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Autore: ginnyx    04/01/2010    3 recensioni
Dimenticatevi il Billie Joe che avete sempre conosciuto, perchè in realtà non è mai esistito, per lo meno non in questo modo. Il mondo di cui vi parlo io, quello dove vivo, è un po' diverso da quello che conoscete. Qui Billie Joe non ha mai pubblicato tutti quegli album, i Green Day non esistono (non ancora). L'unica cosa intatta, anche nei modi paralleli, sono i legami. Forti, indissolubili. Si potrebbe parlare del filo rosso del destino, nonostante Billie Joe sia in manicomio
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mental2-Immersi nel silenzio

Immersi nel silenzio

 

Juliet, dopo aver visto l’oggetto sotto il letto, si chinò ma non fece in tempo ad allungare la mano che fu scaraventata a terra. Si girò in direzione del letto e quel che vide la inquietò non poco.

Il ragazzo abbracciava la chitarra stringendola al petto e la guardava.

La guardava attraverso un ciuffo ribelle con occhi colmi di odio.

Ringhiava.

Ringhiava e non voleva smettere.

Appena cercava di fare un movimento lui stringeva ancora di più la chitarra e si allontanava.

Cosa doveva fare? Cosa cavolo doveva fare?!?!

Nessun manuale, nessun libro aveva mai parlato di questo!

Dannazione, dannazione e ancora dannazione.

Era proprio un incapace. Li sentiva già i suoi genitori: “Te l’avevo detto che psicologia non era per te, troppo difficile” o anche “Se non sei capace di cuocerti un uovo al tegamino come puoi aiutare altre persone?”

Gli occhi divennero lucidi ma non voleva mollare, non l’avrebbe mai fatto.

Lo aveva promesso, lo aveva promesso a Gideon.

Facendo leva sulle ginocchia si alzo in piedi e chiuse la porta dei brutti ricordi.

-Scusa, non sapevo che quella chitarra fosse tua- disse tenendo la testa bassa.

Il ragazzo smise d’indietreggiare ma continuò a guardarla con sospetto.

-Mi perdoni?- gli chiese alzando finalmente la testa e fu allora che lo vide chiaramente.

Un ragazzo di circa venticinque anni con dei capelli nerissimi e sbarazzini che contrastavano con il colore pallido della pelle e con quegli incredibili occhi verdi.

Era affascinata da quegli occhi. Sembravano una foresta, rigogliosa e tutta da esplorare.

Una foresta piena di segreti.

Segreti che lei aveva intenzione di scoprire, in qualsiasi modo.

Billie Joe non aveva mai smesso di guardarla.

Come uno scanner, partì dal basso.

Lei portava dei pantaloni di raso blu e una camicetta bianca a maniche lunghe.

Raffinata.

Le guardò i polsi ma non notò niente di suo gusto, l’orologio era di acciaio.

Lo sguardo, annoiato, salì ancora.

I capelli nocciola erano lisci all’altezza della cute ma mossi alle punte, il viso era normalmente ovale e la bocca sottile.

Si bloccò davanti agli occhi.

Erano blu, no azzurri, anzi verdi oppure...

Tempesta.

Billie Joe non sapeva che colore attribuirgli, sapeva solo che gli piacevano.

Con uno scatto il ragazzo si alzò e, sempre tenendo la chitarra in mano, si avvicino al viso di Juliet. Quest’ultima, immobile, aspettava.

Gli occhi incatenati non smettevano di fissarsi, il respiro continuava regolare mentre il cuore impazziva.

I nasi si toccarono e la ragazza sussultò.

Timore.

Billie Joe schiuse leggermente le labbra e Juliet si sentì morire.

Indecisione.

Tutto era fermo, tutto era immobile, tutto aspettava lui.

Billie Joe Armstrong, l’angelo del mistero.

-All right…- soffiò prima di staccarsi da lei e tornare dalla sua collezione.

La ragazza non sapeva cosa pensare, non riusciva a pensare.

Lui aveva parlato? L’aveva perdonata?

Forse era stato tutto frutto della sua immaginazione eppure…

Quel ragazzo aveva qualcosa di strano. Se prima era un’impressione adesso ne aveva la certezza, nascondeva qualcosa.

Quella voce, quella voce al confine tra sogno e realtà era speciale.

Come qualsiasi cosa legata a Billie Joe in fondo.

Sorrise.

Aveva fatto il primo passo, piccolo ma l’aveva fatto.

Camminò verso la parte sinistra della stanza dove il ragazzo si era diretto dopo aver rimesso a posto la chitarra.

Quella chitarra era qualcosa di speciale per lui ma non era il momento giusto per chiedere.

Si sedette di fianco a lui e gli sorrise. Il suo sguardo fu ricambiato da quello di Billie con l’aggiunta di un ghigno.

Rimasero lì per mezzora, senza dire una parola.

Immersi nel silenzio.

Poi la porta della camera si aprì e Juliet si voltò a vedere chi li stava disturbando.

Era il dottor “Ken”.

La informava che doveva andarsene perché il paziente aveva altri impegni.

Mentre l’uomo parlava, Billie Joe continuava a guardare il suo braccialetto ma quando lei si alzò in piedi accadde qualcosa che lei non si sarebbe mai aspettata.

Lui aveva alzato lo sguardo, lo aveva alzato su di lei e ora la fissava.

Quegli occhi gli graffiarono l’anima.

Tornerai?

Juliet non poté fare altro che sorridere e sperare che lui avesse capito.

Tornerò.

 

 

*****ANGOLINO DELLA SQUINTERNATA*****

Ed ecco a voi il secondo capitolo di Mental!!!

Cosa ne pensate?

Scommetto che Billie Joe è completamente OOC ma aspettate vedrete che nei prossimi capitoli si mostrerà di più la sua personalità e capirete (si spera XDXD)

Se avete consigli o paternali da farmi sono tutte ben accette, devo migliorare e questo è il modo migliore.

Sperando di non avervi deluso con questo capitolo passo alle risposte ai commenti:

ShopaHolic: la mia prima commentatrice **!!! Scritta bene? Cara vuoi mandarmi al settimo cielo?!? Grazie infinite per considerarla originale, spero che continuerai a seguire =^^=

Mariens: maestro A! Sono super felice che tu abbia commentato la mia storia! È anche merito tuo se l’ho postata quindi… grazie di cuore, sei un’amica.

SilentMoon: tu che commenti una mia storia? Tu, autrice delle autrici??? Mi hai già fatto morire e resuscitare XDXD ti piace il layout? Per fortuna! Io sto molto attenta a queste cose e sono felicissima che sia apprezzato ^^. Eccoti servito il secondo capitolo, cosa ne pensi?

   
 
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