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Autore: Halina    12/01/2010    3 recensioni
immaginatevi due donne in grado di minacciarsi di morte in un aeroporto dopo aver scoperto di avere la stessa destinazione: la casa di Tuomas Holopainen. Aggiungeteci un "Amico". che si ricava da questa formula matematica? Per dirla alla Ewo,"guai!grossi guai!"
Genere: Romantico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

Capitolo 7

 

“Ok… direi che abbiamo un evidente problema Kim.”

“Non me lo dire Dem, sto ancora decidendo se ridere o piangere all’idea di Mr. Holopainen in gattabuia… Oggi il nostro ospite è stato messo in galera. Nel bene o nel male è un incipit ad effetto per il mio diario di viaggio…”

“Ti prego non cadere nel cinismo.”

“Non sto cadendo nel cinismo sto diventando isterica.”

“Bhe non fare neanche quello!”

“Chi sta diventando isterica ora?”

Kimberley e Demetra sedevano statiche, in due pose curiosamente simili, sul divano di casa Holopainen. Si erano trascinate fino a lì ed erano crollate con ancora addosso cappotti e scarpe e con le borse in mano. Sedevano lì e basta, incapaci di reagire se non lanciandosi frecciatine senza neanche troppo entusiasmo. 

“Senti… io dico che dobbiamo andare e pagare il riscatto!” disse infine Dem.

“Certo! E a chi lo paghi il riscatto? A John Wayne o a Clint Eastwood? Casomai la cauzione… genio!” rispose sarcastica la rossa guardandola storta.

“Sì vabbè… cauzione, riscatto, bustarella.. quello che vuoi.. però non lo possiamo lasciare laggiù..”

“Tutto solo..”

“Al freddo e al gelo”

“A pane e acqua”

“Chissà come è spaventato..”

“Mi stai prendendo per il culo?”

“No sono seria. Tu?”

“Anche”

“Questo vuol dire che andiamo a tirarlo fuori?”

“Ovvio!”

Trovata una nuova risolutezza in qualche antro delle loro piccole menti bacate le due ragazze si ricomposero e affrontarono il gelo finnico avventurandosi fino in centro paese. Una volta arrivate alla piazza del comune però si fermarono rendendosi conto di un dettaglio non irrilevante:

“Hem… Dem, dov’è la prigione?”

“Non ne ho la più pallida idea… chiedo?”

“Mi sembra una buona idea…”

Demetra, sfoggiando il suo sorriso migliore, avvicinò un signore di mezza età che portava a spasso un cane e chiese con tono di conversazione:

“Scusi, sa per caso dirmi dove si trova la prigione di Kitee?”

Quello sgranò gli occhi con espressione stupita, squadrandola scettico:

“Prigione? Ma, signorina, Kitee non ha una prigione!”

E se ne andò velocemente, quasi dubitasse della sanità mentale della ragazza.

Dem tornò sconsolata dalla sua compare scuotendo la testa.

“Bene…Kitee non ha una prigione…e ora??”

“Ci stiamo pericolosamente avvicinando alle due del mattino e non oso neanche pensare a quanti gradi ci possano essere ma mi sto ibernando… penserai molto male di me se ti propongo di dormirci su?”

“Affatto…”

“Ottimo, allora andiamo a nanna e chiamiamo Ewo domattina ok?”

Demetra mugolò un assenso e si avviò tirandosi dietro Kimberley.

 

“Cielo beato che freddo!!” esclamò Demetra una ventina di minuti dopo entrando in casa Holopainen battendo i denti.

Kimberley buttò il cappotto con aria assonnata sul divano e salì le scale, Dem la seguì svogliatamente, quando le andò a sbattere contro si accorse di essere entrata in una sorte di stato comatoso in cui non recepiva niente se non il freddo e il sonno.

“Oi Dem! Ci sei?” chiese la rossa divertita scuotendola per un braccio.

“Si, si …” si fermò stupita appena si rese conto di dov’era.

“Perché diavolo siamo in camera di Tuomas?”

“E tu ti faresti scappare un’occasione simile?”

