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Autore: Mimi18    13/01/2010    3 recensioni
{Per il The One Hundred Prompt Project di Black Ice Crystal}
Seguì con il naso patrizio la linea morbida dei suoi seni, prima di guardarla nuovamente negli occhi cerulei.
«E la tua risposta è sempre la stessa» Chiosò Ino, le mani tremanti mentre lo accarezzava – perché con nessun altro il suo stomaco si era attorcigliato, perché quello non era solo sesso.
«Va tutto bene, non c’è niente di sbagliato»
[NejiIno]
Genere: Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Neji Hyuuga
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ho notato che ci sono davvero pochissime FF su Sasuke Uchiha e Ino Yamanaka

 C’era una volta una Barbie
The One Hundred Prompt Project

 

Almeno credo (bene)

Mentre le labbra di Neji sfioravano la sua pelle, fameliche e voraci, Ino si lasciò sfuggire un sospiro di piacere.

Le loro pelli nivee, la medesima tonalità di colore, gli occhi chiari che si guardavano bramosi di ricevere di più di quelle semplici carezze, le labbra che baciavano quelle dell’amante con un passione tale che avrebbe potuto piegare le gambe di chiunque altro.

Ino si aggrappò ai suoi capelli, sedendosi a cavalcioni su quel corpo asciutto – che aveva sentito contro il proprio più e più volte, lasciandosi poi stringere dalle braccia forti di Neji.

«Sei sicuro?»

Il ragazzo stese le labbra in un mezzo sorriso, la mano che correva ad accarezzare i capelli biondi della giovane.

«Tutte le volte la stessa domanda, Yamanaka» Le soffiò contro l’orecchio, e una scarica passò tra di loro quando la sentì rabbrividire.

Seguì con il naso patrizio la linea morbida dei suoi seni, prima di guardarla nuovamente negli occhi cerulei.

«E la tua risposta è sempre la stessa» Chiosò Ino, le mani tremanti mentre lo accarezzava – perché con nessun altro il suo stomaco si era attorcigliato, perché quello non era solo sesso.

«Va tutto bene, non c’è niente di sbagliato» E mentre pronunciava quella frase – sbagliata, sbagliata, sbagliata – Ino chiuse gli occhi, dimenticando il vociare oltre la porta e la moglie del ragazzo che stava tra le sue gambe.

 

Tra palco e realtà (male)

Ino deglutì rumorosamente, portandosi per l’ennesima volta il calice di champagne alla bocca, il rossetto ormai quasi del tutto scomparso – a causa di labbra che baciavano le sue, i corpi nascosti malamente da una tenda polverosa.

Portò una sua mano lungo il costato, accarezzandosi la pelle nuda e assottigliando gli occhi chiari di fronte alla coppia felice mano nella mano; sembrava quasi che nulla potesse intaccare quella gioia.

Poi Neji strinse il fianco magro di Hinata, e qualcosa nel cuore di Ino sanguinò. Un bruciore intenso, quasi avesse ricevuto una, due, mille pugnalate dritte al centro del suo petto.

Si dovette appoggiare all’uomo al suo fianco per non cadere, dando poi la colpa ai tacchi alti – e non al proprio cuore che doleva.

Con gli occhi velati dalle lacrime, fissò nuovamente Neji e quando il giovane uomo si chinò a baciare con leggerezza le labbra di Hinata, capì.

Capì era inutile convincersi che tra loro non ci fosse nulla, oltre al puro e primitivo piacere carnale.

Era inutile illudersi di non amarlo, di non desiderarlo ogni notte nel proprio letto e non solamente quando a lui faceva più comodo – cosa che capitava sempre più spesso, negli ultimi tempi, e che l’aveva illusa.

Ino non poteva fingere con se stessa, perché il suo cuore faceva fottutamente male mentre guardava ed invidiava per la prima volta un’altra donna, il desiderio di essere tra le braccia di Neji al posto di Hinata Hyuuga.

 

Piccola stella senza cielo (luce)

Neji l’aveva vista per la prima volta in cupo e grigio pomeriggio all’università, sei anni prima, quando ancora il suo futuro non era stato scritturato su carta e la libertà poteva ancora essere afferrata.

Correva a perdifiato, un vestito viola troppo corto e il viso truccato con colori leggeri, e il ragazzo aveva seguito quel corpo armonioso con vaga curiosità, intravedendo la pelle nuda delle gambe ed i denti bianchi scoperti in un sorriso di pura soddisfazione.

«Shikamaru!» Si era gettata tra le braccia di un suo compagno di corso, e senza pudore si erano baciati di fronte a tutti e poi...poi si erano salutati come due semplici conoscenti, ognuno per la sua strada.

E Ino l’aveva guardato dritto negli occhi, il sorriso mefistofelico e la bocca inturgidita.

«Sei il cugino di Hinata-chan?» Gli aveva domandato senza vergogna, avvicinandosi e prendendolo a braccetto. Neji non aveva particolarmente gradito quella sfacciataggine, ma era comunque rimasto in silenzio, assaporando il profumo di fiori della ragazza.

