Fanfic su attori
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Autore: crazyfred    08/01/2010    3 recensioni
Questa è la mia prima fan-fiction, quindi per favore siate clementi. L'idea è venuta fuori da un gossip letto su una rivista americana, secondo cui Robert Pattinson e Kristen Stewart, la mia coppia di attori preferiti, passeranno insieme a Londra il Natale. Tutta una serie di stravolgimenti e situazioni tragi-comiche accadranno. Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo.I personaggi non noti della storia sono frutto della mia fantasia, e le loro interazoni con i personaggi noti sono assolutamente fittizie.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My big complicated Robsten family'
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capitolo 16 Ciao a tutti!!! Eccomi qui, puntuale quanto posso, a postare un nuovo capitolo dellla mia fan fiction. Vi annunciò che siamo agli sgoccioli. Questo non è il primo capitolo, ma sicuramente l'inizio della fine. Vi spavento se dico questo? Spero di no, ma con me non aspettatevi niente di scontato, sono la donna delle sorprese.
In questo capitolo, come quelli a venire, parlerà solo Kristen. Mi dispiace abbandonare Robert, ma con lei mi sento più a mio agio, e la storia sento che fluisce meglio se è lei a parlare. Vi prometto che nella prossima storia, continuo di questa, Robert vi farà sognare. Ho già scritto un capitoletto, ed è favoloso!!!


Buona lettura, e vi aspetto all'angolo dell'autrice ... e alla pagina dei comemnti!!!










Capitolo 16 -  
P.O.V. Kristen

Eravamo arrivati al luogo dell’esecuzione. Il patibolo ed il mio boia erano più vicini che mai. Se le esperienze dei giorni precedenti mi avevano rafforzata, prendendo confidenza con questo strano Paese chiamato Inghilterra, ora avevo definitivamente fatto crollare ogni minima certezza e speranza. Dico strano perché per me e Rob non è normale poter passeggiare mano nella mano per strada, senza essere fermati, o più propriamente assaliti, dai fan o dai paparazzi. In fondo, se non fosse stato per il lavoro, non mi sarebbe dispiaciuto stabilirmi a Londra.
Rob posteggiò l’auto a poche decine di metri dall’abitazione di sua nonna, e ci incamminammo a piedi, mano nella mano. Non avevo più paura che ci beccassero, perché tanto, volenti o nolenti, la mia gravidanza non l’avrei potuta tenere nascosta a lungo, così come il matrimonio, e tutti si sarebbero chiesti chi fosse il fortunato: a dirla tutta, nessuno probabilmente se lo sarebbe chiesto, conoscendo bene la risposta.
Tutti i malumori della mattinata erano passati, come le nuvole in una giornata ventosa, ed io e Rob eravamo pronti ad affrontare il mio nemico numero uno, sua nonna.

