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Autore: white_kahlan    17/01/2010    1 recensioni
Ad assolo giunto a conclusione i capelli di Ino erano completamente spettinati, le guance arrossate e i fiori con cui stava componendo orrendamente decapitati. “tutto bene cara?” chiese Kurenai dalla serra. La figura del maestro si voltò rapidamente verso l’amata e quando si rigirò verso la bionda rimase sgomento, con la stessa semplicità e velocità con cui era impazzita ora era di nuovo perfetta, i fiori sostituiti e la posa composta. “si tutto bene sen sei non si preoccupi!” pigolò, prima di rivolgersi al maestro “lei è un fantasma vero? No perché è la soluzione più plausibile, ne va della mia salute mentale”
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Asuma Sarutobi, Ino Yamanaka, Kurenai Yuhi, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ora si che mi sento una nuvola

Ora Si Che Mi Sento Una Nuvola

Dedico questa fic a tutte le mosche bianche!  

sperando che non ne rimangano deluse :)

Il sole brillava sulle strade di Konoha. Era una bella mattinata di inizio primavera e una graziosa ragazza bionda stava trafficando fuori da un negozio di fiori, sistemando vasi su e giù dagli scaffali. Dopo poco un ragazzo biondo passò correndo di lì e la salutò vivacemente

“ ciao Ino-chan!! Scusa ma non posso trattenermi, sto andando da Sakurachaaaan!! Ci vediamo dopoooooo”

 Disse quello, urlando da dietro all’angolo di due palazzi più avanti, dove aveva svoltato, facendosi sentire perfettamente. Lei sorriso di rimando, scuotendo la testa

“ certo che Naruto sa sempre mettersi in situazioni imbarazzanti” pensò, ma non appena quella testa quadra dell’amico sparì dai suoi pensieri, il suo volto si spense di nuovo. Era in pensiero da un paio di settimane, e tutto il villaggio parve accorgersi che il fiore dorato di Konoha non rideva più come prima. Infatti nel giro di poche ore il negozio di fiori Yamanaka fu invaso da un via vai di chunin che le rivolgevano occhiate preoccupate con molta discrezione. A metà pomeriggio Sakura decise di mettere fine a questa storia, non voleva che la sua amica si riducesse ancora peggio di così per chissà quale motivo. O meglio, il motivo lo si sapeva eccome, ma Ino non era ancora disposta ad ammetterlo. La rosa si recò al negozio, per Ino l’ennesima visita di qualcuno che non era lui.

“buongiorno!” cinguettò la bionda, credendo fosse una cliente.

“ciao Ino, come stai?” chiese Sakura cercando di non incrociare i suoi occhioni azzurri per paura di trovarci qualche segno di sofferenza

“bene fronte spaziosa! Mi sembra naturale no?” disse sorridendo, convinta di poter ingannare tutti con quella messa in scena, persino sé stessa. Sakura di fronte all’ennesimo muro postale davanti dall’amica scoppiò

“ Ino non mi prendere in giro, lo so che non stai bene, lo sappiamo tutti, non inganni nessuno di noi con questa farsa, Choji è preoccupato per te, tutti lo siamo…”

Ino si girò di scatto, prendendo ad annaffiare dei fiori “ma cosa dici Sakura chan… sto bene! Vedi sto lavorando, e poi perché mai vi è saltata in mente questa idea sciocca..” disse, non molto convinta.

Sakura non era conosciuta di certo per la sua pazienza, anche se si trattava di Ino tutto aveva un limite “va bene fai come diavolo ti pare! ” urlò girando i tacchi e incamminandosi a grandi falcate verso la porta, prima di sbatterla con violenza esitò “ sono sicura che lui sta bene”

A quelle parole percepì la schiena di Ino vibrare in un tremito, e uscì.

Shikamaru era in missione da due settimane, niente di pericoloso stando a quanto diceva l’Hokage, doveva aiutare i ninja della pioggia nella traduzione di un codice, era stato mandato assieme a kakashi Shino e Neji, le teste più brillanti del villaggio per risolvere la situazione alla svelta: la missione non era pericolosa, ma con il paese della pioggia non si poteva mai sapere, la guerra civile imperversava e per di più il team non mandava messaggi. Ino si sentiva a disagio per questa situazione, ma non credeva che la cosa fosse così visibile. A dire il vero nemmeno lei sapeva esattamente ciò che provava. Le dispiaceva come sempre di non poter essere stata d’aiuto, se solo fosse stata più intelligente o più abile come ninja medico magari avrebbe potuto partecipare a una missione così importante. Eppure qualcosa le sfuggiva. Stava male, era confusa, e sentiva che la causa di quelle sensazioni era profonda, non semplice abbattimento morale. Eh si la sua amica aveva ragione, era preoccupata per lui.

