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Autore: Nerida R Black    12/01/2010    4 recensioni
Con l'arrivo di Twilight c'è stata la tendenza a considerare un'assoluta "figata" avere a che fare con sbriluccicanti, pucciosi vampiri e licantropi... io ho voluto provare a scrivere una storia dove questi sono di nuovo malvagie creature della notte.
Spero di esserci riuscita e soprattutto di avercela fatta a donare a voi lettori le sensazioni che ho provato io scrivendola.
Genere: Dark, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È finita.


Mi volto a guardare Ardesia, la Città Nera.

Un fiume e un velo di nebbia mi separano da quella che è stata la mia casa per così tanto tempo... la casa dove non potrò più tornare.

Una lacrima mi riga il viso al pensiero di quelli che lascio. Loro non capiranno, non possono capire che è l'unico modo per salvarli tutti. Un brivido di orrore e disgusto mi attraversa. Le mie lacrime scorrono, rosse e dense come il sangue che sono ormai costretta a spargere per nutrirmi.

Maledetto!

Perché le hai seguite? Perché non mi hai ascoltata?!

Ho fatto di tutto per salvarti, di tutto! Ma non ce l'ho fatta. Ho fallito. Tu sei morto e io sono contaminata.

Basta.

Non posso più restare qui. Chiudo gli occhi e con un immenso sforzo di volontà mi allontano da Ardesia, inoltrandomi nelle tenebre del bosco.

La nebbia che prima era solo sul fiume sembra ora seguirmi infida, strisciante e beffarda. So che non mi lascerà mai più.

Sorrido, anzi ghigno amaramente: sono maledetta. È il mio destino vivere nell'ombra... nella notte.

Non mi volto indietro. Ho paura di quello che potrei vedere, di quello che potrei sentire. Con una flebile scia di odore sarei in grado di trovare la direzione giusta e tornare a casa, lo so. Ma a quel punto cosa mi tratterrebbe dal fare una strage in città... un massacro?

Il pensiero di tutto quel cibo mi fa venire l'acquolina in bocca. Per un istante mi crogiolo nel brivido che anticipa la caccia. Sento però lo stomaco contrarsi per il disgusto. Sospiro. Per ora mi controllo, ma non so quando sarà l'istinto a prendere il sopravvento. Non mi volto. Continuo a correre.

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Ma chi voglio prendere in giro?! Ormai sono abbastanza lontana per voltarmi. Essere un mostro ha i suoi vantaggi. E il primo – e temo anche l'ultimo – è la velocità.

Sono frustrata. Il bosco è sempre uguale. Sembra fermo e immobile, addormentato in un incantesimo. Sarebbe così bello potersi abbandonare all'oblio... chiudere gli occhi e cadere, cadere sempre più in basso... lasciarsi avvolgere dalle tenebre, diventare parte integrante di esse.. non vedrei mai più la luna... così... essere libera...!

Ah, già. Dimenticavo. Non posso morire. Non riuscirò mai a suicidarmi. Ne sono consapevole. Purtroppo.

Eppure un modo deve esistere.

Non che sia entusiasta all'idea di sparire dalla circolazione ma, obiettivamente parlando, è l'unico modo per non danneggiare nessuno. E forse anche per ottenere la pietà divina... potrò sperare nel perdono se non nuocerò mai a un'anima?

Sì. Credo di sì. Prego di sì.

Però devo trovare come farlo.

È da un po' che mi trovo in questo corpo e posso rendermi conto delle sue potenzialità...

Un sorriso esultante mi si schiude sulle labbra.

Per mia “fortuna” esiste una creatura in grado di ammazzare quelli come me. Almeno, le leggende dicono così.

Perché no... tentar non nuoce!

Devo solo trovarle il mio peggior nemico.

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É una settimana che giro. Almeno credo. Sì, ne sono certa. La luna crescente mi accompagna da tre giorni ormai. Devo sbrigarmi. Non posso andare avanti così. I morsi della fame sono sempre più forti, mi spingono verso il più brutale degli istinti.

