Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Aurora Barone    05/01/2010    4 recensioni
Ripropongo una storia che avevo scritto all' età di 14 anni, si può dire che è stata la mia prima storia, anche se prima ne esisteva un'altra versione, comunque questa è la versione che sto revisionando. Un crimanale e una ragazzina che subisce molestie dal padre adottivo si incontrano per caso in sgradevoli circostanze.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

nikoletta89:RINGRAZIO ANCHE TE PERCHè MI CONTINUI A SEGUIRE, MA LEGGENDO QUESTO CAPITOLO SCOPRIRAI COME SI METTERANNO LE COSE!xD

Moon9292: TI RINGRAZIO ANCORA!RIGUARDO AL FRATELLO E' UN PERSONAGGIO CONTORTO E IN QUESTO CAPITOLO SI CHIARISCONO I SUOI SCOPI OVVERO SE E' VERAMENTE INNAMORATO DI YOKO O SE LO FA SOLO PER VENDICARSI...

Kyo:

Mi addormentai avendo gli incubi per tutta la notte,pensando e ripensando che mio fratello dopotutto era il più indicato per stare con Yoko e poi se lo meritava dopo tanto aver sofferto, adesso finalmente avrei potuto concedergli un po' di felicità. Così quando mi risvegliai la prima cosa che feci fu andare nella stanza mio fratello, volevo parlargli, volevo fargli capire che non lo avrei ostacolato se le piaceva sinceramente Yoko.

Era come al solito mattiniero, stava guardando la tv sul letto, mi invitò a sedermi accanto a lui e poi rammentai ancora quella volta che mi aveva buttato con la forza sul letto, poi però si era fermato piangendo disperatamente.

“Che c'è?” mi chiese mio fratello, mentre si accorgeva che rimanevo immobile con quell' espressione turbata sul volto.

“Niente...volevo solo parlarti di quello che mi hai comunicato a gesti ieri...” dissi pacatamente.

“E non sei arrabbiato?” chiese sorpreso.

“No, non sono arrabbiato, anzi è una buona cosa...” esclamai facendo un mezzo sorriso.

“Oh, andiamo Kyo non mi prendere in giro e mollami, questo pugno!” affermò non credendomi affatto.

“Ho già fatto una volta l' errore di non averti lasciato Mayko, non ripeterò lo stesso errore...” affermai ripetendomi dentro la testa che era la cosa migliore da fare, ma per quanto mi sforzassi non ne ero affatto sicuro.

“Si, ma tanto non è interessata a me, ma a te alla fine siamo punto e daccapo...” affermò seccato.

“Vedrai che conoscendoti meglio, cambierà idea...”lo incoraggiai.

“Sicuro di quello che stai dicendo? Mi stai dicendo che ho la tua approvazione?”mi chiese con un espressione risoluta sul viso.

“Si...” affermai incerto.

“Certo che ci devi tenere davvero tanto per cedermela con tutta questa facilità!” affermò ironico.

“Io davvero non ti capisco” affermai incerto.

“Tu credi che lei mi piaccia?E che io fossi innamorato di Mayko? Tu in realtà non hai capito veramente nulla di me e sai sono stanco di voler reggere questa commedia, solo perché tu vuoi negare l' evidenza!” affermò infuriato.

“Eh?” esclamai spalancando gli occhi per lo stupore, non avevo idea di quello che volesse dire, poi ad un certo punto mi guardò con un espressione triste.

“Io non ti seguo” affermai stralunato e impensierito, tentando di capire che cosa mi volesse e dire e perché se non era innamorato né di Mayko e né di Yoko, si era sempre comportato in quel modo, forse perché ero il preferito di papà e per vendetta si comportava in quel modo, oppure c'era qualcos'altro, ma la mia mente non riusciva ad elaborare altre supposizioni.

“Lo fai soltanto perché sono il preferito di quel viscido uomo, perché a me mi ha sempre trattato bene?” gli chiesi fulminandolo con lo sguardo, non ci potevo credere che avesse baciato Yoko e che stesse sempre intorno a Mayko solo per tentare di sottrarmele per vendetta personale.

“No, come al solito non vuoi proprio capire...” affermò ormai con le lacrime agli occhi.

“E adesso perché piangi?” gli chiesi sconvolto, non mi era mai capitato di vederlo piangere sopratutto in quel modo disperato.

