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Autore: Rinalamisteriosa    12/01/2010    8 recensioni
[REVISIONATA fino al quattordicesimo capitolo! | Titolo leggermente modificato rispetto all'inizio]
Raccolta di momenti NaruHina dedicata ad Ayumi Yoshida e ai fans di questa coppia. Possono essere piccoli o grandi, brevi o lunghi, originali o ispirati, AU o mangaverse. Non escludo accenni ad altre coppie etero, anche su richiesta ^^
Dall'ultimo capitolo:
«Torniamo a casa? Quando Boruto-kun si sveglierà, sarà molto affamato e poi dovrò anche cambiarlo», propose lei, adocchiando il bambino che ancora riposava sulla spalla di suo marito. E a lui non smetteva di fare uno strano effetto il fatto di avere una casa condivisa con una compagna e un figlio, quando un tempo attribuiva quella parola a un luogo solitario, dove tornava e non trovava mai un’accoglienza degna di questo nome, piuttosto gli rispondeva un silenzio triste e innaturale.
Fortunatamente le cose erano cambiate.
«Sì… Torniamo a casa».
| One-shot | Prima classificata al “Naruto Song Contest” indetto da Nede
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sorpresa | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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Dedicata a:

- Roby e a tutte coloro che come lei attendevano questo aggiornamento con ansia *__*

- Hermi-neechan, perché oggi è il suo compleanno ^O^ TANTI AUGURI!!!

- Angel Ecate, perché ho saputo che domani fa il compleanno, quindi una piccola dedica anche per lei ^^

 

 

 

Restaurant {For Naruto's Birthday}

 

(bi-shot; AU; Incompiuta)

 

 

 

*NARUTO POV*

 

 

 

[ATTESA]

 

 

 

Nove meno venti.

Questo l’orario che le lancette dell’orologio da polso marcato Breil – un costoso regalo di Jiraiya, il mio stravagante padrino – segnavano prima che io alzassi uno sguardo nervoso e impaziente sulla via circostante, in latente attesa.

Al mio fianco, Hinata giocherellava ansiosa con la cerniera della borsetta Coconuda in pelle di coccodrillo; aveva le mani guantate, un vestito viola elegante e non troppo appariscente, i capelli scuri raccolti in un raffinato chignon e impreziositi da una coroncina di brillanti, il trucco leggero.

Era splendida nel vero senso della parola, ma io in quel momento ero troppo impegnato a imprecare mentalmente contro i miei genitori per prestarle la dovuta attenzione.

“Quanto ci mettono?! Eppure sanno benissimo che detesto aspettare!” esclamai all’improvviso, cocciutamente imbronciato, incrociando le braccia al petto.

Anch’io per l’occasione avevo indossato il completo più chic del mio guardaroba autunnale, con tanto di farfallino nero, gemelli dorati e mocassini di vero cuoio.

“Non so... Avranno avuto qualche contrattempo”, cercò di tranquillizzarmi mormorando piano questa possibilità. “O forse siamo noi a essere in anticipo”.

“L’appuntamento fuori dal ristorante era alle otto e mezza, però! Adesso sono passati…” puntai nuovamente lo sguardo sull’ora, “tredici minuti esatti da quando abbiamo parcheggiato l’auto: ti sembrano pochi?” sbottai.

L’attenzione di Hinata passò a concentrarsi su di me: con un lieve sorriso dolce portò il manico della borsa sul gomito e si dedicò ad aggiustare con le mani le pieghe del colletto della mia camicia, assicurandomi timidamente che i nostri genitori non si sarebbero dimenticati di noi e della cena che avevamo preparato – in gran segreto – per annunciare ufficialmente il nostro fidanzamento, e infatti avevo dovuto far credere loro che l’idea era stata solamente mia.

Annuii perplesso, per poi scoccarle un leggero bacio sulla fronte e infine tornare a guardare la strada alla mia sinistra.

 

 

 

[ARRIVO]

 

 

 

Dopo due minuti di sospiri d’impazienza e sguardi vaganti tra la via semi-deserta, l’orologio nuovo e la timida e premurosa Hinata al mio fianco, finalmente una familiare limousine bianca – proprietà di Hiashi, ovviamente – sostò accanto al nostro marciapiede. Mi affrettai ad aprire prontamente la portiera posteriore e la prima a scendere dalla lussuosa vettura fu la mamma.

Rare volte l’avevo vista con un abito di tal genere addosso (proprio lei che solitamente li snobba perché si sente più comoda e a proprio agio con i pantaloni), però dovevo ammettere che le stava d’incanto: era un lungo vestito nero, senza maniche, con il colletto alto e una spacca vertiginosa sulla gamba destra; nessuna scollatura sul petto, anche se il tessuto era abbastanza aderente per evidenziare la forma dei seni.

“Alla buon’ora, eh!” le feci notare, leggermente alterato.

