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Autore: Sklupin    06/01/2010    2 recensioni
Uno scorcio d'estate a casa Potter raccontata da un Sirius sedicenne e confuso, che inizia ad avvertire i primi sconvolgimenti ormonali e la prima sbandata verso qualcuno a cui non aveva mai pensato in certi termini. Figuracce, palpitazioni e sospiri per una fanfic al sapore di miele.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Egregi lettori, sono lieta di presentarvi la mia ultima, delirante, creazione

Egregi lettori, sono lieta di presentarvi la mia ultima, delirante, creazione.

Questa storia doveva partecipare alla Criticombola di Criticoni, ma fra impegni, feste e casini vari non ho fatto in tempo a scrivere abbastanza fanfic entro la scadenza preposta.

Ci tenevo comunque a postarla e ad avere un giudizio da voi, gentili affamati di lettura.

E’ la prima volta che mi addentro come scrittrice nel mondo shonen-ai/yaoi, pertanto ci sono andata con i piedi di piombo.

Vi informo che si tratta di una storia breve, il prossimo sarà infatti il capitolo conclusivo e spero vivamente che non deluda le vostre aspettative.

Da parte mia ce l’ho messa tutta e non mi sono avvalsa di betaggio,

perciò ogni segnalazione di errore è ben accetta.

A voi la storia.

Sklupin saluta con fazzoletto alla mano.

 

 

TEMPORALE D’AGOSTO

 

Ripensare ai miei sedici anni, mi fa sempre uno strano effetto.

Ho ricordi vividissimi di quel periodo, da sembrare quasi del giorno prima ed altri di cui ho perduto i contorni, sfumati e ricoperti dalla polvere.

Ad ogni modo quell’età ha segnato una vera e propria svolta nella mia vita, senza eufemismi.

 

In particolare rammento con chiarezza di quell’estate a casa Potter, la prima come rinnegato dei Black e come nuovo membro della fantastica famiglia del mio fratello spirituale James.

Era trascorso un mese e mezzo dalla fine delle lezioni e quel pomeriggio Remus ci avrebbe raggiunto.

Peter era in vacanza con la famiglia, e non sarebbe tornato che la settimana successiva.

L’arrivo del terzo Malandrino ci aveva resi entrambi euforici.

Solo il giorno precedente, io e James avevamo progettato una bella gita attraverso la foresta, fino alla montagna nebulosa, dove si vociferava abitassero dei folletti.

 

-Appena arriva Moony, pranziamo e poi partiamo di filato- dichiarò James terminata la propria razione di frittelle.

-Sicuro! Però sarà meglio mettersi avanti e preparare gli zaini- osservai pimpante.

L’idea di una gita tutti e tre insieme mi esaltava, e non vedevo l’ora che il nostro amico arrivasse.

-Agli zaini ci ho pensato io ragazzi, sono già pronti nell’ingresso- ci informò il signor Potter, accendendo la sua pipa in radica, souvenir dell’ultimo soggiorno presso un villaggio babbano.

-Grande! Che ne dici di un voletto per ammazzare l’attesa eh, Paddy?- propose il mio fratello acquisito, spalancando la porta.

La luce del sole irradiò il salotto, un’invitante brezza mattutina mi solleticò il naso.

Annuì carico e in meno di un minuto stavamo già sfrecciando per il cielo azzurro.

L’incantesimo di disillusione praticato sulla proprietà dei Potter comprendeva anche una porzione di cielo sufficientemente ampia, per consentire a due giovani scriteriati come noi di sbizzarrirci con le più svariate acrobazie.

Mi divertivo e volavo alla grande, nulla da invidiare a Prongs.

Tuttavia ogni tanto mi fermavo a mezz’aria e gettavo un’occhiata alla porta.

Sentivo che Remus sarebbe arrivato da un momento all’altro.

Alcune volte rischiai di andare a sbattere contro un grande pino, ma venivo immancabilmente salvato dai provvidenziali avvertimenti del mio compagno di volo.

 

-Ehi, si può sapere che ti prende oggi Padfoot? Ti sono rimaste le frittelle sullo stomaco?- mi chiese dopo la terza schivata all’ultimo secondo.

In effetti avvertivo una senso di costrizione alla bocca dello stomaco, ma nessuna nausea da indigestione. Davvero non mi spiegavo il motivo di quella sgradevole sensazione.

Liquidai la cosa con un “può darsi…”, massaggiandomi l’addome.

In quel mentre la signora Potter se ne uscì con un gridolino di giubilo, che ci raggiunse in aria attraverso le spesse pareti della casa.

