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Autore: _Claud_    17/01/2010    2 recensioni
Una storia moderna, divertente e reale ambientata ai tempi nostri. Una semplice ragazza di Milano, Claudia, dopo una grande delusione d'amore si ritrova sola con la paura di non potersi più riprendere da questo trauma; ma nulla è perso. Una grandissima offerta di lavoro le permetterà di cambiare casa, trasferirsi lontano e iniziare una nuova e movimentata vita. Nulla è perso per Claudia che scoprirà di poter andare avanti grazie all'aiuto di nuovi amici e nuove emozioni.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Taylor Lautner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dalla mia conversazione con Deborah erano già passati 5 giorni. Direttamente il giorno dopo corsi da Taylor quasi con le lacrime agli occhi per la felicità. Non avevo alcun dubbio. Non importava l’età, non importavano le idee degli altri.. m’importava solo di noi due.
Ero convinta di provare qualcosa e lo volevo vivere fino in fondo.

Una sera al cinema, tra un pop-corn e l’altro, Taylor mi disse che i suoi genitori sarebbero partiti per una settimana per andare a trovare dei parenti a New York.
Naturalmente volevano che anche lui andasse con loro, ma li aveva abilmente convinti che la scuola lo stava caricando troppo e l'unico modo per impegnarsi era rimanere a casa, in modo da studiare senza nessuna distrazione.
“Che bugiardo..” gli risposi ridendo
“E’ una piccola bugia in buona fede.. altro che studiare.. se non ti vedo tutti i giorni, ogni ora, ogni minuto sarei uno stupido!”
Presi quell’ultima frase alla lettera e la mia mente produsse un’altra idea insana. Senza pensarci due volte e senza applicare alcun filtro tra la mia mente e la bocca, parlai
“Taylor.. perché non ti trasferisci da me per quella settimana?”
Il suo volto si illuminò con un enorme sorriso bianchissimo e prendendomi il viso tra le mani mi stampò un bacio sulle labbra
“Ammetto che speravo lo dicessi!” Mi abbracciò forte e avvicinando la sua bocca al mio orecchio sussurrò sensualmente
“Non vedo l’ora che arrivino quei giorni..”
Un brivido mi percosse l’intera schiena, anche solo al pensiero di quei giorni. Una settimana paradisiaca.
Oltretutto più o meno nello stesso periodo anche Deborah mi chiamò avvertendomi che per una settimana non avrebbe aperto lo studio.
Mi dispiaceva non poterla sentire, ma mi rallegrai quando decise di lasciarmi in suo numero di cellulare nel caso avessi avuto urgente bisogno di lei. Era sempre così carina e gentile.
Giurai di chiamarla almeno una volta per raccontarle come procedeva la settimana di convivenza con il mio principe azzurro e più di una volta mi raccomandò di fare la brava. Ridemmo insieme al telefono come due ragazzine.
“Goditi questa piccola vacanza con la tua famigliola” le dissi infine per salutarla.
“Eh non saremo al completo ma andrà bene comunque! Mio figlio rimane a Los Angeles, ma è abbastanza grande per badare a sé stesso.. nella speranza che non mi distrugga casa!” rise di gusto e chiudemmo la chiamata.
In un baleno arrivò il primo giorno di “convivenza”. Taylor aveva appena accompagnato all’aeroporto i suoi genitori ed era andato a casa a radunare le sue cose da portare a casa mia.
Suonò il campanello e aprendo la porta lo ritrovai sorridente con 2 valige dietro.
Non feci in tempo ad aprire bocca che mi saltò letteralmente addosso baciandomi. Non mi opposi minimamente e appena si staccò dissi ridendo
“Sei felice di vedermi?”. Lui mi strinse ancora di più e rispose
“Mmm dici che si capisce?”. Mi abbandonai tra le sue braccia muscolose e calde. Ogni istante che sentivo il contatto con la sua pelle così morbida mi chiedevo come potesse un ragazzino di 17 anni avere tutto questo potere su di me.
