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Autore: redcokehobos    14/01/2010    10 recensioni
“Edward, non me ne fregava niente finché non l’ho scoperto! Finché non ho capito che per noi c’era quella possibilità! Cavolo... è nostro figlio, il mio e il tuo! E’ la cosa più bella che ci potesse mai capitare! E’ il frutto del nostro amore... è un miracolo!”
Piccolo missing moment di Breaking Dawn.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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Buonasera!
Questa è la prima one shot che pubblico =)
Si tratta di un piccolo missing moment di Breaking Dawn:
Edward e Bella che discutono sulla gravidanza, appena tornati dall'Isola Esme.
Ecco come me lo sono immaginato!
Buona lettura!
Disclaimer: ovviamente tutti i personaggi non sono di mia invenzione, ma appartengono alla mente della grande Stephenie Meyer, ecc. ecc. ...


“It’s a miracle!”

 

Bella salì le scale di corsa, verso il bagno. 
Lo voleva uccidere. Edward aveva chiamato cosa loro figlio e voleva che abortisse, solo per non farle rischiare la vita. Ma, dal momento in cui aveva scoperto di essere incinta, a Bella della sua vita non le era importato più niente. L’unico scopo che aveva, era proteggere il bambino.
Lui la seguì, chiamandola contrariato, dopo aver visto che all’aeroporto si era buttata subito tra le braccia di Rosalie, a cui della vita di Bella non importava assolutamente nulla: tutto ciò che le interessava era la possibilità di riempire il vuoto che aveva come vampira a cui, con la trasformazione, era stato strappato il sogno di essere madre. “Bella!” la richiamò per l’ennesima volta, ma lei entrò in bagno, chiudendogli la porta in faccia, delusa e arrabbiata.
“Lasciala stare, Edward!” disse Rosalie, mettendosi tra di lui e la porta. Se avesse potuto, le avrebbe staccato la testa in quel momento.
“Rosalie, togliti di mezzo, ora!”
“Te lo scordi...” ribatté lei, decisa. Bella, non sopportando quel litigio, aprì piano la porta.
“Rose, vai...” mormorò. Lei la guardò, allarmata.
“Bella, potrebbe farvi del male...” Lei scosse la testa.
“No Rose. Devo parlargli...” Rosalie sospirò, poi fulminò Edward con un’occhiata.
“Aspetterò qui sotto” mormorò, minacciosa, sparendo dietro il muro del corridoio.
“Bella, ti prego, ragiona” la supplicò lui, guardandola negli occhi. “morirai!”
“No” gli mormorò lei, sull’orlo delle lacrime “sei tu che mi stai uccidendo facendo così!” Uscì dal bagno, senza degnarlo di uno sguardo, troppo ferita per continuare a parlare, ed andò dritta in camera. Lui, in un primo momento sorpreso da quelle parole, rimase immobile, poi la seguì. “Non toccherete il bambino, non mi interessa... farò di tutto per proteggerlo!” gli disse lei, dopo aver ripreso un po’ di determinazione.
“E come? Facendoti aiutare da Rosalie?!” le chiese, acido.
“Lei mi capisce, al contrario tuo!” lo accusò.
“L’unica cosa che capisco, e che sembra voi non afferriate, è che quel...” cercò di trattenersi dal dire cosa “è che il... feto potrebbe ucciderti! Hai sentito anche tu quella donna sull’isola!” le urlò contro, cercando di farla ragionare.
“Era solo una leggenda!” replicò lei, con lo stesso tono “Quella pensava anche che tu volessi uccidermi quando, invece, eravamo in luna di miele!”
“E ai tuoi genitori ci hai pensato? Cosa dirai a loro quando ti vedranno così?”
“Edward, non mi importa!” gli ripeté per l’ennesima volta “Troverò una scusa, come al solito... io terrò il bambino e su questo non si discute!” Fece per uscire dalla stanza quando le parole di Edward la bloccarono.
“Ma da quando hai questo grande desiderio di maternità?” Stava sfoderando un colpo basso Edward, e lo sapeva, ma doveva provare tutto pur di proteggerla. “Neanche un mese fa mi hai detto che non te ne importava... lo sapevi che sarebbe stata tra le cose a cui avresti rinunciato con la trasformazione!” Lei lo guardò incredula.
“Tu stesso, quella sera, hai detto che ti dispiaceva che Charlie non avesse ragione nel pensare che fossi incinta. Hai detto che non avresti voluto privarmi di questo genere di possibilità, trasformandomi, sempre se noi l’avessimo avuta!
Ed ora che è successo, proprio non capisci...” mormorò, quasi con le lacrime agli occhi, poi tirò su col naso e cominciò a urlargli tutto ciò che aveva dentro. “Edward, non me ne fregava niente finché non l’ho scoperto! Finché non ho capito che per noi c’era quella possibilità! Cavolo... è nostro figlio, il mio e il tuo! E’ la cosa più bella che ci potesse mai capitare! E’ il frutto del nostro amore... è un miracolo!” Lui si bloccò un attimo, colpito dalle sue parole, poi riprese.
“Ti ucciderà, Bella!” ripeté di nuovo. Lei scosse la testa, decisa.
“No che non lo farà! In un modo o nell’altro andrà tutto bene... me lo sento...”
“In un modo o nell’altro?” chiese lui stupito. “Avanti, mostrami tutte queste opzioni!”
“Non dico da umana, non sono tanto stupida! Basterà trasformarmi...” rispose lei semplicemente. Lui rimase sbalordito.
“Bella, cosa diamine stai...?”
“Con Esme ha funzionato, no? E anche con voi altri... se sarò sul punto di morire, basterà che tu mi morda!” Per quanto assurda potesse essere, la cosa aveva un senso, ma Edward non poteva permettere di correre il minimo rischio di perderla.
“Potrebbe non andare come dici tu...” Lei lo fissò negli occhi, cioccolato ed oro fusi insieme.
“Andrà tutto bene, Edward” disse con convinzione.
“No, non è vero...” mormorò lui, e se avesse potuto piangere lo avrebbe fatto. Bella, vista tutta quella sofferenza nei suoi occhi, lo abbracciò forte, affondando il viso nel suo collo. “Bella, non voglio perderti” piagnucolò lui, stringendola forte a sé.
“Non succederà. E’ quello che voglio. Andrà tutto bene, te lo prometto...” cercò di rassicurarlo, “fidati.” Lui scosse la testa.
“Ti amo, ma questa volta non posso, scusa...” Lei lo strinse un attimo più forte, poi sciolse l’abbraccio.
“Ti amo anch’io, ma questa volta non mi interessa... scusa...” disse, con la morte nel cuore, perché aveva capito che Edward ci sarebbe stato solo per lei, e non per loro figlio, così si girò verso la porta.
“Sappi che non mi arrendo” le disse lui, deciso. Lei si voltò un attimo, prima di sparire dietro la porta.
“Lo so... Neanch’io.”

 

  
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