto e dalle molte porte di freddo acciaio si apri' davanti a loro.
"Hai scelto davvero un brutto colore per queste pareti..." commento' Elizabeth.
"Uhm... stavo pensando di cambiarlo ma non ho tempo. Ultimamente arriva troppo lavoro e poi non so davvero di che colore farle, ho scarsa fantasia."
Entrarono nella seconda porta di sinistra. La lunghezza del corridoio dava l'impressione che la villetta si fosse dilatata come se fosse una casa delle favole.
La stanza in cui entrarono era dello stesso colore dell'atrio. Sulla sinistra vi erano tre file da quattro cassetti ciascuna contenenti molto probabilmente cadaveri. Su un cassetto semi aperto vi era l'etichetta "T.H.". Quest'ultimo scrutava le due con occhi vuoti su un letto di acciaio, mentre dietro il vento che penetrava dalla finestra faceva muovere le tendine color crema a fiori rosa. Vicino alla lastra di acciaio vi era un tavolo a rotelle con vari attrezzi del mestiere e... una Hello Kitty di peluche?!?
Prima che Elizabeth potesse dire qualsiasi cosa, Victoria prese il peluche e lo ficco' in un cassetto accanto ad un certo "A.T."
"Che...."
"L'hopresopervederecosacimettevanodentro!!" disse tutto d'un fiato.
"Mi sa che e' parecchio esaurita la ragazza, nevvero?" disse con tono complice facendo l'occhiolino ad Hutton. Non aveva paura dei corpi senza vita ne' aveva quella specie di rispetto scaramantico che si deve ai morti. Secondo lei bisognava temere piu' i vivi che i morti, soprattutto perche' sono i vivi  ad ucciderti.
Victoria sbuffo': "Ti odio quando fai cosi'. Comunque... Non sono riuscita a capire se sia morto di arresto cardiaco naturale o gli e' stato provocato dal sangue che ha perso. Le ferite che riporta sono piuttosto profonde ma non al punto da morire dissanguato. Il suicidio e' escluso, checche' ne dica la lattera trovata dalla figlia sul frigo. Sono restia a pensare che abbia ingerito o che gli abbiano fatto ingerire qualcosa, dato che le uniche cose che vi sono nello stomaco sono la cena e nel sangue non ho trovato niente. Ma forse Dalia riuscira' a trovare qualcosa, semmai anche sapere perche' aveva quel coltello in mano tanto per dirne una."
"Non puo' essere che sia morto per cause naturali?" disse Elizabeth facendo cenno al pallone aerostatico che era la pancia di Hutton.
"No... Sapevo che andava in palestra..."
"Oh-ho!" disse strizzando l'occhio al cadavere.
"Dacci un taglio. Stavo dicendo... andava in palestra e percorreva il viale i corsa anche una quarantina di volte al giorno."
"Uh-ho"
"Ad ogni modo non mangiava sano e questo fa crollare tutte le mie supposizioni. Si faceva consegnare pranzo e cena a casa da un fast food, mentre la colazione la faceva a casa di una sua vicina, qualcosa Cal..."
"Calamy..."
"Si esatto Calamy! La moglie mi ha detto che non mangiava a casa perche' lei non cucinava bene. Era molto vaga la signora... Hutton intendo.Era piuttosto brilla quando le ho parlato. Ha cincischiato qualcosa su il mio lavoro e sulla mia resonsabilita' di donna di stare in casa, poi si e' messa a parlare del marito senza che io dicessi niente. O si e' scolata una bottiglia per disperazione o tutte le bottiglie per abitudine."
"Alla fine che devo ascoltare e' sempre quella ragazzina, la madre e quel tipo sul divano brutto con la ragazzina."
Elizabeth si diresse verso la porta e canticchio' un saluto a Victoria e a Hutton chiudendo la porta dietro di se'. Victoria scosse la testa. -Non cambiera' mai...-

