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Autore: Caska    02/07/2005    1 recensioni
Miki e Yu si amano.Tuttavia il destino avverso li porterà verso sentieri tra loro lontani e opposti. Riusciranno i due a ricongiungersi e a vivere finalmente quell'amore che da sempre li lega?
Genere: Romantico, Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’amore supera ogni cosa…

L’amore supera ogni cosa…

 

Capitolo 5

 

Miki non seppe dire quanto tempo rimase seduta sul pavimento della cucina. Da quando Ginta se n’era andato lasciandola sola con la sua coscienza, non aveva fatto altro che insultarsi.

“Ecco. Ora sarai contenta. Sei ufficialmente riuscita a rovinare la sua vita. Dopo tutto quello che lui ha fatto per te, tu lo ripaghi facendogli capire che non lo hai mai amato in quasi nove anni che siete stati insieme. Lo hai fatto sentire un ripiego. Come pensi che possa sentirsi lui ora?”

Miki: “Almeno adesso conosce la verità.”

Era una cosa particolarmente inopportuna da dire, ma si sentiva una persona talmente orribile che la sua mente non trovò qualcosa di meglio da dire. Ginta l’avrebbe odiata e a ragione. C’era solo una cosa che poteva fare per facilitargli il compito. Si alzò da terra, si asciugò le lacrime e si diresse al piano superiore. Andò in camera da letto, prese il borsone che usava quando sporadicamente si allenava e vi sistemò alla peggio alcuni suoi vestiti. Poi scese al piano terra, prese le chiavi della sua auto e se ne andò. Dieci minuti dopo si ritrovò a suonare il campanello della casa dei suoi genitori. Fu Jin ad aprire. Alla vista di Miki in quelle condizioni, non potè fare a meno di mostrarsi sconvolto.

Jin: “Miki, tesoro, cosa è successo?!”

 

Chiyako andò in cucina per preparare un tè caldo per la ragazza, mentre gli altri si sedettero al tavolo tentando di farla calmare. Lei raccontò loro della lite avuta con Ginta, di come si sentiva in colpa perché da tempo si era resa conto che i suoi sentimenti verso di lui erano cambiati, ma non aveva avuto il coraggio di dirglielo; non raccontò loro il vero motivo della discussione. I quattro ascoltarono in silenzio cercando di tranquillizzarla; capirono subito che la questione che l’affliggeva, così come il vero motivo del litigio era qualcos’altro, ma capirono anche che Miki non voleva o non poteva ancora parlarne.

Rumi: “Non preoccuparti tesoro, puoi rimanere qui quanto vuoi, finchè le cose tra voi non si sistemeranno!” – le disse la madre prendendole le mani tra le sue.

Miki, con tutta la tristezza che aveva nel cuore rispose:

Miki: “No mamma… credo che le cose non si sistemeranno mai più.”

Ma non era solo a Ginta che faceva riferimento…

 

[…]

 

Aveva lasciato l’auto nel parcheggio accanto al parco. Aveva bisogno di silenzio e di tranquillità per pensare. Così Ginta si sedette su di una panchina, si asciugò le lacrime che ancora gli bagnavano il volto, per poi alzare lo sguardo e guardare le stelle.

Ginta: *Io… ho sempre saputo la verità… ma mi sono continuamente illuso…*

Continuò a perdere i suoi occhi nell’immensità del cielo, quando una voce femminile fece il suo nome.

?? “Ginta?!... sei proprio tu?!”

Lui si girò e la vide.

Ginta: “Arimi?!... mio Dio che sorpresa… c-come? c-cosa?…”

Arimi: “Abito qui vicino. Vengo a passeggiare nel parco tutte le sere, ma…” – guardò il volto stravolto di Ginta – “… tu cosa ci fai qui. Stai bene?”

Ginta: “Ecco io…” – iniziò lui, ma improvvisamente gli sembrò di non saper più parlare. Il dolore era ancora troppo forte e vicino da poter utilizzare parole per descriverlo.

Arimi: “Centra Miki?... hai un problema con lei?”

Lui fece segno di si con la testa, ma non disse niente.

Arimi: “Senti… perché non vieni a casa mia. Ti offro una tazza di tè e poi… magari… mi parli un po’ di quello che ti affligge ok?” – così dicendo la ragazza prese Ginta per mano invitandolo a seguirla. Lui non rispose, ma si lasciò guidare dalla sua gentilezza.

 

Rimasero fino alle tre di notte a parlare o perlomeno Ginta parlava, anzi si sfogava, e Arimi ascoltava. Non poteva credere a ciò che era accaduto: due persone così straordinarie come Miki e Ginta vittime entrambi di un perverso gioco del destino, per non parlare di Yu, la cui presenza era tangibile sebbene non visibile. Arimi poteva capire Miki, d’altronde anche lei era stata innamorata di Yu, ma capiva ancora meglio lo stato d’animo di Ginta: anche lei era stata lasciata dall’uomo che amava che, ironia della sorte, era stato proprio Yu. Le faceva male vedere il ragazzo così afflitto, ma l’unica cosa che poteva fare per lui adesso era essergli vicino e sostenerlo.

