Amico

“Tellyyyyyyyyy” grida Cleò appena entro nella stanza, dopo la lezione.

“hei! Che c’è?” dico chiudendomi la porta alle spalle e gettando la borsa per terra.

La mia amica, già in pigiama, si alza dal letto e mi si avvicina.

“ ci sono troppi ragazzi con gli occhi azzurro-blu! Come faccio a riconoscerlo!” dice aprendo le braccia in segno di resa. In questo momento è davvero ridicola : i capelli scompigliati e tenuti legati da una molletta, il pigiama rosa con le paperelle blu,e le pantofole a forma di cagnolino.

“ ahahah! Cleò ma ti sei vista come ti sei conciata?” lei mi lancia uno sguardo omicida per poi continuare a parlare come niente fosse.

“ mmh… uh! Ho un’idea! L’unica soluzione sei tu!” esclama indicandomi con l’indice.

“i-io?” balbetto, ancora scossa dal suo delirio. Sicuramente si sarò scolata qualche birra, come suo solito.

“ si! Solo tu puoi riconoscere quegli occhi ! allora per domani è in programma una bella gita per l’istitu..” dice come se parlasse da sola, facendo giri per la stanza.

“No!!” grido.

“ oddio ! Telly! Ancora con questa storia! Mica puoi startene rinchiusa qui per sempre, ed uscire solo per andare alle lezioni?” esclama fermandosi e incrociando le braccia al petto.

 “e invece si che posso!” ribatto io.

“Chantelle…”

Da quanto non mi chiamava col mio nome per intero? Solo quando era incavolata nera lo faceva.

Chantelle, neanche i mie professori mi chiamano così, io sono sempre stata Telly e non Chantelle. Che poi non sono neanche sicura che esista questo nome. C’è Chantal… Chantel ma Chantelle? Odio quando le persone mi chiamano così. Solo i miei genitori lo fanno.

“ sai che odio quando mi chiami così.. e va bene! Ma solo per una volta!” dico arrendendomi e buttandomi sul letto a peso morto sul letto.

“ uh! Evvai! Sisi!” dice saltando e battendo le mani come una bambina.. okei sono sicura che abbia bevuto.

“ E poi domani c’è la partita di calcio quindi potrai vedere tu..” continua.

“cosa?” dico rialzandomi “ mi hai fregata!! Non mi avevi detto di questa cosa! cavolo!”

“ ma tranquilla! E poi così tutti saranno occupati ad esultare, e nessuno si accorgerà di te” conclude con un’alzata di spalle.

“ speriamo..” sussurro io buttandomi di nuovo sul letto, cadendo subito tra le braccia di Morfeo.

“ la partita inizia esattamente fra… mezz’ora” conferma Cleò guardando il suo orologio che segna le 10 del mattino.

Per la prima volta dopo tanto tempo, mi ritrovo a camminare fra i corridoi più frequentati dagli studenti.

In due anni mi sono sempre limitata a quelli meno conosciuti e a fare pochi spostamenti fra una lezione e l’altra negli orari in cui ero sicura di non incontrare nessuno.  Ero finita per mangiare quando tutti uscivano dalla mensa.

Camminando  al fianco di Cleò mi accorgo di come i corridoi siano gremiti di ragazzi con striscioni , guantoni e oggetti simili tutti rossi e bianchi. Evidentemente il colore della squadra.

“ vieni Telly, andiamo allo stadio.”  Mi risveglia Cleò prendendomi per mano e conducendomi dietro l’edificio, attraverso delle scale.

Uscite dall’istituto, l’aria invernale inizia a pungermi la pelle e gli occhi, ma soprattutto le gambe coperte solo dai collant neri.

“ brrr che freddo!” sussurro con mezzo viso coperto dalla mia pesante sciarpa bianca.

“ si infatti! Vieni lo stadio è lì!” dice indicando una struttura ad un centinaio di metri da noi.

L’erba  ricopre tutto il tragitto che porta allo stadio, inumidendo le  scarpe e i piedi.

Dopo pochi minuti siamo arrivati. L’entrata è occupata da una cinquantina di studenti che gridano alzando varie strisciette di carta bianca, che intuisco essere il biglietto. Mi guardo intorno e vedo persone mai viste, volti di cui non sapevo neanche l’esistenza.

“ inizia a dare un’occhiata ai ragazzi” mi sussurra Cleò all’orecchio  e io annui seguendo  il suo consiglio. Ci sono vari ragazzi dagli occhi blu, ma nessuno è lui. Ne sono certa.

Dopo qualche minuto è il nostro turno.

Cleò consegna i nostri biglietti che ci restituiscono con un taglietto.

Entriamo nello stadio.

Un campo gigantesco si mostra ai miei occhi. Ragazzi esultanti dalle tribune muniti di striscioni lanciano grida di incitamento.

Nel campo ancora non c’è la squadra ma una simpatica mascotte a forma di orso e qualche ragazza ponpon. Cleò mi tira per un braccio , notando che mi ero bloccata,e ci sediamo ai nostri posti. Proprio al centro della scalinata di sedili.

“guarda la troietta…” sussurra a bassa voce la mia compagna.

Io seguo il suo sguardo e la vedo.

