Fanfic su attori
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Autore: Smac    08/01/2010    2 recensioni
Marty è una ragazza alle prese con l'organizzazione del viaggio di maturità con la sua migliore amica.Un sogno che sta per realizzarsi. Marty è anche innamorata di un ragazzo che l'ha rifiutata e l'entrata in scena di una celebrità, con l'aiuto di una piccola bugia trasformeranno il suo viaggio in una missione. Una cosa è certa:la vitadi Marty cambierà... In meglio o in peggio? Chi lo sa... (ci tenevo a dirvi che, anche se vorrei fosse vero, tutto ciò che succederà in questa fan fiction è farina del mio sacco è naturalmente è tutto inventato...Buona Lettura.. Spero vi piaccia)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“So! Che è successo?” Mi chiese preoccupata appena arrivai alla stazione.

Non ebbe una risposta precisa, ma solo un pianto silenzioso.

Mi portò a casa sua e mi offrì un barattolo di Nutella mentre avvisava i miei genitori.

La Nutella era sempre stata una fedele alleata contro i problemi sentimentali, dall’età di 13 anni. Questa volta però non sarebbe bastata e sinceramente ogni cosa commestibile mi faceva venire la nausea.

Mi trascinò nella camera da letto dicendo che avevo una pessima cera e una dormita mi avrebbe schiarito le idee.

Infatti mi addormentai presto, stremata più che mai.

Quando mi risvegliai, non mi ricordavo molto e non riuscivo a distinguere fra sogno e realtà. Poi pian piano mi ricordai tutto.

 Ero nella stanza della Iole,  sdraiata sul suo letto con una copertina e il cuscino che le avevo regalato una decina di anni prima.

 La porta era socchiusa e sentivo la mia migliore amica parlare. Solo in seguito, non sentendo le risposte del suo interlocutore, capii che era al telefono.

Parlava in inglese, quindi i casi erano due: Nikky o…lui.

“Non me ne frega niente di come stai tu! So solo che ogni volta che vi vedete succede qualcosa di anormale e lei torna sempre a casa piangendo!” Ok era lui. Ci fu un attimo di silenzio.

 “Sì, certo! E poi? Dopo che vi vedrete cosa succederà?....Ovvio che non ti faccio parlare con lei! Ha già sprecato troppo tempo con te!” Altro momento di silenzio.

“Robert, io ti voglio bene, ma lei ha fatto benissimo! Ma ti senti quando parli? E’ un figlio!....Prima di tutto abbassa i toni. Poi se te le ha già dette lei queste cose, cosa mi vieni a dire a me!........No, non puoi venire qui…..Perchè no! La farai solo soffrire!....Robert te la sei andata a cercare! Ci sta male lei quanto ci stai male tu. …Sì, non ti preoccupare…..sì, mio occuperò io di lei…..certo che avrà il meglio!....Anch’io voglio la sua felicità....Robert, Robert calmati. Non puoi cambiare le cose e per il momento lasciale il suo tempo….E una volta che vieni qui cosa pensi di fare?!?....Sì, e poi aspettiamo tutti insieme appassionatamente che nasca il figlio tuo e di un’altra, così poi voi vi sposerete e lei farà l’amante?No spiegami. Chi non sarebbe felice…Robert non ti sto prendendo in giro, sei tu che dici cose senza senso…Il problema sta proprio in questo. Siete diventati troppo dipendenti l’uno dall’altra, ma devi capire che non puoi abbandonare tuo figlio. Il futuro insieme te lo devi scordare….Robert, non penso sia facile neanche per lei sapere che starai con un’altra. E cosa dovrebbe fare? Farsi suora?...Non so cosa dirti, io non ci vedo alcuna via d’uscita, se la trovi fammela sapere….. Pensaci pure quanto vuoi. Ma ascolta, anche tu perché sei andato a letto con lei?........L’alcol non è una giustificazione valida….smettila di bestemmiare, lo so che sei umano,  non ti sto giudicando, sto solo dicendo che …uh, si sta svegliando ci sentiamo….sì, ciao…. Sì, ti farò sapere!” Richiuse il telefono e tornò subito a controllare come stavo.

“Vi ho sentiti…” La feci sobbalzare. Sospirò.

