Non voglio perderti
Capitolo 7
Ci
sono giorni nella nostra vita, nei quali tutto sembra andare stupendamente, nei
quali continuiamo a ripeterci “Allora forse i sogni esistono”, nei quali ci
sentiamo tremendamente stupidi per esserci lamentati della nostra esistenza.
Ma
ci sono anche giorni nei quali le nostre certezze spariscono, nei quali niente
sembra volgersi più per il verso giusto, nei quali ci ripetiamo che i sogni non
si avvereranno mai, nei quali cerchiamo di autoconvincerci che viviamo nel mondo
reale e non in un film dove tutto finisce bene.
E
allora la domanda che sorge spontanea é: ”Ma i sogni esistono o non esistono?”.
Perché non é possibile che si cambi idea ogni giorno. Perché é proprio così: un
minuto affermiamo fermamente che non viviamo in una fiaba, e il minuto dopo con
aria sognante esclamiamo “Ma certo che si avverano i sogni”. Siamo incoerenti.
Troppo incoerenti.
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Non
aveva fatto altro che restare sul letto a sognare, a pensare al momento del
ballo, a quando aveva sentito le mani di Matteo sulla sua vita in quei giorni
di vacanza. Certo, si era goduta anche i regali di parenti e amici, ma il
pensiero di lei, Cenerentola, che ballava con il Principe Azzurro non l’aveva
mai abbandonata.
Era
ormai passata una settimana dall’inizio della scuola dopo le vacanze natalizie.
Tutti erano stati costretti ad abbandonare il dolce far niente, i dolci a non
finire, l’ozio più totale e a rimettersi lo zaino in spalle. A stare nuovamente
seduti per cinque o sei ore in un banco piccolo e scomodo, in quella classe
grigia, spoglia, triste.
Era
il 15 gennaio. Era la prima ora del 15 gennaio. Francese. Perfetto, francese!
Nella classe di Evie francese era l’ora di relax per eccellenza. La prof spiegava,
scriveva lavagne su lavagne e loro potevano fare di tutto, tanto la prof non se
ne sarebbe accorta. Non si capiva se proprio era convinta che tutti
ascoltassero le sue lezioni con diligenza o se era cosciente di ciò che
succedeva ma lasciava correre.
Ma
quel lunedì mattina nessuno sembrava essere disposto a far casino. Gli sguardi
assonnati, le occhiaie. Se ne stavano tutti seduti composti al proprio banco,
non una parola. In silenzio, scambiandosi solo qualche gesto ogni tanto. Niente
fogliettini che giravano, niente scambi di posto, niente urla, niente
chiacchiere, nessuno che cercava di scopiazzare all’ultimo minuto i compiti di
italiano.
La
seconda B sembrava non essere neanche più la stessa.
Erano
passati gia circa 20 minuti e Evie giocherellava con una penna rotta. Persino
Arianna, la sua compagna di banco, nonché la più scatenata della classe almeno
tra le femmine, sembrava dare segni di vita quella mattina.
La
porta si aprì ed entrò Lara spettinata e con il fiatone. Era suo solito
arrivare in ritardo.
Credo
di aver compiuto un grande errore: non vi ho ancora presentato Lara!!
Era
una ragazza bionda, né grassa né magra, slanciata e aveva un hobby preferito:
leggere, leggere e leggere. Persino durante le lezioni prendeva
un libro, che era estremamente variabile (poteva essere un fumetto, cosi come
un giallo, un libro d’avventura), si immergeva nella lettura ed entrava in un
mondo completamente diverso. Era sconvolgente anche la velocità con la quale
finiva ogni libro.
Quando
leggeva era nel suo mondo, lontano dalla scuola, dalle interrogazioni dei
professori, dalle verifiche, dalle noiose spiegazioni.
E
quando un professore le domandava ad esempio “Lara, che cosa ho appena detto?”
lei si guardava intorno con aria smarrita, ma poi magicamente riusciva a
rispondere. Era pazzesco come riusciva a essere distratta ma allo stesso tempo
attenta. Inspiegabile, sconvolgente.
Forse
vi sarà sembrata un po’ strampalata. Lara non era strampalata, era
semplicemente originale. Ed era per questo che si distingueva un po’ dalle
altre e, a volte, era costretta a subire anche le prese in giro dei compagni.
Ma lei non ne faceva un peso. Rispondeva o a tono oppure faceva finta di
niente.
Lara
sapeva pero essere anche una grande amica. Era spiritosa al punto giusto, simpatica,
spontanea. Non era una di quelle persone che se la tirano o che ti usano solo
quando ne hanno bisogno. Assolutamente no.
Insomma,
se dovessi descrivere Lara in una sola parola, direi mitica. Lara era mitica,
era veramente grande. E quando dico grande non intendo solo fisicamente.
La
descrizione di Lara non é un particolare inutile. No, affatto. Perché se fino a
questo momento é stata trascurata, Lara é una persona molto importante.
