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Autore: Mex    10/01/2010    4 recensioni
Una storia ambientata nella campagna inglese qualche anno dopo la sconfitta definitiva di Napoleone.
Una ragazza che si mimetizza in una società soffocante ed un uomo che trasgredisce ogni regola del viver civile, si scontreranno in un ambiente assolutamente parziale.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
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Ecco il primo capitolo, spero che vi piaccia. Sto cercando di essere il più precisa possibile nell’ambientazione e nella caratterizzazione dei personaggi.
Se c’è qualcosa di storto fatemelo sapere e, ovviamente, anche se vi piace.




Capitolo 1

1818, Tenuta dei Conti di T***, Yorkshire.
“Amelia cara, devi prometterti che cercherai in tutti i modi di divertirti” Amy nascose un piccolo sorriso “Certo, madre” Victoria stava salendo sulla carrozza per andare a raggiungere gli amici a Londra per la Season “Sei sicura, cara, che non vuoi venire?” La figlia cercò di non alzare gli occhi al cielo, ripensando al suo debutto di pochi anni prima “Sono sicura, madre. Credo che la città non faccia per me. E così non sarete costretta a farmi da chaperon tutte le sere” Victoria la guardò per un po’. Aveva vent’anni appena compiuti, ma sua figlia sembrava non aver ereditato nulla da lei. Né la sua capigliatura d’oro lucente, né la sua figura alta e slanciata e tanto meno il suo fascino. Amelia aveva la capigliatura corvina del padre irlandese, un’altezza media e, apparentemente, nessun interesse per i divertimenti della capitale e tanto meno per i suoi gentiluomini. “Amy, Amy. Te ne approfitti perché io sono una donna dalle vedute moderne che non obbliga la figlia a fare ciò che non vuole, come lo sono stata io” Amelia abbracciò la madre. Era consapevole di quanto fosse fortunata. Sua madre avrà potuto essere poco presente, una mangia-uomini, una donna che non si poteva far più vedere all’Almack’s, ma non le aveva mai impedito di fare di testa sua. Forse l’impossibilità di entrare nella famosa sala da ballo era anche colpa sua. Probabilmente le vecchie signore sarebbero riuscite a chiudere un occhio per la regina della moda se sua figlia non avesse rovesciato il suo punch sulle parti basse di un troppo focoso Conte di Devemport al suo debutto, quasi cinque anni prima. “Solo una cosa, cara. Non startene tutto il santo giorno sui libri, né devi passare le tue serate con la Duchessa né con tua zia. Sono donne anziane, tesoruccio, ti invecchiano precocemente.- stava per girarsi verso la carrozza ma ci ripensò- E, tesoruccio, evita anche di passare le notti insonni per questa proprietà tanto dopo la mia morte o dopo un altro mio matrimonio passerà ad un parente lontano. Sai bene che ho solo l’usufrutto e non ci appartiene. Vivi la tua vita e liberati dalle catene che ti sei imposta” Amelia decise di porre fine al discorso “Madre…” “Sì, Amy?” “Fate buon viaggio e divertitevi” Lei l’abbracciò “Su questo ci puoi giurare” Cinque minuti dopo vedeva la carrozza svoltare l’angolo del viottolo e scomparire il fazzoletto candido che veniva sventolato.
“Devo far preparare un vassoio ed avvisare che nessuno entri nello studio, Miss?” “No, Wilson. Non posso dedicarmi alla tenuta in questo momento. No, invece, fatemi preparare il Landeau e avvisate John devo andare con la zia al ricevimento dalla Duchessa. A quanto pare ci saranno tutte e due le signorine Johnson. Grazie, Wilson” strinse per un attimo il braccio del maggiordomo e poi rientrò.
Tre ore dopo era nel salotto privato della Duchessa di Richmond con un sorriso soave e uno dei suoi più belli vestiti da pomeriggio di un color pesca, quello che le aveva portato sua madre, quello che era stato fatto dalla sarta più alla moda di Mayfair, quello che odiava in particolar modo. A vederla, era il ritratto della signorilità inglese. Calma, compassata, parlava solo quando le venivano fatte delle domande e rispondeva solo con frasi corte e non troppo impegnative.
La Duchessa ormai parlava ormai da una buona mezz’ora e non accennava a smettere, anche con il contributo di sua zia Elizabeth Flanigan, la zitella più rispettosa dell’etichetta che potesse esistere. “Oh, Elizabeth. Voi non sapete che dolore per me. Prima la perdita del Duca, poi di mio figlio maggiore. Pensavo di morire, ma adesso tutto è cambiato. Redbourne finalmente ha deciso di tornare e prendersi le sue responsabilità” Chiamava sempre il figlio minore con il cognome di famiglia. In realtà il nome completo era Logan James Redbourne Duca di Richmond.
Jane, la figlia maggiore di sedici anni di Lady Johnson che in quel momento cercava di mangiare le tartine al cetriolo insieme ad un biscotto ricoperto di cioccolata, interruppe il discorso “Vostra Grazia, perdonatemi, ma parlateci di più di vostro figlio. Noi non lo abbiamo mai visto qui” Amelia poteva già vedere le rotelline di quel cervellino che iniziavano a progettare il suo possibile matrimonio con il nuovo Duca di Richmond. La ragazza aveva fatto il suo debutto solo l’anno prima con la secondogenita. Per quell’anno avevano dovuto rimunciarvi dal momento che il fratello maggiore non poteva più sborsare la montagna di soldi che gli erano usciti dalle tasche l’anno prima.
La Duchessa sorseggiò il suo tè indiano, si sistemò nella sua poltrona e attaccò. Forse, conviene che vi faccia un riassunto io. Non vi preoccupate la conversazione mi è stata riferita da fonti attendibili.
La madre aveva ripreso solo ultimamente interesse nel figlio minore. Quello che prima era un mascalzone, che da dodici anni non si faceva vedere a casa (aveva passato nove anni in Marina e dopo aver accumulato abbastanza denaro si era comprato una nave tutta sua, aveva riunito un equipaggio e si era dato alle scorrerie per il mondo per tre anni), adesso si era trasformato in un uomo esemplare, un figlio devoto e il più corretto tra i gentiluomini.
Jane e sua sorella minore emisero gridolini eccitati ad ogni particolare, della qual cosa la Duchessa si sentì molto lusingata anche mostrandosi assolutamente indifferente e quasi infastidita. “Spero, Vostra Grazia, che diate una festa per accogliere il nuovo Duca e per presentargli tutto il vicinato” Margaret interruppe la sorella “Oh sì, Jane. Che magnifica idea. Vostra Grazia, un ballo sarebbe perfetto”
La Duchessa si voltò verso Amelia e vedendola che si faceva versare un’altra tazza dalla cameriera completamente indifferente, con un sorriso che dimostrava tutto l‘affetto che provava per la vecchia amica e per la nipote di questa le disse: “Miss Flanigan, perché non dite nulla. Non siete felice della notizia” “Che vostro il vostro figlio debosciato torni per far impazzire queste gallinelle e voi possiate lavarvi la faccia dopo tutte le cattiverie che avete detto contro di lui? Come no?!” Questa fu la risposta che stava urlando nella sua testa, fortunatamente rispose la zia per lei “Ma certo, Vostra Grazia. Amelia sarebbe lietissima di conoscere il nuovo Duca” “Chi sa se ha imparato a non prendersi la roba degli altri?” “Voi la conoscete bene. Mia nipote è molto timida e di poche parole. Ma voi sapete quanto sia onorata di essere inclusa nella vostra cerchia. Non è vero, Amy?” “Certo, zia. Scusatemi, Vostra Grazia, stavo pensando a quanto potrete essere contenta” La Duchessa le fece un dolcissimo sorriso “Cara ragazza. Perché voi giovani non andate a fare una passeggiata nel roseto? E voi Lady Johnson, perché non le accompagnate” “Perfetto, le bamboline e il gallo cedrone. Voglio andare a casa!” Le tre giovani si alzarono, insieme alla Baronessa.
“Miss Flanigan, che cara ragazza che avete per nipote. Una vera perla, rispettosa, una giovane donna a modo sotto ogni punto di vista. È un vero peccato che la madre si sia compromessa così tanto. Ma non bisogna che una povera ragazza rimanga coinvolta per le follie di sua madre. Sono certa che con un po’ di tempo e con buoni discorsi riusciremo a convincere qualche buon curato o qualche Lord di campagna che moglie vantaggiosa sarebbe per lui. Oltretutto le è stata data una buona dote, non è vero?” “Certo, Vostra Grazia. Mi fratello prima di morire, che il Signore l‘abbia in gloria, ha provveduto alla sua unica figlia”

