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Autore: kelhya    14/01/2010    1 recensioni
Una ragazza solitaria e un pò strana incontra un assassino, "Lama della notte", bello, spietato e freddo, ritrovandosi a lavorare per lui. Scoprendosi innamorata di lui, riuscirà a salvare il suo cuore dall'oscurità o finirà risucchiata nel suo inferno?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Nel pomeriggio Daniela si recò nel luogo indicato sul biglietto, e si ritrovò a fissare a bocca aperta un palazzo dall’architettura moderna, con degli spiazzi di verde ai lati del vialetto d’accesso, e molto, molto costoso!

 

“Ma dove diavolo mi trovo? Non sapevo nemmeno che esistessero certi palazzi qui…-pensò mentre si guardava in giro spaesata- Dai, coraggio!... Ma che piano dovrò andare?” si bloccò.

“Non posso nemmeno suonare! Non ho la minima idea di come si chiami, o se sia effettivamente, qui….-un idea le balenò all’istante-…e se mi avesse portato qui per eliminarmi? O peggio ancora, è tutto uno scherzo? No, un attimo, la cosa peggiore sarebbe la prima…” si corresse, pensierosa.

 

«Mi scusi, signorina… SIGNORINA! »

 

Daniela sobbalzò «Si?, mi scusi…» “L’ho fatto di nuovo… non è possibile!”. Si girò verso la fonte della voce, e si ritrovò a fissare degli occhi grigi sopra un naso affilato e dei baffetti grigi ben curati, con una divisa da guardiano, che la guardava da dietro uno spesso vetro in un elegante cubicolo che doveva essere la portineria.

 

“wow… addirittura il portinaio! E in livrea, pure!”

 

«Le posso essere utile? Sta cercando qualcuno? » La squadrò scettico, soffermandosi sui vestiti.

 

«Ehm… si, mi è stato detto di venire qui… ma non so di preciso in quale appartamento…»

 

Il viso del portinaio si illuminò «Ah, certo, mi scusi, lei deve essere la signorina Falcetta, il signor De Angelos  mi ha avvertito del suo arrivo-premette il pulsante per aprire il cancelletto- prego, deve andare al nono piano, nell’attico.»

 

«Grazie» “ma guarda, prima mi scambiava per un barbone, e ora se non fosse per il vetro mi sbaverebbe addosso…  Un momento! Ha detto Attico?... Angelos?”. Imboccò il vialetto e si ritrovò in una stanza celeste davanti a degli ascensori.

 

“Eh?? Niente omino nell’ascensore? Sono quasi delusa!” pensò sarcasticamente mentre schiacciava il tasto.

 

In un attimo si ritrovò davanti ad un porta in legno, con affianco il campanello sopra cui si leggeva “Andrea De Angelos” con affianco il simbolo della luna trafitta dal pugnale.

 

«Andrea?... ma questo segno…-sfiorò con il dito la luna trafitta-…dove l’ho già visto? »

 

«Che stai facendo, ragazzina? » la voce la fece sobbalzare. Si girò verso la porta.

 

Era aperta e lui era lì appoggiato che la guardava con quegli occhi incredibilmente freddi «Allora? Stai aspettando un invito scritto? Muoviti ad entrare»

 

«Ah, si scusa…» e lo seguì all’interno.

 

L’ingresso dava su una piccola anticamera, con di fianco alla porta un appendino su cui vi era il cappotto della mattina e quello di pelle, che sfociava in un ampio salotto arredato con mobili moderni e, a prima vista, molto costosi.

 

“Cavolo, questo qui è davvero ricco…-pensò mentre si guardava in giro – Uuuu e che televisore….”

 

Intanto lui si era seduto su una poltrona, e la fissava con un sorrisino di scherno.

 

Daniela si accomodò sul divano posto a lato, a disagio, e lo guardava di sottecchi, presa da un pensiero.

 

Lui sbuffò «Che cosa c’è, ragazzina? »

 

«No niente… solo che… beh…non avrei mai pensato che tu… si, insomma, avessi un nome normale come “Andrea”… »

 

«Ma sei stupida, ragazzina? Credi davvero che quello sia il mio vero nome? »

 

Arrossì «Quindi…. Qual è il tuo nome? –azzardò -Tu conosci il mio, perciò…»

 

Di nuovo quel sorriso. Cominciava davvero ad odiarlo.  «Io non ho un nome. Ma se ti può far piacere nel mio campo sono conosciuto come “Noctis Blade”, Lama della Notte»

 

«LO SAPEVO! »

 

Noctis alzò un sopracciglio

 

«Ehm… scusa»

 

«…Tornando al motivo per cui sei qui, ho pensato a qualcosina di interessante…» disse allungandole un foglio

 

Daniela lo prese «Lì ci sono i giorni le ore in cui devi venire…- si fissò nei suoi occhi-…E non ammetto ritardi e tanto meno assenze, chiaro? »

 

Lei annuì

 

«Bene, ora passiamo alla mansioni…-sorrise-…è molto semplice. Dovrai pulire questa casa» allargò le braccia con enfasi.

 

Lei si riscosse «”Pulire”?! intendi dire passare l’aspirapolvere, fare i letti, pulire il bagno…»

 

«Esatto» accentuò il sorriso si scherno.

 

“Pulire?? Ma per chi mi ha presa? Se pensi di umiliarmi così facilmente, ti sbagli di grosso”

 

«D’accordo, allora ci vediamo…-diede uno sguardo al foglio- dopodomani alle tre» si alzò con un sorriso, voleva andarsene il più presto possibile da lì.

 

Noctis non si scompose. Se era deluso dalla sua reazione, lo nascondeva bene.   Si alzò a sua volta e si avvicinò ad un armadietto nel corridoio, ne estrasse qualcosa e glielo porse

«Queste sono le chiavi, non perderle, ragazzina… e questo è il mio numero, per avvisarmi se dovessere succedere qualcosa»

 

«Ok,grazie» le prese dalle sue mani e il contatto con quelle estremità bianche e fredde le fece venire i brividi. Cercò di nasconderlo.

 

Si avviò verso la porta «Bene, mi sembra inutile dirti che non devi dire a nessuno che sono o cosa sono. Puoi dire semplicemente che hai trovato un lavoro, e puoi usare il mio attuale nome falso»

 

«D’accordo» borbottò in risposta “Grazie, se non me lo dicevi tu…”

 

All’improvviso le alzò il mento con due dita e avvicinò il viso «Buona giornata, e mi raccomando, stai attenta tornando a casa – aggiunse in tono suadente – mi dispiacerebbe molto perdere la mia donna delle pulizie…»

 

Ennesimo sorriso di scherno e …. Porta in faccia.

 

Daniela si accorse di essere sul pianerottolo a fissare la porta come un idiota.

 

“Bastardo”     Girò sui tacchi e se ne andò.

 

 

 

 

«Daniela! Dove sei stata? Non esci mai, e una volta che lo fai nemmeno lo dici? »

 

«Si, mamma, scusa, è stata una cosa improvvisa… comunque sia, ho trovato un lavoro»

 

«Davvero?!? Che bella notizia! Così imparerai a essere meno orso… quando inizi? »

 

«Mercoledì, dalle quattro alle sette»

 

 

«Dopodomani? Fantastico! Sei emozionata,vero? »

 

«Eh, da morire…. Non vedo proprio l’ora…»

 

E rassegnata entrò in casa, accompagnata dallo chiacchiericcio di sua madre, mentre sfiorava con le dite le chiavi dell’appartamento, pensando a quel mercoledì e a quelle mani delicate e forti….

  
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