“Kyo quand' eri piccolo ti ricordi che quando rompevi qualcosa la colpa veniva data sempre a me ed io le prendevo senza dir nulla...e tu tentavi in qualche modo di fermare papà dicendogli la verità che eri stato tu, ma lui non ti ascoltava e quando finivo per terra con il mento sanguinante, l' unico che rimaneva lì a chiedermi come stavo eri tu...” disse sorridendomi, poi mi sfiorò il viso con dolcezza.

“Che cosa vuoi dire?” gli chiesi perplesso, mentre lui continuava ad accarezzarmi il viso, come se volesse comunicarmi qualcosa con quel semplice gesto.

“Non sono mai stato in collera con te per Mayko, perché lei non mi è mai piaciuta, ti ho odiato un po' per papà, ma mi era pure difficile odiarti perché eri sempre buono con me, ma l' unica cosa che mi riusciva difficile non fare, era quella di...” si bloccò di scatto con le lacrime agli occhi.

“Quella di?” chiesi frastornato dai suoi discorsi, mi stava dicendo che tutto quello che avevo creduto fino adesso era sempre stato errato e allora cos'era che mi rendeva detestabile ai suoi occhi e perché continuava sempre a mettersi fra me e le ragazze che mi piacessero.

Lo aveva sempre fatto, persino anche dopo Mayko, non voleva che andassi a letto con delle ragazze diceva che non era una buona cosa e si infuriava, erano le uniche volte in cui perdeva la pazienza, mentre per il resto era sempre stato buono e dolce con me, senza mai lasciar intravedere quell' invidia che nutrisse per me perché ero il figlio più amato, incominciò a rinfacciarmelo soltanto quando nella nostra casa comparve Yoko, non appena lei mise piede in quella casa, lui parve sin da subito contrariato.

“Sono bravo a fingere, ma adesso sono stanco, mi sono stancato, credo di essere arrivato allo sfinimento...” affermò malinconico.

“Io davvero non capisco che ti prende” gli dissi mentre lui allontanava la sua mano dal mio viso.

“Per esclusione la ragione per il quale tentassi di portarti via Mayko, Yari e Yoko e qualsiasi donna con cui tu volessi far qualcosa, può essere soltanto una ed è la più scioccante e che ti rifiuti persino a voler concepire...”

Ci pensai su, era vero, non era stato gentile in quel modo solo con Mayko, ma anche con Yari aveva sempre tenuto quel comportamento esageratamente amichevole, tanto che per un certo periodo pensai che si fosse infatuato di lei, ma poi tornava ancora a farlo con Mayko e successivamente anche con le altre ragazze, era come se cercasse di portarmi via ogni ragazza, forse perché lui non ne aveva mai avuta una e a pensarci mi parve strano, perché lui non aveva mai avuto una ragazza?Eppure a scuola, nonostante tutti pensassero che avesse dei tratti particolarmente femminili, c'erano state alcune ragazze carine che lo avevano definito carino e che sarebbero state disposte ad uscirci.

Poi rammentai quella dichiarazione d'amore che una volta buttò nel cestino senza neppure averla letta, quando gli chiesi il perché lo avesse fatto, non rispose, rimase in silenzio ad osservarmi con un espressione insolita.

“Per esclusione la ragione per il quale tentassi di portarti via Mayko, Yari e Yoko e qualsiasi donna con cui tu volessi far qualcosa, può essere soltanto una ed è la più scioccante e che ti rifiuti persino a voler concepire...” le sue parole riecheggiavano nella mia testa, ma per quanto mi sforzassi di capire ciò che volesse dire,non riuscivo proprio a seguirlo.

Soltanto dopo capii ripensando al tocco amorevole della sua mano con la quale mi aveva accarezzato il viso, poi lo vidi avvicinarsi sempre di più al mio viso, allora lo allontanai spingendolo via.

“Tu ...” affermai scioccato e pallido in viso, non avendo la forza di riuscire a dirlo e di concepire un tale pensiero.

“Hai capito finalmente che.. ti amo!” affermò asciugandosi gli occhi umidi di lacrime.

“Ma allora quando mi rinfacciavi che tradissi Mayko?” gli chiesi disorientato.

