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Autore: cerere    10/01/2010    2 recensioni
Prima fanfiction. Lo so, lo so. Ci ho messo un po a scegliere su chi (o cosa) farla, ma alla fine mi son detta: "Perchè non cominciare dai nani verdi?" E così, eccomi qui.
Piccola Supplica: recensite, vi prego in ginocchio. Non importa se vi sembra una schifezza totale, mi farebbe comunque piacere avere qualche commentino. Giusto per sapere che vi passa per la testa.
Detto ciò, enjoy! :D
ps: se mancano accenti, maiuscole o quant'altro: scusatemi, ma quando scrivo mi succede sempre!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-ma dove eravate finiti? iniziamo fra cinque minuti- ci sgrido mike vedendoci arrivare.
-un momento- fece frank squadrando i nostri volti disordinati e i vestiti fuori posto. -che ci facevate tutt'e due nel camerino, da soli?- chiese frugando nella nostra espressione alla ricerca di segni di colpevolezza.
-oh, gli ho dato una mano con la matita- mentii sorridendo da angelo e sventolando il kajal. -vuoi una mano anche tu?-
-no, lui fa da solo- disse billie scocciato tirandomi per un braccio. superammo cosi i due che ci guardavano interdetti e mi trascino fino ad un angolo remoto delle quinte. -la smetti di minare la mia pazienza?- fece lui con aria di chi voleva discutere.
-ehi, volevo solo essere gentile- dissi ridendo. -non te la prendere- dissi. sorrisi e gli passai una mano fra i capelli che sembravano paglia nera. nera come la sua musica.
nera e dannata.
-billie! datti una mossa!- urlo drey comparendo alle nostre spalle alla velocita della luce.
ritirai immediatamente la mano e mi voltai a guardarlo ad occhi sbarrati. -oh, mio dio sta per venirmi un attacco- feci impanicata.
e fu in quel momento che il mio cellulare prese a squillarmi nella tasca, forse per la trecentesima volta in due ore.
-rispondile- mi consiglio billie, gia un piede che seguiva drey. -e dille che sei sotto il palco ma dalla parte opposta alla sua. cosi guadagni un po di tempo-
annuii e mentre lui si allontanava cercai un angolo tranquillo per parlare. -pronto- dissi fingendo con la voce di essere davvero impegnata.
-idiota, dove sei?- mi chiese daniela dall'altro capo con voce davvero scocciata. -guarda che non ti abbiamo aspettato...-
-avete fatto bene- la interruppi. -il concerto penso stia per iniziare, comunque-
-ma tu dove sei?- mi chiese.
-sono dall'altra parte del palco- dissi ricordando le parole di billie. -sono riuscita ad imbucarmia anche senza il tuo biglietto, ma non penso riusciro a raggiungervi-
-e tu come cavolo fai a sapere dove siamo???- mi chiese lei allarmata. -vedi nella sfera di cristallo?-
avrei mai potuto risponderle 'no, ma attraverso le assi del palco si!'. e nemmeno 'ti ho visto uscire dalle finestre della scuola dieci minuti fa, da dietro le quinte', se e per questo. -mi hai detto che avevi intenzione di scavalcare dalla finestra della scuola, no?- azzardai col cuore in gola.
-ah, gia- fece lei ricordandosene. -dai, vedi se ce la fai a raggiungerci- disse lamentosa.
-e come faccio? cammino sulla testa della gente???-
-dai, se ce la fai siamo sempre qui. ok?-
-va bene, ma non credo-
-tu provaci- insistette lei.
-d'accordo!- esclamai piu per accontentarla che altro. quando si intestardiva su qualcosa non c'era verso di farla desistere.
in quel momento, billie, frank e mike fecero il loro ingresso sul palco salutati da un boato proveniente dalla folla e daniela non si curo nemmeno di evitare di chiudermi il telefono in faccia senza alcuna educazione.
mi avvicinai all'ingresso sul palco e gina, la nuova assistente di drey che aveva preso il mio posto da quando avevo iniziato a suonare con la band, mi passo la mia fender nera come l'inchiostro e calda come l'inferno. -buona fortuna- mi auguro in un inglese con pesanti inflessioni francesi. mentre lei si allontanava, mi chiesi vagamente in quale locale potesse essere andato a pescarsela drey e decisi che non lo volevo sapere. in quel momento avevo altro a cui pensare.
ascoltai con stomaco contratto la voce di billie che intanto aveva iniziato a parlare (in inglese, ovviamente), spiegando la presenza di un quarto personaggio sul palco quella sera, e quando arrivammo alla parte in cui lui mi annunciava e io dovevo raggiungerlo, mi scoprii malferma sulle gambe.