In mattinata, dopo una bella doccia scacciapensieri, mi rifugiai nella cabina armadio della nostra stanza, per vestirmi e truccarmi. Rimasi imbambolata “E ora?” mi dissi. “Non starai rincominciando con la storia che non hai niente da mettere,eh Kris?!?” si allarmò Rob. L’ ultima volta c’era mancato poco che mi lasciasse a Los Angeles. “No, per carità! Semmai il problema è l’esatto contrario: ora c’è troppa roba! Aiutami a scegliere qualcosa di carino.” “Io?” chiese, stupito. “Sì, perché? Sei o non sei stato premiato come l’uomo meglio vestito dell’anno?” Mi guardò con un’espressione poco convinta: “Certo che a voi basta davvero poco, una camicia, una cravatta ed il gioco è fatto. Poi vi domandate perché noi donne non ci sbrighiamo mai a prepararci!!!”
Si aggirava lungo i ripiani del guardaroba, leggendo con attenzione le etichette di ogni cosa che estraeva. “Sai, nonna è fissata con le case di moda inglesi, e questi sono gli unici abiti che rispecchiano questa regola … ” Incredibile! Era riuscito a pescare proprio quelli che Olivia mi aveva preparato per l’occasione: evidentemente conosceva questo particolare, e s’era premunita. “… e comunque amore, non essere così agitata, non ne vedo proprio il motivo. Sarai in famiglia!!!”
“Tu sarai in famiglia! Io avrò un giudice davanti a me, che emetterà la sua sentenza a fine giornata! Da lei dipende il nostro futuro!” “Uh che esagerata! Ma per chi mi hai preso, per un burattino?” Mi vergognai di quello che avevo detto poco prima, ma in realtà, da come me l’avevano descritta Victoria e Lizzie, l’immagine di Rob burattino nelle grinfie di nonna Mangia-fuoco non stonava affatto. “Senti amore” il tono di Robert divenne improvvisamente più serio “c’è una cosa che però devo dirti …” Mi prese per mano e mi accompagnò a sedermi sulla sedia della toeletta, lui si accomodò invece sul pavimento, seduto sulle ginocchia. “Dimmi, mi preoccupi!” “No, non devi preoccuparti!!! Solo … tu sai che mia nonna è per me come una mamma, perché mentre la mia lavorava, lei mi cresceva …” annuii “beh, io sono sempre stato abituato a dirle tutto, anche di te. Le ho detto anche mi volevo fidanzare con te …” gli saltai addosso con le parole “E?” “… e per la prima volta non è stata d’accordo con una mia decisione. Mi ha detto che doveva conoscerti, e darmi la sua approvazione” “Ma scusa, tu hai disobbedito allora?” “Certo, non sono un automa io! Io ti amo e non mi importa niente del giudizio degli altri, anche se è il giudizio di mia nonna. E poi sono sicuro che la farai impazzire. Ed è per questo che non devi mostrarti a lei come vorrebbe lei, perché non saresti te stessa” Stavolta gli saltai addosso fisicamente: era il mio angelo, così buono e dolce e tanto, tanto bello. “fosse per me” gli dissi “verrei a casa di tua nonna con jeans, Converse ed una felpa ma: punto numero 1, se neanche tu ti vesti così, evidentemente significa che non è il caso; punto numero 2, non ho neanche una delle cose che ti ho detto, perché questo guardaroba è stato creato dalla persona più elegante di tutta Inghilterra, la personal shopper di tutta l’alta società inglese …” Mi abbracciò alla vita: “Aaaaaahhh, lo sapevo io che c’era lo zampino di quella gattina morta di Olivia!!! Non mi lamento perché sei splendida, ma …” lo interruppi con un bacio perché non mi andava di discutere per l’ennesima volta; con gli ormoni attaccabrighe che mi ritrovavo, non era proprio il caso di correre quel rischio. A quanto pare nemmeno lui ne aveva voglia, e lasciò correre, ricambiando il mio bacio. “Però amore” continuò quando dovemmo staccarci, controvoglia, per respirare, tornando serio “oggi nonna potrebbe essere un po’ di cattivo umore, con me e con te, proprio perché ho osato sfidarla; ma stai serena, perché non ti lascio sola nemmeno per un secondo. Deve finirla con quel fare da despota … le mie sorelle ci sono rimaste traumatizzate!!!”. Ah, ecco spiegati i loro discorsi!