É
una di quelle poche persone che Evie considerava amiche vere, oltre a Giulia
naturalmente, a Katia e a Maria. Una persona che é sempre presente, pronta a
farti ridere ma a darti anche una spalla su cui piangere.
Lara
con un flebile “Scusi il ritardo professoressa” entro e raggiunse il suo posto.
Evie
riprese a pasticciare non curante il libro di francese, mentre svolgeva ad alta
voce un questionario. Se non altro imparava qualcosa. Sempre meglio che stare lì
a guardarsi intorno.
-
Tieni -. Arianna le appoggio sul banco un bigliettino accartocciato. Chi poteva
averle mandato una cosa simile? Evie lo srotolò e quello che lesse la lasciò a
dir poco sbalordita.
Sul
foglio a quadretti, sorgeva l’inconfondibile scrittura di Matteo. “Ti vuoi
mettere con me? Risp by Matti”
La
testa iniziò a girarle come una trottola, le gambe erano molli, il cuore
batteva all’impazzata. Non era possibile. Il ballo.. e ora quel bigliettino!
Cosa stava succedendo? Non poteva essere vero che tutto quello che aveva sempre
sperato, sognato si stesse avverando nel giro di poche settimane.
“Non
può essere vero!” Si girò verso Matteo: la guardava serio, senza ridere. “Ma..
non sta ridendo! Il suo sguardo é così.. così serio! Non é possibile che mi
stia prendendo in giro! In fondo anche l’altra volta mi sembrava tutto così
irreale.. ma era vero! Ho ballato con Matteo e non era un sogno. Lui mi
stringeva; sentivo il suo calore. Magari si é accorto che io in fondo gli
piaccio! Avanti Matteo mi vuole bene.. non mi prenderebbe in giro in questo
modo!” Il cuore le batteva e il fiato le mancava. Si sentiva tre, ma anche
cento, metri sopra il cielo.
Afferro,
quasi tremando, la penna nera e scrisse: “Certo!”.
Non
era uno scherzo: ne era sicura. Matteo non avrebbe mai potuto farle una cosa
simile. No, non lui.
Lancio
il bigliettino in direzione del suo banco. Si sentiva così agitata. Ma vi
rendete conto? Lei si stava per mettere con Matteo! Matteo, l’unico ragazzo che
era riuscito a farla innamorare. L’unico che la faceva girare la testa per
qualunque cosa, che la faceva sentire così insicura.
Il
bigliettino le ricadde davanti. Si appoggio sul libro di francese. Lo apri,
tremando. “Era uno scherzo, scema! Ci sei cascata come un pollo!”
La
penna le scivolò dalle mani, il bigliettino le ricadde davanti. Così come era
arrivato. Non era possibile! Lei lo conosceva bene Matteo: non avrebbe mai
potuto fare uno scherzo simile. Matteo era un ragazzo sì un po’ spiritoso, che
amava scherzare e a volte fare un po’ il buffone con i suoi amici ma il vero
Matteo era dolce e simpatico.
E
poi sapeva ciò che provava Evie, non avrebbe mai potuto ferirla in questo modo!
Una spada le aveva trafitto il cuore. Una spada.
Potente,
terribile, l’aveva colpita nel profondo. Distrutta, annientata, come quella
volta della scritta. Anzi, ancora peggio.
Perché
in quel momento si era illusa che dopo il ballo qualcosa fosse cambiato, che
fosse nato qualcosa di speciale.
E
mentre fino a qualche minuto prima le sembrava che i sogni esistessero eccome,
in quel momento tutte le sue speranze, i suoi sogni erano scomparsi.
“Scusa,
Evie!” Katia le aveva sbadatamente pestato il piede.
“Niente”
C’é
gente e gente a questo mondo. C’é gente che ti pesta il piede e ti chiede scusa
e c’é chi ti prende a calci il cuore e neanche se ne accorge.
Avrebbe
voluto urlare al mondo intero il suo dolore. A tutti quanti fare capire quanto
era stronzo Matteo. No, basta. Stava degenerando. Matteo non era stronzo, non
capiva solamente quando non doveva più scherzare.
Vi
capita mai di lottare con voi stesse? Ossia una parte di voi vi dice di fare
una cosa, e l’altra un’altra. Accade quello che nei fumetti viene rappresentato
con l’angioletto e il diavoletto.
Ed
ad Evie succedeva proprio cosi. “Lo odio! Adesso vado lì e gli faccio vedere
io! Mi ha derisa.. Io..” Le diceva una parte. “No, Matteo non é cattivo. Lui in
fondo mi vuole bene. Sono solo io che devo imparare a non prenderlo sul serio.
Ed ad avere un po’ più di senso dell’ironia. Voleva solo scherzare!” Era ‘
l’angioletto ’ che c’era dentro di lei.
Il
diavoletto le diceva di fargliela pagare. L’angioletto le diceva di perdonarlo.
Il
diavoletto le diceva: odialo. L’angioletto le diceva: amalo, ancora.