“ma perché!!??” urlò dentro al negozio, sola con i suoi pensieri.

Tuttavia Sakura non aveva intenzione di arrendersi

“vuole la guerra ? io le farò aprire gli occhi volente o dolente!” esclamò Sakura parlando da sola in mezzo alla strada ( e non curandosene affatto). La rosa pensò di andare da Kurenai, la donna era diventata molto importante per il team 10 dopo la perdita del maestro e di fronte a lei non avrebbe potuto mentire.

Intanto al negozio la bionda correva su e giù per tenere occupato il tempo e non pensare ai suoi sentimenti, che reputava assolutamente sbagliati ovviamente.  

“io e Nara” pensava “ ridicolo!” ma non ne era affatto convinta “figurarsi io e quel noioso scansafatiche guarda nuvole, misogino, con i capelli ad ananas e…” poi indugiava “ e… e quel suo mendokuse del cavolo e quel ghigno che ha in volto che lo rende così così sensual…”

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAhh! No!” poi il flusso dei suoi pensieri si interrompeva, accompagnato dal risuonare della sua candida voce nel negozio vuoto.     

 “Kurenai-sensei!”esclamò, dopo l’ultima crisi di nervi, quando vide il pancione entrare prima della donna "dovrebbe stare attenta nelle sue condizioni!” la sgridò Ino “come posso aiutarla?” chiese poi sorridendo per la prima volta da un po’ di tempo in modo sincero. Quei pensieri dopotutto cominciavano a farla tornare “normale”, e poi lei la faceva stare bene, forse perché in lei vi era una parte del maestro Asuma.

“ciao Ino, sono venuta solo a fare una passeggiata e ho pensato di comprare qualcosa di colorato da mettere in cucina. Faccio da sola,  giro un po’ e poi  ti chiamo quando ho scelto, va bene?” disse sorridente la donna.

“certo sensei faccia con comodo!” cinguettò Ino tornando a sedersi al bancone, dove stava facendo una composizione di papaveri e viole bianche e lilla, non riuscendo ad esserne soddisfatta. “Uff”mormorò continuando a cambiare di posizione i fiori “aaaahhhh” mugugnò seccata buttando all’aria tutto

“se solo Asuma fosse qui... saprebbe cosa dirmi, saprebbe perché sono così così confusa e preoccupata.. saprebbe farmi pensare ad altro…” si ritrovò a pensare.

Poi con una mano sulla guancia, appoggiata al bancone,guardò istintivamente Kurenai e rimase ad osservarla mentre passeggiava tra i non ti scordar di me, assumendo un aria raggiante mentre si sfiorava il pancione

“com’è bella” esclamò affascinata dal fenomeno della vita.

“Già lo penso anch’io” affermò una voce maschile accanto a lei, familiare. Troppo familiare. Tanto familiare che Ino vi rispose senza farci caso

“eh si… emana felicità, chi le sta vicino non può non venirne investito e sorridere!”

“è proprio così, Ino” affermò nuovamente la voce familiare.

 “non può essere..” disse Ino.

La bionda si rizzò sullo sgabello e guardò verso la porta.

Niente.

“No, impossibile fosse quella..” si disse, doveva esserselo immaginato.

“Ino sono qui” la chiamò di nuovo la voce da uomo, calda e profonda. La bionda si voltò di scatto

“mm-mm-maestro Asuma?” balbettò.

Asuma si accese una sigaretta ma il fumo non infastidì Ino, un po’ come se fosse li ma non fosse li. Ino guardò il maestro, poi i suo piedi, poi il maestro, prima di iniziare un folle monologo che ricordava in tutto e per tutto la Ino di sempre

“ perfetto. No dico perfetto, ora sono anche diventata matta. Dannato Shikamaru Nara questa è tutta colpa tua, lo sai vero? che poi neanche lo so perché sono così preoccupata per te! Ma sai che ti dico?? Non tornare più, resta al villaggio della pioggia per sempre, fatti uccidere! Che tanto quando morirai lo saprò! Ho acquistato il potere di parlare con i defunti!” sbraitò gesticolando tutto d’un fiato.

