Nel
pomeriggio Daniela si recò nel luogo indicato
sul biglietto, e si ritrovò a fissare a bocca aperta un
palazzo dall’architettura
moderna, con degli spiazzi di verde ai lati del vialetto
d’accesso, e molto,
molto costoso!
“Ma
dove diavolo mi trovo? Non sapevo nemmeno che
esistessero certi palazzi qui…-pensò mentre si
guardava in giro spaesata- Dai,
coraggio!... Ma che piano dovrò andare?” si
bloccò.
“Non
posso nemmeno suonare! Non ho la minima idea
di come si chiami, o se sia effettivamente, qui….-un idea le
balenò
all’istante-…e se mi avesse portato qui per
eliminarmi? O peggio ancora, è
tutto uno scherzo? No, un attimo, la cosa peggiore sarebbe la
prima…” si
corresse, pensierosa.
«Mi
scusi, signorina… SIGNORINA! »
Daniela
sobbalzò «Si?, mi scusi…»
“L’ho fatto di
nuovo… non è possibile!”. Si
girò verso la fonte della voce, e si ritrovò a
fissare degli occhi grigi sopra un naso affilato e dei baffetti grigi
ben
curati, con una divisa da guardiano, che la guardava da dietro uno
spesso vetro
in un elegante cubicolo che doveva essere la portineria.
“wow…
addirittura il portinaio! E in livrea,
pure!”
«Le
posso essere utile? Sta cercando qualcuno? »
La squadrò scettico, soffermandosi sui vestiti.
«Ehm…
si, mi è stato detto di venire qui… ma non
so di preciso in quale appartamento…»
Il
viso del portinaio si illuminò «Ah, certo, mi
scusi, lei deve essere la signorina Falcetta, il signor De Angelos mi ha avvertito del suo
arrivo-premette il
pulsante per aprire il cancelletto- prego, deve andare al nono piano,
nell’attico.»
«Grazie»
“ma guarda, prima mi scambiava per un
barbone, e ora se non fosse per il vetro mi sbaverebbe
addosso… Un
momento! Ha detto Attico?... Angelos?”.
Imboccò il vialetto e si ritrovò in una stanza
celeste davanti a degli
ascensori.
“Eh??
Niente omino nell’ascensore? Sono quasi
delusa!” pensò sarcasticamente mentre schiacciava
il tasto.
In
un
attimo si ritrovò davanti ad un porta in legno, con affianco
il campanello
sopra cui si leggeva “Andrea
De
Angelos” con affianco il simbolo della luna trafitta dal
pugnale.
«Andrea?...
ma questo
segno…-sfiorò con il dito la luna
trafitta-…dove l’ho già visto?
»
«Che
stai facendo, ragazzina?
» la voce la fece sobbalzare. Si girò
verso la
porta.
Era
aperta e lui era lì appoggiato che la guardava con quegli
occhi incredibilmente
freddi «Allora?
Stai aspettando un invito
scritto? Muoviti ad entrare»
«Ah,
si scusa…»
e lo seguì all’interno.
L’ingresso
dava su una piccola anticamera, con di fianco alla porta un appendino
su cui vi
era il cappotto della mattina e quello di pelle, che sfociava in un
ampio
salotto arredato con mobili moderni e, a prima vista, molto costosi.
“Cavolo,
questo qui è davvero ricco…-pensò
mentre si guardava in giro – Uuuu e che
televisore….”
Intanto
lui si era seduto su una poltrona, e la fissava con un sorrisino di
scherno.
Daniela
si accomodò sul divano posto a lato, a disagio, e lo
guardava di sottecchi, presa da un pensiero.
Lui
sbuffò «Che
cosa c’è, ragazzina? »
«No
niente… solo che… beh…non avrei mai
pensato che
tu… si, insomma, avessi un nome normale come
“Andrea”… »
«Ma
sei stupida, ragazzina? Credi davvero che quello sia
il mio vero nome?
»
Arrossì
«Quindi….
Qual è il tuo nome? –azzardò -Tu
conosci il mio, perciò…»
Di
nuovo quel sorriso. Cominciava davvero ad
odiarlo. «Io non ho un nome. Ma se ti
può far piacere nel mio campo sono
conosciuto come “Noctis Blade”, Lama della Notte»
«LO
SAPEVO! »
Noctis
alzò un sopracciglio
«Ehm…
scusa»
«…Tornando
al motivo per cui sei qui, ho pensato
a qualcosina di interessante…» disse allungandole
un foglio
Daniela
lo prese «Lì ci sono i giorni le ore in
cui devi venire…- si fissò nei suoi
occhi-…E non ammetto ritardi e tanto meno
assenze, chiaro? »
Lei
annuì
«Bene,
ora passiamo alla mansioni…-sorrise-…è
molto semplice. Dovrai pulire questa casa» allargò
le braccia con enfasi.
Lei
si riscosse «”Pulire”?! intendi dire
passare
l’aspirapolvere, fare i letti, pulire il
bagno…»
«Esatto»
accentuò il sorriso si scherno.
“Pulire??
Ma per chi mi ha presa? Se pensi di
umiliarmi così facilmente, ti sbagli di grosso”
«D’accordo,
allora ci vediamo…-diede uno sguardo
al foglio- dopodomani alle tre» si alzò con un
sorriso, voleva andarsene il più
presto possibile da lì.
Noctis
non si scompose. Se era deluso dalla sua
reazione, lo nascondeva bene.
Si alzò a
sua volta e si avvicinò ad un armadietto nel corridoio, ne
estrasse qualcosa e
glielo porse
«Queste
sono le chiavi, non perderle, ragazzina…
e questo è il mio numero, per avvisarmi se dovessere
succedere qualcosa»
«Ok,grazie»
le prese dalle sue mani e il contatto
con quelle estremità bianche e fredde le fece venire i
brividi. Cercò di
nasconderlo.
Si
avviò verso la porta «Bene, mi sembra inutile
dirti che non devi dire a nessuno che sono o cosa sono. Puoi dire
semplicemente
che hai trovato un lavoro, e puoi usare il mio attuale nome
falso»
«D’accordo»
borbottò in risposta “Grazie, se non
me lo dicevi tu…”
All’improvviso
le alzò il mento con due dita e
avvicinò il viso «Buona giornata, e mi raccomando,
stai attenta tornando a casa
– aggiunse in tono suadente – mi dispiacerebbe
molto perdere la mia donna delle
pulizie…»
Ennesimo
sorriso di scherno e …. Porta in faccia.
Daniela
si accorse di essere sul pianerottolo a
fissare la porta come un idiota.
“Bastardo”
Girò sui tacchi e se ne andò.
«Daniela!
Dove sei stata? Non esci mai, e una
volta che lo fai nemmeno lo dici? »
«Si,
mamma, scusa, è stata una cosa improvvisa…
comunque sia, ho trovato un lavoro»
«Davvero?!?
Che bella notizia! Così imparerai a
essere meno orso… quando inizi? »
«Mercoledì,
dalle quattro alle sette»
«Dopodomani?
Fantastico! Sei emozionata,vero? »
«Eh,
da morire…. Non vedo proprio
l’ora…»
E
rassegnata entrò in casa, accompagnata dallo
chiacchiericcio di sua madre, mentre sfiorava con le dite le chiavi
dell’appartamento, pensando a quel mercoledì e a
quelle mani delicate e forti….