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Autore: Kessi    05/01/2010    1 recensioni
Qualunque altra persona sarebbe rimasta estasiata alla vista di questo regalo stupendo, ma non io. Mi limito a sorridere forzatamente “Grazie mamma, grazie papŕ”. “Figurati piccola. Ma non abbiamo finito. Sarah, falle vedere il vestito che le abbiamo preso”.
Genere: Generale, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fortunata

 


La mia casa, la mia splendida e favolosa casa, è piena di parenti e amici che si abbracciano, ridono, scherzano e scattano foto.
Stasera è la Vigilia di Natale. I miei genitori, i migliori che si possano avere, hanno organizzato come tutti gli anni, la solita cenetta per festeggiare insieme il Natale.
“Kathy!” mi urla mia madre dalla cucina. Sbuffo e la raggiungo.
“Tesoro aiutami a portare questa teglia in sala da pranzo”.
Così eccomi qui, a portare questo stupido piatto a tutta questa gente che nemmeno conosco bene. Parenti, amici, cugini e zii di terzo grado, colleghi di lavoro e molti altri.
Tutti i presenti divorano ogni cosa che viene offerta in tavola e verso mezzanotte scappano via, tornano nelle loro case, come se avessero un impegno a cui non possono mancare e la casa si svuota.
Rimaniamo solo io e i miei genitori.
“E’ stata una bella serata” commenta mio padre.
“Oh sì, stupenda” ribatto sarcastica. Mio padre ignora il mio commento e poi sospira “Io e tua madre non ci saremo dal 27 fino al 9 gennaio” mi comunica.
Non gli chiedo nemmeno dove vadano, ormai ci sono abituata. Loro mi lasciano sempre da sola e quelle poche volte che sono in casa, insieme a me, si fanno gli affari loro. Non gli importa di me, per loro sono solo un qualcosa che intralcia i loro piani, il loro prezioso lavoro che li fa guadagnare soldi a palate e i loro stupidi viaggi!
Non mi fanno mancare niente, certo, mi ricoprono di regali, tutti costosi e rigorosamente di marca, mi comprano ogni cosa che sia possibile avere e i miei amici sono così invidiosi di me … Ma sono io a invidiare loro. La maggior parte dei miei amici, durante le vacanze di Natale, vanno a farsi un bel viaggio con la propria famiglia, stando felicemente insieme. Io no.
Saranno solo i miei genitori, Sarah e Tom ad andare a divertirsi e non condivideranno la loro felicità con me.
“Katherine, è ora di aprire i regali! Sei pronta?” mi chiede mia madre, mentre sorride per far vedere i suoi denti bianchissimi e perfetti.
Mi fingo entusiasta e mi accingo a scartare il regalo che mi hanno preso.
Strappo il fiocco e la carta rossa, decorata con pupazzi di neve e alberi di Natale e mi ritrovo davanti una scatola bianca. Sollevo il coperchio, e finalmente posso vedere ciò che conteneva: una collana, una bellissima, splendida collana di Chanel. L’ultimissima creazione, uscita da pochissimo. È di un colore bianco perla, abbastanza lunga ma non esageratamente, con incastonato le due C sovrapposte, anch’esse di colore bianco con incastrate quelli che sembrano diamanti. La scatola che la contiene, è anch’essa di un bianco puro, candido, con la scritta Chanel Paris. Qualunque altra persona sarebbe rimasta estasiata alla vista di questo regalo stupendo, ma non io.
Mi limito a sorridere forzatamente “Grazie mamma, grazie papà”.
“Figurati piccola. Ma non abbiamo finito. Sarah, falle vedere il vestito che le abbiamo preso”.
Mia madre ritorna con un vestito lungo, da sera, con una scollatura modesta. Noto che anche l’abito è di Chanel.
“Farai un figurone domani!” cinguetta mia madre “Abbiamo pensato che avrebbe fatto un bel completo con la tua nuova collana, non ho ragione?”
“Sì, certo. È stupendo. Grazie di tutto”.
“Buon Natale” mi dicono loro, sorridendomi.
Ricambio un sorriso debole, poi afferro la preziosa scatola che conteneva la collana e prendo il vestito, salendo in camera mia. Butto tutto nell’armadio e mi sdraio sul letto, appoggiando la testa al cuscino e sento qualcosa bagnarmi le guancie.
Che stupida che sono! Per Natale desideravo solo che i miei genitori cambiassero, che si comportassero normalmente, che mi volessero bene e che non mi lasciassero sempre da sola. Era tanto chiedere di essere amata dai propri genitori? Evidentemente sì.
Vorrei tanto tornare di sotto e dire loro che hanno speso soldi inutilmente, che volevo solo che mi amassero, come dei genitori dovrebbero amare la propria figlia, ma non lo faccio. Non ne ho il coraggio, perché loro non capirebbero e mi risponderebbero “Tesoro, ma noi ti amiamo! Se non ti amassimo, non ti avremmo comprato tutte queste cose per Natale”.
Ma amare non vuol dire solo ricoprire i propri figli di regali. Amare significa dimostrare l’affetto che si prova per una persona, attraverso piccoli gesti, come andare al cinema insieme o fare dei piccoli viaggi insieme o perché no, andare al parco insieme come le famiglie dei miei amici. I miei genitori non capiscono. I miei genitori, in tutta la mia vita, non mi hanno mai detto “Ti voglio bene”. Si limitano a riempirmi d’oro e d’argento credendo che io in questo modo, sia felice, ma se si potesse, darei indietro tutte le cose che ho per un po’ d’amore vero da parte dei miei genitori che mi hanno messo al mondo.
Osservo il cielo stellato e la neve che cade delicatamente nel nostro giardino, creando un soffice manto bianco. Riesco a vedere una stella cedente ed esprimo il mio desiderio più grande: che i miei genitori mi amino.
Poi mi metto sotto le coperte e chiudo gli occhi, sperando che il mio desiderio si avveri. L’immagine che si crea nella mia mente, mi fa sorridere: siamo io e i miei genitori insieme, che ci lanciamo palle di neve. Ma poi quell’immagine sfuma e tutto scompare. I protagonisti cambiano: non siamo più la mia famiglia ed io, ma la famiglia di Jane –la mia migliore amica- e lei.
Jane mi dice sempre che io sono fortunata perché ho sempre tutto dalla vita, ho una bella casa, dei bei vestiti, un bel cellulare, una favolosa auto …. ma si sbaglia. Io non ho tutto dalla vita, io ho solo degli oggetti che mi fanno sembrare fortunata e contenta. Io non ho l’amore da parte dei miei genitori e lei sì. Le apparenze ingannano.
C’è cosa più splendida dell’amore dei propri genitori verso i figli? No.
E questa, che è la cosa più splendida ed importante al mondo, mi manca. Quindi no, io non sono una ragazza fortunata.
Chiudo gli occhi e spero di risvegliarmi con una famiglia diversa.

 

 

Spazio Autrice: Che vi devo dire? Questa one shot mi è uscita così, all’improvviso.
Parla di una ragazza che non è amata dai propri genitori, almeno non come vorrebbe lei.
Spero che vi sia piaciuta e spero che mi lascerete una recensione.
Kessi

  
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