 Asuma rimase interdetto e cercò di fermarla ma la furor di Ino non aveva fine

“ ah no.. no.. è vero, è semplicemente possibile che la più scema di Konoha, vale a dire io, abbia solamente i soliti disturbi mentali, una pazza isterica insomma! Si, si, dev’essere così, ciao neuroni malati, vi dispiace smetterla di prendervi gioco di me?”

Ad assolo giunto a conclusione i capelli di Ino erano completamente spettinati, le guance arrossate e i fiori con cui stava componendo orrendamente decapitati.

“ tutto bene cara?” chiese Kurenai dalla serra.

La figura del maestro si voltò rapidamente verso l’amata e quando si rigirò verso la bionda rimase sgomento, con la stessa semplicità e velocità con cui era impazzita ora era di nuovo perfetta, i fiori sostituiti e la posa composta

“si tutto bene sen sei non si preoccupi!” pigolò, prima di rivolgersi al maestro  “lei è un fantasma vero? No perché è la soluzione più plausibile, ne va della mia salute mentale”

Lui inspirò, poi espirò del fumo, lentamente, si volse verso Kurenai “sono sempre accanto a loro, ma oggi sono qui per te Ino-chan”.

Ino non capiva. Era assolutamente assurdo, non era razionale e qualsiasi cosa fosse aveva buone probabilità che non ci fosse ma  quella figura, quella voce.. si sentiva rassicurata.

“so che ha sempre voluto più bene a lui, ma anche io la consideravo un secondo padre …” disse la bionda. Il fantasma di Asuma sorrise indicando l’altro lato del bancone, poi sparì, Ino guardò nella direzione segnalata e vide la maestra con in mano un vasetto di  non ti scordar di me, “oh, non l’ha mai fatto…” le venne istintivo commentare.

“mi fa piacere che tu stia meglio, Sakura è molto in pensiero per te, tutti i tuoi amici lo sono, prenditi una pausa Ino, vai in un posto tranquillo e pensa che andrà tutto bene” disse sorridendo la mora prima di uscire dal negozio.

Ino si chiese come fosse possibile che tutti sapessero cosa provasse mentre lei non riusciva a chiarirsi le idee. La colpa la attribuì a Shikamaru, come al solito, anche se non era la prima volta che lui partiva senza di lei e non erano sempre state missioni facili come quella, insomma si era chiusa in se stessa così tanto per il possibile rischio di una guerra civile nel paese della pioggia? Shika sapeva badare a sé stesso no? Era o non era un genio il suo amic… eccolo lì.. amico. Era un amico?

“ma certo!” urlò in faccia a una signora che portava a casa la spesa “oh mi scusi…” 

 Senza neanche accorgersene era arrivata proprio a quella distesa erbosa, la stessa, proprio quella dove lui guardava quelle stramaledette nuvole.

“non è possibile, non può essere una coincidenza” si disse lasciando cadere la testa all’ingiù.

Camminò fino al punto dove l’erba ormai cresceva curva, sotto il peso del compagno di team, che si sdraiava sempre su quei fili verdi al ritorno da una missione. Sospirò e per quel giorno decise di prendere lei il suo posto, facendo un po’ di compagnia a quei buffi agglomerati bianchi, che per quanto si fosse sempre sforzata di capire cosa potessero rappresentare per il compagno di team lei al massimo le associava alla panna montata.

Passò un minuto.

Due minuti.

Tre…

“oh ma al diavolo!” sbottò scattando seduta “ non capisco cosa ci possa trovare di così esaltante! ”

“ ne sei proprio sicura?” di nuovo quella voce.

“ sensei! “esclamò vedendolo sdraiato accanto a lei.

“perché non provi a  guardare meglio” suggerì lui, indicando il cielo.

Ino, con le guance gonfie e la fronte corrucciata, tipica espressione delle bimbe quando vengono riprese, si lasciò andare sul manto erboso a braccia aperte e si concentrò di nuovo. Niente. Si girò alla sua sinistra, il maestro era ancora a fianco a lei.

“ma maestro il cielo è solo cielo” esclamò la bionda continuando a guardare in alto “certo è sicuramente più interessante guardarlo di notte, almeno ci sono le stelle!”

“è proprio questo il punto” disse pacatamente Asuma accendendosi una sigaretta “non puoi non capire Ino…” sorrise, il volto della ragazza si era di nuovo corrucciato “come hai detto il cielo è solo cielo, è chi lo osserva che gli attribuisce certi significati. Ti sei mai chiesta perché ti piacciono le stelle?”

