Cioccolato e neve

Il dolce profumo della cioccolata calda arrivò fino al naso di Albus, svegliandolo dolcemente. Il giovane mago si alzò a sedere sul letto ancora con gli occhi chiusi, inspirò per qualche istante quell’odore così familiare, che indicava solo una cosa: neve.

Non perse tempo, si alzò dal letto e scese in cucina, pronto a prendersi la sua razione di cioccolata calda.

«Buongiorno ma...», si bloccò nel saluto notando che la persona davanti a lui non era affatto sua madre.

«Ciao, Al», lo salutò sorridente Rose versando in due tazze la cioccolata.

«Dove sono gli altri?» chiese guardandosi attorno e non notando nessun altro nei paraggi.

«La zia li ha portati a Diagon Alley e mi ha chiesto di aspettare che tu ti svegliassi. Comunque li dobbiamo raggiungere tra un po’», spiegò lei, porgendogli una delle due tazze e sedendosi al tavolo della cucina.

Albus prese la tazza e iniziò a guardare fuori dalla finestra: la neve stava imbiancando tutto il paesaggio e sembrava rendere tutto ancora più magico.

«Perché dobbiamo raggiungerli?» chiese più a sé stesso che alla ragazza. «Non potremmo andare a giocare con la neve?»

Rose sorrise lievemente guardando il cugino: «Potremmo, ma poi zia Ginny cosa direbbe?» domandò allora lei, ben consapevole che avrebbero passato un brutto quarto d’ora evitando di raggiungere gli altri a Diagon Alley.

Albus si voltò a guardare la ragazza leggermente deluso. «Ok, ma dopo non mi scappi», sorrise avvicinandosi a lei.

«Non avevo dubbi», scherzò Rose. «È meglio se finisci la cioccolata e poi vai a prepararti, altrimenti tua madre inizierà a pensare male».

«E sarebbe un male?» chiese lui abbassandosi per scoccarle un bacio sulle labbra.

«Ah», iniziò Rose, spostandosi di qualche centimetro. «Prima ti prepari, prima usciamo e prima ritorniamo per passare il tempo tra la neve».

Albus sbuffò scocciato mentre, tazza ancora alla mano, se ne ritornava al piano di sopra per cambiarsi.

“Certo, mi avrebbe anche fatto piacere restare in casa al caldo”, pensò Albus immaginandosi abbracciato a Rose sul divano, mentre sorseggiavano ancora quella buona cioccolata.