“Perché non me l’hai detto?” Mi chiese con rimprovero.

“Perché mi fa male parlarne…Che-che ti ha detto?” Balbettai.

“Niente di importante.” Concluse velocemente. Capendo che non volevo veramente sapere la sua risposta.

 

Un mese passò da quel pomeriggio.

‘Università, Università, Università’

 Mtv: “ Kristen Stewart incinta…e Mike?” Televisione? No, grazie.

Due mesi.

‘Università, Università, Università’

Radio 101: “Robsten, i vampiri presto sposi,  a poche settimane dall’uscita del film. La saga di Twilight diventa realtà.”  Togliamo anche la radio.

Tre mesi. Natale.

Tra i mille messaggi d’auguri ne trovo uno di Nikky.

“Auguri anche a te…” Rispondo. Spesso sentivo la mia Socia americana che, naturalmente, da brava amica evitava l’argomento.

Un altro, l’ennesimo di Rob.

 Cancello senza leggerlo prima di uscire con  Jack. Oh, sì…uscivo con Jack.

Appena tornata in Università cominciai a ricevere regali su regali, in seguito scoprii essere Jack a mandarmeli.

 Un giorno mi chiese di uscire e sotto insistenza della Iole accettai.

Mi divertii tantissimo quel pomeriggio e così cominciammo ad uscire spesso. Con lui ridevo, mi veniva facile farlo, ma gli volevo solo un gran bene.

La Iole mi diceva sempre di andare avanti e fare il primo passo, visto che lui era cotto di me. Avevo provato a baciarlo, una sera dopo il cinema, ma se a lui piacque…per me non fu niente di speciale.

Per i tre mesi successivi non uscii tanto. Dovevo “studiare” per gli esami del secondo semestre.

Stavo facendo uno stage da Dolce&Gabbana e mi occupavo del marketing, ero l’assistente dell’assistente in pratica ma grazie ai soldi che avevo tenuto da parte in precedenza e qualche aiuto da mamma e papà, io, la Iole e Phil ci comprammo due appartamenti sullo stesso piano del nuovo palazzo costruito nel nostro paesino. Porta contro porta.  

 Ma comunque le poche volte che mettevo piede fuori casa era quando la Iole mi portava di peso fra negozi d’abiti da sposa o a vedere le possibili ville in cui festeggiare il matrimonio oppure per andare a lavorare.

Vederla così felice mi rallegrava. Almeno sapevo che la felicità che io non potevo avere, l’aveva ricevuta qualcun altro che amavo.

Odiavo uscire sapendo di essere il peso morto della situazione, ma quando si presentava a casa mia con quella faccia disperata, non potevo dirle di no.

Mentre con Jack alla fine mi ero messa insieme. Veniva spesso da me, praticamente coabitavamo, a parte la settimana appena prima di un esame, poiché avevo bisogno di silenzio e concentrazione.

 

“Cosa ci manca ancora?” Trascinavo i piedi.

“Solo, questi…” Alzai lo sguardo per vedere cosa avesse appena indicato.

Una luce si parò sui miei occhi. Erano bellissimi, sembravano appena usciti da qualche fiaba Disney.

Il primo e più ingombrante era il vestito da sposa. Un abito panna, in raso degno di una principessa.  Una corona di piccoli diamantini circondava le spalle, quando questa terminava, dava inizio ad un bustino stretto di raso con dei nastri intrecciati dietro. Poi la gonna, una grande spuma di tessuto si intrecciava, si mischiava, per poi incrociarsi nuovamente in un due piccole roselline cucite sul fianco creando pieghe e disegni che arricchivano e davano volume al tutto.

 Mi incantai a guardarlo, era semplicemente fantastico. Ma non era tutto…ora toccava a me.

Sul manichino dietro a questo c’era il mio vestito. Il mio vestito da testimone, strabiliante. Partiva sempre da un bustino stretto in vita, per poi lasciarsi andare in una gonna a palloncino che arrivava al ginocchio. Poiché solo la sposa poteva mostrare le spalle, sul mio era stata abbinata un mini giacca verde acqua come il vestito.   

“Allora? Che ne pensi?” Mi prese sottobraccio e mi portò più vicino a quegli splendori.

