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Autore: Yu_    15/01/2010    1 recensioni
Questa è la storia di una ragazza qualunque che un giorno torna a casa e la sua vita cambia completamente: Caspian e i re di Narnia la trascinano in questo meraviglioso mondo scoprendo, successivamente, di avere anche un fratello. Tuttavia le cose si complicano: la guerra contro Miraz è imminente e le forze per contrastarlo sono poche, ma fortunatamente alla fine arriverà un aiuto da più lontano.
Dal quinto capitolo:
"Io sono tua sorella"dissi titubante.
"E cosa te lo fa pensare?"mi chiese Caspian.
"Te l'ho già detto!"gli urlai.
"Tutto questo è impossibile! Io non ti credo"
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Noooooooooooo!!! Caspian!!”urlai e mi risvegliai di colpo.

”D-d-dove sono?! Caspian….Caspian dov’è?! Ahhhhhhhhhhhhh”ri urlai come una pazza scatenata.

”Calmati era solo un brutto sogno. Sei qui con noi e stiamo andando a Cair Paravel e Caspian è alla tavola di pietra a proteggere gli abitanti di Narnia da Miraz e dal suo esercito.”disse Peter.

”Miraz! Oddio…Miraz mi vuole uccidere?!”dissi sempre più terrorizzata.

”Ehm…no, non ci risulta. Vuole uccidere Caspian perché vuole il trono libero per suo figlio, non te.”disse Edmund.

”Allora sognavo e basta?”domandai.

”Sì e anche di brutto perché sono parecchi minuti che cerchiamo di tranquillizzarti.”rispose Susan ironica.

”Dormi in mezzo a noi, magari stai più tranquilla.”mi disse Lucy.

”Grazie.”risposi.

Mi rimisi giù, ma non riuscii a dormire. Rifeci lo stesso sogno e mi risvegliai di colpo urlando come prima.

”Hai intenzione di farci dormire questa notte?”mi disse Susan.

”Non ci crederete, ma ho rifatto lo stesso sogno di prima. Non sembra neanche un sogno in effetti.”le risposi.

”Avete ragione vostra maestà! Questo non era un sogno, ma piuttosto una premonizione. Anzi, forse nemmeno questa era.”disse Trumpkin.”.

“Hai ragione! Come se fosse una cosa accaduta in passato, ma che si ripeterà perché il sogno è stato fatto due volte.”precisò Lucy.

“Perché proprio tu però?”mi chiese Edmund.

“E’ quello che mi sto chiedendo anch’io”gli risposi.

“Ma non capite?”disse Peter.

“Che cosa dovremmo capire?”gli chiese Susan.

“La profezia che dice della figlia di Eva ritrovata, la premonizione, la ragazza scomparsa. Tutto torna…tu…tu sei…tu sei la sorella di Caspian.”disse Peter.

Quando mi disse così svenni. Ero in piedi e credo di aver fatto un bel botto. Sentii delle voci offuscate che dicevano:

”Si riprenderà?”era Edmund.

“E’ solo uno svenimento, Ed!”questa invece era Susan.

“Non avresti dovuto dirglielo in modo così brusco e repentino. Con queste cose ci vuole pazienza, Peter!”questa Lucy.

“Se non glielo dicevo così come sennò? Fa più male una ferita così o una così che ci giri intorno?”di nuovo Peter.

“Non discutete. Ormai la regina è tanto che è svenuta. Dovremmo fare qualcosa.”questo era l’inconfondibile Trumpkin.

“La respirazione…”prima che potesse finire la frase Susan lo interruppe dicendo:

“No, Ed, non fare il tonto: lei respira e poi così non migliorerai la situazione.”.

“Vicino, anzi qui davanti a noi c’è il fiume. Bagnamole la testa, magari si sveglia. Vai tu Peter, io le sto reggendo le gambe!”Lucy, la più premurosa.

Mi era sembrato anche di sentire qualcuno che diceva ”quanti sono?”. Se non sognavo, chiunque l’avesse detto mi ricordava il mio compagno Elia, quando ero svenuta a scuola l’anno prima.

