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Autore: shining leviathan    13/01/2010    1 recensioni
Spesso l'amore non lenisce le nostre sofferenze,alcune volte fomenta il fuoco di una follia che mai smetterà di bruciare. Non si può amare un riflesso, ma chi non ha più niente da perdere fà questo ed altro ( NaminèxRiku)
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naminè, Riku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts II
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NORMALITY ?

 

 

 

Il silenzio del rimorso è il peggiore che una persona possa sopportare.

Io ne ero pieno, pieno fino a scoppiare.

Dopo la patetica scenetta di gelosia, di cui ero stato l’assoluto protagonista, mi rinchiusi a guscio nella mia immensa pazzia cullandomi nella speranza che lei sarebbe tornata da me. D’altronde non ero io che dovevo chiedere scusa, non ero stato io la puttana di turno.

Ero sicuro, no, speranzoso più che altro. La mia sicurezza era ormai sparita da molto tempo e aspettare era l’unica cosa utile che potessi fare in quel momento.

Il mio improvviso cambiamento d’umore non turbò più di tanto Diz, mi sembrò addirittura sollevato nel constatare che per me Naminè era acqua passata quando non lo era affatto.

Non mi sentivo in vena di contraddirlo, non poteva capire fino in fondo cosa stessi provando ne l’avrebbe capito mai.

Mi gettavo a capofitto su ogni minuscolo dettaglio, convinto che risvegliare Sora fosse più importante dei miei sentimenti ma mi accorsi che i ruoli erano stati invertiti.

Di Sora non mi importava più nulla, o almeno, non con la stessa intensità dell’anno passato.

Avevo sedici anni e una montagna di colpe sulle spalle, eppure continuavo ad andare avanti trascinato dagli eventi come un fantoccio  nella corrente impetuosa di un fiume.

Non ero felice.

Non ero libero.

Piegato dalla volontà di un individuo nel mondo reale, marcato stretto dai demoni della follia nel mio subconscio, in un limbo infinito che non avrebbe mai cessato di esistere.

Neanche dopo la sconfitta di Xemnas e la morte di Ansem, alias Diz, riuscii a tornare me stesso.

Nel senso psicologico, intendo.

L’esplosione della macchina del vecchio aveva  restituito il mio aspetto originario e tutti, me escluso, festeggiarono il definitivo ritorno del Riku maleducato e sicuro di sé che per troppo tempo si era creduto morto.

Io ero morto, morto dentro, ma erano troppo superficiali per accorgersene e tendevo spesso a mentire per non mostrare loro il ragazzo  che aveva definitivamente sostituito il vecchio me, di cui non rimaneva altro che ricordi.

Sono passati due anni e ancora non so cosa devo fare ancora in questa vita.

La pace mi da sui nervi, perché lei non può goderne.

La serenità mi gira al largo, perché sa che con me non ha speranze.

L’aria del mattino mi da fastidio così come la sabbia e il mare, perché so che Naminè non potrà mai provare le sensazioni che danno direttamente.

Il nessuno di Kairi. E chi l’avrebbe mai sospettato.

Bhè, un po’ di domande potevo anche farmele, ma ero troppo impegnato a deteriorarmi nel mio dolore per vedere qualcosa oltre il suo viso. Un viso che rivedo ogni giorno eppure mai, la voce cristallina che accarezza i miei timpani senza farlo veramente, la pazzia di ogni minuto che passiamo insieme in modo ipotetico.

E adesso è anche peggio.

Kairi e Sora si sono fidanzati, per cui ogni momento è buono per baciarsi anche se io sono a pochi centimetri da loro.

Baci appassionati, giocosi, lievi. Di tutti i tipi ne hanno provati, incuranti dei miei sguardi infastiditi e scocciati.

Mi scocciava il fatto che Naminè potesse provare sulle sue labbra le sensazioni di un bacio, che potesse goderne appieno. Soprattutto nelle notti che passavano insieme all’isolotto e io li seguivo di nascosto per spiarli.

Faceva male sentirla sospirare, gemere sapendo che per metà era mia. Feriva più di un coltello mentre mi tappavo le orecchie per non udire oltre, con le lacrime di amarezza che cadevano sulla sabbia.

Ma non potevo reclamarla, lei era stata solo un’ombra. Un’ombra che ,però, non era scomparsa con l’avvento della luce. Si era semplicemente nascosta.

In un luogo a me inaccessibile ma per Sora così vicino.

Smisi di uscire con loro, ignorando le vive proteste da parte di entrambi, e cercai di guarire scoprendo dopo qualche mese che il tempo non cura affatto le ferite. Ne le rende più sopportabili.

Naminè era diventata un cancro.

 

 

MADNESS

 

 

“Non posso accontentarti Riku”

Il ticchettio dell’orologio sulla mensola di marmo riempie il silenzio che si è creato tra noi ed io alzo lentamente gli occhi da terra.

“ Perché?” chiedo in tono falsamente gentile, morendo dalla voglia di strangolarlo “ Perché non potrebbe accontentarmi?”

Re Topolino sospira e congiunge le dita posandoci sopra il mento.

È preoccupato, non le piace la proposta che le ho fatto e, più di tutto, ha paura di me.

Forse è l’unico che si è accorto del mio cambiamento radicale e per questo sta scegliendo con cura le parole giuste per liquidarmi.

Sa che i tempi in cui ero un ragazzino confuso sono finiti.

“ Vedi… una volta che un Nessuno si ricongiunge al suo originale non c’è modo per tornare indietro. È, come dire, un processo a senso unico”

La pazienza comincia a mancarmi.

“ Lei mente” sibilo con una fredda calma che lo fa sobbalzare, ma lesto riprende il suo cipiglio.

Comincia a perdere colpi il topo.

“ Se c’è un modo io non lo conosco Riku!” esclama duramente piantando i suoi occhi nei miei “ E se anche lo sapessi non te lo direi”

“ Non sono più un bambino” dico passandomi una mano sul mento “ Ho diciannove anni e voglio sapere”

“ Proprio perché non sei più un bambino ti rifiuto il mio aiuto” replica piatto “ Non mi piace questo tuo atteggiamento. E ora esci”

“ Peccato” mi alzo in piedi ed evoco il Keyblade “ Allora non mi serve più”

 

 

 

 

 

Il sangue sul mio volto non è ancora asciutto.

La cenere che si è depositata sui miei vestiti puzza ancora di morte.

Il castello sarà solo un bel ricordo bruciato dal fuoco della mia follia.

Sono qui, in quella che una volta era la mia isola e che adesso è solo un luogo come gli altri.

Con persone che mi sembra di non aver mai conosciuto veramente.

Il keyblade nella mia mano grondante di sangue, pronto a riceverne ancora.

Il mio sorriso, folle.

La mia mente, annebbiata. In quella che sarà per sempre la mia atroce follia.

 

 

THE END

 

 

Ultimo chappy!!!!! Scusate questo finale del cavolo ma la pazzia alla fine ha trionfato! Sì Riku fuori di testa ce lo vedo. Ho deciso che questa fic avrà un seguito e l’albino sarà di nuovo lo spietato nemico di un tempo (forse molto di più) ma ci devo ancora pensare!

Ringrazio Xikhy_Chan per le recensioni e il supporto morale!!!!!!

 

 

 

 

 

 

  
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