Non potevo fare altro che pensare che fosse davvero speciale.
Con le labbra ancora premute sulle sue dissi
“Quelle le vuoi lasciare fuori?” domandai indicando le valigie dietro la porta ancora spalancata
“Uff.. è vero, credo che i vestiti mi servano” Ci separammo, leggermente controvoglia, e portò le valigie dentro l’appartamento.
“Per una settimana, ti sei portato due valigie? Peggio di una donna!” dissi ridendo mentre le posava sul letto.
“Beh almeno ho vestiti per ogni evenienza! Anche se.. spero che non ne serviranno molti..” rispose con il suo solito sguardo malizioso.
Cervello in tilt. Rimasi con la bocca spalancata, mentre il sorriso rimaneva prepotente sul suo viso birichino. Appena mi ripresi lo aiutai a sistemare la sua roba nei pochi spazi rimasti vuoti nel mio armadio ed essendo già pomeriggio inoltrato decidemmo di andare a mangiare fuori per festeggiare la nostra prima sera insieme.
Decisi di sfruttare un vestito rimasto nell’armadio per troppo tempo. Era un maglione a vestito viola con un’ampia scollatura. Aggiunsi una collana con pietre rosa e indossai degli stivali di finta pelle.
Appena uscii dalla stanza Taylor rimase senza parole.
Avvicinandosi lentamente a me disse
“Wow.. come siamo.. aggressive!”. Mi venne inevitabilmente da ridere e arrossii leggermente. Lo ritrovai attaccato al mio corpo e posizionò una mano sulla mia coscia nuda.
Sospirò rumorosamente.
“Non puoi farmi una cosa simile lo sai? Potrei anche digiunare” disse sfiorandomi il collo con le labbra calde. Un improvviso calore mi invase prepotentemente. No, no no.. non è possibile una reazione simile per un piccolo gesto. Gli fermai la mano e dissi
“Dai, fai il bravo.. andiamo a mangiare..”. Sbuffò leggermente
“La fai facile te..” disse cercando di ricomporsi. Evidentemente anch’io facevo lo stesso effetto a lui dal momento che dovette andare a lavarsi il viso con acqua fredda per riprendersi.
Ritornò in camera ricomposto nei suoi pantaloni neri eleganti e una camicia a righine sottili azzurre. Stupendo.
Cercai di non farmi prendere troppo dal momento e schiarendomi la voce presi la borsa e uscimmo di casa. La destinazione era un ristorante italiano sulla Santa Monica Blvd, “La Dolce Vita”, un ristorantino molto elegante, perfetto per riassaporare le bontà italiane, che tanto mi mancavano.

Ci sedemmo in un tavolino appartato a lume di candela e prendemmo in mano il menù.
“Io.. non ho mai mangiato italiano..” disse timidamente Taylor cercando di capire cosa fossero tutte quelle cose sul menu. Io sgranai gli occhi e risposi
“Oddio.. allora dobbiamo recuperare immediatamente! Con una ragazza italiana non puoi non provare il cibo italiano! Fidati ti piacerà!”
Ordinai io per entrambi, cercando di prendere i piatti più buoni e significativi da fargli provare. Proprio come pensavo, gli piacque tutto
“Cla.. mi hai aperto un nuovo mondo! Buonissimo.. e anche pienissimo” disse posandosi le mani sullo stomaco.
“Mi servirà del movimento per smaltire tutto!” disse sorridendo.
Ingenuamente, senza riflettere molto, risposi
“Possiamo fare una passeggiata se vuoi!”. Lui rise scuotendo la testa
“Come sei ingenua piccola Claudia..”
Iniziai a capire che tipo di movimento volesse fare lui. Arrossii bruscamente.
“Ah.. ora sarei la piccola?” protestai a voce bassa, cercando di farmi aria con il tovagliolo usato.
Infine ci alzammo dal tavolo soddisfatti e uscimmo mano per mano dal ristorante. Ridevamo come ragazzini e camminavo attaccata al suo braccio muscoloso.