Ad un certo punto sentii qualcosa di freddo sulla fronte. Mi risvegliai dallo svenimento. Tutti mi fissavano.

“Allora, sentite, di che stavamo parlando?”dissi rialzandomi.

Tutti fissavano male Peter e in un certo senso anche me.

“Cosa c’è?”chiesi.

“Niente… niente.”rispose Susan.

“Tutto bene?”mi chiese Lucy sottovoce.

“Sì.”risposi.

“Bhe, allora, praticamente, tu hai fatto un sogno che non era proprio un sogno…”cominciò Susan.

“…ma una premonizione…”la interruppe Trumpkin.

“…di una cosa successa in passato…”disse Edmund.

“Tu saresti la…”riprese Lucy.

Mi stava cominciando a girare la testa.

“…sorella perduta di Caspian.”concluse Peter.

Svenni di nuovo.

“Peter, lo sai che sei proprio cretino?”disse Susan.

“Non c’è rimedio. A questo punto secchiata d’acqua, siete d’accordo?”disse Edmund.

Sulla mia faccia sentii l’acqua come se sopra di me ci fosse stata una cascata. Mi rialzai di scatto.

“Edmund, questa me la paghi!”esclamai.

Lo rincorsi sul fiume fino a che non lo bagnai. Tutti parteciparono. Ci bagnammo tutti, ma l’importante era stare insieme e divertirsi.

“Vogliamo andare a letto? Domani dobbiamo viaggiare. E’ tardi!”disse Susan.

“Hai ragione Susan! Però ricordatevi: io non sono debole di sentimenti, sono svenuta solo perché avevo sonno. Tanto l’ho capito: Caspian è mio fratello.”dissi.

Tutti si misero a ridere seguito da frasi tipo:

”Sì, certo, come no!”.

La notte passò tranquilla. Dormii in mezzo a Susan e Lucy che mi tennero stretta affinché non svenissi di nuovo. La mattina dopo Lucy fu la prima ad alzarsi. La sentii e Susan le disse:

”Dove vai?”

“Nella foresta a cercare il fiore di fuoco per la mia boccetta: sta finendo il liquido. Vieni con me?”

“Ok, va bene.”disse Susan.

Mi riaddormentai. Ad un certo punto sentii delle voci urlare e dentro di me pensai che Lucy e Susan fossero in pericolo. Mi alzai di scatto e mentre prendevo le frecce, l’arco e la spada dissi urlando:

“Peter, Edmund, Trumpkin, alzatevi! Lucy e Susan sono in pericolo.”.

Balzarono subito in piedi, ma io ero gia andata.

“Lucy, Susan, dove siete?”le chiamai.

“Siamo qui, aiutaci.”urlò Lucy terrorizzata.

Arrivai sul posto e vidi una tigre sotto un albero dove c’erano Lucy e Susan. Aveva tra le spalle il pugnale di Lucy, ma ancora non era morta. D’improvviso ebbi una forte scarica di adrenalina e presi una freccia e puntai dritta su una zampa. Cadde a terra. Le tirai un’altra freccia, dritta sul cuore e poi presi la spada e gliela conficcai nel petto. Nel frattempo erano arrivati i Pevensie e Trumpkin.

“Grazie.”mi dissero Lucy e Susan.

“Dovere. Voi qui non servite a niente morte. Tieni, questo è tuo! Non lo dimenticare più.”dissi porgendo l’arco e le frecce a Susan. I fratelli si arrabbiarono.

“Ma che stavate facendo? Susan e il tuo corno? Potevate morire.”gli disse Peter.

“Però non è successo…”intervenni.

“No, lascia stare, me la vedo io con lui. Stavamo solo raccogliendo i fiori di fuoco, quando ci siamo imbattute in questa tigre. Non so dov’è il mio corno…”disse Susan.

“E’ il tuo, se non lo sai tu chi lo deve sapere?”ribattè Peter.