“Ma quanto siamo agitati oggi, signorino! Datti una calmata, okay? Non rovinare questa splendida serata: d’altronde, tesoro, è il tuo compleanno”, mi ricordò saccente, a tono di rimprovero, spostando con le dita dalle unghie smaltate una ciocca dei suoi lunghi e lisci capelli rossi che le ricadeva sull’occhio smeraldino, sistemandosi poi uno scialle bianco che prese dal sedile sulle spalle.

“D’accordo mamma!” Sorrisi insolente.

Allora salutai il mio papà, l’uomo che scese dopo di lei: ci somigliavamo molto, stessi occhi azzurri e limpidi, stessa zazzera bionda, anche se lui possedeva un tratto differente degli occhi e del viso – almeno qualcosa l’avevo ereditata da mia madre, così come il carattere.

Entrambi superavano di poco la soglia dei quaranta, anche se dimostravano meno anni di quanto ne avessero in realtà.

“Ciao figliolo!” mi si rivolse tranquillo, chiudendo la portiera. “Perdona il ritardo, ma la signora ha perso tempo ad agghindarsi e quindi...” si scusò.

“Se non sono abituata che ci posso fare?” mormorò con un piccolo broncio.

Nel frattempo Hinata, che si sentiva estranea in mezzo ai due coniugi, si era allontanata silenziosamente per fare il giro della limousine e raggiungere il padre che, proprio in quel momento, usciva dal sedile anteriore, quello accanto all’autista, e si girava per fornirgli precise istruzioni su quando sarebbe dovuto tornare a riprenderli.

Dall’espressione del volto appariva abbastanza seccato, con il lungo cilindro sulla testa, i capelli castani con qualche striscia bianca legati in una coda bassa e il consueto completo che indossava anche alle conferenze o alle riunioni della sua ricca e propizia azienda.

 

 

 

[ENTRATA 1]

 

 

 

Non saprei dire cosa si fossero detti dopo che lei ebbe salutato l’irreprensibile genitore, ma quando si unirono a noi tre per entrare nel ristorante io la vidi triste.

Prendendola da parte, le circondai le spalle con un braccio, sperando di confortarla, di incoraggiarla tacitamente a confidarsi con me, perché lei sapeva bene che se c’era qualcosa che non andava io avrei fatto di tutto per renderla felice, per rasserenarla.

“Grazie, Naruto. Non preoccuparti per me, è tu-tutto apposto!” mi disse solo, accennando un sorriso forzato.

“Tuo padre non voleva venire al ristorante, dì la verità”.

Sussultò appena quando misi voce al mio pensiero, come se l’avessi letta dentro.

D’altronde è per questo che siamo una coppia: chi può capirla meglio di me?

Fermò i suoi passi e mi prese una mano, stringendola forte tra le sue. “Sì, ma ne riparliamo dopo. Non... non voglio che il mio sconforto rovini questo giorno. Tua madre ha ragione, non-”.

“Parlavate di me?” s’intromise la diretta interessata, abbracciandomi da dietro all’improvviso, quando invece avrebbe dovuto essere davanti a noi.

Che impicciona!

“No…” avevamo risposto, io assottigliando gli occhi a causa di un leggero e fastidioso imbarazzo, Hinata chinando timidamente il capo e mollando subito la presa gentile sulla mia mano.

“Oh... D’accordo!” si scostò, un po’ delusa, ma non c’era motivo di preoccuparsi, infatti lei si riprese subito e aggiunse, con un sorrisetto sulle labbra: “Hinata cara, ricordami di farti santa, un giorno di questi: è incredibile, sei l’unica donna al mondo in grado di sopportare mio figlio. Complimenti!” si congratulò.

La più giovane arrossì vistosamente. “N-non ho parole, signora, grazie”, la ringraziò così, in un mormorio poco percettibile, mentre io venivo completamente distratto, rapito da un profumino invitante che – poco ma sicuro! – proveniva dalle cucine al piano superiore.

Hinata e mia madre avevano già avuto modo di conoscersi quelle poche volte in cui l’avevo portata a casa, quindi mi ritenni abbastanza tranquillo nel lasciarla in sua compagnia, mentre salivo una bella scalinata di marmo e, dopo aver ammiccato sornione, feci cenno di voler raggiungere la sala più in fretta possibile. 

“Non cambierà mai... Ehi, tutto bene?” questa fu l’ultima frase che udì pronunciare a mia mamma.

Sperai che la mia ragazza si calmasse, perché non valeva la pena prendersela con il padre, con il quale poi avrei affrontato comunque un discorsetto, parola mia!

Superai le scale, varcai la soglia e mi trovai in un salone bellissimo, con lampadari luminosi alle pareti, con il pavimento a rombi marroni su sfondo bianco, con una serie di porte d’ottone che adornavano le pareti, così come i vistosi quadri raffiguranti nature morte, fiori o splendidi paesaggi di montagna.