Improvvisamente sentimmo una voce dietro di noi
“Buonasera Taylor” disse questa voce leggermente stridula e fastidiosa. Ci girammo ancora ridendo ma appena vidi chi era, il sorriso svanì sul mio volto, sostituito da un’espressione di fastidio.
Ritrovai ferma davanti a noi la ragazzina che passeggiava con Taylor la sera che lo rividi davanti al “Fashion d’èlite”.
“Ciao Selena” la salutò lui senza trasparire alcuna emozione.
Lei mi squadrò da testa a piedi
“Vedo che ti sei dato alle ragazze, diciamo... stagionate” disse continuando a ridere come un’oca con la mano davanti alla bocca.
Sgranai gli occhi e scoppiai a ridere. Taylor stava per parlare ma lo fermai e risposi io a posto suo
“Piccola ragazzina immatura e fastidiosa.. mi dispiace per te. Evidentemente se Taylor ha cercato una ragazza più matura significa che le ragazzine come te le trova insignificanti..”
Bastarono queste parole per zittirla e mi rigirai, attaccandomi nuovamente al braccio di Taylor sorridente.
“Andiamo Taylor.. non sprechiamo tempo” Mi baciò la fronte e camminando alzai la mano e urlai
“Ciao cara!”
Ridemmo insieme fino a quando non arrivammo a casa e mi ritrovai in un istante, senza sapere come, sulle lenzuola morbide del mio letto.
Finalmente. Riempii le mie braccia di lui, bramando da tempo quel momento di assoluta libertà e piacere.
Fece scorrere, curiose, le sua dita sul mio cormo, ma non avevo ancora fatto l’abitudine al suo tocco delicato sulla mia pelle, tanto da riempirmi di incessanti brividi. Iniziavo ad avere caldo.
Lo spogliai lentamente di quella leggera superficie di stoffa che ci ostacolava e lo ammirai in tutta la sua bellezza.
Quel suo corpo perfetto, così caldo, così accogliente e morbido. La sua pelle bronzea, quasi dorata, liscia e buona al sapore.
La mia mente ripercorse pensieri decisamente impuri. Stavo per sfilarmi il maglione, mentre lui accarezzava delicato le mie gambe, ma mi fermò. Lo guardai perplessa. Lui con un sorriso disarmante disse
“No.. tienilo su..”
Posizionò le sue mani sotto il maglione attorno alla mia vita e sfilò solamente le mutandine. Quel gesto? Divino.
Mi fece sollevare delicatamente e mi posizionai sopra di lui. I suoi gesti mi facevano impazzire. Giocava con i miei capelli, accarezzandomi le spalle, dopo averle scoperte dal maglione. Mi solleticava lentamente le labbra con le sue dita mentre sentivo la sua intimità pulsare contro la mia. Non riuscivo più a controllarmi. Lui lo capì e ribaltò nuovamente la situazione. Si sfilò i boxer e si adagiò sul mio corpo bollente. Portò le mani sulle mie cosce e le sollevò facendomi incrociare le gambe dietro la sua schiena.
Agganciai le braccia dietro al suo collo e lo tirai verso il mio viso nel momento in cui entrò in me. Lo baciai con furia e passione non riuscendo più a controllare il mio corpo.
Ero totalmente in balia dei suoi movimenti sinuosi e sensuali.
Una notte memorabile, che mi fece capire l’entità del sentimento che provavo per lui.. Ormai non si trattava più di attrazione fisica, come potevo pensare all’inizio, ma io lo amavo.. non credo si possa definire diversamente quel sentimento forte e crudele da farti provare emozioni incredibili, ma allo stesso tempo lacerarti il cuore desiderando sempre di più la persona amata. Un sentimento così prepotente da far male.
E io. Così masochista da volerne sempre di più, sempre di più nonostante il dolore. Era un dolore piacevole, sensazionale, speciale.. proprio come Taylor.
  
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