“Ti rinfacciavo quel fatto e parlavo di quella promessa, per far in modo che ti saresti tirato indietro e avresti lasciato perdere Yoko, ho detto anche a Yoko che era una brutta copia di Mayko,così credendo che la considerassi soltanto per questo, non ti avrebbe più importunato, ma lei ha continuato a farlo...”

“E perché l' hai baciata?”

“Con la speranza che forse si sarebbe infatuata di me, distogliendo gli occhi da te,dopotutto non è altro che una ragazzina e così ho pensato che non sarebbe stato tanto difficile conquistarla, magari dicendole semplicemente che anch'io ero stato molestato da Keitawa, ma lei mi ha morso la lingua”

“Ho capito...” affermai ancora scioccato, non vedevo l' ora di uscire da quella stanza, mentre mio fratello mi guardava con quei suoi soliti occhi docili, che avevo sempre pensato facessero parte del suo buon animo e invece era sempre stato così perché era innamorato del suo stesso fratello, anche per questo era sempre stato iperprotettivo nei miei confronti e poi quando Yoko venne a casa mia, spinto dalla gelosia divenne sempre più irascibile.

“Devo andare” affermai uscendo frettolosamente dalla stanza, ma mio fratello mi strinse forte il polso dicendo “Mi dispiace, averti turbato in questo modo. Ma non ce la facevo più a tenermi dentro questo segreto e per quanto mi sforzi di infatuarmi di qualcun' altro non ci riesco, anche quella ragazza, che abbiamo visto al centro commerciale in verità non mi attraeva affatto,la fissavo sperando che primo o poi avrei sentito quella forte attrazione che provo per te e forse avrei voluto persino innamorarmi di Yoko, ma niente...”

“Adesso basta!” gli urlai contro liberandomi dalla sua stretta e uscii di corsa sconcertato da quel che mi avesse detto.

Gli volevo bene come si vuole bene ad un fratello, ma non in quell' altro senso, era una di quelle cose che non mi aveva mai sfiorato la mente com'è normale che sia, mentre invece lui silenziosamente lo aveva sempre fatto tentando di tenere ogni ragazza alla larga da me, ma per quanto ci provasse era tutto inutile.

Anche quella volta che mi aveva buttato nel letto, non era stato come mi aveva fatto credere, ovvero che lo avesse fatto per farmi provare le stesse cose che avesse passato lui, ma perché mi amava e avrebbe voluto fare l'amore con me.

Volevo zittire quei pensieri, anzi avrei voluto non aver mai messo piede in quella stanza e non essere mai venuto a conoscenza di una verità tanto complicata come quella.

Ero suo fratello ed ero eterosessuale, quindi non potevo per nulla e in nessun caso ricambiare i suoi sentimenti, ma questa situazione mi dispiaceva tantissimo, avrei voluto alleviare le sue angosce, mentre invece ero stato io stesso ad avergliele procurate inconsapevolmente.

Poi non sapendo che altro fare, andai nella stanza di Yoko in quel momento forse era l'unica persona che avrebbe potuto in qualche modo calmarmi, dopo una dichiarazione tanto sconvolgente.

Ripensai a quel che mi avesse detto mio fratello, le aveva detto che era una brutta copia di Mayko, avrei dovuto arrabbiarmi per come l' avesse trattata, ma non ebbi la forza di farlo, ero troppo scioccato da quelle semplici parole “Ti amo” e ancor prima che le pronunciasse avevo già compreso. Invano avevo sperato che fosse soltanto uno scherzo di cattivo gusto, ma i suoi occhi erano sinceri e il modo in cui l' aveva detto era stato carico di profondità e di una dolcezza intensa, che non poteva affatto trattarsi di una bugia o di uno scherzo.

Persino la sua voce era diventata mielosa, lo era sempre stata, però non avevo mai pensato che fosse così somigliante a quella di una ragazza, nonostante a scuola lo dicessero sempre e lo deridessero dandole della ragazza e chiamandolo “Toshiochan”, io non avevo mai pensato che lui fosse come una ragazza, si era vero portava i capelli lunghi e i tratti del suo viso era molto delicati, però ero abituato a vederlo così e non mi ero mai stranito, anzi mi infastidivo quando i miei compagni si facessero certi pensieri su di lui, ovvero che fosse gay, non che ci fosse qualcosa di male se lo fosse stato veramente, però non lo credevo affatto possibile.

Quando mi decisi a bussare nella stanza di Yoko, sentii la sua vocina flebile chiedere chi fosse ed io risposi col dire “sono Kyo”, lei rispose scocciata dicendo “Puoi entrare”.

