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Autore: _MooNKazukA_    11/01/2010    2 recensioni
Ecco una mia piccola Yaoi tra Kakuzu e Hidan, cosa succede se tutto quello che ami ti abbandona? Quando sei semplicemente solo e vuoi solo una cosa, non ha dispezzo per la morte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hidan, Kakuzu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La tomba bianca luccicava di fronte a lui, si sentiva così smarrito.
Il cimitero era vuoto, immerso nella neve, l'aria gelida gli penetrava con forza nei polmoni. Fissava il nome inciso sulla lapide, il cuore si fermò e ripartì più volte, "Brutto bastardo...te l'avevo detto...". Un fiocco di neve si posò dolcemente sul suo bel viso segnato dal dolore, un dolore che aveva cucito nel suo cuore. Il fiocco scivolò sulla sua guancia, chiuse gli occhi e sognò ancora la sua saliva che gli scendeva sulla guancia stretta tra le sue dita pallide. *Cof *Cof tossì, cazzo faceva freddo, ma sarebbe rimasto lì per sempre, si lasciò cadere sulle ginocchia. Il suo naso posava quasi sulla lapide, il mondo gli rovinò addosso, i suoi occhi sembravano svuotati, una lacrima colò solitaria. "Che idiota, mi ero ripromesso di non piangere...", stava lì inginocchiato senza riuscire a muoversi o ad allontanarsi. Voleva morire, lo desiderava più di più di ogni altra cosa, lasciò cadere lo sguardo verso il cielo. Si domandava se lui lo stesse guardando da qualche parte, aprì la bocca e lasciò che la neve gli accarezzasse distratta la bocca. Lui era la sua vita e se ora era morto non aveva più ragione per esistere, si scostò i capelli corvini dal volto e fissò le nuvole sopra di lui. Fissò il cielo piatto e allo stesso tempo pesante, non c'erano suoni, la neve attenuava qualsiasi rumore. Gli faceva tutto così schifo, ora che lui non era lì con lui a ridere, perchè era stato lui a insegnargli a sorridere e a vivere.
Avrebbe voluto averlo lì un'ultima volta, ogni pensiero girava vorticoso nella sua mente, ogni ricordo e attimo riaffiorava. Era successo tutto così velocemente, era scomparso così velocemente, troppo giovane per andarsene. Quel figlio di puttana che glielo aveva portato via così violentemente, quel figlio di puttana che ora se ne stava al caldo a festeggiare. Si guardò attorno, ogni cosa glielo ricordava, ogni battito del suo cuore, che però risuonava così furioso. Lui era là, perchè non era riuscito a salvarlo, perchè non aveva ammazzato quello stronzo? In quei minuti così lunghi il passato risuonava dolce, mentre la neve ormai lo stava sempre di più gelando. Si lasciò cadere sulla tomba, la neve continuava a cadere copiosa e creò un soffice velo sopra di lui, come sotto a una coperta se ne stava lì ad occhi aperti a fissare il vuoto. Si addormentò come tra le braccia dell'amato, le braccia che aveva sempre stretto geloso al suo petto segnato.
Sprofondò in un sogno caldo, era la sera prima del loro ultimo giorno insieme, era seduto sul divano, era annoiato, quella sera non aveva voglia di fare niente. Tutti i suoi amici erano via, erano andati tutti a una festa, non erano luoghi per lui, non gli piaceva stare tra troppo gente. Hidan quella sera tornò presto, suonò al campanello del loro appartamento, andò ad aprirgli un po' scazzato, Hidan gli cadde addosso mezzo sbronzo, lui lo afferrò e lo mise sul divano a sedere. Gli porse un bicchiere d'acqua per sciacquargli un po' la bocca dall'alcool, Hidan mandò giù in un sorso: "Ehi Kakuzu-kun lo sai che domani quello stronzo del capo vuole che andiamo ad ammazzare un tipo e i suoi fottutissimi amichetti? ". Kakuzu non gli rispondeva, vederlo in quello stato era di per sé qualcosa di orrendo. Hidan si gettò sul suo petto, gli respirò affannoso sul corpo, lo voleva a tutti i costi, iniziò a leccargli il petto, la lingua scorreva lenta per provare più piacere.
 Risaliva il corpo di Kakuzu fino ad arrivare alla sua bocca, gli leccò le labbra, gli leccò la saliva, "Kakuzu....ti voglio...". Kakuzu lo scostò, "Sei sbronzo e per quanto il nostro amore sia fatto di tenerezza e violenza...nelle tue condizioni non ho voglia...puzzi"
Hidan si alzò barcollando dal divano per poi crollare a terra, Kakuzu lo sollevò, lo fece sdraiare sul letto e poi gli tolse la maglia puzzolente. Hidan dormiva già, la bocca spalancata, le braccia e le gambe aperte, occupava tutto il letto: "Tzè tu guarda questo figlio di puttana, adesso mi toccherà pure andare a dormire sul divano!" Kakuzu dormiva ancora quando Hidan si era svegliato alla mattina, lentamente e dolcemente si posò sul suo corpo, i loro petti erano uniti e sentiva con vigore il suo cuore pulsare. Kakuzu non si accorse di nulla ed Hidan si spazientì, aveva voglia di farlo, voleva sentirlo ancora dentro di lui prima di andare ad ammazzare, "Ehi Kakuzu, sai quanto mi piacerebbe prenderlo nel culo da te?" gli sussurrò malizioso nell'orecchio. Kakuzu sorrise leggermente e poi aprì gli occhi, i loro sguardi si incrociarono, Kakuzu gli afferrò la fronte con una mano: "Che cazzo vuoi stupido ragazzino?". Tolse la sua ruvida mano dalla fronte liscia di Hidan, lui gli guardava la bocca, gli afferrò il volto e lentamente fece entrare la sua lingua. Gli piaceva l'interno della bocca di Kakuzu, si sentiva a suo agio, iniziò a leccargli il collo ed iniziò a scendere sempre più in giù. La pelle di Kakuzu fremeva alla lingua di Hidan, dei brividi lo percorrevano, Hidan gli slacciò i pantaloni piano perchè voleva sentire Kakuzu fremere per l'attesa del piacere. Gli tolse le mutande e li getto via, non gli servivano più ormai, Kakuzu sentì il piacere salire verso di lui, Hidan questa volta stava facendo le cose in grande, aveva voglia di leccare, di sentire l'erezione di Kakuzu picchiargli sul volto, aveva voglia di leccare tutto quel nettare che ne sarebbe fuori uscito.
