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Autore: Diddlina_4ever    05/07/2005    2 recensioni
Matteo. Evie. Diventano compagni di scuola. Fanno amicizia, iniziano a conoscersi. Fino a quando lei si innamora di lui alla follia. Lo pensa ogni momento, lo desidera, fa di tutto ma.. Lui ha paura. La illude, la disillude, la fa contenta, la ferisce. Non si capisce cosa vuole. Ma si diverte effettivamente a illuderla o ha solo paura di affermare i suoi sentimenti davanti ai suoi amici? Una storia d'amore che forse non avrà un lieto fine come tutte le altre. Una storia verosimile. La mia seconda ff, non vi assicuro niente ma.. incoraggiatemi! - DOPO DUE ANNI PUBBLICATO L'ULTIMO CAPITOLO!!!!-
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8

 

 

 

Ci sono volte nelle quali alla fine a predominare é l’angioletto. É quella parte buona che c’é in ognuno di noi. Ci sono volte, invece, nelle quali alla fine vince il diavoletto, vince la parte cattiva, vendicativa.

E ci sono quelle volte in cui la rabbia s’impossessa di noi. In cui non capiamo piu neanche che cosa stiamo facendo. Perché siamo accecati dall’odio. L’unico nostro obiettivo é quello di far soffrire chi ci ha fatto soffrire. Di ferire chi ci ha ferito. Di far vedere a tutti chi siamo, di dimostrare che noi non ci facciamo sottomettere.

Perché ci sentiamo tanto deboli. Troppo. Allora ricorriamo a nasconderci sotto quella maschera da “duri”, da forti. Sotto quella maschera che non ci appartiene e che ci mostra agli altri cosi come non siamo.

Pensiamo che l’unico modo per sentirsi meglio sia vendicarsi. Rendere pan per focaccia.

 

Ora gliela faccio vedere io.. a quello!!” Pensava Evie. Il cuore pieno di rabbia, gli occhi appannati dalle lacrime. Era cieca. Cieca. Troppo cieca per vedere che facendo così avrebbe fatto male solo a se stessa.

 “Evie.. non fare così!! Lo sai che tu ami Matteo. Dici cento cose, ma di queste non ne pensi nessuna. Non fare la forte Evie, quando non lo sei. Mostrati agli altri cosi come sei! Vendicandoti non cambierà niente.. L’unica che ci perderà sarai solo tu. Solo tu.” La voce dell’angioletto cercò di convincerla. Avrebbe solo sbagliato!

“So io, solo io ciò che devo fare. Vendetta. Solo provando potrà capire come ci si sente ad essere trattati come un essere insignificante. A trovarsi accanto persone che se ne sbattono dei tuoi sentimenti. Solo così.. Solo così potrà capire! Vendetta.” Evie era anche sorda. Avrebbe dovuto ascoltare quella voce interiore. Quella parte buona di lei che emergeva ancora. Ormai però aveva vinto il diavoletto. Non c’era niente da fare. Nulla.

 

 

- Vai Evie! Fatti valere! Non farti mettere i piedi in testa da quello!! -

Erano le frasi incoraggianti delle sue amiche.

Così quella mattina di gennaio, Evie decise di vendicarsi. Perché in quel momento la vendetta le sembrava la strada più rassicurante e meno scoscesa. Era la strada meno scomoda. E soprattutto pensava che l’avrebbe fatta contenta.

Entro a scuola arrabbiata, vendicativa, ma anche felice. Per la prima volta si sentiva forte, al centro dell’attenzione! Lei, Evie, avrebbe dimostrato a tutta la seconda B che non si faceva annientare da un ragazzoccio non ancora cresciuto.

La prima ora per fortuna era buca. Mancava la professoressa d’inglese. Meglio, avrebbe avuto più tempo per mettere in atto il suo piano.

Prima fase: colpirlo nei suoi punti deboli.

“Vuole la guerra? E guerra sia!” Pensò avvicinandosi determinata alla lavagna. Afferro il gessetto bianco e con mano sicura inizio a scrivere: Matteo = nano. Le sue amiche iniziarono a ridere.