Alla porta, fortunatamente, venne ad aprirci Hailey, una delle zie di Robert. Era così solare, e mi ricordava tremendamente sua sorella Claire. Ci venne incontro anche l’altra zia, Jenny, e mi abbracciò con una foga inaspettata: evidentemente tutti già sapevano dei lieti eventi. Meglio, pensai, perché mi sarei dovuta risparmiare tutti quei discorsi e annunci ufficiali, che mi mettevano terribilmente in imbarazzo. La mamma di Rob e le sue sorelle erano, come si dice, state fatte con lo stampino: 3 fotocopie l’una delle altre. Tutte bionde, con un sorriso smagliante e degli occhi colore del cielo, che rendevano i loro volti di una solarità inaudita: ecco da dove veniva il SUO splendore. Mi strappò letteralmente dalle braccia di Robert, non mi diede neanche il tempo di spogliarmi dal soprabito, che mi condusse per la casa a mostrarmi, quasi fossi un trofeo o un’esemplare raro di chissà quale specie animale, al resto della famiglia. Erano già arrivati tutti: era evidente che il nostro arrivo fosse stato organizzato in maniera tale da farmi diventare l’ospite d’onore. Al termine della visita guidata potei ritenermi alquanto soddisfatta; certo, il calore della famiglia Pattinson mi era fin troppo chiaro che non sarei mai riuscita a trovarlo in quella famiglia, o meglio non in tutti loro, ma almeno non avevo ricevuto dimostrazioni palesi di disprezzo. Più che altro erano molto riservati, o meglio indifferenti a qualcosa che non fossero loro stessi. TROPPO PIENI DI SE, ecco l’espressione giusta! Le cugine di Robert erano troppo prese dai principi William ed Harry sulle riviste per badare a me, e mi liquidarono con un sorriso spento ed ciao all’unisono, salvo poi accorgermi che appena voltata mi avevano letteralmente analizzata ai raggi X … probabilmente il mio abbigliamento era piaciuto, e il mio anello ancor di  più; gli zii di Robert, non mi degnarono di uno sguardo finché non terminarono le carte, e poterono tirare su i loro musi dal tavolo verde. Gli unici che sembrarono interessarsi a me, oltre le zie, erano i cugini di Rob: ma forse, anzi quasi certamente, erano solo gli ormoni a guidarli.
Ero stata presentata a tutti: zii, cugini, fidanzati più o meno ufficiali … persino agli animali domestici; la nuova mascotte di casa Pattinson, Parker, aveva il suo bel da fare ad attirare l’attenzione della sua padroncina, Elizabeth, se io stavo nelle vicinanze. Purtroppo, ero io la vera novità quel giorno. Avevo conosciuto tutti, meno una persona. Ero stata in cucina, dove le zie di Rob stavano finendo di sistemare il pranzo, ma LEI non c’era; in salotto, ad ascoltare il concerto di Natale, neppure; in sala da pranzo, dove Richard e i cognati stavano giocando a Bridge, di lei neanche l’ombra. Strinsi il braccio di Rob con tutta la forza che potevo, dopo che mi ero liberata dalle grinfie di zia Jenny: “Ma dov’è?”, stavo per aggiungere un apprezzamento molto poco garbato nei suoi confronti. Ma che diamine! Che nonna era? Me la immaginavo giovane, piena di vita, con un grembiule da cucina occupatissima davanti ai fornelli, ma forse l’immagine di una vecchia, grigia, raggrinzita sopra una sedia a dondolo cigolante era più appropriata. Ma questa aggiungeva a se un tratto di tenerezza che in lei non mi aspettavo. Perciò dedussi che la verità era un’altra: che era talmente giovane, e bella, che non poteva rovinare la sua permanente o la french-manicure, e che il pranzo a casa sua era giustificato solo dalla grandezza dell’edificio, e poi le figlie avrebbero dovuto provvedere al resto. Sì forse era esattamente così che andavano le cose. E così sarebbero dovuto uscire le parole dalla mia bocca, ma il cervello batté fortunatamente sul tempo la mia lingua e mi zittii.
In ogni caso, non c’era bisogno di aver particolari doti intellettive per capire a chi mi stessi riferendo. Lui mi prese per mano, e mi condusse dall’ingresso dove eravamo in quel momento, verso un corridoio abbastanza buio, per essere mezzogiorno. “Vieni, ci sta aspettando” mi disse, molto semplicemente. Rabbrividii. Robert, sempre solare e di buon umore, stavolta nascondeva una severità che in lui mai avevo notato, neanche quando si arrabbiava con me assumeva quell’espressione. Mi fece preoccupare, e non poco. Il corridoio ricordava i ponti interni delle navi, stretti, lunghi e senza luce naturale. Erano ricoperti di legno, il che rendeva quel lungo passatoio pregno di calore, ed ancor più scuro. Ad un lato della parete sinistra vi era addossato un tavolinetto con uno specchio. Mi fermai per riflettermi ed aggiustare un secondo i miei capelli. Una serie di cornici erano state poste minuziosamente, e con geometria studiata, sul tavolino. Erano tutti i membri della famiglia. Rob era in delle cornici più grandi e quasi al centro. Solo una figura era più importante di lui tra quelle nei ritratti. In una cornice argentata, la foto in bianco e nero di un soldato in posa faceva bella mostra di sé. Lo guardai perché qualcosa in lui mi ricordava Robert, probabilmente lo sguardo assorto, come di sognatore … e le labbra.
“è mio nonno, il padre di mamma” “è molto … bello! Ti manca?” il nonno di Rob era morto parecchi anni prima, “non è che me lo ricordi tanto, avevo 4 anni quando è morto. Però so che mi voleva bene tanto. Sono stato il primo nipote maschio per lui, puoi immaginare …” annuii, ma invece non potevo. Perché nella mia famiglia di considerazioni simili non ne erano mai state fatte, che assurdità, pensai. “E aveva anche un nome?” Rob era talmente abituato a parlare di “nonne” o “nonni” che si dimenticava spesso di dire i loro nomi. “… è … è meglio per me se non lo sai …” “che significa è meglio per … TE?” “lascia stare Kris. Fidati, è meglio se il suo nome non lo sai” non feci a tempo a ribattere che con un colpo secco la porta in fondo al corridoio si aprì, mostrandomi la donna che avrebbe segnato il mio destino in quella famiglia. Robert mi aveva garantito fino alla nausea che sarei stata parte di quella famiglia con o senza il suo consenso, ma da lei sarebbe certamente dipeso il modo, civile o meno, in cui i nostri rapporti si sarebbero intrattenuti.
Mi squadrò dalla testa ai piedi, un piccolo arricciamento della labbra - forse approvazione, forse no – e ci fece cenno di entrare nella stanza con la testa. Mille parole racchiuse in tre movimenti fluidi e quasi impercettibili del suo volto. Entrammo io e Robert, mano nella mano, sempre più in iperventilazione, e lei chiuse la porta alle nostre spalle.

