Anime & Manga > D'Artagnan
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Autore: lady lina 77    14/01/2010    6 recensioni
Sono passati sei mesi dalla sconfitta di Manson e di maschera di ferro e per d'Artagnan e i suoi amici è un periodo di pace... Il guascone è tornato a Parigi e può pensare tranquillamente ai suoi amici, alla sua carriera come moschettiere e al suo rapporto con Constance. Ma sarà davvero così? Una vecchia nemica sta tornando nella sua vita, più vendicativa e pericolosa che mai. E attraverso le sue macchinazioni, i suoi piani folli e criminali, le sue azioni sconsiderate, porterà i moschettieri a vivere nuove avventure, nuovi pericoli, nuovi dolori e nuove battaglie. E stavolta la loro nemica si insinuerà non solo a Parigi, i suoi tentacoli invaderanno la Francia intera, anche senza l'aiuto del Cardinale...
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ragazzi, sono tornata! Scusate l'assenza ma sto scrivendo due storie in contemporanea e l'altra non l'aggiornavo da tempo immemore quindi ho preferito andare avanti con quella durante le vacanze (sensi di colpa).

L'ultimo capitolo ha ricevuto moltissimi commenti e vi ringrazio dal più profondo del cuore, siete TUTTI carinissimi. Ringraziarvi uno ad uno mi verrebbe più lungo del capitolo nuovo, quindi, per riassumere, grazie a chi dimostra tanto entusiasmo per la storia, a chi mi incita ad andare avanti con tanta forza, a chi mi da suggerimenti (Kiky, thank you per le dritte, sai che potremmo essere soci, tu con la scuola del fumetto e io ho fatto quella di doppiaggio, potremmo fare un anime insieme!).

GRAZIE, GRAZIE a tutti davvero!

Sono contenta anche che il numero di storie di questa sezione aumenti, bravi, continuiamo così!

Buon anno visto che non ve l'ho ancora detto e buona lettura!

Alla, spero presto, prossima!






L'agguato



Monsieur Bonacieux uscì dalla casa di Madame De Coutille, sua cliente affezionata. Quella dama era una delle sue maggiori fonti di reddito, almeno due volte al mese arrivava con la richiesta di qualche sontuoso abito nuovo. Era un'assidua frequentatrice del Louvre e la sua civetteria la portava ad indossare un abito sempre diverso ogni volta che vedeva i due sovrani.

L'anziano sarto si trinse le braccia attorno al corpo. Faceva ormai freddino, le pioggie torrenziali della notte e del giorno prima avevano abbassato paurosamente la temperatura e in quel momento, benché ci fosse un pallido sole, il clima ricordava a tutti i parigini che l'inverno era imminente. Poi, in quella via stretta e chiusa da una fila di case ai lati della strada, l'aria gelida si insinuava così inclementemente...

L'uomo sospirò, traendo dalla tasca le dieci monete d'oro appena ricevute da Madame De Coutille. Sorrise. Nonostante l'età e l'incedere degli anni, era felice di essere ancora apprezzato così tanto nel suo lavoro, segno che la vecchiaia non aveva alterato le sue doti di sarto. Certo, ora si stancava più facilmente, ma l'aiuto della madre di Jean nel suo lavoro era giunto provvidenziale. E poi Colìne, oltre ad essere una madre premurosa e dolce con Jean, era un'ottima lavoratrice e sarta e si era rivelata preziosa la sua collaborazione, da quando era arrivata pochi mesi prima. Stava alzata fino a tardi a finire il lavoro quando lui era troppo stanco per farlo e si occupava dei lavori di 'forza'. Come in quel momento che si stava attardando da Madame De Coutille per ritirare i loro attrezzi da lavoro. Colìne lo aveva molto alleggerito del suo fardello giornaliero e la sua salute ne aveva decisamente tratto giovamento.

Fece qualche passo in avanti per la via, per sgranchire le gambe. Stare fermo per troppo tempo, al freddo, gli congelava le giunture della ossa.

Si guardò intorno, gustandosi il silenzio e la calma di Parigi a quell'ora. La strada era semi-deserta, le famiglie parigine probabilmente si trovavano tutte intorno al tavolo per pranzare. Era passato ormai mezzogiorno.

Passeggiando quà e là fu catturato da una specie di rumore di tacchi da donna affrettati, che percorrevano, quasi stesse correndo, l'angolo di strada che incrociava la via dove si trovava.