“W-O-W! Iole, ti sembrerò banale, ma è l’unica parola che mi viene in mente.”

Rise del mio stupore.

“Ok, adesso muoviamoci, ho un appuntamento per il posto, e penso che anche questo ti piacerà.” Mi portò via da quel negozio troppo presto.

“Hai scelto anche il posto? Ma quando…?” Non capivo. In quei giorni mi stava appiccicata, quando aveva trovato il tempo…

Anche perché lei aveva lasciato l’Università appena trovato un lavoro fisso, come assistente, alla sede milanese di Vanity Fair Italia. Questo lavoro le occupava la maggior parte del tempo.

“Sali in macchina, muoviti!” Era raggiante, spruzzava allegria da tutti i pori.

Continuavamo a guidare, eravamo in piena campagna e c’era puzza di letame fuori e dentro la macchina.

Il cellulare cominciò a suonare.

“Che chifo!” Dissi tenendomi il naso.

“Grazie amore…” Mi rispose dall’altro lato Jack.

“No, intendevo la puzza di concime che c’è qui!” Guardai la Iole.

“Sì, ma per il mese prossimo– questo era il mese del suo matrimonio – non dovrebbe più esserci. Almeno spero…” Ridemmo, con la sfortuna che ci trovavamo, ci mancava solo questo.

“Secondo me ci siamo perse…” Dissi indicando il TomTom  che non segnava strade dove eravamo noi.

 “Non ci siamo perse, adesso….calmati…” Il suo tono era esasperato, così decisi di cambiare argomento.

“Brave…Amore ascolta, per stasera a che ora torni a casa?”

“Per le 7 perchè?” Chiesi.

“No, niente…però cerca di arrivare più tardi.” Il suo tono si era smorzato un po’. Sembrava…deluso.

“Ok…sai che mi preoccupi? Come mai quel tono?”

“No, niente di preoccupante. Ciao bacio, ti amo.”

“ok, ciao…bacio.” Non ero ancora riuscita a dirgli Ti amo…anzi pensavo che fosse proprio quello a portare sfiga. Dopo che lo dissi ad Alex lo trovai a letto con un’altra, mentre con Robert…beh, sapete come è andata. Riattaccai.

“E’ il vostro mesiversario.” Disse tranquilla la Iole.

“Cosa?” Sorrisi.

“Sono tre mesi che state insieme. E’ per quello che era deluso. Sperava te lo ricordassi.”

Oh, mio Dio. L’avevo dimenticato! Già tre mesi? Wow. Sbuffai.

“So, che hai?” Mi chiese dopo un po’ di silenzio.

“L’avevo completamente dimenticato. Come posso essermelo dimenticato? Io ricordo sempre tutto. Iole, io mi ricordo l’ora e il giorno del primo esame universitario. Quando mi piaceva Alex sapevo tutte le date dei nostri incontri più belli.” Era preoccupante come cosa. Io mi ricordavo tutte le date.  Eppure l’avevo dimenticato.

Sembra una scemata, ma per me era importante.

Lui mi aveva aiutato, mi aveva fatto divertire, mi aveva fatto sentire desiderata, mi aveva fatto dimenticare…mi aveva fatto dimenticare…

No, non l’avevo dimenticato, ma ora stavo…meglio, o così credevo.

 Il bello di Jack è che c’era sempre. Se avevo bisogno o no, lui c’era. Sempre accanto a me.

Sorrisi a quel pensiero.

La Iole studiava ogni piccolo cambiamento facciale.

 “Va beh, ho capito, dopo passiamo da Intimissimi…” Sorrisi e calò il silenzio.

“L’hai sentito?“ Non stava più parlando di Jack.

“Mi ha mandato un altro messaggio.” Risposi secca.

“E…???” Mi chiese lei continuando. Lei ci rivoleva insieme.

“Perché non lo chiedi a lui…” Sapevo che loro due si sentivano spesso e questo mi dava fastidio.

“Uffa…l’ho cancellato senza leggerlo, come i precedenti.” Ammisi sotto il suo sguardo indagatore.

Poi un imponente muro coperto di piante e un cancellone in ferro battuto attirò tutta la mia attenzione. Un enorme cancello di ferro, con i dettagli e le iniziali CD in oro.