Aprì la porta, trovandola ancora sdraiata nel letto con il viso quasi interamente sprofondato nelle pesanti coperte, continuò a rimanere sdraiata anche quando mi vide entrare e mi chiese con una certa freddezza che non gli apparteneva “Che vuoi?”

“Credo di doverti delle scuse riguardo a ieri, non volevo risponderti in quel modo, però questa situazione è davvero pesante...” affermai tentando almeno di riuscire a chiarirmi con lei.

“Si, ti capisco e mi dispiace, la colpa in fondo è mia, è colpa della mia stupida paura che non riesco a superare...” affermò cambiando di colpo tono della voce.

“Non è colpa di nessuno dei due, forse un po' colpa del destino che ci ha giocato un cattivo scherzo, però non è da attribuire a nessuno dei due.Non è colpa mia perché non posso farci nulla se gli somiglio e non è colpa tua perché perché dopotutto quello che ti ha fatto è normale che tu ti senta spaventata da me che gli somiglio così tanto e che per disgrazia sono pure suo figlio” arrivai a questa conclusione dopo averci pensato tutta la notte.

“Si, però nonostante la colpa non sia di nessuno dei due il problema persiste...”mi fece notare.

“Già, per tale ragione ti starò lontano, non mi avvicinerò più del dovuto...” le promisi.

“Si, ma non voglio neppure che tu lo faccia” affermò contrariata.

“Non credo che ci sia altra soluzione” esclamai angosciato e fermo sulla mia decisione.

“Ma posso riuscire a superare le mie paure, l'ho già fatto una volta , prima non osavo avvicinarmi a nessun tipo di ragazzo...e adesso non ho più paura come prima e potrebbe essere la stessa cosa per le paure che provo quando ti sto vicino, posso superarle!” disse guardandomi con una decisione che non le avevo mai visto prima d'ora.

Di scatto scese dal letto con indosso una lunga camicia da notte con delle viole raffigurate, io non appena la vidi mettere i piedi nudi sul pavimento incominciai ad allontanarmi per non esserle troppo vicino, ma lei con decisione andava verso la mia direzione, poi le urlai di fermarsi.

“Non essere avventata, se vuoi superare la tua paura, non puoi credere di riuscirci subito, bisognerà fare un passo per volta, se riuscirai a trovare la forza e il coraggio di superare questa paura, ti avvicinerai di un passo verso di me e poi un' altro giorno ancora un passo in più, fino a che non arriverai ad annientare la distanza che ci separa superando ognuna delle tue paure” dissi osservandola.

“D'accordo” affermò rimanendo nel punto in cui era e poi tornò indietro dicendo “Allora farò il passo di oggi!” disse sorridendomi.

Dopo un po' tornando vicino al letto, si avvicinò di un passo, verso la mia distante figura,poi rimase immobile a fissarmi, io feci lo stesso, era strano vederla così distante, mi metteva una certa tristezza, però sapevo che non c'era altro modo.

“Kyo, c'è qualcosa che ti turba?” mi chiese alzando il tono della sua vocetta, perché da quella distanza neppure era certa che potessi sentirla.

“Nulla, anzi credo di doverti delle scuse riguardo il comportamento di mio fratello” affermai dispiaciuto sia per quel che le avesse detto e per lo sgradevole incidente del bacio.

“Ah, te l' ha detto” affermò impensierita.

“Si, ma riguardo quel che ti ha detto, ci tengo a farti sapere che non ti ritengo un ripiego dato che è Mayko è morta”

“Non avevo voluto crederci, però devo ammettere che qualche dubbio mi era venuto al riguardo” disse sinceramente e mostrando un lieve sorriso per quello che le avessi detto.

“E volevo dirti che avresti dovuto dirmelo, che mio fratello ti importunasse,anzi questa storia che non me l' hai detto mi fa un po' incazz... cioè volevo dire innervosire!” affermai correggendomi, tentando di mantenermi calmo, anche se ero arrabbiato, non con lei in sé, ma per il fatto che di questa storia ne fossi venuto a conoscenza solo dopo e tramite mio fratello.

“Volevo soltanto evitare che vi litigaste per colpa mia” disse sommessamente,giustificandosi con quell'espressione ingenua e dispiaciuta di fronte la mia mimica alterata e di rimprovero, facendomi sentire in colpa per essermela presa tanto con lei.

