Bucce di mandarino
Tokyo, gennaio.
“America,
eh?”
Il ragazzo non scostò gli occhi dallo schermo,
continuando a scorrere una lunga lista di nomi.
A poca distanza da
loro, distesi sul pavimento, i gemelli, Honey e persino Mori avevano
ceduto alle lusinghe di Morfeo. Un sonoro sbadiglio di Kaoru spezzò
il silenzio che si era creato.
Kyouya digitò per l'ennesima
volta l'indirizzo di un motore di ricerca, e girò appena il
viso. “Sì, America” Rispose, semplicemente,
incontrando gli occhi della ragazza.
Haruhi, seduta al suo fianco,
sorrise.
“Perché sorridi? Ti sembra un'idea
stupida?”
Lei scosse il capo. “Affatto” Disse,
con convinzione. “Stavo solo pensando che sei davvero
incredibile, Kyouya-senpai”
“E tu sei esagerata”
Ribatté lui. Riprese a navigare, concentrandosi sui dati che
comparivano sul computer. “In Giappone non c'è spazio
per me, qualcuno è arrivato prima” La sua mascella si
contrasse, lasciando trasparire l'antica, sottile rabbia del
terzogenito degli Ootori. “Devo
andare negli Stati Uniti”
Haruhi iniziò a
pelare un mandarino, ammucchiando le bucce sottili sul piano di
legno. “Non hai paura?”
“Parlo l'inglese molto
bene, e sono preparato. Non vorrei sembrare arrogante, ma i soldi non
mi mancano, e nemmeno la reputazione. Perché dovrei?”
Honey
mugugnò una frase incomprensibile, scoprendosi fino
all'altezza delle ginocchia.
“Se fossi in te... non vorrei
lasciare la mia casa” Rispose la ragazza, prima di mettere in
bocca una fetta. Lo masticò lentamente, assaporandone il gusto
dolce. “La famiglia, gli amici. Non hai paura di queste cose,
Kyouya-senpai? Non c'è qualcuno che non vorresti lasciare
indietro?”
Lui tornò a guardarla, con
quell'espressione indecifrabile che riusciva sempre a confondere i
suoi interlocutori. “Mio padre non è il tipo di persona
che ispira sentimenti simili, Yuuichi e Fuyuumi hanno una loro
famiglia, e Akito...” Le rubò alcuni spicchi di
mandarino, tenendoli fra le dita come per saggiarne la consistenza.
“Il nostro è un rapporto conflittuale” Proseguì,
con freddezza. “Come avrai capito, non si accorgeranno neanche
della mia assenza”
“Sei ingiusto, senpai” Lo
rimproverò. “Tua sorella ti adora, e sono sicura che
anche i tuoi fratelli e tuo padre ti vogliono bene. E non dimenticare
i tuoi compagni di classe, Tamaki-senpai...” Mentre pronunciava
quel nome, il suo viso si oscurò per un breve istante. “E
tutti noi” Terminò, indicando se stessa e i ragazzi, che
ancora dormivano. “Quando partirai saremo tristi. Io
sarò triste”
Kyouya distolse lo sguardo,
tornando a digitare sulla tastiera del portatile. “In fondo hai
ragione, Haruhi. C'è qualcuno che non vorrei lasciare
indietro” Le sue labbra si piegarono in un'ombra di sorriso.
Sembrava sul punto di aggiungere qualcosa, di dar voce ad un
sentimento fino a quel momento nascosto, quando il rumore di una
chiave che girava nella serratura giunse fino a loro.
“Mio
padre” Sbuffò Haruhi. “Si scandalizzerà
perché siete ancora qui... Come se non lavorasse in un bar
equivoco, lui” Si alzò, raccogliendo le
bucce.
Kyouya mangiò la sua parte di frutto, osservandola
mentre scompariva in cucina. Il suo sorriso si allargò: un
sorriso malinconico, venato di quel timore che teneva nascosto da
mesi.
In fondo, c'era qualcuno che non avrebbe voluto lasciare
indietro.
NOTE
Un piccolo missing moment dell'ultimo capitolo del manga, il numero 77. Ovviamente Kyouya/Haruhi <3
Prompt
usato: “Spicchi di mandarino sbucciato”
Fanfiction
partecipante all'iniziativa 2010:
a year together, indetta dal Fanfiction
Contest ~ { Collection of Starlight }