OROCHIMARU’S
BIRTHDAY
Canta il gallo, suona la sveglia,
inizia un nuovo giorno dopo una notte di veglia.
Per molte ore dopo il tramonto, Kabuto ha lavorato,
per conto del suo signore Orochimaru, Sasuke ha controllato.
Il giovane Uchiha è instancabile, stremato è Kabuto:
tutto il tempo l’erede è corso dietro a Naruto.
Ma oggi è importante, è un giorno speciale,
di tutto l’anno, per Kabuto, l’unico che vale.
Per questo affronta missioni e ninja, paura e ogni affanno:
del suo signore Orochimaru oggi è il compleanno.
“In piedi, soldato,” si dice. “È tempo di andare,
al grande Orochimaru so già cosa comperare!”
Così, alzatosi, si traveste e al villaggio scende;
di certo, non a viso scoperto può recarsi al chiosco di tende.
Piene di vita e persone sono le strade della città:
gente che compra, che spende e che va.
Il maestro Kakashi ordini e consigli a Sakura rivolge;
Jiraiya Supremo nello spogliatoio delle donne la testa sporge;
Gai e Rock Lee, ninja delle arti marziali;
Sasuke e Naruto, eterni rivali;
dietro un chiosco, lontana, Hinata li osserva e tace,
si limita a gettare un’occhiata fugace;
Neji, suo cugino, ha con lei un conto in sospeso:
mai, per lui, il filo della discordia fu più teso.
Ma Kabuto non presta tanta attenzione a quei personaggi.
“A Orochimaru Signore devo recare i miei omaggi.”
Trova in fretta negozio, regalo e biglietto;
ora non resta che riportare il tutto sotto il suo tetto.
Così bello, elegante e raffinato,
il dono nelle mani di Orochimaru è consegnato.
Il Supremo ringrazia: “Di Sasuke il corpo avrei preferito,
eppure anche questo mi pare un regalo gradito.”
Kabuto tace, s’inchina e sopporta:
sa che la mente di Orochimaru è altamente contorta.
“Un libro!” esclama entusiasta il Supremo.
“Dinanzi al tuo acume, Kabuto, io tremo!”
E così, Orochimaru si impegna a fondo nella lettura,
per giorni pare quasi un’altra creatura.
In breve, il romanzo termina e da Kabuto si reca
(non si perché, ma ha posto il volume sotto una teca!).
“Trama avvincente, magie interessanti,” commenta con occhio colmo di ardore.
“Ma nessuno osi paragonarmi a Lord Voldemort, l’Oscuro Signore!”
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