Ma fu proprio in quel momento, tra le risate sue e delle sue amiche, che una voce la raggiunse. Era Matteo.

- Ehi raga! Avete visto quanto é brutta Evie? E poi soprattutto quanto é piatta? – La sua voce, mentre rideva e scherzava.

L’aveva voluto lei pero. L’aveva provocato e lui aveva risposto. La colpa in quel momento era di tutte e due.

Si senti per un attimo una fitta al cuore. Ancora quella spada. Quel dolore. Ancora la voglia di piangere, di sfogarsi. Di dirgli che lei lo amava; che lo avrebbe amato sempre e comunque. Ma dall’altra parte il desiderio di fargliela pagare cara, di vendicarsi.

- Pensa di far ridere? – Esclamo voltandosi verso le sue amiche. Gia. Perché lei doveva mantenere la maschera da dura. Non avrebbe mai osato ammettere davanti a loro che quell’affermazione l’aveva distrutta. No. Lei doveva essere forte. Non doveva cedere davanti a Matteo..

E con tutta la forza che le rimaneva si volto verso di lui dicendo:

- Fanculo! -. E poi si giro verso le sue amiche che la sostenevano, che dicevano “Evie sei grande!”. Grande.. Grande un corno! Si stava comportando come una bambina. Una stupida bambina!

Una palla di carta le cadde ai piedi. La raccolse. Su quel foglio stropicciato sorgeva ancora la scrittura di Matteo. Ancora, come il giorno prima.

Guarda che ho sentito cosa hai detto.. Mica sono sordo! “

Ha sentito? Bene. Perfetto. Era quello il suo intento. Che avrebbe dovuto dirgli?
Scrisse velocemente : “Sono contenta”. Se solo si fosse un attimo a ragionare... Se solo si fosse tolta quella maschera da dura che non le apparteneva.. forse avrebbe potuto dirgli quello che la vera Evie pensava. Avrebbe potuto scrivergli: “Scusa.. ho sbagliato! L’ho fatto solo per sentirmi forte.” Avrebbe potuto dirgli la verità. Ma no. No, no! Lei doveva fare la figa! Doveva fare il boss del gruppo! Le sue amiche la acclamavano e la sostenevano! Mica poteva deluderle in quel modo..

Smettila di fare la forte.. Fai solo ridere!”  La risposta di Matteo. Aveva perfettamente ragione quel ragazzo.

Prese ancora la penna. “ E tu la devi smettere di prendermi in giro!”

“ Ma quando mai ti ho preso in giro?”

Ora stava veramente perdendo la pazienza. Non solo la derideva: la prendeva per i fondelli. No. Ora doveva pure fare il santarello e dire che non l’aveva mai fatto. Falso. Bugiardo. Se per un momento aveva pensato di chiedergli scusa, ora la rabbia le stava risalendo alle stelle. Innamorata sì. Babba no.

“ No, guarda! Non mi hai mai preso in giro.. Fare finta di metterti con me non é prendermi in giro? Deridermi continuamente, scherzare su di me, su quello che provo con i tuoi amici... Questo non é prendermi in giro? Avanti Matteo é un anno che mi pigli per i fondelli! ”

Scrisse velocemente, con rabbia, quasi bucando il foglio.

A me piace scherzare.. e poi comunque non mi sembrano tanto gravi!”

Diceva cosi la risposta di Matteo.

Non gli sembravano tanto gravi? NO? Non era grave per lui il fatto che Evie piangeva spesso, che soffriva? Non era grave per lui il fatto che in quel momento erano lì ad insultarsi praticamente? Beh, per lei si. E anche tanto.

“ Non ti dispiace neanche un po’ che io soffra tanto?” Evie voleva sapere la verità. Voleva capire cosa frullava nella testa di quel ragazzo.