-dai, su! non mordiamo mica!- mi canzono lui quando scuotendo la testa mi rifiutai di muovere un passo per rivelarmi. quello che non mi aspettavo fu che mike scuotesse la testa, sbuffasse e attraversasse tutto il palco solo per venirmi a prendere.
oh, santo cielo!
quando lui mi afferro un polso ebbi appena il tempo di calarmi un cappello rosa con visiera sugli occhi prima che lui mi trascinasse in malo modo sul palco. mi lascio andare solo quando raggiungemmo billie, che intanto si era appoggiato alla batteria di tre.
sulla folla era calato un silenzio innaturale. non osavo alzare lo sguardo, ma azzardai un'unica occhiata sotto la visiera alle mie amiche accalcate sotto il palco prima di prendere a fissarmi i piedi.
-oh, niente cappello stasera, dolcezza- ridacchio mike e mi passo un braccio attorno alle spalle. sarebbe parso quasi un gesto gentile se non fosse servito ad immobilizzarmi. a sorpresa, quindi, tre mi sfilo il cappello e lo getto tra il pubblico.
la folla fu in un attimo un sol uomo. trattenne prima il respiro, poi scoppio in grida e fischi festanti.
-sta calma- mi sussurro billie in un orecchio, prima di schioccarmi un bacio sulla guancia.
-oddio, ora svengo- lo avverti a mezza bocca.
-e andata alla grande- si congratulo lui. -perche dovresti?-
scossi la testa, sull'orlo di una crisi.
-guarda le tue amiche- mi consiglio lui accennando al lato destro del palco. una sola occhiata in quella direzione mi basto a ridarmi lucidita. daniela capeggiava un gruppo di scalmanate (composto da angela, anna, annabella e rosanna) che urlavano e saltavano cercando di catturare la mia attenzione. quando le sorrisi, lei agito una mano nella mia direzione e mi rivolse un sorriso a trenta-e-quanti denti aveva in bocca. io allora scossi la testa e finalmente mi sciolsi in una risata, visto che la folla non accennava a smettere di ruggire entusiasta.
-visto?- mi chiese tre abracciandomi. -non c'era nulla di cui preoccuparsi! tutto come previsto!-
-e smettila di tremare- aggiunse mike mollandomi una pacca sulla spalla. -sembra che tu abbia l'alzheimer!-
-she's our little girl!- esclamo billie nel microfono.
tradotto: sono la loro ragazzina.
ecco quello che ero. una semplice ragazzina.
ma allora perche proprio io? perche a me? perche era me che il braccio di mike stringeva per le spalle? perche ero io quella che stava ricevendo pacche affettuose sulla schiena da tre? perche ero io quella che billie stava guardando con soddisfazione, proprio come se fossi figlia sua e lui fosse orgoglioso del mio successo?
ero uguale ad altre diecimila ragazzine, tranne forse per il fatto che ero la piu incasinata, punk e abbandonata di tutte. allora perche proprio a me era toccata quella fortuna?
-perche io?- articolai con la bocca a billie, commossa e sull'orlo delle lacrime.
-perche tu non smetti di combattere- mi rispose lui guardandomi intensamente negli occhi.
rimasi cosi sconvolta da quella affermazione che a malapena mi accorsi che mike mi aveva lasciato andare e tre era tornato alla batteria. billie imbraccio la sua adorata frankestein e mi sorrise. -lei e la nostra cathy little girl- disse trionfante nel microfono guardandomi con uno sguardo intriso della piu pura soddisfazione, come se il traguardo che avevo appena raggiunto fosse fonte di immenso orgoglio per lui.
sembrava il padre contento di me che non avevo mai avuto. sembrava l'amico sincero che non avevo mai trovato. sembrava il ragazzo affettuoso che pensavo non sarebbe mai esistito.
mike intanto attacco a suonare una melodia dolce al piano (ma quando aveva imparato a suonare il piano???). quando la musica poi degenero prima di trasformarsi in un allegro motivetto a due tempi, riconobbi quella che poi sarebbe stata ufficialmente battezzata la mia canzone.
viva la gloria? [little girl]
lentamente, molto lentamente, compresi che mi veniva chiesto di suonare in veste di seconda chitarra visto che mike era al piano, cosi inspirai per richiamare a me tutta la calma zen di cui disponevo (una quantita davvero esigua, se dovevo essere del tutto sincera) e appoggiai le mani su chitty, pronta.
billie attacco a cantare e scoprii quanto in realta quella canzone mi appartenesse. in fondo parlava di una ragazzina che piangeva mentre il suo cuore moriva all'interno della sua anima irrequieta. parlava di anime che si epuravano dall'amore e di lame di rasoi che facevano scorrere il sangue a fiotti.
tre picchio con violenza sul tom tom della sua batteria e con una schitarrata entrai prepotente nella canzone, per dimostrare che davvero ne facevo parte.
per dimostrare quanto in realta fosse mia. per dimostrare quanto la ragazzina con la faccia nel canaletto che corre dal fiume alla strada come una randagia fossi io.