In mezzo alle ragazze pon pon, con una striminzita gonna rossa e bianca per l’appunto, e una maglietta degli stessi colori. Non fa altro che mettersi in mostra, muovendosi in modo più provocatorio delle altre ragazze. Aily.

Ma una voce mi risveglia dai miei pensieri non proprio buoni. Si può sognare di uccidere una persona vero?

“  hei Cleò! Ciao!” una ragazza castana e minuta si avvicina a noi con un enorme guantone in mano e una coca-cola sottobraccio.

“ hei! Ciao Beatrix! Siediti qui!” risponde Cleò mostrandole il posto vuoto accanto al mio.

La piccola ragazza si siede . E’ molto carina , indossa la classica uniforme della scuola , coperta però da un’enorme giubbotto nero molto pesante, e un simpatico cappello rosso e bianco .  Mi sta già simpatica!

“hei ciao” dice rivolgendosi a me “ tu devi essere Chantelle! Piacere io sono Beatrix” dice porgendomi la mano che stringo con piacere.

“ piacere, comunque chiamami solo Telly” le dico con un sorriso.

“ ok, Telly! Cleò mi ha parlato molto di te, ma in un anno che sono in questa scuola non ti avevo mai vista! Una ragazza  carina come te perché se ne sta rinchiusa in stanza? Potresti schiacciare tranquillamente quella troietta !” dice con un cenno della testa alle ragazze pon pon. Io rido.

“ vedo che non solo a me e a Cleò sta antipatica”

“ no anzi! Una buona parte dell’istituto vorrebbe metterla al rogo” dice tranquillamente. “ comunque secondo me dovresti uscire un po’ di più!” continua.

“beh, non ho avuto una bella esperienza appena entrata..” rispondo abbassando lo sguardo.

“A giusto! Tu sei quella ragazza che è entrata con 2 anni di anticipo! Ma non ti preoccupare, io non sono mica contro di te! Anzi le persone con il tuo talento andrebbero ammirate!”dice sorridendo.

“grazie “ rispondo io, con ancor più imbarazzo.

“ visto Telly” esclama Cleò e io mi volto dal suo lato “ visto che non ti ha fatto male uscire dalla tua stanza? Una volta ogni tanto?” dice ammicante e io le rispondo con un piccolo e timido sorriso.

“ ho un’idea! “ esclama Beatrix.

“cioè?” chiediamo contemporaneamente io e Cleò.

“ tu con il tuo talento e la tua bellezza potresti rovinare Aily! Ti serve solo qualche dritta, che ti possiamo dare tranquillamente io e Cleò,e devi essere più coraggiosa! Allora?”

“oddio n-“ cero di dire ma vengo interrotta da Cleò.

“ si! Beatrix sei un genio! È una fantastica idea ! finalmente dopo tanto tempo schiacceremo quell’insignificante moscerino!” dice battendole il cinque.

“ No No e no!” grido bloccandole.

“ hei Telly che c’è?” mi chiede Cleò preoccupata.

“ non voglio fare niente di tutto questo, potete pensarla come volete ma io non sono come lei, Crudele e vendicativa! Voglio essere semplicemente me , niente di più. E se vi va bene ok, se no non me ne frega!” esclamo per poi andarmene via imbestialita.

Esco dallo stadio e inizio a correre sull’erba senza una vera meta. Forse ho esagerato, ma non so cosa mi sia scattato in testa. Continuo a correre sempre più forte fino a ritrovarmi dietro lo stadio, dove il prato è occupato da erbacce.

 Ad un certo punto sento il respiro affannato , la testa inizia a girare vorticosamente. Tasto con la mano il mio fianco scoprendo tristemente di aver lasciato la borsa al campo, con dentro le pillole.

“cazzo” sussurro.

Il respiro mi fa sempre più corto e lentamente mi accascio a terra reggendo con una mano la fronte e cercando di respirare. Le lacrime cominciano a uscire veloci dagli occhi , provocandomi forti singhiozzi , che mi impediscono di poter respirare.

“ cazzo no” questa non sono io a parlare! Mi volto  alla mia destra e lo vedo.

È il ragazzo dell’altra volta, gli stessi occhi.

Si avvicina a me correndo e estrae dalla tasca della tuta una scatoletta. Le mie pillole. Subito ne estrae due, si inginocchia e me le da facendomele ingoiare.

 Dopo aver posato la scatoletta in tasca. Si siede per terra poggiandomi sulle sue gambe e sul suo petto. Mi sento calda e protetta. Potrei stare qui per sempre, ad ascoltare il battito de suo cuore, così regolare. E il mio così irregolare.

Dopo qualche istante le pillole iniziano il loro effetto e la testa non gira forte come prima, mentre riprendo a respirare normalmente.

Lui mi stringe forte a se sussurrandomi : “ non ti preoccupare, ora andrà tutto bene”

Ho davvero creduto di morire.

Non so se lui sia un angelo o un essere vivente, so solo che mi ha salvata. Mi accuccio al suo petto ancora di più e dopo essermi ripresa sussurro: “ chi sei?” alzando la testa dal suo petto per osservarlo meglio.

Gli occhi sono stupendi, proprio come me li ricordavo. I tratti maturi e perfetti. I capelli castani scompigliati. Le labbra piene la punto giusto.

“ sono semplicemente quello che tu vuoi io sia” sussurra baciandomi il capo.

“ vuoi essere mio amico?” chiedo sussurrando.