“ Senti Evie.. Io voglio solo divertirmi con i miei amici.. Del resto non me ne frega niente! ”  Finiva cosi il loro discorso via bigliettini. Cosi. Scrivere quelle parole o scrivere “Senti Evie di te non me frega assolutamente niente! Sei un minuscolo puntino quasi inesistente nella mia vita” era la stessa identica cosa. Glielo aveva detto. A lui di lei non gliene importava niente. Divertirsi con i suoi amici, era questo l’importante per lui? Divertirsi in qualunque modo.. Deridendo gli altri anche se necessario.

Evie afferrò la penna nera e cercò di scrivere qualcosa. Doveva rispondergli a tono, dannazione! Quella volta sarebbe stata lei ad avere l’ultima parola!

“é cosi? Sai Matteo io posso vivere benissimo senza di te!” Fece per lanciarlo nella sua direzione ma.. qualcosa la fermò. Qualcosa le immobilizzò il braccio. Le impedì di lanciarlo.

Lo sapeva benissimo che non era assolutamente vero. Senza lui, lei non poteva vivere. Senza lui si sentiva inutile. Lui era una delle persone più importanti che avesse incontrato. Non era vero che non gliene importava niente. Mandandogli quel bigliettino avrebbe detto solo l’ennesima bugia. No, non avrebbe compiuto ancora una volta un errore. L’accortoccio e lo strinse tra le mani.

“…Lo sai che tu ami Matteo. Dici cento cose, ma di queste non ne pensi nessuna. Non fare la forte Evie, quando non lo sei. Mostrati agli altri cosi come sei! Vendicandoti non cambierà niente.. L’unica che ci perderà sarai solo tu. Solo tu. ” Si ricordò di ciò che le aveva detto la sua vocina interiore, quella buona quella mattina.

Si accoccolò tra due banchi e scoppio in lacrime. Mentre i compagni ancora una volta cercavano di consolarla. Mentre le sue amiche non riuscivano forse a capire cosa le era successo. Non avrebbero mai potuto comprendere che quella che avevano visto quella mattina, quella persona forte, vendicativa, arrabbiata, non era la vera Evie.

Lara le prese il foglio di carta e lo lesse assieme ad Ilaria.

- Non piangere per uno.. uno cosi! – Le si avvicinò Ilaria.

Ma Evie non ascoltava. Piangeva, si sfogava. Lei non piangeva solo per ciò che aveva detto Matteo. Anche per quello, ma non solo. Piangeva perché aveva cercato di essere quella che non era. Piangeva perché si rendeva conto di aver sbagliato. Perché nasconderci dietro una maschera può anche farci felici inizialmente, ma non potremo mai essere quello che non siamo. Mai.

 

FINE CAPITOLO 8

 

Forse è un po’ cortino come capitolo.. Ma io preferisco spezzettare la storia in più capitoli, approfondendo meglio però la scena, che mettere tante cose in unico capitolo che riesca di diventare troppo confuso! Vi chiedo ancora scusa per la mancanza di accenti. Come già detto nello scorso capitolo, ribadisco che ho scritto questo capitolo al mare su un computer vecchissimo dove non ho capito come si inserivano gli accenti. Tornata a casa ho cercato di rimediare con la correzione automatica ma, se mi dovesse essere sfuggito qualcosa, abbiate la pietà di perdonarmi! Specialmente gli accenti nella parola “così”, che il correttore automatico, non so perché, non vede!

 

Ringrazio come al solito i supermegafantastici lettori, che veramente mi danno un grande appoggio. Sono contenta che nello scorso capitolo sia piaciuto diciamo “la lotta interiore” di Evie. Mi definite “Bravissima”, “Spaziale”; dite che questa mia ff è “Bellissima”, “Stupenda”: veramente non so come ringraziarvi. Lo so che sto diventando ripetitiva, ma non sapete quanto leggere queste vostre recensioni sia bello!

Ora è meglio che la finisco qui, perché vi starete rompendo!!

Comunque GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE (L’abbiamo capitolo!! Nd_lettori)

Un bacione-one-one-one (Scusatemi.. oggi sono un po’ pazza! Nd_diddly)

 

Diddlina 

 

  
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