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Autore: Only_Lilli    05/01/2010    1 recensioni
Quella sera di fine ottobre la signora Valson era seduta sola a cenare al tavolo della sala da pranzo della sua grande casa.
Pensava forse alla sua vita perfetta? No, io non credo.
Forse pensava a quale tovaglia usare per la cena di beneficenza che aveva organizzato per venerdì, oppure a quella macchiolina sullo specchio antico del corridoio che, ostinatamente, quella mattina, aveva cercato di pulire senza risultati. Fatto sta che Bridget Valson un imperfezione nella sua vita la trovava sempre.
One-shot originale, scritta di getto. Leggete ^^
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perfection

Arthur e Bridget Valson erano sempre stati orgogliosi di poter affermare di essere dei prefetti genitori. I signori Valson avevano due figli: Mallory e Jake.
Li incoraggiavano a prendere voti più alti a scuola, gli compravano i regali di compleanno che desideravano, li premiavano e si facevano anche rispettare.
Bridget Valson si vantava spesso dei suoi figli educati e diligenti durante gli incontri con le sue amiche. E quelle ne erano terribilmente invidiose.
Ma i figli della signora Valson non erano l’unica cosa di cui erano invidiose.
Erano invidiose della casa grande e sempre pulita, del nuovo abito di Bridget, del giardino curato e persino del suo devoto marito.
A volte, quando vedevano l’amica salire in macchina con i figli per andare a trascorrere un perfetto fine settimana in campeggio, si chiedevano se qualcosa avrebbe mai potuto turbare quell’irritante perfezione che loro non riuscivano mai a raggiungere.
Certo non avevano intenzione di distruggere la famiglia Valson, ma un pensierino ce la facevano.
E menomale che non passarono mai all’azione, perché avrebbero soltanto sprecato il loro tempo.
Ma si dice che con il tempo tutto può cambiare.
Dopo cinque anni trascorsi insieme, le amiche di Bridget Valson avevano imparato ad accettare il fatto che la loro perfetta vicina di casa era fatta così e che cercare di superarla sarebbe stato impossibile.
Ma proprio quando le amiche gettavano la spugna, nell’apparente perfezione di Bridget si stava formando una pecca.
Quella sera di fine ottobre la signora Valson era seduta sola a cenare al tavolo della sala da pranzo della sua grande casa.
Mallory aveva avuto il permesso di dormire da una sua compagna, Jake era al corso di pianoforte e suo marito era al lavoro.
Bridget sedeva a capotavola e mangiava dei cavoletti di Bruxelles nel suo servizio di porcellana, con il sorriso stampato in faccia.
Pensava forse alla sua vita perfetta? No, io non credo.
Forse pensava a quale tovaglia usare per la cena di beneficenza che aveva organizzato per venerdì, oppure a quella macchiolina sullo specchio antico del corridoio che, ostinatamente, quella mattina, aveva cercato di pulire senza risultati. Fatto sta che Bridget Valson un imperfezione nella sua vita la trovava sempre.
Forse, quella sera, Bridget stava pensando a quanto fossero disgustosi quei cavoletti, a quanto desiderasse sputarli nel piatto, ma doveva essere tutto perfetto. Era questa la frase che si ripeteva ogni mattina, appena apriva gli occhi.
In quel momento però, mentre ingoiava a fatica quelle verdure, si accorse di quanto le pesasse tutta quella perfezione. Si accorse improvvisamente di quanti rimorsi avesse, di quante cose avrebbe voluto fare in passato, ma che alla fine non aveva mai fatto.
Non era mai stata ad un festino quando era al liceo, non si era mai tuffata senza vestiti in un lago, non aveva mai preso un’insufficienza, non aveva mai fatto la prima litigata madre-figlia con Mallory, che ormai aveva sedici anni.
La verità era che la vita di Bridget Valson non era per niente perfetta. A Bridget era sempre mancato qualcosa, ma non capiva cosa.
D’un tratto la risposta le venne sbattuta in faccia. Le mancava il rischio. Bridget sorrise. Posò forchetta e coltello accanto al piatto vuoto, si pulì la bocca con il tovagliolo, lo piegò e lo mise sulla tavola con tutta la tranquillità possibile.
La donna si alzò e poi spinse la sedia vicino al tavolo, accarezzandone il legno.
Con il sorriso gentile stampato in faccia si diresse in corridoio, accanto alla porta d’entrata, verso l’armadietto delle chiavi. Passando davanti al grande specchio con la cornice d’orata, si voltò e diede una veloce occhiata alla macchiolina che non era ancora riuscita a pulire.
Aprì il secondo cassetto dell’armadietto delle chiavi con gesti leggeri e calmi. Prese un pacchetto di stoffa e lo aprì lentamente e sorridendo, come se non ci fosse niente di più normale del suo contenuto.
Bridget Valson prese la pistola, rimise la stoffa nel cassetto e lo richiuse con delicatezza. Poi si voltò e guardò lo specchio antico con aria di sfida. Impugnò la pistola e la puntò contro la macchiolina. D’un tratto i vetri schizzarono in aria, colpendo le pareti e le donna, per poi cadere rumorosamente sul pavimento.
Bridget sorrise soddisfatta e si puntò la canna della puntola alla tempia.
Spesso si da’ per scontato che quando si muore il buio ci avvolga subito, ma non è così. Invece rimane ancora poco più di un momento, in cui si ha la consapevolezza di ciò che è appena successo.
Bridget sapeva già di stare per morire, e così sfoderò il suo sorriso più amabile, pensando così di apparire perfetta anche da morta.
Ma, in quella frazione di secondo, lo sguardo le cadde sui pezzi di vetro che occupavano il pavimento. Su uno di questi vi era la macchiolina, intatta.
Il sorriso di Bridget Valson scomparve prima che lei venisse avvolta nel buio.



Spazio Autrice
Questa era una one-shot scritta di getto, qualche sera fa. Mi sono un po’ ispirata al personaggio di Bree del telefilm “Desperate Housewives”, ma l’ho lasciata come fic originale.
Tratt sempre gli stessi temi delle mie due fic precedenti, ma ho deciso che voglio cambiare :D
Quindi commentate se siete arrivati a leggere fin qui e aspettatevi una long fic (attualmente in costruzione) XD

Bye,
asiulla.
  
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