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Autore: DolceGiuggy    15/01/2010    1 recensioni
Salve a tutti,il mio nome è MariaVittoria,Mavi per gli amici. Ho 17 anni,o almeno quella è l’età in cui ho smesso di crescere…è una storia lunga da spiegare,per adesso l’unica cosa che potete sapere è che io ogni giorno vado a scuola e non ne esco mai.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ragazzi e ragazze vi chiedo umilmente perdono per tutto il tempo che ho fatto passare,scusate!!!

Per farmi perdonare vi dico che sto scrivendo anche un'altra storia,che non so quando posterò.Spero vi piaccia.

Intanto fatemi sapere cosa ne pensate di questa storiaaaa,vi prego non so se vi piace e vorrei tanto saperlo!

Ah,e auguri in ritardo! xD


Capitolo 3 Prime apparizioni

MariaVittoria POV

 

Ma dove diavolo è finito?? L’ansia si è impossessata di me,ho bisogno di parlargli,ho bisogno di capire.

-scusa eccomi- una figura con il fiatone entra dirompente nell’aula,lui.

-Hey,tutto bene?- che brutta cera che aveva

-sisi,ho fatto solo una corsa…ma arriviamo a noi,di cosa volevi parlarmi?-si siede vicino a me, ecco in quel momento non sapevo se fidarmi di lui o meno,sarei riuscita a raccontargli tutto? Sarei riuscita a non sentirmi ridicola? Ma soprattutto…sarei riuscita a capire il perché di tutto questo?

Alla fine con mille incertezze e dubbi inizio a raccontargli della mia storia dalla notte dell’incidente fino ad oggi,ogni minimo particolare pensavo fosse importante per capire il tutto. Il bello di tutto questo era che lui non rideva di me,mi guardava con occhi affascinati non come uno che pensa “ma cosa vuole questa pazza,ho paura”! Mano mano che iniziavo a raccontargli tutto era più facile proseguire,è stato bello poter parlare liberamente con qualcuno sfogandosi…anche se correvo il rischio di sembrare logorroica.

-A..allora?- chiesi con titubanza sperando che non mi desse della pazza o se ne scappasse via urlando.

-Wow,cioè io…non..beh..si insomma…chi se lo immaginava,sai com’è di solito sono cose da film!- sembrava confuso,beh figuratevi come potevo esserlo io dopo tutto questo.

-Insomma io vorrei capire il perché tu riesci a vedermi e gli altri no,ma soprattutto il perché sono qui,mi aiuterai vero?- chiesi con un filo di voce,quasi pregandolo,non avrei saputo accettare un no.

-Si…beh insomma,certo,sarà interessante capire il perché di tutto questo…- disse lui ancora incerto.

-Beh dai…adesso raccontami qualcosa di te…non posso sempre parlare io!- e così dicendo lo invogliai a parlarmi di lui,di quello che si nascondeva sotto la sua maschera da ragazzo misterioso. Rimasi affascinata da tutto quello che mi raccontò e rimasi un po’ sorpresa della facilità con cui me ne parlava e si confidava. Mi sono sentita bene,era da tanto che non parlavo con un amico. Diciamo che la sua vita è stata troppo movimentata per i suoi gusti,mi ha raccontato del padre,un rapporto molto freddo li lega e questo sembra lasciarlo indifferente,ma lui continua a parlare di tutto…e io ad ascoltarlo.

Giro la testa verso l’orologio e vedo che sono le 16:30.

-Mamma mia come si è fatto tardi! Scusa per averti trattenuto- dico io ricordandomi che lui ha anche una vita.

-oh..no figurati,anzi è stato bello poter rimanere e parlare. Io vado,ciao Mavi- e dicendo questo mi da un bacio sulla guancia e se ne va. Sento un qualcosa dentro che si agita,il cuore battere forte e il respiro diventare corto e veloce…tutto questo per un semplice bacio sulla guancia. Era da un sacco che la mia pelle non veniva toccata da altre labbra,nemmeno sfiorata.

-ciao Seb…- ma ormai era già andato via.

Diciamo che questo pomeriggio mi ha aiutato a ricordarmi un po’ della mia parte umana,ma la cosa che mi ha sorpresa di più è stato il fatto che quando gli ho spiegato di essere un’anima lui non ha battuto ciglio,è rimasto in silenzio aspettando che aggiungessi altro…una reazione insolita,non gli avevo mica detto “sono del capricorno”…eppure lui l’ha presa come una notizia normale e ci è passato sopra. Devo capirlo meglio questo ragazzo…ma intanto devo iniziare le mie ricerche,così mi reco nella biblioteca della scuola,che in pochi conoscono.