Arimi: “So che adesso come adesso quello che sto per dirti ti sembrerà una banalità ma… dammi retta… tutto passa. Come tu ben sai io amavo tantissimo Yu, ma con il tempo,… con molto tempo, sono riuscito a dimenticarlo. Ci vorrà un po’, ma vedrai che alla fine tutto il dolore se ne andrà.”

Ginta: “… Arimi… so che non sarebbe molto adeguato, ma… beh… non me la sento di tornare a casa questa notte, ne tanto meno di rivedere Miki… oh ma non posso chiederti una cosa del genere…”

Arimi: “ Non preoccuparti. Non c’è problema per me. Puoi dormire tranquillamente sul divano. Aspetta… vado a prenderti coperta e cuscino.”

Ginta rimase stupito dalla disponibilità dimostratagli dalla ragazza e gliene fu immensamente grato.

Ginta: “Grazie Arimi.” – le disse quando tornò nel soggiorno – “ non so cosa avrei fatto stanotte se non avessi incontrato te.”

E lei con il sorriso più bello del mondo rispose:

Arimi: “Non c’è di che. Ora riposa, ci vediamo domani. Buona notte Ginta.”

Ginta: “Notte Arimi.”

 

[…]

 

Passarono tre giorni. Dopo quella notte trascorsa da Arimi, Ginta tornò a casa e non fu sorpreso di non trovarci Miki; d’altronde anche lui era scappato, ma sapeva dove rintracciarla. Doveva farlo. Doveva parlarle.

Era pomeriggio. Ginta prese in mano l’agenda del telefono e trovato il numero che cercava, lo compose.

??: “Pronto?”

Ginta: “Salve Rumi, sono Ginta. Potrei parlare con Miki per favore?”

Rumi: “Oh… Ginta… ciao. Miki… non so…”

Ginta: “Ti prego… dille che è importante.”

Rumi: “Ok aspetta…”

Ginta: “…”

??: “P-pronto?”

Ginta. “Miki…”

Miki: “Ciao Ginta…”

Ginta: “Ascolta… vorrei parlare con te faccia a faccia. Ti va di venire qui a casa?”

Miki: “… d’accordo. Arrivo tra poco.”

Ginta: “Ok ciao.”

Miki: “ A dopo.”

Era contento che Miki fosse così disponibile a parlare. Voleva scusarsi e voleva spiegarle. Non dovette aspettare molto, perché la ragazza arrivò nel giro di dieci minuti.

Ginta: “Ciao Miki.”

Miki: “Ciao Ginta.”

Ginta: “Vieni. Voglio chiarire ogni cosa.”

Entrambi si sedettero al tavolo da pranzo. Mai atmosfera fu più piena d’ imbarazzo, dispiacere e sensi di colpa.

Ginta: “Ora voglio che mi ascolti Miki, senza interrompere… Innanzitutto vorrei scusarmi per aver urlato l’altro giorno; probabilmente ti ho spaventata, ma non era mia intenzione… credimi…” – qui si fermò, quasi per cercare di convincere Miki di essere sinceramente dispiaciuto, poi continuò – “Fin dal principio, da quando eravamo al liceo, o più precisamente da quando Yu è entrato nella tua vita, ho sempre saputo che eri innamorata di lui. Era chiaro come il sole, si vedeva da chilometri, ma io allora sono stato ingenuo… per la verità lo sono stato per tutti questi anni. Allora non pensai minimamente alla tua felicità, non pensai che probabilmente saresti stata più felice con lui, o se non con lui almeno non con me…”

Miki: “… non è così…”