Probabilmente da giovane doveva aver cantato da soprano o qualcosa di simile.

-Deve essere arrivato Moony via camino!- esclamò Prongs puntando la scopa verso terra.

 

Ricordo che mi si seccò completamente la gola, come se non bevessi da giorni e il cuore iniziò a martellarmi in petto, neanche dovesse uscire e andarsene per conto suo.

Vidi la porta di casa aprirsi e una chioma castana scintillare fra i raggi del sole d’agosto.

James stava planando nel campetto adiacente, dove era solito parcheggiare la sua Comet 3000.

Optai per un atterraggio ad effetto.

Puntai diritto verso l’obiettivo, in una discesa quasi verticale e drizzai il manico appena in tempo per evitarmi una brutta fine.

Non calcolai però che l’obiettivo era in movimento, e mentre scendevo si era fatto più vicino.

Caddi sopra il povero Remus, che si trovò il mio dolce peso a cavalcioni sull’inguine.

Devo dire che non era esattamente questo che intendevo con “atterraggio ad effetto”.

 

-Ehi, siete ancora vivi voi due?!- urlò Prongs, raggiungendoci di corsa dal campetto.

Quando aprii gli occhi, rimasi a bocca aperta dallo stupore.

Due iridi ambrate, con sottili riflessi dorati, mi stavano fissando attonite.

Quando realizzai la situazione in cui ci trovavamo, sentii un gran caldo e iniziai a sudare.

Lesto mi alzai, offrendo la mano ad  un Remus piuttosto ammaccato.

-S-scusa Moony, ho calcolato male i tempi- borbottai goffamente, lasciando sulla sua mano circa due litri di sudore.

Sperai vivamente che non ci facesse caso.

Lui sorrise strofinandosi la schiena con le mani.

-Ho notato, ma non ti preoccupare Paddy, non sei poi così pesante- scherzò, provocandomi una seconda vampata di calore.

Prongs arrivò giusto in tempo per togliermi da quell’impiccio, in cui non capivo come diavolo fossi finito.

-Per fortuna siete entrambi interi. Benvenuto Moony, vieni in casa  e mettiti a tuo agio- esordì allegro afferrandoci per le spalle e conducendoci attraverso l’ingresso.

 

L’ombra e la frescura all’interno della casa mi diedero un leggero sollievo.

Pensai di aver preso troppo sole durante la mattina, e mi consolai con una bella limonata ghiacciata che la mamma di James ci offrì poco dopo.

-Aaahhh… Ci voleva proprio!- esclamai, crogiolandomi nel piacevole refrigerio.

-Stavate giocando a Quiddich?- chiese Moony, accomodandosi sul divano accanto a me.

Da quando ha l’abitudine di accavallare le gambe?
E perché lo fa con tanta grazia?

Ma, soprattutto, che accidenti me ne dovrebbe importare?

 

-Vero, Paddy?- chiese Prongs guardandomi con un sorriso strafottente.

Era evidente che mi ero perso un pezzo della conversazione, tutto per colpa di un paio di gambe affusolate.

Un momento, avevo appena pensato che le sue gambe fossero affusolate?!

-Pronto, Padfoot!?-

-Eh?!- fu la cosa più intelligente che mi venne da dire.

I miei amici si guardarono di sottecchi e ghignarono come solo i Malandrini sapevano fare.

La cosa non mi piacque.

Di solito ero io a ghignare con Prongs.

-Insomma che cavolo avete da ridere, si può sapere?!- sbottai, un filino stizzito.

Ok, forse più di un filino.

Le sopracciglia di James si arcuarono, per poi aggrottarsi.

E quando le sopracciglia di quell’individuo eseguivano tali movimenti, c’era da aspettarsi solo una cosa: guai.

Aveva capito che qualcosa non andava per il verso giusto, ma non sapeva ancora cosa.

Come non lo sapevo io, del resto.

Cercai di comunicargli con lo sguardo di rimandare a dopo le domande scomode.

L’intervento di Moony interruppe l’intensa comunicazione telepatica.

 

-Non fare il permaloso, Progs mi ha solo raccontato che oggi hai rischiato di stamparti contro un albero per circa tre volte. Ma non devi abbatterti, c’è sempre una giornata no- celiò con fare vagamente ironico.

Giornata no.

Con buona probabilità aveva ragione (che novità, eh?!).

Il fatto che questa consapevolezza non mi facesse sentire per nulla meglio, erano tutti fattacci miei.

