IL PIƯ BEL RISVEGLIO POSSIBILE
Un tiepido raggio di sole
mattutino si fece largo tra pesanti tende di raso
rosso ed illuminò lievemente la grande stanza da letto occupata da un giaciglio
matrimoniale con lenzuola di seta verde smeraldo.
La camera, lo
si poteva facilmente intuire, era
molto sofisticata: i mobili intagliati magistralmente a mano, le tende
lavorate con fili rossi e verdi che intrecciati andavano a formare le più
disparate figure, i tappeti di notevole fattura arrivavano senza dubbio dall’Oriente.
Per non parlare del rosone infinitamente bello nella metà del soffitto nel
quale stava appeso un lampadario di cristallo a forma di piramide.
Un fruscio di lenzuola fu il
segno che la figura sdraiata nel letto si stava svegliando; lentamente un braccio
si spostò verso l’altra parte del letto, vuota.
Evidentemente la persona si
aspettava di trovarci qualcuno, perché si girò interamente verso
lo spazio vuoto ma ancora tiepido, segno che chi si era alzato non era
andato via da molto; il ragazzo, ora si capiva, si mise seduto mentre si
stiracchiava con la lentezza e la calma di un felino ed aspettò, fermo, il
ritorno della persona che trascesa dal letto.
Il ragazzo, ormai in realtà
quasi uomo, aveva i capelli corti color petrolio e ribelli, il viso dai tratti
marcati ma nel contempo dolci, le labbra carnose, gli occhi smeraldini ed
illuminati da un bagliore di serenità, il corpo muscoloso ma flessuoso quasi
interamente scoperto se non per una gamba e l’inguine.
La porta cigolò leggermente e
l’espressione contenta del moro doveva stare a significare che chi stava
entrando doveva essere colui/ colei che aveva lasciato il letto.
-
Buon giorno…
Pensavo mi avessi abbandonato…-
La voce del ragazzo era roca,
ancora leggermente impastata dal sonno, ma bella e maschile.
-
Si, ma solo
momentaneamente… Ho preparato la colazione per tutti e due
e visto che tu hai una fame incredibile la mattina mi ci è voluto un po’ di
tempo…-
La figura appena entrata era
bella almeno quanto il moro sul letto, ma di una bellezza differente: se il
moro poteva sembrare quasi una bellezza mediterranea, anche per via della pelle
scura, quest’altra era una bellezza diafana.
I capelli erano di un biondo
che alla luce del sole poteva quasi apparire bianco, gli occhi erano di un
grigio-azzurro quasi trasparente, il colore della pelle poteva quasi competere
con la neve fresca; la descrizione può far sembrare la figura una donna bellissima, e bellissimo è un aggettivo
appropriato, ma non donna.
Era un maschio, all’incirca
della stessa età del moro, con il corpo simile al suo ma con i tratti del viso
più fini e delicati. Sembrava quasi una figura eterea, un angelo disceso dal
paradiso esclusivamente per portare la colazione a quel demone dannatamente
affascinante.
-
Oh… Allora ti
perdono! E cosa avresti portato di buono? Sto morendo
di fame…-
-
Ecco, quando mai?
Sei incredibile Harry, come fa il tuo stomaco a sopportare di
prima mattina tutto il cibo che ingurgiti?! Comunque
eccoti servita una colazione da re!-
Sul comodino a fianco del
moro che l’angelo aveva chiamato Harry, apparvero un’infinità di cibarie e
bevande: uova strapazzate, bacon, biscotti, marmellate, burro, pane tostato, succhi di frutta, caffè e latte freddo.
-
Ah però, Draco…
Questa mattina ti sei proprio dato da fare! Altro che scuola di magia e
stregoneria… tu dovevi andare a dare una scuola per
cuochi, te lo dico io!-
-
Una scuola dove ti insegnano a cucinare?! Ma quando
te la sei inventata?!-
-
… Draco, Draco…
Lo sai che ti amo, …vero?, ma sono dello stesso avviso
di Herm: voi purosangue dovreste studiare un po’ più approfonditamente il mondo
babbano!-
-
Si certo… tu e la Granger vi coalizzate sempre contro me
e Weasley… Solo perché voi conoscete tutte le diavolerie che i babbani si sono
inventati!-
-
Bè, caro, se io
ed Herm andiamo contro i nostri ragazzi, non credi che
ci possa essere un motivo più che valido? Secondo me
dovresti venire a Londra con me, un giorno, e venire a visitare una di queste
scuole dove ti insegnano a diventare cuoco… Sei ancora abbastanza giovane per
cominciarne una!-
La smorfia che si creò sul viso dell’angelo
chiamato Draco non fece desistere Harry che però,
prima di riuscire a continuare il discorso, fu interrotto dal biondo.