Così mi scusai per essermi alterato in quel modo e lei si scusò di non avermelo detto, dopo scoppiammo a ridere, rendendoci conto che eravamo una di quelle coppie veramente poco inclini alle liti e allora le dissi “Che noiosi, potremmo litigare almeno per una volta con serietà”

“Ti stavo per dire la stessa cosa, Kuso!” affermò per provocarmi con la ridarella.

“Ah, guarda che c'è il rischio che mi arrabbio sul serio se continui a chiamarmi in quel modo!” la canzonai.

“Kuso, Kuso Kuso!” continuò lei ridendo.

“Una ragazza della tua età non dovrebbe dire certe parolacce!” esclamai mettendomi un timbro di voce duro, imitando uno di quei professori bacchettoni e rompi scatole.

Si mise a ridere , continuando ancora a punzecchiarmi chiamandomi in quel modo e dopo esserci divertiti come al solito a comportarci come due bambini, che magari da parte sua poteva essere normale perché era una bambina,mentre io non lo ero più. Avevo superato quell' età degli scherzi e delle prese in giro, però quando ero con lei, sembrava proprio di no e avevo come l'impressione che il tempo si fosse fermato ed io fossi tornato ad essere un quattordicenne insieme a lei, non mi dispiaceva affatto, però pensai che potessi avere un problema di tipo mentale, forse un problema di crescita, ma non sapevo davvero a cosa attribuirlo, ma in quel momento non volevo neppure pensarci.

Poi mi tornò in mente la confessione di Toshio ed ero certo che avrebbe continuato a scagliarsi contro Yoko, forse ancor più di prima e molto probabilmente si aspettava pure una risposta a quel che mi avesse confessato, ma doveva già aver dato per scontato la risposta, ovvero che non lo ricambiassi.

Mi dispiaceva immensamente recargli dolore, però non potevo farci nulla se non ricambiassi i suoi sentimenti che ritenevo così sbagliati e contorti e primo o poi avrebbe dovuto pur farsene una ragione.

“C'è Kyo? Sei diventato di colpo così serio e pallido in viso” disse osservandomi rimanendo nel punto in cui era come di accordo.

“Nulla” affermai incerto, non sapevo se dirgli di Toshio o meno, mi sembrava una cosa troppo assurda da dire sopratutto ad una ragazzina della sua età.

“Non è vero, mi nascondi qualcosa e sembra anche una cosa grave, dalla tua espressione” affermò osservandomi accuratamente il volto.

“E' che è una cosa un po' insolita, strana da dire..non so...” esclamai incerto e sentendomi un po' in soggezione.

“Non sopporto che tu mi nasconda le cose sopratutto le cose che ti causano turbamento” affermò risentita.

“Ok, te lo dico” affermai respirando affannosamente, poi riaprì la bocca per pronunciare quelle parole, ma le dissi così piano che le sentii soltanto io,allora le ripetei con sgomento e un misto di mortificazione “Mio fratello in realtà è innamorato di me”

Yoko scoppiò a ridere credendolo uno scherzo dicendo “Bello scherzo! E magari ti aspettavi pure che ci cascassi!”

“No, Yoko è la verità” affermai cupamente.

Lei smise subito di ridere e mi guardò con un espressione stravolta e incredula per quella scioccante rivelazione, che spiegava il comportamento ostile di Toshio verso di lei e anche il tentativo di sedurla per allontanarla da me.

“Per questo motivo se c'è qualche problema con lui faresti meglio a dirmelo...” dissi torvo, mentre lei annuiva non avendo la forza di parlare e di esprimere un parere in merito, ma dopotutto che cosa avrebbe mai potuto dire, non c'erano parole per una cosa del genere che mi era stata nascosta da anni. Poi incominciai a chiedermi e allora quando avevo creduto che fosse in competizione con me? in realtà non lo era mai stato?Molto probabilmente avrebbe voluto essere lui ad occuparsi delle questioni più pericolose di lavoro,perchè si spaventava che mi accaddesse qualche cosa e per tutto questo tempo non avevo fatto altro che equivocare i suoi comportamenti,ma era stato lui a renderli equivoci per nascondermi quell'amara verità,ovvero che fosse perdutamente innamorato di me.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Aurora Barone