Mugugnai un assenso sofferto e cercai di scrollarmi di dosso quegli occhi troppo luminosi.

Che Remus avesse acquisito una sorta di potere speciale in quel mese e mezzo con i genitori?

Cominciavo a pensarle tutte.

Un’ipotesi meno credibile dell’altra.

Quando il signor Potter ci chiamò per il pranzo, sospirai si sollievo, guadagnandomi un’occhiata obliqua da James.

Lo ignorai deliberatamente.

Ero troppo confuso per poter affrontare un colloquio privato con lui.

 

Il pranzo si svolse abbastanza tranquillamente.

La mia decisione di sedermi nell’unico posto della tavola in cui non avevo un contatto visivo diretto, ne tantomeno fisico con Remus, procurò giusto qualche sguardo perplesso, ma nessuna rimostranza.

Con la coda dell’occhio mi parve di vedere l’espressione di Moony incupirsi, ma mi affrettai a distogliere lo sguardo, concentrandomi sul pollo arrosto.

Remus ci raccontò brevemente le sue vacanze familiari, su sollecitazione di James, a cui partecipai con cenni del capo e monosillabi smozzicati.

La signora Potter interruppe in silenzio creatosi dopo il racconto, annunciando gioviale l’arrivo di alcune lontane zie di famiglia proprio per quel pomeriggio.

 

Dalla faccia di Prongs ne dedussi che non fossero proprio le sue parenti preferite.

-E’ inutile che fai quell’espressione James. Zia Bessy e zia Clotilde mi hanno avvisata stamane via camino, mentre voi volavate con le scope. Saranno qui a minuti e si tratterranno fino ad ora di cena- spiegò lei con calma.

-Ma… Mamma! Oggi avevamo in programma la gita alla montagna nebulosa! E Remus è appena arrivato, non posso fargli sorbire un pomeriggio a base di the e chiacchiere di vecchie zitelle- protestò Prongs con tono vagamente lagnoso.

A volte mi sembrava un tantino viziatello, ma in questo caso non potevo certo dargli torto.

Se le sue zie erano anche solo lontanamente odiose come le mie, allora aveva tutte le ragioni di protestare e di pestare i piedi se fosse stato necessario.

-Non essere sciocco Jamie, chiaramente non costringeremo Remus e Sirius a far compagnia alle zie. Se vogliono possono andare a fare un giro finché non se ne saranno andate. Tu però devi restare, sei il loro unico nipote e sarebbe carino che parlassi un po’ con loro- interloquì Potter senior, con tono fermo.

Prongs perse ogni argomentazione, afflosciandosi sulla sedia.

Mi ritrovai nuovamente a sospirare di sollievo.

Per un attimo avevo temuto di trascorrere il pomeriggio a versare the e ad annoiarmi mortalmente.

Vedendo le spalle ricurve del mio amico, mi venne istintivo alzarmi e battergli leggermente una spalla in segno di solidarietà.

-Mi dispiace Prongs, ma non ti preoccupare. La faremo domani la gita, oggi staremo nei paraggi. Farò vedere a Moony il prato di fiordalisi che abbiamo scoperto la settimana scorsa-.

Il mio cuore di Malandrino soffriva nel vederlo costretto ad un tale supplizio, perciò parlai senza pensare alle conseguenze.

 

-Grazie del supporto Pad, cercate di divertirvi anche senza di me- rispose quello voltandosi e ammiccando spudoratamente.

Dopo un attimo di genuino smarrimento a quella risposta sfacciatamente maliziosa, strinsi gli occhi trapassandolo con lo sguardo.

Lo spirito di solidarietà venne presto sostituito dal desiderio di prendergli la testa e ficcarla nel calderone fumante nel camino.

Purtroppo non feci in tempo a mettere in atto il mio piano.

-Allora mi farai da guida turistica oggi, Paddy? Posso fidarmi?- chiese innocentemente Remus, sorridendo sereno.

Ignaro dello scombussolamento ormonale che aveva appena scatenato in me.

Deglutii, avvertendo il caldo tornare, ma decidendo di opporre una strenua resistenza.

Cercai di ricambiare il sorriso nel modo più naturale possibile.

Sperai vivamente di non sembrare invece affetto da una brutta paresi facciale.

-Mister Moony, può dormire fra due guanciali- risposi, sfoderando il sopraccitato sorriso naturale/paretico.

 

Fu così che dopo aver salutato le amabili ziette di James, partimmo alla volta di una piacevole escursione nella vallata di Godrics Hollow.

 

 

 

                                                                                     

 

  
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