-
Sei ancora
abbastanza giovane? Sei ancora abbastanza giovane?! Detto così sembra che io
abbia 45 anni! Ma dico! Come ti permetti?-
-
Calmati, Draco,
queste scuole di cui io ti ho parlato vengono fatte
esattamente nello stesso periodo in cui noi frequentavamo il 5° anno a scuola!
Questo vuol dire che saresti fuori corso di ben 5
anni! Capito?-
L’espressione stupita che il
biondo fece causò un piccolo scoppio di ilarità del
moro che smise immediatamente per non far arrabbiare il suo ragazzo.
-
Mhà… non mi hai
convinto del tutto… Ma ci penserò più tardi, ora si mangia!-
Detto fatto: i due erano
seduti sul letto accerchiati da tutte le prelibatezze
con cui avrebbero presto fatto colazione.
Verso fine pasto ad Harry scivolò una goccia di marmellata alla pesca sul
torace, fece per andare a pulirsi ma fu bloccato da una forte stretta; si girò
verso ciò che lo bloccava e si trovò davanti un Draco che gli sorrideva furbo.
-
No Draco… Dai, per favore! Lasciami andare!-
-
Non ci penso
neanche! Devi essere punito per la risata che ti sei fatto a mie spese…-
Il povero demone non aveva la
minima idea di cosa volesse fare quell’angelo
perverso, ma aveva… Come si può dire… Un brutto, anzi, bruttissimo
presentimento.
Per magia
tutti gli avanzi della loro
colazione scomparvero, lasciando completamente sgombro il letto che però ben
presto si trovò un ragazzo moro completamente sdraiato con sopra un bel biondo
che aveva stampato in faccia un ghigno per nulla rassicurante.
Le suppliche di Harry non
fermarono nemmeno per un secondo Draco che, con una lentezza davvero
esasperante, scese con il viso fino a sfiorare le labbra carnose con le
proprie, più sottili.
Il baciò
durò a lungo, che però non fece dimenticare al torturatore, perché di
piacevolissime torture Harry era convinto che si parlasse, il suo scopo
primario: ripulire il petto del suo compagno dalla marmellata.
Piano cominciò a scendere,
lasciando dietro di sé una lunga scia di baci, che partiva dalla bocca, passava
per il mento, il collo, la clavicola, poi sempre più giù fino ad arrivare un
paio di centimetri sotto, alla destra, il capezzolo sinistro: dove c’era la goccia
di marmellata.
Draco con lentezza cominciò a
leccare quel punto per levare bene via ogni traccia, procurando al giovane uomo
moro ripetute scosse che si espandevano per tutta la colonna vertebrale.
Tra una leccata ed un’altra,
il biondo chiese al moro, con l’aria più innocente possibile.
-
Mi chiedo tutte
le volte perché mai devi fare resistenza… neanche ti torturassi…-
-
Ma tu… Tu MI
torturi!... E poi so che altrimenti tu… non ti
sentiresti abbastanza… Predatore…-
Draco smise di prestare
attenzione a quel dolcissimo pezzo di pelle di Harry per spostare il suo
sguardo cielo verso quel bel prato verde; rimase un attimo in silenzio a
contemplare quello sguardo smeraldo che gli aveva fatto perdere la testa sin
dal loro primo incontro, solo che allora quegli occhi erano colmi di incertezza, di stupore per quel nuovo mondo di cui non
sapeva l’esistenza, mentre ora… Ora rischiava di perdercisi dentro ogni volta
che si specchiava in quei laghi verdi, così profondi, così misteriosi, così
ingannevoli, che potevano nascondere nel loro profondo tantissime cose che
stavano lì, ad aspettare qualcuno che le andasse a scoprire.
Si rese conto che il suo
compagno aveva detto il vero, se si fosse sempre lasciato andare a lui subito,
non si sarebbe sentito appagato come lo era quando
faceva resistenza, perché lui era un predatore, e gli piaceva giocare con la
sua vittima, gli piaceva far perdere quel ragazzo nell’oceano del piacere, si
sentiva infinitamente bene quando faceva cambiare idea al suo demone personale
grazie ai suoi gesti, alle sue attenzioni.
L’angelo sorrise.
-
Già hai ragione…
Allora continuo la mia tortura?-
Il demone
sorrise.