Percorreva Chesapeake Av. la mattina dopo, barcollando e avvinghiata dalle morse allo stomaco per la fame. Il giorno prima se l'era spassata un po' troppo e aveva deciso di non mangiare poche ore prima per non appesantirsi. Ora era piegata in due mentre era arrivata a fine viale e saliva le scale della casa meno vezzosa di tutto il quartiere.
< Ding Dong >



E anche il secondo capitolo e' finito. Ho voluto usare una ciclicita'. Mi sembrava carino e poi se lo fanno tutti perche' io no?
A dirla tutta il cappotto rosso di Elly e' un trench , ma dato che non so come si scrive (Ho scritto bene?) ho scritto cappotto. Che tra l'altro possiedo e adoro. Elizabeth sta iniziando a somigliarmi sempre di piu'... e io che volevo fosse la mia nemesi! La cosa di "Ritorno al futuro" mi e' venuta in un attimo di pazzia mentre me lo stavo guardando... e perche' mi seccava scrivere "Sembri uscita da una macchina del tempo" : e' scontato, brutto, cattivo, iperusato e banale mentre io sto cercando di essere ...hem...o...hem...ri...hem...gin...hem hem...ale. Avevo intenzione di descrivere il cadavere e quindi il signor Hutton ma mi pareva superfluo descrivere un personaggio che mai si rivedra' e di cui forse si parlera'. Ho preferito aggiungere Hello Kitty, che aggiunge quel tocco... come dire... glam (hahaha) che questo gatto ha la facolta' di aggiungere ad ogni cosa sia abbinato. Come no.
Vic odia questo gatto sboccato (ovvero senza bocca, non volgare) nella realta', ma l'ho voluta prendere in giro facendole amare questo gatto nella mia assurda fan fic che di fan non ha niente (gia' l'ho detto?). Sicuramente Vic lo squarterebbe vivo... se fosse vivo.
A proposito di vivi morti e moribondi. Quello che ho scritto in proposito e' quello che penso e che un po' tutti mi criticano, ma sai che cosa. Dicano cio' che vogliono, io la penso come mi pare. Oddio sembro una di quelle bamboline stilose che dicono a cani e porci "io non sono ma nessuno e' come me".
Se avrete notato la totale assenza di accenti e l'uso un po' troppo sconsiderato di accenti significa non solo che state attenti ma anche che la mia tastiera polacca non ha gli accenti. Mi scuso inoltre per tutti gli accenti tramutati in apostrofi mancati a qualche terza persona singolare del passato remoto. Un minuto di silenzio per questi validi portatori di correttezza grammaticale.
Piccolo extra : Abbigliamento e dintorni.
Elizabeth odia i fronzoli quindi predilige uno stile minimal anche se a volte si lasca andare allo stile harajuku e a quel cappotto rosso che di minimal non ha un bel niente.
Victoria e' ossessionata dagli abbinamenti di colore e ama i vestiti particolari ma non troppo. Dalia invece ama il verde che e' predominante nel suo armadio. Cora sprofonda nel goth-punk e veste spesso di nero. Quando non indossa il nero i colori saranno o rosso sangue o viola tendente al nero. John non bada all'abbigliamento anche se preferisce pantaloni e t-shirt mooolto larghi. La vedova Calamy sembra uscita dal tardo settecento insieme a Newton (lo scienziato non il cane!). Mrs. Hutton indossa tailleur di colori chiari che la fanno sembrare una manager o una hostess. Dipende dai punti di vista. Peter (il tizio delle consegne) indossa molto spesso la divisa del fast food e uno smocking. Chissa' percheeee'? Non ve lo dico altrimanti vi darei un motivo in piu' per non seguire questa mediocre esibizione di ignoranza. Voi provate a scoprirlo e forse non sarete in errore.

Have a nice day. Stay tuned. (Se non vi va... Sayonara!)
 
  
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