“perché brillano!” rispose la giovane sorridendo “e perché sono romantiche.. illuminano la notte e la fanno sorridere!”

“certo, ma credi che le stelle brillerebbero senza l’ombra del buio ad avvolgerle?” chiese Asuma.

“beh… credo di no maestro.. non sarebbe la stessa cosa..” rifletté Ino.

“certo che non lo sarebbe. E ora osserva meglio il cielo diurno. Come sarebbe senza le nuvole? Azzurro e oro giusto?”

“si maestro, azzurro come i miei occhi e dorato come i miei capelli!” puntualizzò la giovane sorridendo prima di assumere l’espressione di chi sta cominciando a capire.

“proprio così Ino. Le nuvole sono avvolte dall’esuberanza dell’ azzurro del cielo e riscaldate dai raggi allegri del sole. E le stelle sorridono per far compagnia alle ombre della notte. Ora capisci perché lui preferisce le nuvole? ” concluse Asuma girandosi su un fianco per guardare meglio la ragazza, che poco prima aveva fatto lo stesso.

“ma maestro quindi lei sta dicendo che, io amo le stelle perché senza la notte non possono esistere, perché si completano come le nuvole completano il cielo sereno e che quindi io e Shikamaru siamo indissolubilmente legati?” domandò Ino, pregando che il sen sei avesse la risposta a quella domanda. Doveva sentirsi dire che poteva essere così, non le bastava crederci con tutta sé stessa, voleva una conferma, una conferma da una persona che ora non c’era in realtà, ma che sentiva profondamente vicino.

“io credo proprio di si Ino-chan, ma in fondo tutto quello che ci siamo detti fin’ora è opera della tua mente e del tuo essere, io sono solo un genjustu…” la figura del maestro sorrise e scomparve in un mare di petali di ciliegio che avvolsero la giovane prima di essere trasportati dal vento.

Ino si lasciò andare a terra a braccia aperte, libera da paure e dubbi. Lei lo amava, ora ne era certa.

La bionda sorrise mentre una donna mora da dietro agli alberi scioglieva un sigillo con le mani e le portava ad accarezzarsi il grembo.

“grazie Sen Sei…” sospirò

“ehi seccatura, quello è il mio posto” esclamò con tono scocciato un ragazzo col codino.

Ino aprì un occhio, qualcosa le aveva oscurato il viso dal sole. Era quel sorriso, era lui. Finalmente era tornato e da quella posizione sembrava tutto intero. Ma di certo Ino Yamanaka non si sarebbe spostata.

“non mi risulta che ci sia un nome sopra” disse cercando di trattenere un sorriso, oh si questo lo avrebbe infastidito parecchio, ma il ghigno sul viso del giovane aveva aperto i giochi, il loro gioco, ed era sempre una sfida da vincere, per ognuno dei due.

“ vorrà dire che mi metterò qui” affermò il giovane dandole prima le spalle, poi sedendosi e infine lasciandosi andare sull’erba morbida a braccia spalancate, completamente opposto a lei, sfiorando la guancia della bionda con la sua.

Ino ebbe un sussulto al contatto ma non si mosse, sperando che il rossore non venisse notato.

“sono contenta che sei tornato”disse lei imbarazzata.

“e io sono contento che i raggi della stella più calda di tutte siano qui ad accarezzarmi il viso.”

Ino sorrise. Non parlava del sole, parlava di lei! Quella era una dichiarazione bella e buona. Come non assecondarla? La giovane si girò su un fianco, si issò sui gomiti e lo guardò negli occhi intensamente. Lui sprofondò nei suoi occhi color zaffiro, più belli del mare, stupendi anche sottosopra, brillanti come il cielo, e poco prima che le loro labbra si unissero in un bacio dolcissimo lui ebbe l’ultima parola

“ora si che mi sento una nuvola”

 

The End

Note:

Spero si sia capita la posizioni finale!! :) tanto per intenderci i loro piedi sono in direzioni opposte e le guance sono vicine perchè Shika si sdraia apposta accanto a lei per sentire il calore della pelle del suo sole! Che dire… prima fic dopo circa 6 anni di astinenza.. devo riprendere un po’ il giro.. ah e non so se i poteri di kurenai sono in grado di farle fare quello che lo ho fatto fare ma concedetemi licenza poetica per l’ispirazione… :)

cmq ShikaIno foreveeeeeeeeer!!

 

  
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