Ginta: “Ti prego… lasciami finire. Allora il mio unico desiderio, quello che avrebbe reso felice me, era stare insieme a te. Sapevo che c’era lui nel tuo cuore, ma ho ingenuamente pensato che con il passare del tempo sarei riuscito a trasportare l’amore che provavi per lui su di me. Evidentemente mi sbagliavo. Io non ho mai avuto quello che aveva lui: lui aveva il tuo cuore, il tuo amore. Mi sono odiato per tutto questo tempo, perché non volevo vedere la verità e mi ostinavo ad andare avanti, sperando che il giorno successivo sarebbe andata meglio… Io sapevo che prima o poi tu ti saresti resa conto che l’amore che avevi dentro di te non portava il mio nome, ma quello di Yu; sapevo che un giorno l’avresti ritrovato e lo avresti scelto. Non sapevo quando sarebbe accaduto, ma ero sicuro che prima o poi… era inevitabile. Avrei potuto evitarlo in ogni momento, ma mi sono sempre rifiutato di accettare la verità, perché l’unica cosa che volevo era stare con te. In fondo è stata tutta una questione di egoismo. L’altro giorno mi sono arrabbiato si, ma la verità è che… ci sono rimasto male. Come ti ho detto, ho sempre saputo che sarebbe successo, ma una cosa è sapere che qualcosa accadrà e un’altra è sopravvivere quando quel qualcosa ti precipita addosso come un’inesorabile verità. E insieme a questa verità, mi è precipitata addosso anche la consapevolezza del mio fallimento e non so quale delle due sia più difficile da sopportare…” – si fermò di nuovo, per cercare di raccogliere i pensieri – “io ti ho amato tanto Miki, e ti amo ancora: nonostante tutto sei e rimarrai per sempre una persona importantissima per me… non t’incolpo assolutamente per quello che ci è accaduto: è stata solamente una serie di circostanze erronee che hanno portato ad un collasso generale… non rimpiango nulla di questi anni passati al tuo fianco. Nonostante fossi innamorata di Yu, che tu l’avessi riconosciuto o no, non mi hai mai fatto mancare nulla, mi sei sempre stata accanto, mi hai sempre sostenuto e aiutato e io questo non lo dimenticherò mai. Ti ringrazio Miki.”

A questo punto Ginta terminò il suo discorso. Miki aveva visto delle lacrime silenziose scendergli lungo le guance mentre parlava e non potè fare a meno di piangere anche lei. Ma adesso era il suo turno.

Miki: “No Ginta. Dovrei essere io a ringraziarti e a scusarmi. Ho vissuto tutti questi anni con l’illusione e la speranza di poterti fare felice, diventando la donna che tu meritavi, invece non ho fatto altro che deluderti e, cosa peggiore, non ti ho mai donato quell’amore che tanto brami e meriti. Sono stata ingenua anch’io o piuttosto dovrei dire che sono stata crudele. Mi sono messa con te sapendo che prima o poi ti avrei fatto soffrire, ma la mia stupidità e paura del futuro mi hanno impedito di ragionare e di prendere la giusta decisione. Questi anni per me non sono andati assolutamente sprecati: con te sono stata molto bene; mi sono sentita sempre amata e protetta. Voglio che tu sappia che io non ti ho mai tradito: sono otto anni che non vedo Yu, ne parlo con lui. Questi miei sentimenti sono ricomparsi in me così come se n’erano andati. Oh Ginta… non sai quanto mi sono odiata per la mia vigliaccheria nel non rivelarti ciò che veramente provavo. Avevo paura: paura di ferirti, paura che tu mi avresti odiato, paura di affrontare la verità. Mi dispiace così tanto di non essere stata alla tua altezza… vorrei che tu non mi avessi mai conosciuto, così ti avrei risparmiato queste sofferenze…”

Ginta: “No Miki! Non dire così! Sono contento di averti conosciuto e che tu abbia fatto parte della mia vita. Ne sarò grato a Dio per sempre!”

A queste parole seguì un silenzio molto più rilassato del precedente. Entrambi avevano esternato i loro pensieri ed ora sapevano che sarebbe andata meglio, ma c’era un ultima cosa che dovevano fare.

Ginta: “Credo sia meglio per entrambi divorziare. In questo modo ognuno sarà libero di continuare sulla propria strada.” Erano parole pronunciate da Ginta non con rammarico, ma con una nota di sollievo.

Miki: “Si, hai ragione.” rispose lei.

Ginta: “Ora che farai… chiamerai Yu e glielo dirai?”

Miki: “No!!” – la sua risposta così secca lo stupì – “questi sentimenti rimarranno solo miei. E’ da troppo tempo che non ci vediamo, sarebbe scorretto da parte mia piombare così nella sua vita. Oltretutto per lui sono solo una della famiglia, quindi…” – sospirò – “mi troverò un appartamentino e andrò avanti con la mia vita.” - così dicendo si alzò – “Fallo anche tu Ginta. Vivi e trova una donna che sappia amarti come io non ho saputo fare.”

Ginta: “Lo farò Miki. Grazie.” – si alzò anche lui, si avvicinò alla ragazza e l’abbracciò. Si strinsero reciprocamente in quell’abbraccio per molto tempo, per poter comunicare all’altro tutto ciò che le parole non potevano descrivere.

Miki: “E’ stato un onore essere al tuo fianco Ginta.”

 

Fu così che il loro matrimonio ebbe fine, ma nessuno dei due ebbe rimpianti, ne ripensamenti. Serbarono per sempre quegli anni nei loro cuori e tornarono ben presto ad essere ottimi amici, come del resto erano sempre stati.

 

Continua… 

 

  
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