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Autore: Diddlina_4ever    04/07/2005    3 recensioni
Matteo. Evie. Diventano compagni di scuola. Fanno amicizia, iniziano a conoscersi. Fino a quando lei si innamora di lui alla follia. Lo pensa ogni momento, lo desidera, fa di tutto ma.. Lui ha paura. La illude, la disillude, la fa contenta, la ferisce. Non si capisce cosa vuole. Ma si diverte effettivamente a illuderla o ha solo paura di affermare i suoi sentimenti davanti ai suoi amici? Una storia d'amore che forse non avrà un lieto fine come tutte le altre. Una storia verosimile. La mia seconda ff, non vi assicuro niente ma.. incoraggiatemi! - DOPO DUE ANNI PUBBLICATO L'ULTIMO CAPITOLO!!!!-
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

 

 

Ci sono giorni nella nostra vita, nei quali tutto sembra andare stupendamente, nei quali continuiamo a ripeterci “Allora forse i sogni esistono”, nei quali ci sentiamo tremendamente stupidi per esserci lamentati della nostra esistenza.

Ma ci sono anche giorni nei quali le nostre certezze spariscono, nei quali niente sembra volgersi più per il verso giusto, nei quali ci ripetiamo che i sogni non si avvereranno mai, nei quali cerchiamo di autoconvincerci che viviamo nel mondo reale e non in un film dove tutto finisce bene.

E allora la domanda che sorge spontanea é: ”Ma i sogni esistono o non esistono?”. Perché non é possibile che si cambi idea ogni giorno. Perché é proprio così: un minuto affermiamo fermamente che non viviamo in una fiaba, e il minuto dopo con aria sognante esclamiamo “Ma certo che si avverano i sogni”. Siamo incoerenti. Troppo incoerenti.

 

____________________________________________________________

 

Non aveva fatto altro che restare sul letto a sognare, a pensare al momento del ballo, a quando aveva sentito le mani di Matteo sulla sua vita in quei giorni di vacanza. Certo, si era goduta anche i regali di parenti e amici, ma il pensiero di lei, Cenerentola, che ballava con il Principe Azzurro non l’aveva mai abbandonata.

Era ormai passata una settimana dall’inizio della scuola dopo le vacanze natalizie. Tutti erano stati costretti ad abbandonare il dolce far niente, i dolci a non finire, l’ozio più totale e a rimettersi lo zaino in spalle. A stare nuovamente seduti per cinque o sei ore in un banco piccolo e scomodo, in quella classe grigia, spoglia, triste.

Era il 15 gennaio. Era la prima ora del 15 gennaio. Francese. Perfetto, francese! Nella classe di Evie francese era l’ora di relax per eccellenza. La prof spiegava, scriveva lavagne su lavagne e loro potevano fare di tutto, tanto la prof non se ne sarebbe accorta. Non si capiva se proprio era convinta che tutti ascoltassero le sue lezioni con diligenza o se era cosciente di ciò che succedeva ma lasciava correre.

Ma quel lunedì mattina nessuno sembrava essere disposto a far casino. Gli sguardi assonnati, le occhiaie. Se ne stavano tutti seduti composti al proprio banco, non una parola. In silenzio, scambiandosi solo qualche gesto ogni tanto. Niente fogliettini che giravano, niente scambi di posto, niente urla, niente chiacchiere, nessuno che cercava di scopiazzare all’ultimo minuto i compiti di italiano.

La seconda B sembrava non essere neanche più la stessa.

Erano passati gia circa 20 minuti e Evie giocherellava con una penna rotta. Persino Arianna, la sua compagna di banco, nonché la più scatenata della classe almeno tra le femmine, sembrava dare segni di vita quella mattina.

La porta si aprì ed entrò Lara spettinata e con il fiatone. Era suo solito arrivare in ritardo.

Credo di aver compiuto un grande errore: non vi ho ancora presentato Lara!!

Era una ragazza bionda, né grassa né magra, slanciata e aveva un hobby preferito: leggere, leggere e leggere. Persino durante le lezioni prendeva un libro, che era estremamente variabile (poteva essere un fumetto, cosi come un giallo, un libro d’avventura), si immergeva nella lettura ed entrava in un mondo completamente diverso. Era sconvolgente anche la velocità con la quale finiva ogni libro.

Quando leggeva era nel suo mondo, lontano dalla scuola, dalle interrogazioni dei professori, dalle verifiche, dalle noiose spiegazioni.

E quando un professore le domandava ad esempio “Lara, che cosa ho appena detto?” lei si guardava intorno con aria smarrita, ma poi magicamente riusciva a rispondere. Era pazzesco come riusciva a essere distratta ma allo stesso tempo attenta. Inspiegabile, sconvolgente.

Forse vi sarà sembrata un po’ strampalata. Lara non era strampalata, era semplicemente originale. Ed era per questo che si distingueva un po’ dalle altre e, a volte, era costretta a subire anche le prese in giro dei compagni. Ma lei non ne faceva un peso. Rispondeva o a tono oppure faceva finta di niente.

