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Autore: samek    15/01/2010    5 recensioni
Come ti dovresti comportare quando, dentro di te, cominci a comprendere che il fatto che nessun ragazzo ti interessi è perché, in realtà, vuoi una ragazza? E non una qualsiasi…ma la tua amica più cara?
(Scritta per la Criticombola di Criticoni).
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mano destra scorre sulla pagina bianca, disegnando frasi, inanellando parole su parole, ed un fumo soffice e leggero si alza dalla tazza di cioccolata posata lì accanto

Fandom: Originale – Racconto Introspettivo;
Rating: Pg13;
Warning: Female Slash, Pre-Slash;
Beta: Narcissa63;
Summary: Come ti dovresti comportare quando, dentro di te, cominci a comprendere che il fatto che nessun ragazzo ti interessi è perché, in realtà, vuoi una ragazza? E non una qualsiasi…ma la tua amica più cara?
Scritta per la Criticombola di Criticoni. Prompt 40 - Femslash/Yuri.

 

Stessa storia, Stesso posto, Stesso bar…

 

Stessa storia, stesso posto, stesso bar
stan quasi chiudendo
poi me ne andrò a casa mia
solo lei
davanti a me
cosa vuoi
il tempo passa per tutti lo sai
nessuno indietro lo riporterà neppure noi.
*

 

La mano destra scorre sulla pagina bianca, disegnando frasi, inanellando parole su parole, ed un fumo soffice e leggero s’innalza dalla tazza di cioccolata, posata lì accanto. Le note di una musica soft e commerciale s’involano nell’aria calda del bar, facendo da sottofondo al costante brusio di voci degli avventori. La tua amata chitarra, celata dalla custodia, riposa placida accanto alla tua sedia, mentre tu continui ad intrecciare un verso con l’altro, nel tentativo di creare un testo decente per la tua nuova canzone. Sull’ampio posacenere si è ormai formata una piccola montagna di pagine appallottolate, simile ad una pila di cadaveri sconfitti ed abbandonati.

Due braccia forti ti cingono improvvisamente le spalle, richiamandoti dalla dimensione in cui i tuoi pensieri ti avevano trascinata e facendoti riemergere dalle righe del foglio candido.

«Iris, che fai tutta sola? Sei in anticipo» ti apostrofa la voce di Paolo, mentre lui si prende un po’ troppe confidenze, stringendoti a sé e spettinandoti i capelli.

«Volevo stare da sola, ecco perché sono già qui» lo fulmini con un’occhiataccia, indicandogli la sedia per incitarlo ad accomodarsi.

Chiudi il quaderno e lo infili in borsa, oggi non è proprio giornata.

Chiacchierate del più e del meno, mentre ti chiede per l’ennesima volta cosa aspetti a cercarti un nuovo ragazzo, e finalmente consumi la tua cioccolata. Il tuo amico sembra proprio non riuscire a concepire il fatto che tu non stia cercando nessuno, che tu stia bene da sola, lo ritiene una cosa fuori dal mondo.

Pian piano il resto della vostra cricca vi raggiunge, per quella che è la vostra sacra serata settimanale, tutti lì, nel vostro ritrovo preferito… manca solo lei, Agata, la tua migliore amica, che infine si degna di arrivare.

Celi una smorfia dietro alla tazza quando noti che insieme a lei c’è quell’idiota di Daniele, il suo nuovo ragazzo, che trovi insopportabile in una maniera così assoluta, da fare davvero parecchia fatica a nasconderlo. D’altronde, per te, le persone si dividono in due categorie: quelle che ti sono simpatiche ed a cui vuoi bene, e quelle che ti stanno antipatiche ed eviti come la peste. In mezzo c’è solo l’indifferenza e quel tizio è troppo irritante per rientrare in tale categoria.

Agata si china su di te per posarti un bacio sulla guancia, investendoti con il suo profumo caldo ed avvolgente, che è un po’ troppo forte per i tuoi gusti, ma ti sa inevitabilmente di familiarità e sicurezza.

Il tempo trascorre rapido tra battute sciocche, birra e sigarette… c’è chi s’informa di cosa abbiate combinato negli ultimi giorni, chi racconta dell’ultimo film visto al cinema, dell’incontro speciale dell’altra sera, di quella canzone fantastica di cui si è innamorato, delle ultime conquiste sportive. Nel momento in cui Elena, una tua ex-compagna di classe, si congratula con Daniele ed Agata per il loro primo mesiversario, per te diventa tutto troppo. Con una scusa qualsiasi ti alzi dal tavolo e passi nella sala adiacente, quella dov’è vietato fumare, accostandoti al bancone.

«Cosa vuoi adesso?» domanda Marco, il vostro barista preferito, a mo’ di saluto.

«Mi serve qualcosa di forte» borbotti, accasciandoti sul bancone.