 


L'angolo dell'autrice
La parte centrale è ovviamente un flashback; spero si capisca, e spero che il ritorno al racconto non sia troppo difficile. Anche graficamente ho fatto in modo che la divisione fosse netta, per non creare confusione.
Il capitolo è molto lungo, ma nella versione originale era il triplo; così ho deciso di dividerlo in tre parti, e dar vita ad altri 2 capitoli. Nel prossimo, piccolo spoiler, ci sarà il colloquio con la nonna. Lei l'ho immaginata una specie di Emily Gilmore, ma meno simpatica...
Mi dispiace se la famiglia di Claire sia risultata così acida, ma doveva contrastare quella di Richard. Però qualche eccezione l'ho inclusa. Per quanto ancora riguarda la famiglia di Claire, bisogna ricordare una frase, che ho scritto al primo capitolo, detta da Victoria ed Elizabeth, che citavano la loro nonna: "Siamo inglesi, dimostriamo affetto solo per cani e cavalli": è evidente che crescere con una persona del genere intorno porta a certi risultati.
Ringrazio chi, sempre più nomerosi, segue la mia storia, l'ha inserita tra le seguite o le preferite. E chi con grande solerzia e fedeltà commenta i capitoli-
@Imaginary82: per la storia delle rose, beh, cercavo un fiore che avesse un significato importante, non solo il solito amore, spaittellato, triturto e condito in tutte le salse, e quando ho letto quello, beh, mi si è stretto il cuore, te lo giuro, ho detto a me stessa. è perfetto!!! poi sono anche motlo carine le banksiae.
@enris: spero di non essere troppo severa con kristen facendo comportare nonna Elizabeth in un certo modo, ma se la storia andasse tutta rosa e fiori non sarebeb poi così bella, non ti pare, Robert è stato un signore con lei nei due capitoli precedenti, e lei in fondo molto dolce e perfettamente comprensibile nel ruolo di madre in cui si trova ancora stretta. Forse sono troppo sdolcinati, ma i miei Robsten sono così.
   
 
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