Incuriosito, andò a controllare cosa stesse succedendo...

E si scontrò violentemente con una donna vestita con un lungo mantello nero, che correva verso la strada principale, la via dove lui stava aspettando Colìne.

Monsieur Bonacieux fu sballottato indietro di alcuni passi e fece una fatica infernale a non finire a terra. La donna invece rovinò al suolo e il mantello gli ricadde all'indietro, rivelando la sua folta chioma e gli occhi verde ghiaccio.

Monsieur Bonaciueux sussultò... Quella donna, dove l'aveva vista? Stupito, la guardò in viso attentamente. Era una donna attraente, sui 35 anni al massimo, con uno sguardo penetrante... Ne era sicuro, era stata una sua cliente, era stata a casa sua... Con un'animaletto forse... Molto tempo prima...

'Già, una scimmietta!'. La visione della piccola Pepe gli balenò davanti... Un animaletto grazioso... In mano ad una donna diabolica! L'aveva riconosciuta, aveva davanti...

MILADY!!!”. Un grido strozzato uscì dalla bocca del sarto.

La donna si rialzò in piedi fulminea. Quel colpo di sfortuna non ci voleva proprio! Si morse le labbra tesa, guardandosi intorno per vedere se qualcuno li avesse visti...

Per fortuna le strade erano vuote e a parte Bonaciueux, nessun altro la aveva riconosciuta. Ma ora, cosa doveva fare? L'uomo era collegato a Constance e Constance era collegata a d'Artagnan e ai moschettieri. Se il sarto avesse parlato, l'autrice degli attentati parigini sarebbe stata subito scoperta! Non era ancora ora...

Il suo piano era partito alla perfezione, si era mossa nella capitale come più le era piaciuto, aveva colpito dove doveva, aveva riassaporato il sapore dolce della vendetta, aveva percepito il re e il Cardinale tremare... Senza nessun intoppo! E Alain si era mosso bene nelle terre di confine... Fino all'arrivo dei moschettieri... Pochi giorni prima era arrivato Fabien, un complice di Alain e gli aveva raccontato i particolari dello scontro fra il suo uomo e d'Artagnan, dell'arrivo di altri due moschettieri e della loro fuga rocambolesca dopo aver colpito e reso inoffensivo il guascone.

Milady era furente... Era assolutamente convinta che d'Artagnan fosse ancora vivo, quel ragazzo aveva dimostrato più volte di sapersela cavare egregiamente anche nelle situazioni più disperate. Era un uomo da finire con una coltellata ben assestata in petto, non da lasciare stordito in un fienile in fiamme, sperando che andasse arrosto. Sicuramente se l'era cavata anche quella volta. Con in mente tutto il piano che poco furbescamente Alain gli aveva spifferato. Il suo dolce amore non se la sarebbe cavata con poco per la sua leggerezza, ora a causa sua doveva lasciare a metà il lavoro cominciato a Parigi e raggiungerlo in Spagna, come consigliato da Fabien. Quello doveva essere un piano di emergenza a cui, presumibilmente, non avrebbero dovuto mai ricorrere. Ed invece, a causa della lingua lunga di Alain, doveva fuggire da Parigi a gambe levate, come una qualunque furfantella...

Questo era sempre stato il punto debole di Milady, non riuscire mai a trovarsi alleati degni di lei...

Guardò il sarto davanti a lei, indecisa sul da farsi... Quel dannato vecchio l'aveva riconosciuta! L'indecisione durò pochi istanti! Perchè farsi remore in fondo?

Monsieur Bonaciueux, quanto tempo! Peccato che questa non sia una buona occasione per rivedersi! Mi spiace, siete stato molto sfortunato!”. Gli si avvicinò, mentre l'uomo indietreggiava di qualche passo, spaventato da quello sguardo freddo e calcolatore. Conosceva di cosa era capace quella donna...

Milady gli si avvicinò, estraendo dalla tasca un piccolo pugnale. “Mi dispiace, non ci crederete ma mi dispiace...”.

L'urlo di dolore straziante dell'uomo bucò il silenzio di quel mezzogiorno, mentre la donna, dopo avergli sferrato un primo colpo in pieno petto con l'arma, si preparava a dargli il colpo di grazia.

Delle persiane sulla strada si aprirono, aperte da persone attirate alle finestre dal grido di dolore del sarto.

