Immersi nel silenzio
Juliet, dopo aver visto
l’oggetto sotto il letto, si chinò ma non fece in tempo ad allungare la mano
che fu scaraventata a terra. Si girò in direzione del letto e quel che vide la
inquietò non poco.
Il ragazzo abbracciava
la chitarra stringendola al petto e la guardava.
La guardava attraverso
un ciuffo ribelle con occhi colmi di odio.
Ringhiava.
Ringhiava e non voleva
smettere.
Appena cercava di fare
un movimento lui stringeva ancora di più la chitarra e si allontanava.
Cosa doveva fare? Cosa
cavolo doveva fare?!?!
Nessun manuale, nessun
libro aveva mai parlato di questo!
Dannazione, dannazione
e ancora dannazione.
Era proprio un
incapace. Li sentiva già i suoi genitori: “Te l’avevo detto che psicologia non
era per te, troppo difficile” o anche “Se non sei capace di cuocerti un uovo al
tegamino come puoi aiutare altre persone?”
Gli occhi divennero
lucidi ma non voleva mollare, non l’avrebbe mai fatto.
Lo aveva promesso, lo
aveva promesso a Gideon.
Facendo leva sulle
ginocchia si alzo in piedi e chiuse la porta dei brutti ricordi.
-Scusa, non sapevo che
quella chitarra fosse tua- disse tenendo la testa bassa.
Il ragazzo smise
d’indietreggiare ma continuò a guardarla con sospetto.
-Mi perdoni?- gli
chiese alzando finalmente la testa e fu allora che lo vide chiaramente.
Un ragazzo di circa
venticinque anni con dei capelli nerissimi e sbarazzini che contrastavano con
il colore pallido della pelle e con quegli incredibili occhi verdi.
Era affascinata da
quegli occhi. Sembravano una foresta, rigogliosa e tutta da esplorare.
Una foresta piena di
segreti.
Segreti che lei aveva
intenzione di scoprire, in qualsiasi modo.
Billie Joe non aveva
mai smesso di guardarla.
Come uno scanner, partì
dal basso.
Lei portava dei
pantaloni di raso blu e una camicetta bianca a maniche lunghe.
Raffinata.
Le guardò i polsi ma
non notò niente di suo gusto, l’orologio era di acciaio.
Lo sguardo, annoiato, salì
ancora.
I capelli nocciola
erano lisci all’altezza della cute ma mossi alle punte, il viso era normalmente
ovale e la bocca sottile.
Si bloccò davanti agli
occhi.
Erano blu, no azzurri,
anzi verdi oppure...
Tempesta.
Billie Joe non sapeva
che colore attribuirgli, sapeva solo che gli piacevano.
Con uno scatto il
ragazzo si alzò e, sempre tenendo la chitarra in mano, si avvicino al viso di
Juliet. Quest’ultima, immobile, aspettava.
Gli occhi incatenati
non smettevano di fissarsi, il respiro continuava regolare mentre il cuore
impazziva.
I nasi si toccarono e
la ragazza sussultò.
Timore.
Billie Joe schiuse
leggermente le labbra e Juliet si sentì morire.
Indecisione.
Tutto era fermo, tutto
era immobile, tutto aspettava lui.
Billie Joe Armstrong, l’angelo del mistero.
-All right…- soffiò
prima di staccarsi da lei e tornare dalla sua collezione.
La ragazza non sapeva
cosa pensare, non riusciva a pensare.
Lui aveva parlato?
L’aveva perdonata?
Forse era stato tutto
frutto della sua immaginazione eppure…
Quel ragazzo aveva
qualcosa di strano. Se prima era un’impressione adesso ne aveva la certezza,
nascondeva qualcosa.
Quella voce, quella voce
al confine tra sogno e realtà era speciale.
Come qualsiasi cosa
legata a Billie Joe in fondo.
Sorrise.
Aveva fatto il primo
passo, piccolo ma l’aveva fatto.
Camminò verso la parte
sinistra della stanza dove il ragazzo si era diretto dopo aver rimesso a posto
la chitarra.
Quella chitarra era
qualcosa di speciale per lui ma non era il momento giusto per chiedere.
Si sedette di fianco a
lui e gli sorrise. Il suo sguardo fu ricambiato da quello di Billie con
l’aggiunta di un ghigno.
Rimasero lì per
mezzora, senza dire una parola.
Immersi
nel silenzio.
Poi la porta della
camera si aprì e Juliet si voltò a vedere chi li stava disturbando.
Era il dottor “Ken”.
La informava che doveva
andarsene perché il paziente aveva altri impegni.
Mentre l’uomo parlava,
Billie Joe continuava a guardare il suo braccialetto ma quando lei si alzò in
piedi accadde qualcosa che lei non si sarebbe mai aspettata.
Lui aveva alzato lo
sguardo, lo aveva alzato su di lei e ora la fissava.
Quegli occhi gli
graffiarono l’anima.
Tornerai?
Juliet non poté fare
altro che sorridere e sperare che lui avesse capito.
Tornerò.
*****ANGOLINO DELLA
SQUINTERNATA*****
Ed ecco a voi il
secondo capitolo di Mental!!!
Cosa ne pensate?
Scommetto che Billie
Joe è completamente OOC ma aspettate vedrete che nei prossimi capitoli si mostrerà
di più la sua personalità e capirete (si spera XDXD)
Se avete consigli o paternali
da farmi sono tutte ben accette, devo migliorare e questo è il modo migliore.
Sperando di non avervi
deluso con questo capitolo passo alle risposte ai commenti:
ShopaHolic: la mia prima commentatrice **!!!
Scritta bene? Cara vuoi mandarmi al settimo cielo?!? Grazie infinite per
considerarla originale, spero che continuerai a seguire =^^=
Mariens: maestro A! Sono super felice che tu
abbia commentato la mia storia! È anche merito tuo se l’ho postata quindi…
grazie di cuore, sei un’amica.
SilentMoon: tu che commenti una mia storia?
Tu, autrice delle autrici??? Mi hai già fatto morire e resuscitare XDXD ti
piace il layout? Per fortuna! Io sto molto attenta a queste cose e sono
felicissima che sia apprezzato ^^. Eccoti servito il secondo capitolo, cosa ne
pensi?