«Io sono Ino Yamanaka, frequento la facoltà di farmacia. Piacere di conoscerti!» E gli aveva scoccato un veloce bacio sulla guancia, tipico saluto delle ragazzine.

Eppure, quando guardò i suoi occhi cerulei, vi scorse una luce maliziosa e divertita. Luce che, ancora oggi, vedeva sempre nei suoi occhi, prima di fare l’amore con Ino.

 

Tutte le strade portano a te (oscurità)

Non vi era luce in quel rapporto, solo una buia oscurità che accecava i loro sensi che li faceva capitolare ogni volta nel baratro più profondo, portandoli quasi alla pazzia.

Si baciavano, mentre il buio li avvolgeva – ed Ino non vedeva nemmeno più distintamente il corpo di Neji, annebbiata ormai dalla sua presenza.

E l’oscurità era sempre più fitta, sempre più palpabile e consistente, mentre i pensieri di Hinata e il bimbo che portava in grembo scivolavano via, seguiti da quello dell’imminente matrimonio di Ino con quel famoso dirigente dell’azienda di cui Neji era socio.

Rimanevano lì, insieme, al buio non solo della stanza, ma dei loro sentimenti incomprensibili dai quali mai riuscivano a separarsi, ad allontanarsi.

Neji aveva capito che non era più questione di stare tra le gambe di Ino e godersi quei cinque minuti di piacere; l’aveva compreso quando si era fermato da lei e si era lasciato abbracciare, consolare, quando Hinata gli aveva detto del loro bambino – al posto di esserne felice, di gioirne.

Aveva capito che qualcosa tra loro c’era veramente quando la consapevolezza che non sarebbero più potuti rimanere insieme l’aveva colto improvvisamente – quando ormai le ombre che li avvolgevano erano troppo spesse.

«Come chiamerai tuo figlio?» Gli chiedeva sempre, ignorando la storia che ormai giungeva agli sgoccioli, mentre accarezzava in un gesto di improvvisata dolcezza i capelli lunghi dell’uomo.

Neji sollevava il viso ma non riusciva a scorgere quello di Ino, immerso nel buio della stanza – dell’amarezza – e scrollava le spalle, indifferente.

«Hinata è d’accordo con me: se sarà una bambina si chiamerà Ino» E si sollevava, la baciava e la tratteneva contro il suo petto.

Ed il buio nascondeva ancora quella passione, per le ultime, poche ore.

 

Bambolina (opposti)

Quando Ino riguardava le vecchie foto, vedeva sempre la sua figura accanto a quella di Neji, le mani che si sfioravano accidentalmente. Ricordava come quegli occhi chiari scrutassero la sua figura armoniosa, ben attento a non farsi notare da nessun altro all’infuori della stessa Yamanaka, mentre lei con la sua esuberanza lo abbracciava in pubblico e, quando nessuno li vedeva (forse), lo baciava divertita e maliziosa, gli occhi cerulei intrisi di malizia.

Probabilmente, se si fossero fidanzati chiunque si sarebbe dichiarato contrario, perché Ino era una bambolina modaiola e chiacchierona, Neji un perfetto manichino di intelligenza e razionalità.

Mentre la bionda si fissava allo specchio, il ragazzo avrebbe sicuramente preferito rimanersene comodo su un divano, magari con i fogli del lavoro o dei compiti.

Erano l’uno l’opposto dell’altra, chi troppo ligio al dovere, chi troppo attenta all’ultima tendenza.

Non sarebbero mai potuti stare insieme, pensò Ino guardando l’uomo steso al suo fianco; non avrebbero mai ottenuto la felicità.

Avevano ragione tutti: loro non erano fatti per stare insieme e costruirsi una famiglia, perché troppo diversi – o almeno, era ciò che Ino continuava a ripetersi per non scavare ferite più profonde nel proprio cuore.

 

 

 

 

N/a

Madre santissima, non pensavo che scrivere una NejiIno fosse così...difficile. Eppure, quando li guardo ho mille idee, ma nel momento di metterle su carta...PUFF. Tutto scompare. Madame Ispirazione, dite? Potrebbe anche essere – attualmente ne sono sprovvista, visto che è circa due giorni che cerco inutilmente di scrivere una AreRina. Sic.

In ogni caso, questa è per Sil, che capisce la profonda bellezza del NejiIno e che è una fangherl in tutto e per tutto. E perché il titolo è solo per lei, esclusivamente per lei. *_*

“C’era una volta una Barbie”, perché Ino lo è sempre stata, ed ora, nel momento in cui le ferite procurate da Neji dovrebbero essere evidenti, lei rimane di plastica. Proprio come le Barbie, no?

Le parole tra parentesi, sono i prompt. Sapete, no...il “The one Hundred prompt project”. J

Sil, spero ti piaccia almeno un po’. Nel caso, al mio compleanno potrai non scrivermi nulla. ù_ù Ti voglio bene, Barbie. Sic.

Oh, per quanto riguarda il mio ritiro...sapete com’è, l’incoerenza. J

Cà.

 

   
 
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