“No, scusa dimenticavo che ce l’ha Caspian.”. Susan quasi ringhiò.

“Piantatela! Almeno non ci dovremmo preoccupare del cibo.”disse Edmund.

La lite era finita. Trumpkin tolse la pelle dell’animale e prese la carne.                           

“Ma dove la mettiamo?”chiesi.

“Qua ho un vecchio fazzoletto.”rispose Susan.

“Almeno sai renderti utile!”la stuzzicò Peter. Lei lo guardò male, ma lo ignorò.

“Grande!”esclamò Edmund facendo altrettanto.

Dopo aver preso carne a sufficienza riprendemmo la nostra barca per andare a Cair Paravel. Non eravamo molto distanti. Dopo qualche chilometro, infatti, uscimmo dal fiume e ci ritrovammo sull’Oceano Orientale. Mezz’ora dopo eravamo sotto le mura, o quel che restava, di Cair Paravel.

“Certo che è conciata veramente male.”dissi.

“Puoi dirlo forte! Ci hanno attaccato con dei massi lanciati con delle strutture di legno...”rispose Trumpkin.

“Le catapulte?”domandai.

“Esatto.”rispose Trumpkin.

“Come si fa ad arrivare sopra?”interrogai.

“Seguici.”disse Peter.

In mezzo alle piante c’era una scalinata molto lunga. Noi la salimmo e in breve arrivammo a quello che anticamente era il castello dei quattro troni. Gli scalini per salire erano 168. Quando ci arrivammo, in mezzo vidi e riconobbi i quattro troni, o perlomeno quello che restava di loro. Rividi nella mia mente tutti i momenti dell’incoronazione e poi quella frase di Aslan ”Quando si è re o regine di Narnia si è sempre re o regine.”

“Ehi, sei rimasta incantata?”mi chiese Trumpkin.

“No, stavo ricordando la loro incoronazione…Lucy la Gaia, Edmund il Giusto, Susan la Dolce e Peter il Magnifico. Peccato, io non avrò mai un soprannome perché non sono regina di Narnia...”risposi.

“No, non dire così. Ti abbiamo appena incoronato regina di…”mi disse Susan. Non la lasciai finire.

“Io in realtà sono una persona normale”le risposi.

“Tutti noi quattro sono persone normali Miriam. Renditene conto! Non puoi cambiare le cose!”esclamò Peter.

“Ok allora lasciamo fuori il mondo reale da questa storia. Io sono comunque regina di Telmar. Quando arriverà Aslan non sarò più regina di Narnia…”dissi calma.

Volevo staccargli la testa.

“Senti, Aslan qui non c’è e tu sei regina sia di Telmar sia di Narnia.”rispose Peter duro.

Lui e Edmund spostarono una parete e dietro apparve un portone di legno. Anche quello, come del resto tutto il castello dei troni, era mezzo sgangherato.

“Ed, dammi la torcia.”disse Peter. Lui gliela porse e scendemmo le scale.

Arrivammo in una grande stanza con cinque bauli di pietra. Almeno questa si era mantenuta abbastanza intatta. Aprii il mio. Era pieno di vestiti: uno bianco, sbracciato e semplice, una gonna di velluto viola, una rossa, un vestito blu con le maniche lunghe, uno azzurro e bianco, uno nero e corto al ginocchio, uno arancione e giallo, tre camicie, due bianche e una azzurra, un corpetto bianco, due jeans neri(avete capito bene: erano jeans), un paio di pantaloni di fustagno neri, il pezzo sopra dell’armatura con la maglia di ferro, stivali in pelle e quattro paia di scarpe con il tacco. Mi meravigliai molto della presenza dell’armatura: a Telmar le donne non combattevano.

“Ma come la portiamo tutta questa roba? Ci vorrebbe una canoa per persona e noi ne abbiamo una sola!”dissi.

“Vi ho portato apposta quattro canoe.”.