Alla nostra vista il cancello si aprì.

“E’ una vecchia villa del  XVIII secolo. Bella è?”

Io ero sempre più allibita. Avevamo percorso il vialetto e si era fermata davanti all’ingresso. Due scalini, un terrazzino. Altri quattro scalini e c’era la porta.

Entrammo: un grande salone con gli affreschi sulle pareti ci accolse, ai lati due scalinate che portavano al piano superiore. Stavo salendo ma la Iole mi indicò di andare dritto. Porte alte fino al soffitto, di legno massiccio ci fecero entrare in un'altra sala, infine in un'altra. L’ultima aveva la parete opposta alla nostra fatta di vetri. Una porta finestra dava su un altro terrazzo, come quello dell’ingresso, ma molto più ampio.

Uscimmo e notai che non era finito lì. Dal terrazzino una scalinata portava nel giardino. Questo era diverso dai soliti. Iniziava con delle aiuole e cespugli, per poi complicarsi diventando quasi una foresta. Il termine giusto era foresta. Il percorso era segnato da piccoli sentieri ben definiti da massi bianchi sui lati.

 Querce, faggi, ciliegi, cipressi, salici , stagni,panchine fatte di ricami di legno intrecciati, anche un pozzo dei desideri, da un momento all’altro mi aspettavo di vedere una fatina o degli gnomi gironzolare da quelle parti.

“Ooooooh, Marty…” La Iole aveva parlato tutto il tragitto, ma non avevo sentito una parola. Ero troppo occupata a capire dove iniziava il sogno e finiva la realtà, perché in quel posto il limite era difficile da segnare.

“Sì, scusa hai detto?”Scesi dalle nuvole.

“Salve! Lei deve essere la sposa!” Un ragazzo spuntato dal nulla mi si fece incontro.

Era molto bizzarro. Capelli biondi a spazzola coperti quasi del tutto da un cappello da cuoco, occhi verdi e viso ben curato.

Lo guardai strano, diceva a me? Perché mi venne solo una gran voglia di piangere?

Mi strinse la mano e la Iole ci interruppe. “Ehm, no sarei io la sposa…ma dammi del tu.” Lui si scusò e ci presentammo.

“Piacere, sono Marco, il cuoco e…proprietario della villa. Insieme ai miei fratelli.”

Iniziarono a parlare di come disporre i tavoli ecc, ecc…

Io andai al pozzo dei desideri. Trovai una monetina lì vicino e decisi di lanciarla. “Vorrei trovare il mio principe azzurro.” Espressi questo desiderio, poi ci pensai e risi. Non avevo mai creduto a queste cose…dove stavo andando a finire?

Ritornai da loro, seduti ad un tavolo sul terrazzino. Con grande dispiacere sentii che avevano già finito ed era ora di andarsene.

Marco mi guardò intensamente e si rivolse alla mia migliore amica.

“Complimenti per la sorella, davvero incantevole.” Mi guardò nuovamente.

Io e la Iole ridemmo, dopo esserci guardate in faccia.

“no, no…non siamo sorelle. Amiche…” Rispose lei.

“Ah, beh comunque complimenti.” Sorrise.

Ripercorremmo tutta la villa e quando salimmo in macchina la Iole mi diede una gomitata. “Facciamo conquiste?”

“Cosa?” Risposi facendo finta di niente.

“Eddai, l’hai visto anche tu come ti guardava…Dai seducilo così magari mi fa pure lo sconto!” Ridemmo.

“Secondo me dovresti chiamarlo…” Aggiunse dopo un po’.

“No…non è il mio tipo…” Scherzai.

“Marty, non ho parole, almeno provaci…” Sfilò dal suo borsellino il biglietto da visita di Marco e me lo sventolò davanti alla faccia.

“Iole, Jack….” Le ricordai.

“Uffaaaaa…ok, niente sconto sul catering…ho capito.”

 

 

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Eccomi qui con questo capitoloneeeeeeeeeeeeeeeeee

Sono stata veloce? Hahahahahaha

Lazzari è una minaccia? XD

E Lelybionda...l'ho fatta troppo cattiva questa Kristen? Ops....Bill...Bill è Bill....XD Non uccidetemi, ricordatevi che vi voglio bene XD

   
 
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