Il
diavoletto le ripeteva che doveva reagire, fare vedere a tutti che lei non si
faceva annientare da uno così. L’angioletto le ripeteva che era inutile, tanto
lei avrebbe continuato ad amarlo, sempre e comunque.
Il
diavoletto diceva che doveva farsi valere, insultarlo. L’angioletto le diceva
di sfogarsi, di piangere.
Diavolo
contro angelo. Angelo contro diavolo. Chi vince? Chi vince: la parte buona o
quella cattiva? Buona… o cattiva. Cattiva.. o buona.
Driiiiiin.
La campanella. Che dava fine all’ora, ma che non poneva fine alle sue
sofferenze. E una lacrima le inizio a scivolare dolcemente sul viso. Una, e poi
due e poi tre. Quattro, cinque. E poi dieci, venti. Uno a zero per l’angioletto.
Poi le domande delle amiche, dei compagni. Di loro che volevano capire. Di loro
che non sapevano, non avrebbero mai potuto comprendere.
-
Matteo?- domando Giulia asciugandole le lacrime. Era chiaro ormai. Annui
timidamente. Era inutile parlare. C’era bisogno di dirlo che stava piangendo
per Matteo? Non era lapalissiano?
– Cosa ti ha fatto questa volta quel cretino? – fu Lara a prendere parola.
“Lasciate
stare il mio Matteo. Lui non é cretino. é solo ingenuo! Non é cretino!!”
Pensava Evie. Due a zero per l’angioletto.
Non
aveva la forza di parlare. Passo loro solo il bigliettino stropicciato.
-
Stronzo!! – fu il commento che usci dalla bocca di Katia. – Ma adesso gliela
faccio vedere io! -
-
No, Katia, no! – intervenne Evie con la voce strozzata, tenendo con
determinazione l’amica per la maglietta. – é inutile.. solo inutile! Non
cambierebbe niente! – Deglutì un attimo. – Con le persone come lui.. non c’ é
niente da fare! – Un punto per il diavoletto. Due a uno.
L’ultima
lacrima le solcò le guance. “ Al diavolo Matteo! Te la farò pagare.. eccome!”
Due per il diavoletto. Due a due. Il primo tempo si era concluso. Pari.
Vi
ricordati la domanda che ci siamo posti ad inizio capitolo? ”Ma i sogni
esistono o non esistono?”
Io
penso che in fondo una risposta ci sia. I sogni esistono. Già.
Ma
non capitano spesso. La vita riserva ad ognuno di noi tristezza cosi come
gioia, momenti felici così come momenti tristi.
Ci
dona quello che sogniamo, come un ballo e qualche settimana dopo ci offre tanto
dolore, come uno stupido scherzo.
Ma
quando siamo abbattuti l’importante é non lasciarci vincere dalla tristezza e,
a volte, saperci anche accontentare. Perché prima o poi la vita darà qualcosa
anche a noi. L’importante é tenere
sempre una certezza nel cuore: i sogni esistono. Basta solo saperli aspettare.
FINE CAPITOLO 7
Ciao a tutti! Se non si fosse
capito il punto dove c’ é scritto “Uno per l’angioletto. Uno a zero”
ecc… é come se ci fosse una partita
metaforica tra angioletto e diavoletto, tra “la parte buona” e quella “cattiva”
di Evie.
Chiedo scusa se ci saranno
alcuni errori di grammatica, come soprattutto la mancanza di accenti. Ma ho
scritto questo capitolo al mare con il computer portatile. Dato che il computer
é molto molto vecchio, non sono riuscita a capire come si mettevano gli
accenti. Prima di pubblicarlo, l’ho riguardato e li ho messi dove era
necessario. Ma se mi fosse sfuggito
qualcosa, vi prego di
scusarmi!
Un ringraziamento speciale per
tutti i miei lettori.
Elyna91
Miao91 o Winnythebest:
Julietta_Angel
Sailormeila
Ayla
Zakurochan
Fanny
chan
Niki
chan
Cry90
Valentina
Ci tengo a rispondere ad Ayla, che giustamente ha trovato un po’ insolito il fatto
che Evie e Matteo abbiano
ballato senza neanche rivolgersi la parola.
x Ayla: Innanzitutto ringrazio te, come tutti gli altri
lettori, di continuare a seguirmi. Comunque per la
storia del ballo: lo so che é
un po’ irreale il fatto che abbiano
ballato senza neanche rivolgersi la parola. Ma diciamo che ho preferito
analizzare quel momento dalla parte di Evie, sottolineando ciò che provava e sentiva, piuttosto
che scrivere parole o frasi che avrebbero rotto “l’incanto” del momento. Comunque grazie mille.. Continua a recensirmi (se puoi!!!) e
a darmi anche il tuo parole! Bye Bye
Diddly
Veramente un grande
ringraziamento a chi mi ha recensita, sostenuta fino a questo punto e anche a
chi lo farà in futuro. Ci tengo a dire che le vostre
recensione sono stupende e mi fa veramente piacere ricevere così tanti
complimenti, che mi spingono a continuare. Grazie di cuore!
A presto
Diddly