Alcune porte erano aperte e da esse guardavo entrare e uscire molti camerieri trafelati, rapidi e indaffarati: c’era chi teneva tra le mani una penna e un blocchetto; chi reggeva vassoi carichi di bevande o di cibo, a seconda della portata; chi spingeva carrelli; chi impartiva ordini a destra e a manca.

Insomma, tutto mi appariva elettrizzante, ero sinceramente meravigliato per la possibilità di essere in un ambiente nel quale non è sempre possibile trovarsi, solo occasionalmente.

“Oggi è il mio compleanno, accidenti! Perché mai mi stupisco?” mi dicevo in preda a una sorta di malcelata euforia e di schietto stupore, aspettando con una certa indifferenza che qualcuno mi svegliasse da quel sogno ad occhi aperti – che in realtà sogno non era.

Infatti me ne accorsi a malincuore poco dopo, grazie all’intervento tempestivo di mio padre:
“Dai, Naruto, non stare qui impalato, andiamo a vedere il nostro tavolo”.

 

 

 

*HINATA POV*

 

 

 

[ENTRATA 2]

 

 

 

“Ehi, tutto bene?”.

Mentre lui prendeva entusiasta le scale e spariva dalla nostra vista, la signora Uzumaki mi scrutò, sospettosa per il mio atteggiamento inquieto e schivo, interessandosi a me come un’avvocatessa con il cliente nei guai.

Io mi limitai ad annuire in silenzio, timidamente, poiché non sapevo ancora come comportarmi in sua presenza.

“Sicura?” insisté. Io risposi allo stesso modo, annuendo con più convinzione.

Già ero terribilmente dispiaciuta per aver permesso che Naruto intuisse il mio stato d’animo, perciò le sorrisi come meglio potevo, con la speranza di non destare altri sospetti.

“Non si preoccupi, sono... felice”, decretai senza balbettare, solo con una piccola esitazione.

“D’accordo”, disse infine, per poi aggiungere, con una mano chiusa sul corrimano lucido: “Sei felice per lui?”.

“Tantissimo”, mormorai, con sincera e pura emozione.

Compresi allora che forse avevo soddisfatto il lieve terzo grado della mia – quasi – futura suocera, perché salimmo le scale insieme, senza che mi dicesse altro.

Anche quando arrivammo a destinazione e vedemmo suo marito trascinare verso una porta il mio Naruto che spostava la testa da destra a sinistra, come impazzito, e a me sorse spontanea una risatina, lei continuò a non parlare, marciando traballante sui tacchi che probabilmente non era abituata a portare, in direzione di un’altra porta.

“Perché prendiamo questa? Non... dobbiamo seguirli?” domandai basita.

Stavolta fu lei a ridere sommessamente, coprendosi la bocca con la mano.

“Non lo sai, mia cara, che in questi casi è meglio se le donne si fanno attendere?” chiarì.

“Come, scusi?”.

“Fidati. Devo fare una cosa urgente, su, accompagnami!” esclamò risoluta. “Penseremo dopo a chi domandare per trovare il nostro tavolo”.

 

 

 

 

 

*-*-*-*-*

Immagino che chi segua costantemente la raccolta ricorderà il mio progetto per il compleanno di Naruto. Vero?

Ebbene, in questi giorni Rina ha deciso di riprenderlo e, avendo postato questa prima parte, si impegnerà a portarlo a termine al più presto ^O^ tecnicamente mancano solo le tre scene finali (l’ho cambiata in una bi-shot divisa in otto scenette) quindi cercherò di fare del mio meglio ^^ (Datemi un mese e dovrei farcela XD purtroppo ho anche altri impegni in mezzo ç_ç).

L’idea di base comprende i vari passaggi di un’uscita a cena con i suoceri XD mi piaceva e ho deciso di metterla per iscritto in prima persona, con i POV di Naruto prima e Hinata dopo. Spero vi piaccia ^^ ci sono anche gli accenni MinaKushi richiesti da valehina *__*

 

Ringraziamenti:

 

Baby_Be: Spero che questo sia più bello XD ciao e grazie mille per il commento e per gli auguri ^^

Un bacio!

kry333: Uhm... io devo ancora inserire nella raccolta l’accenno SasuSaku che hai richiesto. Tra un paio di capitoli dovrei farcela! *smile*

Ah, la tua curiosità un giorno verrà soddisfatta, poiché ho intenzione di scrivere un piccolo sequel in cui Naruto scoprirà il colpevole XD fino ad allora non dico nulla u.u

Un bacione, ciao!

_lupetta96_: Anche te dovrai aspettare XD comunque sono contenta che il capitolo natalizio ti sia piaciuto *__* grazie mille! Un bacio!

valerya90: Nee-chan, grazie! ^O^ Ecco la mia sorpresina per te ^^

Un bacione!

 

Per finire, grazie a chi mi segue in silenzio ^^

 

Un bacione,

Rinalamisteriosa

 

 

 

  
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