I piccoli animaletti che ho catturato fino a oggi non bastano, anzi... peggiorano solo la situazione.

Per fortuna il bosco sta iniziando a diradarsi. Oltre gli ultimi alberi c'è un piccolo agglomerato urbano. Non è certo paragonabile ad Ardesia, ma credo sia un buon territorio di caccia. Di sicuro troverò qualcosa qui.

Sì.

È lui.

Sento il suo odore.

Chissà se si è già accorto della mia presenza.

Un brivido mi corre lungo la spina dorsale. Uno sgradevole gusto di bile mi invade la bocca mentre cerco in ogni modo di allontanare la paura, ma no, che dico, il terrore che mi sta assalendo. È la paura dell'ignoto, della notte senza fine. Eppure la notte non è altro che il giorno senza luce...

Sbotto in una risatina isterica. Cosa sto a filosofeggiare?!!! Scuoto la testa esasperata.

Stringo gli occhi. Curioso come possa ancora avere certi pensieri così umani, nonostante la mia nuova natura.

Rabbrividisco e in un sussurro mi ripeto le motivazioni che mi stanno spingendo verso l'abisso.

I miei genitori e i miei amici.

Che mi stiano ancora cercando? O mi hanno già data per spacciata?

Michael. Il mio fratellino.

È colpa sua se sono ridotta così. Se solo non avesse seguito quelle ragazze sarebbe ancora vivo. Saremmo ancora vivi. Io è come se fossi già morta.

La mia anima.

Sì, è decisamente per lei se intendo morire. Forse c'è ancora la possibilità di non bruciare per sempre all'Inferno.

La mia coscienza.

Non potrei sopportare l'idea di separare delle famiglie come è stato fatto con la mia.

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È giunta la sera. Sono vicino al cimitero del villaggio.

Lui arriverà tra poco.

Eccolo.

Mi impongo di non tremare mentre avanza minaccioso verso di me.

Sciocco.

Non intendo rubargli il bottino, può stare tranquillo. Glielo direi tranquillamente, ma non penso mi prenderebbe sul serio...

L'essere apre le fauci in un ringhio minaccioso, poi parla:

  • Come osi entrare nel mio territorio, donna?

Sorrido sarcastica. Mi ha chiamata donna!!! No, mi dispiace. Che tu ci creda o no, sono ancora vergine! Sono una ragazzina!!!!

Ma non rispondo.

  • Allora?!

Si sta spazientendo... bene.

Quelli della sua specie sono piuttosto sadici... se gli rivelassi il motivo della visita dubito mi esaudirebbe.


Non che abbia bisogno di incoraggiamenti.


Si avvicina di qualche passo poi, con un balzo improvviso, arriva dietro di me per bloccarmi le braccia. Avvicina i suoi denti aguzzi alla mia giugulare e soffia maligno:

  • Potevi almeno aspettare la luna piena... non c'è gusto così!!!

Con un unico e preciso movimento affonda i denti nella carne, iniziando a bere il mio sangue.

Al dolore accecante del morso si sostituisce presto un rapido e dolce intorpidimento.


Non riesco più a pensare... ho freddo, tanto freddo... i suoi denti non hanno ancora mollato la presa...


Sorrido.


Un vampiro che morde un licantropo... mi chiedo cosa diventerà una volta finito il drink... si trasformerà durante le notti di luna piena? Diventerà un mostro dotato di poteri straordinari? Spero che qualsiasi cosa accada non gli rovini il viso... è così bello... beh, è un Immortale, del resto.


Sento i miei pensieri farsi sempre più fluttuanti e evanescenti... la vista mi si offusca, non riesco più a scorgere il mio aguzzino... la luna è sopra di me, placida e tonda. Non più una minaccia.


Sorrido e, con davanti agli occhi il faccino gioioso di Michael, mi abbandono all'abbraccio della Morte.

   
 
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