Demetra la guardò male soffocando uno sbuffo:

“Devo ammettere che a volte la tua genialità perversa mi fa paura.”

“Grazie!”

Una cuscinata assassina di Demetra pose fine alla risata di Kimberley. Poco dopo le due ragazze si infilarono grate sotto il piumone, avevano optato per fare cambio posti rispetto alla precedente volta in cui avevano dormito lì, per cui questa volta c’era Dem rannicchiata contro il muro e Kim al suo fianco verso l’esterno del letto.

Giacevano entrambe in quella fase in cui si è fin troppo stanchi per prendere sonno quando alle loro orecchie giunse una melodia inconfondibile.

“Dem… hai messo More than words come sveglia?” chiese seccata Kimberley senza aprire gli occhi. La mora sbadigliò e rispose “No, deve essere il cd del vicino.”

Prima che Kim potesse chiedere quale vicino dato che Tuom viveva in villa una stecca clamorosa le fece riscuotere entrambe dal torpore.

“Oddio scherzavo” fece Dem “chiunque stia cantando è un cane.”

“E un imbecille data l’ora.”

“Mamma mia che strazio…”

Rimasero entrambe un silenzio in ascolto prima che a Demetra venisse un intuizione geniale

“Sai cosa sembra? Che sia sotto la finestra…”

Kim prestò attenzione e annuì “Hai ragione…”

Si scambiarono un’occhiata e meno di un secondo dopo avevano afferrato un’anta a testa e le stavano aprendo. Si affacciarono e rimasero a bocca spalancata e occhi sbarrati.

Richiusero la finestra e rimasero impalate senza il coraggio di guardarsi, poi, neanche fossero telepatiche, tornarono ad aprirla all’unisono.

Il grido che sgorgò dalle loro bocche fu altrettanto unanime:

“MARK JENSEN!!!!!!!!!”

Seguirono attimi di giubilio da fangirl sfegatate

“Oddio è proprio lui!”

“Non posso crederci Mark!”

“Cacchio è anche più figo dal vivo!”

“Credi che mi farà un autografo?”

E subito dopo arrivarono gli attimi di ragionevole dubbio.

“Aspetta, cosa diavolo ci fa Mark Jensen qui?”

“E perché diavolo sta cantando sotto la finestra di Tuomas…”

“Alle 2.30 del mattino…”

“E canta More than words!!”

Tornarono a sporgersi, Mark Jensen, perché effettivamente di lui si trattava, le guardò con aria persa

“Hem… Tuommi?”

“Non c’è…” disse Kim.

“E’è in galera” aggiunse Dem.

La rossa le tirò una gomitata e tornò a rivolgersi al chitarrista.

“Vuoi entrare a bere qualcosa di caldo?”

Lui si grattò la testa pensieroso e annuì

“Sì, forse è il caso.”

Le due ragazze richiusero la finestra e infilarono due maglioni mentre Mark riponeva la sua chitarra nella custodia e veniva fatto accomodare in cucina.

“Voi chi sareste?” chiese mentre Kim metteva sul fornello un pentolino di acqua.

Dem si sedette al tavolo e iniziò a raccontare.

Finita la spiegazione il chitarrista sembrava avere le idee un po’ più chiare ma non era troppo entusiasta della scoperta che aveva appena fatto.

“E quindi voi due vivrete qui per un po’…”

“Precisamente.” sorrise Dem

Mark si prese la testa tra le mani e sospirò.

“D’accordo, fino a qui mi sembra tutto assurdo, forse è il caso di dormirci sopra.”

“Ci stavamo provando prima che tu ci svegliassi…” rispose Kimberley.

Salirono al piano superiore e Mark si diresse con sicurezza alla camera di Tuomas, si fermò sulla porta e sorrise:

“Ho sempre adorato quel letto… Buonanotte ragazze.”

Kim e Dem rimasero un istante a fissare basite la porta che si richiudeva poi Kimberley si strinse nelle spalle:

“Sai Dem, inizio a credere che sia tutto un grottesco sogno e domani mi sveglierò a Dublino nel mio letto…”

L’altra rise divertita.

“Spera di no mia cara, spera di no…”

 

  
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