VI. Non
Rubare
[No Pride]
[No Pride]
"Credi davvero che Kira possa aver fatto questo, Elle?"
"Non ci sono dubbi." Soichiro Yagami gettò in aria i documenti che aveva di fronte a sé con un brusco gesto delle mani.
Era furioso.
Come era possibile tutto questo?
Come faceva Kira ad essere così astuto, imprevedibile, rapido?
Dio, la fortuna non girava certo dalla parte della giustizia.
Se Light Yagami fosse stato in quella stanza d'albergo e avesse ascoltato la conversazione, non sarebbe riuscito a trattenere un sorriso compiaciuto.
No, sbagliato. Ce l'avrebbe fatta.
Elle fissava muto la tazzina di caffé bollente sul tavolinetto, rannicchiato sulla poltrona, le occhiaie più profonde e pesanti del solito.
"Sapeva tutto. Inizio a domandarmi se davvero non sia Dio..." Matsuda sussurrò quelle parole tra sé e sé, ma venne udito da Soichiro, che riversò la sua rabbia su quel commento.
"Cosa dici? Kira é soltanto un maniaco omicida! Codardo!" Urlò quelle parole inarcandosi in avanti, sputando tutto il suo disprezzo in faccia al giovane collega.
Ed Elle rimaneva muto.
In silenzio, contemplava la bevanda scura.
"S-Si Signore...però..."
"Zitto, Matsuda! Non voglio mai più sentirti dire certe cose. Mai." gli occhi sgranati, il respiro irregolare, la fronte sudata.
Ma quel bastardo di un Kira uccideva ancora, e ancora, e ancora.
E sapeva tutto di tutti.
Le mosse, le inchieste, le direttive, gli ordini.
Tutto.
Ma come?
"Elementare. Kira ha barato. Probabilmente, crede che questa sia un'avvincente partita a scacchi, ma si sbaglia di grosso." Ora Elle fissava i due poliziotti, impassibile.
Il suo sguardo non brillava, nonostante nella sua testa il ragionamento avesse dissipato qualsiasi dubbio.
Soichiro Yagami rilassò la mascella, contrita in una stretta morsa di rabbia.
Matsuda si ricompose, cercando di apparire meno imbarazzato.
"In che senso, Elle?" chiese il Sovraintendente.
"Mi pare abbastanza logico. Kira ha un legame con un uomo della polizia. Sono due le persone che vengono aggiornate assiduamente sul suo caso. Il capo della polizia giapponese, e lei, Signor Yagami."
Matsuda deglutì, Soichiro invece rimase impassibile.
Non chiese nulla, a parte l'esplicita richiesta che i video riguardanti la sua famiglia fossero visionati solo da lui e da Elle.
Perché sapeva, che la giustizia ha un prezzo alto.
A volte paghi con la dignità.
"E' un uomo privo d'onore, quel Kira! Senza orgoglio, senza reputazione!" Matsuda era esploso dal disprezzo.
Sotterfugi, omicidi per la salvezza, addirittura non esitava a minacciare di uccidere civili.
Bastardo.
"Matsuda, mettiti nei panni di Kira." Elle sorseggiò il caffé, rilassato. I due poliziotti pendevano dalle sue labbra.
"Rubare dati alla polizia, tsk, non é nulla. Dopotutto, a che serve l'orgoglio, quando si é Dio?"
Angolino Glob°°:
Da quanto tempo non aggiorno questa raccolta!
Passiamo alle spiegazioni, comunque, devo andare a studiare Hegel-.-
Il comandamento numero sei, non é stato rispettato da Kira, che come tutti sanno, ha rubato le informazioni riuscendo ad entrare nel computer del Sovraintendente.
Ma Light sa fare tutto.
E quando la spiegazione logica é fin troppo semplice, il panico si impossessa dell'uomo.
L'uomo normale, non Elle. Elle é un genio, come Kira.
Dunque, la frase finale mi é stata ispirata da una pièce che sono andata a vedere oggi. Non aveva nulla a che fare con Dio o altre cose, ma si parlava appunto di orgoglio, della gente che se ne frega altamente di tutto e di tutti, calpestando gli altrui diritti solo perché di rango superiore.
Rango superiore più diritti più manie di grandezza uguale Light Yagami.
Bene, ditemi se vi piace.
Al prossimo aggiornamento,
Glob°°