Hidan poi si tolse i pantaloni, oggi aveva voglia di comandare lui, prese la mano di Kakuzu e se la portò dolcemente sul suo pene, voleva sentire la vita fremere in lui. Kakuzu capì che era il suo momento, voleva dare al suo amato la gioia più grande, spinse di spalle Hidan violentemente contro un muro, poi gli fu dentro. Lo sentì gemere e contorcersi per il piacere, lo sentì chiedere di continuare, di fare più forte, Kakuzu lo sbattè contro al muro, a lui piaceva farlo così, più spingeva con forza più Hidan ribolliva di piacere. Ormai si sentiva vivo, non voleva più fermarsi, voleva continuare, voleva sentire il dolore crescere dentro di lui, Kakuzu era l'unico che lo faceva sentire così  unico. Kakuzu iniziò a mordergli il collo, ed ogni spinta era un attimo irripetibile e magico, Hidan era perfetto per lui, a lui piaceva sottomettere e lui era perfetto perchè gli piaceva essere sbattuto ed essere violato. Alla fine Kakuzu diede una spinta forte, il muro sussultò, il piacere di Hidan raggiunse il massimo, gridò pieno di voglia di non fermarsi. Quelli erano i momenti che entrambi amavano di più, i momenti in cui portavano al massimo il loro amore, sentire Kakuzu dentro di sé era per Hidan la gioia più grande, essere un solo corpo unito e quando Hidan lo leccava fino a farlo scoppiare, rendeva Kakuzu felice, Hidan che amava così tanto il suo corpo ricoperto di cicatrici. "Kakuzu ti prego continua!" gemeva il ragazzo, Kakuzu socchiuse gli occhi e spinse via da lui il giovane, "Basta, mi hai rotto il cazzo...". Hidan si sentì penetrare dagli occhi del compagno, adesso era a terra nudo e guardava Kakuzu davanti a lui, non c'è la faceva a resistergli. Kakuzu si rimise le mutande e andò a cambiarsi, Hidan rimase immobile sul pavimento freddo, osservò l'uomo vestirsi, ma lui non aveva voglia, voleva stare lì con lui. "Kakuzu cazzo! Sei il solito burino...dovresti avere un minimo di tatto non credi? Almeno esci da me con dolcezza!Fottuto eretico", Hidan si rialzò sbuffando, socchiuse gli occhi e scosse la testa, Kakuzu lo afferrò per le guance e lo mise contro al muro. "Mi hai davvero stufato...tu parli di portare rispetto quanto TU sei il primo che insulta... sei odioso", stringeva forte la presa per non lasciare parlare Hidan, si avvicinò alle labbra del ragazzo. Hidan lo fissava senza potersi muovere, Kakuzu si allenò la prese e si voltò lasciandolo incredulo e attonito. Si vestirono velocemente e poi uscirono dalla casa, "Hidan, fammi un favore...rimani a casa oggi...ci penso io, ci parlo io con il capo..." la voce di Kakuzu era soffocata, "Ehi Kakuzu per chi cazzo mi hai preso?! Gemo come una femminuccia, ma non vuol dire che lo sia!", Hidan gli si avvicinò e gli baciò il collo, gli piaceva così tanto quel corpo segnato, gli piaceva troppo il modo in cui lo trattava il suo amato.
Kakuzu era disteso nella neve da ormai tre ore, non sentiva più le gambe e lentamente percepì il tempo scivolargli addosso, aprì lentamente le palpebre, sorrise alla lapide e poi chiuse gli occhi per l'ultima volta. Quando li riaprì era in una stanza buia, era nudo, sdraiato in posizione fetale, si guardò attorno, non c'era niente tranne una porta di fronte a lui. Si alzò sospettoso, pose la mano sulla maniglia e spinse l'uscio, uscì una flebile luce che finì per ricoprirlo. Così Kakuzu varcò la soglia che lo portava verso l'ignoto, ignaro di quello che sarebbe successo, ma consapevole che avrebbe trovato lì la persona più importante della sua vita, "Hidan... ci sei?" chiese deciso in quel mare di luce.
"Kakuzu che cazzo ci fai tu qui?", Kakuzu sentì il cuore battere forte, si sentiva a casa, scorse la figura di Hidan in mezzo alla luce, si guardarono e poi si sorrisero. "Ciao fanatico idiota, sono venuto a farti compagnia *smile" "Stronzo infedele anche qui mi toccherà sopportarti *smirk".

*smirk= sorrisetto compiaciuto
   
 
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