Lara sapeva pero essere anche una grande amica. Era spiritosa al punto giusto, simpatica, spontanea. Non era una di quelle persone che se la tirano o che ti usano solo quando ne hanno bisogno. Assolutamente no.

Insomma, se dovessi descrivere Lara in una sola parola, direi mitica. Lara era mitica, era veramente grande. E quando dico grande non intendo solo fisicamente.

La descrizione di Lara non é un particolare inutile. No, affatto. Perché se fino a questo momento é stata trascurata, Lara é una persona molto importante.

É una di quelle poche persone che Evie considerava amiche vere, oltre a Giulia naturalmente, a Katia e a Maria. Una persona che é sempre presente, pronta a farti ridere ma a darti anche una spalla su cui piangere.

Lara con un flebile “Scusi il ritardo professoressa” entro e raggiunse il suo posto.

Evie riprese a pasticciare non curante il libro di francese, mentre svolgeva ad alta voce un questionario. Se non altro imparava qualcosa. Sempre meglio che stare lì a guardarsi intorno.

- Tieni -. Arianna le appoggio sul banco un bigliettino accartocciato. Chi poteva averle mandato una cosa simile? Evie lo srotolò e quello che lesse la lasciò a dir poco sbalordita.

Sul foglio a quadretti, sorgeva l’inconfondibile scrittura di Matteo. “Ti vuoi mettere con me? Risp by Matti”

La testa iniziò a girarle come una trottola, le gambe erano molli, il cuore batteva all’impazzata. Non era possibile. Il ballo.. e ora quel bigliettino! Cosa stava succedendo? Non poteva essere vero che tutto quello che aveva sempre sperato, sognato si stesse avverando nel giro di poche settimane.

“Non può essere vero!” Si girò verso Matteo: la guardava serio, senza ridere. “Ma.. non sta ridendo! Il suo sguardo é così.. così serio! Non é possibile che mi stia prendendo in giro! In fondo anche l’altra volta mi sembrava tutto così irreale.. ma era vero! Ho ballato con Matteo e non era un sogno. Lui mi stringeva; sentivo il suo calore. Magari si é accorto che io in fondo gli piaccio! Avanti Matteo mi vuole bene.. non mi prenderebbe in giro in questo modo!” Il cuore le batteva e il fiato le mancava. Si sentiva tre, ma anche cento, metri sopra il cielo.

Afferro, quasi tremando, la penna nera e scrisse: “Certo!”.

Non era uno scherzo: ne era sicura. Matteo non avrebbe mai potuto farle una cosa simile. No, non lui.

Lancio il bigliettino in direzione del suo banco. Si sentiva così agitata. Ma vi rendete conto? Lei si stava per mettere con Matteo! Matteo, l’unico ragazzo che era riuscito a farla innamorare. L’unico che la faceva girare la testa per qualunque cosa, che la faceva sentire così insicura.

Il bigliettino le ricadde davanti. Si appoggio sul libro di francese. Lo apri, tremando. “Era uno scherzo, scema! Ci sei cascata come un pollo!”

La penna le scivolò dalle mani, il bigliettino le ricadde davanti. Così come era arrivato. Non era possibile! Lei lo conosceva bene Matteo: non avrebbe mai potuto fare uno scherzo simile. Matteo era un ragazzo sì un po’ spiritoso, che amava scherzare e a volte fare un po’ il buffone con i suoi amici ma il vero Matteo era dolce e simpatico.

E poi sapeva ciò che provava Evie, non avrebbe mai potuto ferirla in questo modo! Una spada le aveva trafitto il cuore. Una spada.

Potente, terribile, l’aveva colpita nel profondo. Distrutta, annientata, come quella volta della scritta. Anzi, ancora peggio.

Perché in quel momento si era illusa che dopo il ballo qualcosa fosse cambiato, che fosse nato qualcosa di speciale.

E mentre fino a qualche minuto prima le sembrava che i sogni esistessero eccome, in quel momento tutte le sue speranze, i suoi sogni erano scomparsi.

“Scusa, Evie!” Katia le aveva sbadatamente pestato il piede.

“Niente”

C’é gente e gente a questo mondo. C’é gente che ti pesta il piede e ti chiede scusa e c’é chi ti prende a calci il cuore e neanche se ne accorge.

Avrebbe voluto urlare al mondo intero il suo dolore. A tutti quanti fare capire quanto era stronzo Matteo. No, basta. Stava degenerando. Matteo non era stronzo, non capiva solamente quando non doveva più scherzare.

Vi capita mai di lottare con voi stesse? Ossia una parte di voi vi dice di fare una cosa, e l’altra un’altra. Accade quello che nei fumetti viene rappresentato con l’angioletto e il diavoletto.

Ed ad Evie succedeva proprio cosi. “Lo odio! Adesso vado lì e gli faccio vedere io! Mi ha derisa.. Io..” Le diceva una parte. “No, Matteo non é cattivo. Lui in fondo mi vuole bene. Sono solo io che devo imparare a non prenderlo sul serio. Ed ad avere un po’ più di senso dell’ironia. Voleva solo scherzare!” Era ‘ l’angioletto ’ che c’era dentro di lei.

Il diavoletto le diceva di fargliela pagare. L’angioletto le diceva di perdonarlo.