Che ricordi anche di questo posto. Io e le mie best avevamo “Il tavolo” non era un tavolo comune,era il nostro,quello lontano da tutti e vicino alla finestra. Era lì che ci davamo appuntamenti,era lì dove incidevamo le nostre cose importanti da ricordare,era lì dove era nata la nostra amicizia. Ogni volta che vengo qui mi metto sulla mia sedia al nostro tavolo e penso a tutte le cavolate combinate in compagnia e in quel momento mi scende una lacrima,ogni volta. Mi mancano troppo i vecchi tempi,mi mancano troppo le mie migliori amiche,dove saranno?

Per dare una risposta a questa domanda mi ricordo che devo iniziare le mie ricerche.

 L’unica cosa buona di questa scuola è sempre stata la biblioteca grande con milioni di libri. Percorro una corsia ,i libri sono impolverati e ingialliti. Sono nella sezione “mitologia”…prendo alcuni libri e mi dirigo al tavolo.

Inizio a leggere di tutto,dai libri che non c’entrano nulla a quelli più somiglianti al mio caso…ogni minimo particolare può essere importante. Mi inizia a prendere la mano leggo tutto con foga,ma,con mia grande delusione,mi accorgo che questa sezione non è fatta per quello che sto cercando io; così metto a posto i libri e vado in un’altra sezione: “fantascienza,sovrannaturale,veggenza…”. Questa sezione è quella più desertica,nessun ragazzo legge questa roba. Prendo qualche titolo interessate e mi dirigo di nuovo alla mia postazione. Alla fine la foga mi prende anche qui,ma stavolta le mie ricerche sono andate a buon fine. Mentre chiudo i libri e li riordino sul tavolo sento una finestra che sbatte,mi guardo intorno ma tutte le finestre a me visibili sono ben chiuse,così faccio il giro e noto che dalla parte opposta rispetto alla mia postazione,vicino alla macchinetta del caffè,c’è quella finestra,la chiudo,ma mentre sto per tornare al mio tavolo sento delle grida,dei lamenti molto forti…è la voce di una donna. Sembra la voce di Silvia,ma mentre cerco di capire da dove possano venire,i lamenti cessano e la finestra si apre di nuovo. Stavolta la mia mano,intenta a chiudere la finestra,trema dalla paura. Sento un brivido percorrermi tutto il corpo,ma alla fine mi tranquillizzo e penso che è stata solo la mia immaginazione. Sì esatto,mi sono suggestionata da quelle letture. Così pensando mi avvio al tavolo per prendere i libri per poi posarli. Quando torno al tavolo noto una scritta nuova,una scritta che non c’era prima...”Guarda oltre..”. Quella scrittura avrei saputo riconoscerla ovunque,era la scrittura di Jenny,lei che aveva quel modo di fare le “a” unico. Fissavo la scritta ero spaventata,molto,troppo…così correndo decisi di allontanarmi dalla biblioteca e passare,come consueto,le mie nottate a modificare i voti nei registri dei prof. Questo andava raccontato a Seb,eccome se andava raccontato!

Mentre esco dalla sala professori girovago per la scuola,come sempre. Ad un tratto una sagoma sfocata,alta e,sembrerebbe,bionda mi fa segno con la mano di seguirla,sono sicura è Laura. Quella chioma la riconoscerei ad occhi chiusi,così inizio a seguirla,ma mi rendo conto che sono troppo lenta,così inizio a correre ma non c’è niente da fare,lei scompare nel nulla. Inizio a guardarmi intorno sperando di rivederla ma nulla,sento la paura pulsarmi nelle vene,ma non mi importa,voglio vedere…voglio capire. Poi ad un tratto davanti agli occhi mi riappare quella scritta “Guarda oltre”,cosa voleva significare? Allora anche le urla…non le stavo immaginando? Così pensierosa,piena di dubbi e di paure vado nella mia ex classe. Lì trovo una nuova scritta “Perché non riesci a v..” e poi quel segno della “v” con uno scippo di fianco sembra quasi come se qualcuno avesse impedito di proseguire. Cosa vuole significare tutto questo?

Passa la notte troppo lentamente,arriva il giorno. Devo cercare Sebastiano e raccontargli tutto. Aspetto che si faccia ricreazione per andarlo a cercare,d’altronde questo ragazzo deve farsi pure degli amici o no? Appena suona la campanella mi precipito in classe sua e lo invito a venire nel solito posto: lo sgabuzzino abbandonato della bidella. Gli racconto tutti gli accaduti, lui mi guarda molto incuriosito.

-Dici davvero?- sibila lui

-No,per finta! Ma dai,ho la faccia di una che scherza?!-

-Giusto…si scusa.-

-Figurati,comunque ti va di venire qua…stasera?-chiedo titubante aspettandomi un no

-Di sera? Qui…con te?- dice anche lui con un tono indeciso

-Si…per le ricerche,magari mi aiuti a capire,sai ho letto delle cose nei libri e vorrei parlartene,magari ci possono servire…sempre se ti va- dico sperando che dica di sì

-Sì ok,vengo…a che ora? Per le 8 va bene?-

-Sì,perfetto. Ah e porta una candela e un accendino- e così dicendo me ne vado evitando che faccia troppe domande.



  
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