Gordon aveva appena varcato la soglia della centrale di polizia, che gli occhi di tutte le persone al suo interno si focalizzarono su di lui. Non era una bella sensazione. Sapeva che quando era così voleva dire che qualcosa di importante era accaduto, qualcosa di cui non era ancora al corrente, qualcosa che avrebbe dovuto sapere.

- Beh, avanti, ditemi che succede - disse, guardandosi intorno.

Una delle persone che non avevano accennato a staccare lo sguardo da lui, improvvisamente afferrò un telecomando ed accese la televisione, sul canale del tg, dove si diceva per l'appunto che il criminale conosciuto solo con il nome di Joker era evaso quella sera dal carcere di massima sicurezza di Gotham City. 

Gordon dilatò le palpebre quando comprese ciò che era successo. Dopo di che si rivolse ai suoi agenti.

- Dobbiamo ispezionare tutto, ogni luogo della città, dobbiamo trovarlo - disse. "Dobbiamo chiamare Batman", pensò. Ma non potevano. Batman era ricercato, anche lui, per legge anche lui avrebbe dovuto dargli la caccia, ma non poteva. E non poteva lasciare a Batman il compito di occuparsi del Joker, ormai non era più compito suo, ormai doveva cavarsela senza di Batman.

Si rinchiuse nel suo ufficio, sedette alla sua scrivania e si resse la testa tra le mani, cercando di organizzare i suoi pensieri e di mettere ordine nel caos che si era scatenato nella sua mente. Com'era possibile che riuscisse a farla franca ogni volta? Quel lurido, pazzo, bastardo, quello schizofrenico, astuto, e così dannatamente furbo clown. No, non c'era speranza, solo una persona poteva riuscire a scovarlo ed a sbatterlo un'altra volta in cella, solo Batman poteva.