Milady si guardò intorno preoccupata. Non c'era più tempo, se fosse rimasta, si sarebbe messa in guai peggiori, l'avrebbero scoperta. In fondo Bonacieux era anziano, la ferita inferta profonda, quante speranze aveva di riprendersi?

Si tirò su il cappuccio e si rimise l'arma nella tasca.

Poi, mentre mentre Bonaciueux stramazzava a terra in un lago di sangue, scomparve nella via dalla quale era venuta.

Nel frattempo, Colìne e Madame de Coutille, attirate dall'urlo, uscirono in strada.

La madre di Jean corse vicino al suo datore di lavoro, sollevandolo da terra, mentre le sue mani si riempivano di sangue.

AIUTO!!!”. Colìne cominciò ad urlare, imitata da Madame de Coutille.

Una folla di persone riempì la via, mentre Madame de Coutille correva in casa a chiamare il suo medico personale.

Bonacieux prese le mani di Colìne, col poco fiato che gli restava in gola. Non riusciva a respirare, aveva un dolore lancinante al petto... Ma doveva dirlo! “A... ascolta...”.

Non parlate, state tranquillo!” - intimò la sua lavorante disperata.

Bonacieux scosse la testa. No, lei non capiva, doveva dire chi aveva visto, chi era stato a fargli quello, chi c'era a Parigi! “M... Milady” - riuscì a sussurrare. Prima di sputare un grosso grumo di sangue e cadere a terra privo di sensi.

Colìne spalancò gli occhi... Chi era Milady? Cosa voleva dire? Beh, non era il momento di pensarci, ora doveva solo portare Bonaciueux in un posto caldo e sicuro, per farlo curare...

Pregando che ce ne fosse la possibilità...


...


D'Artagnan si stiracchiò pigramente, mentre il suo cavallo percorreva gli ultimi chilometri che lo separavano da casa. Ormai Parigi si scorgeva distintamente all'orizzonte, benché piovesse molto forte.

Il guascone si strinse nel mantello per ripararsi dal freddo, poi guardò i suoi compagni... Avevano tutti un volto teso, preoccupato. Il viaggio di ritorno era stato compiuto nel più assoluto silenzio, ognuno era troppo occupato ad elaborare nella testa teorie circa quanto scoperto a Nancy e a chiedersi chi fosse in realtà Alain e che collegamento avesse con la donna di Parigi, l'autrice degli attentati. Persino Porthos e Rochefort avevano smesso di punzecchiarsi.

D'artagnan sospirò. Da quando aveva saputo della donna, i suoi pensieri più profondi e nascosti erano andati a Milady. Ricordava il loro ultimo incontro a Belle Ille, la resa della donna e la sua decisione di farla finita, di morire nell'esplosione. Aveva guardato sgomento quella costruzione crollare, tremando di nascosto al pensiero di cosa ne era stato della sua più grande e pericolosa nemica. E aveva provato anche un certo dispiacere... Non l'aveva mai ammesso a nessuno, forse nemmeno a se stesso, ma in cuor suo d'Artagnan sapeva che era così, che aveva provato... dolore...

Ma ora, al solo pensiero che potesse esserci ancora lei dietro a tutti i problemi degli ultimi tempi, uno strano brivido freddo era tornato a corrergli per la schiena. Poteva essere benissimo in fondo, Milady era una che se l'era sempre cavata! E il suo corpo non era mai stato ritrovato... Conosceva solo una donna capace di azioni simili, crudeli ed organizzate come quelle che avevano sconvolto Nancy e Parigi e quella donna era Milady! In fondo, chi altri poteva avere interesse a colpire l'entourage sia del re che del Cardinale? Luigi XIII e la regina Anna erano suoi nemici storici, Richelieu gli aveva voltato le spalle... Davanti a ciò, d'Artagnan sapeva che lei, se fosse stata viva, avrebbe cercato ed ottenuto vendetta... E se non era lei, il guaio rimaneva comunque, perchè la sua sostituta era furba ed organizzata allo stesso modo e prevederne le mosse successive era alquanto difficile...

Il guascone sospirò di nuovo e poi si toccò la fasciatura sulla testa. Gli faceva ancora abbastanza male! “Ragazzi, quando andiamo a fare rapporto dal capitano De Treville?” - chiese per rompere quel silenzio pesante.