“Caspian!”disse Susan e subito sul suo volto si aprì un gran sorriso. Già sentivo la testa girare. Mi misi una mano sulla fronte.

”No, no, no, no…”bisbigliò Edmund venendo verso di me. “Senti, perché io e te non andiamo a prendere una boccata d’aria?”.

Mi portò fuori poi disse:

”Non avrai intenzione di svenire di nuovo, vero?”.

“No, no, ma ero sul punto di farlo…”gli risposi.

“E per fortuna che non eri debole di sentimenti. Ma hai intenzione di dirglielo?”mi chiese.

“Ma certo che sì. Sono sua sorella e non sa nemmeno che esisto. Tanto lo verrebbe a sapere da qualcuno di Telmar che mi conosce. Comunque ora mi devo ancora riprendere, quindi glielo dirò tra qualche giorno.”gli dissi. Poi arrivarono tutti.

“Ma cosa le è successo?”mormorò Peter a Edmund.

“Stava per risvenire.”gli rispose.

“Glielo dirà?”.

“Sì, tra qualche giorno perché ora è ancora troppo presto.”.

Caspian fischiò e subito un’enorme fenice portò su le cinque canoe. Con alcuni viaggi portammo le nostre cose ognuno su una canoa. La fenice riportò giù le canoe una per volta visto che adesso erano molto più pesanti di prima.

“Vi hanno attaccato i telmarini?”chiese Lucy a Caspian.

“No, ma il ponte è quasi finito.”le rispose.

Riscendemmo i 168 scalini e le canoe erano sulla spiaggia.

”Ognuno deve prenderne una?”domandai. Che domanda stupida: ovvio.

“Sì.”risposero tutti insieme.

“Ma c’è un piccolo problema: non so pagaiare…”risposi.

“Magari potrei insegnarti io…”si offrì Caspian.

No, cavolo, questa non ci voleva. Tutti mi guardarono malissimo. Di sicuro ero sbiancata.

“No, Caspian, tu aiuta Lucy, ci penso io a lei…Tutto ok?”disse Susan prima rivolta a Caspian e poi a me.”Sei sbiancata, non puoi continuare così, devi dirglielo…ogni volta che lo vedi o sbianchi o svieni.”riprese.

“Ce la faccio…domani glielo dico! No, non ce la faccio.”piagnucolai.

“Senti, dobbiamo mantenere la calma…là fuori c’è Miraz…c’è anche una battaglia da combattere…Se stai così non ci sarai molto utile, che invece è ciò che devi essere! Fatti coraggio.”mi confortò. Non riuscii a resistere e mi misi a piangere.

“No, no, ok, va bene, allora osservami. Si pagaia così: devi mandare i remi in avanti e spingere l’acqua indietro. Siamo d’accordo? Allora provaci! Piantala sennò lui qualche domanda comincerà a farsela.”. Susan cercò si sdrammatizzare la situazione e di consolarmi.

Per colpa delle mie stupide scenate sentii Caspian bisbigliare a Lucy:

”Ma cos’ha?”e lei rispose che non lo sapeva.

Quando li sentii, smisi di fare la fontana condannata a piangere per l’eternità. Non volevo che lo scoprisse subito, o semmai non in questa maniera.

“La fontana ha bisogno di un fazzoletto?”scherzò Peter.

“Magari.”gli risposi.

Lui me lo lanciò. Sopra c’erano le iniziali P.P. Mi asciugai il viso, che ormai doveva essere già rosso per le lacrime.

”Sembri un pomodoro.”mi urlò Edmund dalla sua canoa.

“Ma che simpatico, si, davvero, un comico nato, molto divertente!!”gli ri urlai.

“In effetti, un po’ ragione ce l’ha.”affermò Lucy.

“Ma quanto sono simpatici i Pevensie. Guardate, adesso rido.”risposi.

“Evviva, è tornata felice!”esultò Susan.

“Sì, grazie a voi.”risposi.

 

Questo è il mio nuovo capitolo. Spero vi piaccia e vi prego di recensire.

   
 
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