“Oh, Miss Amelia, non è stata una notizia favolosa?” Amelia stava camminando lungo i viottoli del roseto. La primavera appena cominciata aveva donato colore ed un meraviglioso profumo ai fiori. Intorno a loro era un trionfo di verde, rossi e gialli. Si fermarono davanti ad una piccola Diana di marmo su un piedistallo mezzo nascosto dall’edera. “Pensare che finalmente nuovi gentiluomini arriveranno qui, e le feste, e i vestiti … oh non vedo l’ora, Miss Amelia” “Mio signore, fate in modo che trovi presto un marito che la porti via di qui. Lei e tutte le altre. Che mi si lasci sola. Finalmente sola!” “Sarà molto eccitante in effetti. Sicuramente Sua Grazia farà cambiare molte cose qui” Jane le prese una mano nell’eccitazione del momento “Chissà com’è? Sarà alto? Un bell’uomo?- tirò con più forza la mano di Amy- Per me l’unico modo per cui un uomo possa essere bello è che assomigli a Lord Brummell. Voi lo avete mai incontrato? Oh, io l’ho incontrato l’anno scorso, forse dovrei dire che l’ho intravisto a teatro. Così affascinante, con i riccioli così eleganti, i vestiti impeccabili, l’uomo più ricercato di Londra …” “… come minimo dai suoi creditori” Fortunatamente la zia Elizabeth interruppe il discorso. Era giunta l’ora per loro di tornare a casa.
Il viaggio non sarebbe durato che un quarto d’ora attraverso la campagna. Dopo neanche cinque minuti Amelia si sporse verso il cocchiere “John, fermatevi un attimo, devo scendere. Portate la zia al suo cottage direttamente. Io verrò poi a piedi” Prima che la zia potesse protestare, lei era scesa e la carrozza era ripartita.






Ringraziamenti:

-Lel: Eccoti il secondo capitolo. Vedi se ti piace anche questo. Grazie per il fav

-Badkaty: Devo dire che oltre al problema di inventarmi una storia di sana pianta, c’è anche quello di rispettare il contesto storico. Spero che continui a piacerti

-Niacara07: Grazie per aver messo tra i preferiti la mia storia. Farò del mio meglio per non deluderti.


Al prossimo capitolo …
  
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