Athos si lisciò i baffetti appena ricresciuti. “Oramai è quasi sera, direi di fare rapporto domani mattina presto, appena il capitano arriverà alla sede dei moschettieri! Per ora d'Artagnan, accompagnamo te a casa visto che sei ancora dolorante e poi procederemo anche noi verso le nostre abitazioni per riposarci”.

Ok!” - rispose semplicemente e stancamente il guascone.

Procedettero ancora in silenzio per le vie di Parigi, deserte a causa dell'ora tarda e della pioggia incessante.

Giunsero davanti alla casa del sarto e notarono una grossa carrozza, ferma davanti all'ingresso. D'artagnan si accigliò. Un cliente a quell'ora??? Era strano...

Guardò i compagni e questi capirono il suo disappunto. Scesero dalle loro montature, come in un tacito accordo, e lo accompagnarono fino alla porta. E rischiarono di scontrarsi con il dottor Ghilaf, medico di famiglia e con delle pallidissime Marta e Constance.

La ragazza, appena vide il guascone, spalancò gli occhi sorpresa. Poi, prendendolo alla sprovvista, corse verso di lui stringendolo in un abbraccio. “D'Artagnan, sei tornato!” - sussurrò fra i singhiozzi, scoppiando in un pianto liberatorio.

Il moschettiere rispose all'abbraccio, prendendo ad accarezzarle i capelli biondi nervosamente e guardandosi in giro alla ricerca di spiegazioni. Forse piangeva perchè gli era mancato tanto? Dubitava... Erano lacrime disperate quelle e poi la presenza del medico... “Che cosa sta succedendo? Sta male qualcuno?”.

Il medico scosse la testa e poi si avviò alla sua carrozza. “Signore, credo che queste donne sapranno spiegarvi tutto. Ora ho una visita, vogliate scusarmi!”.

D'artagnan lo fissò allontanarsi, poi concentrò la sua attenzione su Constance, mentre Marta e i suoi amici si avvicinavano a loro due. “Hei... Cosa... cosa c'è?” - gli sussurrò sollevandole il mento con una mano.

Constance continuò a singhiozzare, non riuscendo a formulare una frase di risposta sensata.

Fu Marta a rispondere, piangendo sommessamente. “D'Artagnan, monsieur Bonacieux è molto grave! Temiamo per la sua vita!”.

Perbacco, è stato male?” - chiese Porthos stupito.

La domestica scosse la testa. “No, l'hanno accoltellato al petto quattro giorni fa, al ritorno da una cliente. Colìne era ancora dalla signora a ritirare gli attrezzi da lavoro e l'ha ritrovato in strada in un lago di sangue! Il medico dice che ha poche speranze... Ora Colìne e Jean lo stanno vegliando, tanto che noi accompagnavamo fuori il dottore!”.

Athos e Aramis abbassarono il capo. “Ci dispiace!”.

D'artagnan osservò dal basso la finestra dietro la quale Bonaciueux lottava contro la morte. Un'irrefrenabile rabbia gli rodeva il fegato! Chi diavolo si era permesso di colpire un uomo inerme ed onesto come lui? Chi diavolo si permetteva di fare piangere la sua Constance? Dentro di se, giurò vendetta... “Portami da lui...” - sussurrò gentilmente alla ragazza.

D'Artagnan, noi siamo di troppo!” - cominciò Athos - “Monsieur Bonaciueux ha bisogno di calma adesso e invadergli la casa non credo sia salutare. Ma se hai bisogno di noi, sai dove trovarci. Verremo a trovarlo sicuramente, quando starà meglio. Domattina nel frattempo, se vuoi stare a casa, faremo noi rapporto al capitano! Gli spiegheremo cosa è successo e il motivo della tua assenza”.

Già, non preoccuparti!” - aggiunse Aramis.

Il guascone scosse la testa. “No, domattina verrò a parlare col capitano De Treville all'ora convenuta!”.

Ne sei sicuro?” - chiese Athos.

Si!”. Già, ne era sicuro! Perchè era quasi convinto che l'agguato al padre di Constance fosse collegato agli attentati che avevano sconquassato Parigi nelle settimane precedenti. E Milady tornava più inquietante che mai ad impossessarsi dei suoi pensieri.

Come vuoi!”. Athos non insistette. Spronò il suo cavallo e gli altri suoi compagni, dopo averlo salutato, lo imitarono e proseguirono per la loro strada.