«Hai una faccia scura che sembra t’abbiano fatto ingoiare un rospo» sogghigna, sporgendosi verso di te, bello e pungente come una rosa.

«Cos’hai, che sei più acido del solito?» ribatti, senza farti incantare dal suo fascino da bel tenebroso.

«Niente, mi gira così. Tu?» risponde, mentre prepara un drink per un altro cliente.

«Niente» sorridi, cosciente quanto lui che i vostri “niente” equivalgano ad un “tutto”.

Come ti dovresti comportare quando, dentro di te, cominci a comprendere che il fatto che nessun ragazzo ti interessi è perché, in realtà, vuoi una ragazza? E non una qualsiasi… ma la tua amica più cara?

Chiudi gli occhi, cercando di scacciare il sorriso sensuale di Agata dalla tua testa, il suo profumo inebriante. In realtà non è una donna particolarmente carina, ma ai tuoi occhi è la più bella e desiderabile del mondo. Ti chiedi se quell’idiota di Daniele si renda conto di quanto è fortunato, però sei matematicamente certa che presto rovinerà tutto.

All’improvviso la voglia di afferrare la tua chitarra e suonare fino a quando non ti cadranno le braccia e ti sanguineranno i polpastrelli, ti uncina lo stomaco come un maglio. Vorresti poter gridare, cantando a squarciagola tutti i sentimenti che stai soffocando.

«Mi offri una sigaretta?» chiedi bruscamente al barista, e lui ti lancia un’occhiata di sbieco, prima di controllare che non ci sia qualcun altro che abbia bisogno di essere servito.

«Ce la fumiamo insieme» propone, aggirando il bancone e facendoti cenno di uscire in strada con lui. Tira fuori dalla tasca della camicia nera un pacco di Winston blu ed, aprendolo, t’invita a prenderne una, per poi accendertela.

Fai il primo tiro espirando il fumo con gratitudine… la stessa marca di quelle di Agata, non certo le tue preferite, ma non ti pare il momento di fare la schizzinosa.

Marco se ne accende un’altra e si appoggia al muro accanto a te, una presenza silenziosa e discreta.

Osservando il fumo grigio che ascende al cielo, spezzi finalmente il silenzio: «Cosa faresti se ti rendessi conto di essere attratto da un’amica?» non ti volti, ma sei certa che abbia sogghignato.

«La conquisterei, io ciò che voglio me lo prendo» risponde con quell’arroganza che è un suo tratto peculiare.

«E se fossi certo di non interessarle, di non avere alcuna speranza?» obietti.

«Uhm…allora dipenderebbe da quanto fosse importante quest’amica e da quanto io ne fossi  attratto. Cercherei di capire se si trattasse solo una questione fisica o ci fosse di più e, quindi, se valesse la pena rischiare» replica saggiamente il giovane «Comunque, chi è il fortunato?» aggiunge poi maliziosamente.

«Non ho mai parlato di un ragazzo» ribatti con un sorriso storto.

Il barman sgrana gli occhi incredulo: «Agata?» chiede conferma.

«E’ tanto palese?» sussurri angosciata.

«Solo perché ti conosco bene e mi hai appena detto che si tratta di una ragazza… ma, credevo tu fossi etero» chiarisce allibito.

«Lo credevo anch’io» sospiri, prima di fare un altro tiro.

«Sei certa che non sia una cosa passeggera? Cioè… magari credi di esserne attratta, ma è solo… che ne so… paura di perderla o bisogno d’affetto» ipotizza, in quella che ti pare una gran bella arrampicata sugli specchi.

«L’ho sognata stanotte… eravamo nel mio letto e le facevo… Dio, vorrei entrare lì dentro, sbatterla contro il muro e baciarla davanti a tutti» ansimi lievemente e gli dai un pugno sul braccio quando, dal suo sguardo perso, capisci che sta immaginando l’intera scena. Razza di maniaco.

«Non durerà con quel tizio, sai? Non durano mai le sue storie» afferma, quasi volesse consolarti.

«Già» replichi laconicamente.

«Che farai allora?» la curiosità sembra vincere sulla sua discrezione, d’altronde tutti i baristi sono un po’ pettegoli.

«Raccoglierò i suoi cocci, come sempre» rispondi mestamente, gettando via l’ultimo mozzicone di sigaretta.

«E chi raccoglierà i tuoi?» domanda preoccupato.

«Lo farò da sola, come al solito» scrolli le spalle, poi vi osservate per qualche secondo e ti lasci inghiottire da quegli occhi neri, così simili a quelli della tua migliore amica «Mi serve qualcosa di forte» ripeti.

«Irish Coffee?» propone Marco, aprendo la porta per farti passare, da bravo cavaliere e tu annuisci con un sorriso piccolo piccolo. Adori il modo in cui ti conosce così bene.

 

FINE.

 

*La frase d’introduzione è tratta dalla mitica “Gli Anni” di Max Pezzali.

 

 

 

 

   
 
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