-
Fai quello che
vuoi, Draco… Fai quello che vuoi…-
E così fu.
Il bel biondo ricominciò a
prestare le sue attenzioni al corpo del moro, fino a quando non lo fece
impazzire, come tutte le volte, e come tutte le volte si amarono, con la stessa
passione e lo stesso amore della loro prima volta
assieme.
-
Dai Draco,
muoviti! Altrimenti arriviamo in ritardo!-
-
Macché ritardo!
Siamo in perfetto orario! E poi mi devi spiegare: come hai fatto a convincermi
ad andare da Weasley e dalla Granger?-
Il moro
sorrise anzi, ghignò. Il biondo si
chiese perché aveva fatto quella domanda retorica, sapeva perfettamente come il
suo caro e dannato Harry lo aveva convinto.
Subito dopo che lui aveva finito con le sue “torture”, il bel moro era partito
con il suo programma di persuasione… E Draco doveva ammettere che Harry era
dannatamente bravo a persuadere la gente, quando voleva…
E così eccoli, davanti ad una
villetta con giardino situata su di una collinetta nella Londra magica, vicino a Diagonalley.
DLIN DLON
-
Avanti!-
Si sentì da dietro la porta,
la voce era femminile e cordiale, evidentemente la donna doveva aspettarli.
Quando i due entrarono, furono accolti da una figura
femminile piuttosto bella. Aveva capelli scuri e mossi che arrivavano fino alle
spalle, ma erano legati in una coda bassa e lenta, gli occhi erano castani e
brillavano di intelligenza.
-
Che bello rivedervi, ragazzi! E’ da molto che non ci
vediamo!-
-
Come fai a dire
una cosa del genere, Granger? Ci siamo visti due settimane fa, alla consegna
dei diplomi per Auror…-
-
Massì Draco, io
intendevo che è molto che non stiamo tutti assieme, a
quella festa tu e Ron siete stati tutto il tempo impegnati a parlare con i vostri
colleghi, mentre Harry si è dovuto praticamente nascondere per non farsi vedere
da quella folla di oche che lo cercavano!-
Il diretto interessato si
mise a ridere, al ricordo di quella dannata festa e di quelle ancora più
dannate ragazze che lo volevano vedere per chiedergli
di firmare un migliaio, ma che dico, una miriade infinita di sue foto.
-
He… Già, davvero
bella festa, Herm... Ron dov’è?-
-
E’ di la in giardino, sta cercando di capire come funziona un
taglia erba… ti spiace andare a controllare? Ho paura che si faccia male,
quello zuccone…-
-
Certo,
amica… Vi lascio soli…-
Così Harry s’incamminò tutto
raggiante verso il giardino, dove vi trovò un ragazzo della sua età ma con
lunghi capelli rossi che cercava di capire come potesse partire quell’aggeggio
che la sua cara Hermione gli aveva detto che si chiamava taglia arbusti, o roba
del genere.
Harry arrivò giusto in tempo per evitare al suo amico il troncamento della mano,
visto che l’aveva infilata in mezzo alle lame e nel frattempo stava per
schiacciare il pulsante d’accensione.
-
Fermo! Ma che
cavolo fai, Ron?-
-
Oh, ciao amico!
Stavo cercando di capire come funzionano i vostri aggeggi babbani… Ma dimmi un
po’, come va la vita?-
-
Bene, grazie… E
se posso chiedertelo… A quando le nozze?-
Il rosso divenne del colore
dei suoi fiammanti capelli e cominciò a stringere convulsamente le mani per
l’imbarazzo.
-
Ehm… Dunque noi
pensavamo… Per l’estate prossima…-
-
Oh bene! E quando avevi intenzione di dirmelo?!-
-
… Ehi tu! Come
mai questo buon umore già alle 10.30 del mattino?! Non me la conti giusta!-
Il bel moro
sorrise sereno e, proprio mentre
li stavano raggiungendo Draco ed Hermione, rispose.
-
Ho solo ricevuto
il più bel risveglio possibile!-
Bene! Buon giorno, buona
sera, buon pomeriggio… ‘Somma! Buon tutto a tutti!
Sono
contenta, non si vede? J
Tra pochi giorni parto per la
mia isola estiva… Che bello!
Ma bandiamo alle ciance…
Che ve ne pare di questa storiella fresca fresca per augurarvi le buone vacanze?
Mi fate sapere tutti, vero?
Bene gente, non so che altro
dirvi se non:. BUONE VACANZE ESTIVE!!