continuai a suonare accanto a billie, sempre piu convinta di essere parte di quella canzone. quella canzone che descriveva con precisione allucinante la mia vita, il mio percorso e la mia anima. che descriveva la mia vita che ora stava finalmente cominciando a chiamarmi, il mio percorso finora costellato di ciarlatani e santi dell'abbandono e la mia anima che cadeva come il cielo quando viene sera. quella canzone stava cucendomi addosso il mio profilo come nessuno era mai stato capace di fare. stava raccontando di tutte le volte in cui i miei occhi iniettati di sangue e pronti a mordere avevano rivelato in realta il mio cuore tradito. stava confessando quanto in realta fossi stata una sporca bugiarda, tutte le volte che avevo predicato davanti al coro e quello non mi aveva ascoltato, mostrando cosi la me delusa e arrabbiata che in fondo non ero.
perche io volevo essere buona. volevo essere fiduciosa. volevo credere ancora in qualcosa. lo volevo davvero. ma se intorno a me continuavo a vedere nero, come potevo convincermi che c'era ancora qualcosa in cui sperare? era tremendamente vero, continuavo a combattere, con le unghie e con i denti, ma non perche sperassi ancora in un cambiamento. era tardi per quello. solo forse perche temevo in un ulteriore peggioramento. e poi perche forse non volevo eliminare a priori possibili occasioni di miglioramento.
un attimo, allora.
era questo quello a cui in realta si riferiva quello 'sporca bugiarda'? il fatto che non sperassi piu in niente ma in realta sperassi ancora inconsciamente in un'occasione di redenzione?
dopotutto, aveva un senso anche questo. sperare, senza averne nemmeno ne coscienza ne sentore, di poter ancora sperare era una condizione ammirevole per una che aveva perso ogni occasione di essere felice.
ecco perche non avevo smesso di combattere, violenta, contro la natura sfortunata in cui mi aveva gettato questa folle, pazza vita.
e intanto la canzone andava avanti, portandomi per mano attraverso altre rivelazioni e consigli. ora mi stava prepotentemente sussurrando, tra una schitarrata e l'altra, che le tracce di sangue mi avrebbero per sempre seguito a casa, come le tracce di mascara sulla faccia che rivelano lacrime bramose di fuga. non avrei potuto liberarmene facilmente, come non avrei potuto liberarmi del mio passato, quel corpo che ancora sanguinava come un animale ferito dalle troppe delusioni e sconfitte. ma mi stava anche lodando per essere cosi combattiva, una sorella della preghiera (e della speranza di sperare ancora, per come la vedevo io) che correva ancora, anche se aveva le vesciche ai piedi e delle pericolose cesoie in mano che avrebbero potuto ferirmi ancora se fossi inciampata di nuovo. attaccai l'assolo di chitarra senza quasi nemmeno accorgermene e mentre tre mi accompagnava con la batteria, billie mi si avvicino e, passatomi un braccio attorno al collo, mi stampo un bacio sulla fronte che io accolsi sorridendo felice. mentre io continuavo a suonare liberando tutta l'energia che non sapevo di avere in corpo, lui guido il fiume di applausi a tempo della folla.
quando la musica cesso, avevo il fiato corto e il cuore a mille.











okok, gente, ora è il momento di spazio Cerere (oddio, sembro davvero una importante...). allora, prima di tutto volevo ringraziare la mitica ed inimitabile ShopaHolic, che ha seguito questa storia fin dalle prime battute e non smette mai di lodare le mie opere (anche se sembrano piu fanatismi di una fan sfegatata che altro). e poi un ringraziamento va anche a Bubiii, che con il suo complimento davvero lusinghiero mi ha spinto ad autopromettermi di postare ogni giorno (anche se non so fino a che punto potro mantenerla, sta pormessa.... dipende tutto da quella str**za della Carotenuto, la mia prof di Biologia). e poi volevo anche ringraziare Mitika 81, che ha ficcato assieme a Bubiii questa storia fra le preferite, Guitarist_Inside che l'ha messa fra le seguite (e mi ha aiutato con un piccolo problemino logistico relativo al mio quasi totale ritardo intellettivo circa html e trik-e-trak simili), ma anche tutti gli altri che continuano a visitarla.... --> a loro va una piccola preghiera. mi farebbe davveeeeeero piacere (dio, non sapete nemmeno quanto) ricevere anche qualche recensione in proposito. cosi, giusto per sapere come sto andando e se la visitate perche vi piace o per sbaglio (magari ci avete cliccato su non intenzionalmente o cose simili). quiiiindi...... vi prego, recensite!!!! anche se fosse per dirmi che è un'immane cavolata, almeno sapro come comportarmi in futuro e dove ho sbagliato :)
kisses,
cerere

  
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