Il diavoletto le diceva: odialo. L’angioletto le diceva: amalo, ancora.

Il diavoletto le ripeteva che doveva reagire, fare vedere a tutti che lei non si faceva annientare da uno così. L’angioletto le ripeteva che era inutile, tanto lei avrebbe continuato ad amarlo, sempre e comunque.

Il diavoletto diceva che doveva farsi valere, insultarlo. L’angioletto le diceva di sfogarsi, di piangere.

Diavolo contro angelo. Angelo contro diavolo. Chi vince? Chi vince: la parte buona o quella cattiva? Buona… o cattiva. Cattiva.. o buona.

Driiiiiin. La campanella. Che dava fine all’ora, ma che non poneva fine alle sue sofferenze. E una lacrima le inizio a scivolare dolcemente sul viso. Una, e poi due e poi tre. Quattro, cinque. E poi dieci, venti. Uno a zero per l’angioletto. Poi le domande delle amiche, dei compagni. Di loro che volevano capire. Di loro che non sapevano, non avrebbero mai potuto comprendere.

- Matteo?- domando Giulia asciugandole le lacrime. Era chiaro ormai. Annui timidamente. Era inutile parlare. C’era bisogno di dirlo che stava piangendo per Matteo? Non era lapalissiano?
– Cosa ti ha fatto questa volta quel cretino? – fu Lara a prendere parola.

“Lasciate stare il mio Matteo. Lui non é cretino. é solo ingenuo! Non é cretino!!” Pensava Evie. Due a zero per l’angioletto.

Non aveva la forza di parlare. Passo loro solo il bigliettino stropicciato.

- Stronzo!! – fu il commento che usci dalla bocca di Katia. – Ma adesso gliela faccio vedere io! -

- No, Katia, no! – intervenne Evie con la voce strozzata, tenendo con determinazione l’amica per la maglietta. – é inutile.. solo inutile! Non cambierebbe niente! – Deglutì un attimo. – Con le persone come lui.. non c’ é niente da fare! – Un punto per il diavoletto. Due a uno.

L’ultima lacrima le solcò le guance. “ Al diavolo Matteo! Te la farò pagare.. eccome!” Due per il diavoletto. Due a due. Il primo tempo si era concluso. Pari.

 

 

 

Vi ricordati la domanda che ci siamo posti ad inizio capitolo? ”Ma i sogni esistono o non esistono?”

Io penso che in fondo una risposta ci sia. I sogni esistono. Già.

Ma non capitano spesso. La vita riserva ad ognuno di noi tristezza cosi come gioia, momenti felici così come momenti tristi.

Ci dona quello che sogniamo, come un ballo e qualche settimana dopo ci offre tanto dolore, come uno stupido scherzo.

Ma quando siamo abbattuti l’importante é non lasciarci vincere dalla tristezza e, a volte, saperci anche accontentare. Perché prima o poi la vita darà qualcosa anche a noi.  L’importante é tenere sempre una certezza nel cuore: i sogni esistono. Basta solo saperli aspettare.

 

 

FINE CAPITOLO 7

 

Ciao a tutti! Se non si fosse capito il punto dove c’ é scritto “Uno per l’angioletto. Uno a zero” ecc… é come se ci fosse una partita metaforica tra angioletto e diavoletto, tra “la parte buona” e quella “cattiva” di Evie.

Chiedo scusa se ci saranno alcuni errori di grammatica, come soprattutto la mancanza di accenti. Ma ho scritto questo capitolo al mare con il computer portatile. Dato che il computer é molto molto vecchio, non sono riuscita a capire come si mettevano gli accenti. Prima di pubblicarlo, l’ho riguardato e li ho messi dove era necessario. Ma se mi fosse sfuggito

qualcosa, vi prego di scusarmi!

Un ringraziamento speciale per tutti i miei lettori.

 

Elyna91

Miao91 o Winnythebest:

Julietta_Angel

Sailormeila

Ayla

Zakurochan

Fanny chan

Niki chan

Cry90

Valentina

 

Ci tengo a rispondere ad Ayla, che giustamente ha trovato un po’ insolito il fatto che Evie e Matteo abbiano ballato senza neanche rivolgersi la parola.

x Ayla: Innanzitutto ringrazio te, come tutti gli altri lettori, di continuare a seguirmi. Comunque per la storia del ballo: lo so che é un po’ irreale il fatto che abbiano ballato senza neanche rivolgersi la parola. Ma diciamo che ho preferito analizzare quel momento dalla parte di Evie, sottolineando ciò che provava e sentiva, piuttosto che scrivere parole o frasi che avrebbero rotto “l’incanto” del momento. Comunque grazie mille.. Continua a recensirmi (se puoi!!!) e a darmi anche il tuo parole! Bye Bye Diddly

 

Veramente un grande ringraziamento a chi mi ha recensita, sostenuta fino a questo punto e anche a chi lo farà in futuro. Ci tengo a dire che le vostre recensione sono stupende e mi fa veramente piacere ricevere così tanti complimenti, che mi spingono a continuare. Grazie di cuore!

 

A presto

Diddly

  
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