D'artagnan si rivolse a Constance, ancora stretta nel suo abbraccio. “Andiamo, portami da lui!”.

Si”. La voce della ragazza era un soffio. Lo condusse in casa e poi, salendo dalle scale, nella camera di suo padre.

D'artagnan entrò e lo vide. Bonaciueux era riverso a letto, incosciente, pallidissimo e respirava a fatica.

D'ARTAGNAN!!!”. La voce del piccolo Jean lo ridestò dallo shock. Il bambino gli corse incontro, saltandogli fra le braccia.

Il moschettiere sorrise tristemente. “Ciao!”. Poi si avvicinò al letto rivolgendosi a Colìne. “Voi non avete visto niente?”.

La donna scosse la testa. “Nulla, l'ho trovato ferito in strada, agonizzante. Ora è quasi sempre privo di coscienza, anche quì che è curato e a letto. Si sveglia raramente dal suo torpore e mugugna di dolore, nulla più!”.

Non vi ha detto nulla quando l'avete trovato?” - insistette il ragazzo.

Solo una parola... Milady”.

D'artagnan sussultò mentre il suo sangue si congelava nelle vene. Milady??? MILADY!!! Il suo incubo peggiore stava prendendo corpo! Allora le sue paure erano reali! Si voltò verso Constance per cercare di capire il suo stato d'animo, sentendosi di nuovo in colpa per aver troppe volte risparmiato la vita di quella vipera.

La ragazza scosse la testa. “Credo che stesse straparlando... Milady è morta... No?”.

D'artagnan abbassò lo sguardo e scosse la testa. “Io... credo di no a questo punto... E penso anche, a Nancy, di aver conosciuto il suo degno socio!”.

Cosa?”. Constance era shockata, così come Jean che guardava il suo amico con gli occhi spalancati.

Non ne ero sicuro fino a poco fa, ma quello che mi ha detto Colìne...” - d'Artagnan strinse i pugni - “Ora i conti tornano purtroppo. Quell'uomo di Nancy non aveva detto chiaramente di essere il socio della donna misteriosa di Parigi, ma sembrava conoscerne bene... vita e opere... Per qualche strano motivo, temo, stanno cercando di gettare nel caos la corona... Con attentati e mettendo in crisi le frontiere di Francia! Per vendetta credo!”.

Quindi, Milady non è morta nel crollo!” - esclamò Jean per nulla stupito.

Già!”. D'Artagnan rifissò Constance. Credeva di trovare uno sguardo arrabbiato, ma quello che vide era solo un'espressione infinitamente preoccupata e stanca. Ma con una strana determinazione negli occhi che in quel momento non riuscì a capire. In cuor suo, il guascone giurò che avrebbe vendicato la donna che amava. Milady o non Milady, chi faceva soffrire Constance, presto avrebbe avuto di che pentirsene... In quel momento, se fossero stati soli, l'avrebbe abbracciata e sorretta, tutto quello che voleva era stringerla di nuovo fra le braccia per farle forza. “Tuo padre è un uomo forte, ce la farà” - disse per darle coraggio, guardandola negli occhi.

Si...” - annuì lei distrattamente. Poi lo fissò meglio, notando la fasciatura in testa. “Cosa ti sei fatto?” - chiese preoccupata.

E'?”. Il ragazzo si toccò la fronte e capì. “Nulla, è solo una botta di poco conto!”.

Marta le si avvicinò. “Ma si signorina, d'Artagnan ha la testaccia dura, non dovete preoccuparvi”. Non era proprio il caso che Constance si preoccupasse anche per quello scavezzacollo!

Jean ridacchiò. “E' vero!”.

Per un attimo l'atmosfera si fece più rilassata.

Vieni di la, ti cambio la fasciatura!” - rispose Constance prendendolo per mano e conducendolo fuori.

Lo condusse in camera sua e, rimasti soli, la ragazza lo fissò negli occhi. “Credi davvero che sia viva?”.

D'artagnan annuì. “Sì... Quella non è una donna, è un demone... Ed è stato stupido non controllare a Belle Ille... Perchè i demoni non muoiono in uno stupido crollo!”.

Constance appoggiò la fronte alla sua spalla, abbracciandolo in cerca di un sostegno. “Se è lei, promettimi che starai attento! E che andrà tutto bene!”.

D'artagnan la strinse forte fra le sue braccia, mentre la sua espressione assumeva un tono determinato. “Te lo prometto!”.

  
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