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Autore: Kite    17/01/2010    5 recensioni
I migliori amici di sempre. La ragazza che è riuscita a dividerli.
Ed Emily, il quarto lato di questo rettangolo sbilenco.
Solo loro.
Solo quattro, miserabili codardi.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 capitolo cinque;
friday night

Stanno sempre appiccicati, a bisbigliarsi chissà che e a ridere come due idioti.
Cielo, si è fatta soffiare da sotto il naso l'unico ragazzo di cui le sia mai importato qualcosa. Da un'odiosissima mezza sfigata, per di più! Deve fare qualcosa. Deve assolutamente fare qualcosa.
« Cioè quel vestito le sta malissimo! » Claire, al suo fianco, commenta con ostentata superiorità l'abbigliamento di chiunque le passi accanto. La sua voce acuta distrae Ellie dai suoi propositi omicidi, ma la nostra non ha più nemmeno la forza per rimbeccarla a dovere, tanto crudelmente Cupido le s'è accanito contro.
Emily e Johnny sono appena entrati in sala mensa. Insieme.
Certo, che altro poteva aspettarsi.
« Questo non è logico! » prorompe d'improvviso, proprio nel bel mezzo d'un accorata critica di Claire alle scarpe di vernice viola a pois verdi della nuova bibliotecaria. La bionda ammutolisce, vagamente sconvolta da un simile intervento, che non ha pertinenza alcuna con la questione di cui stanno amabilmente disquisendo. « Ma me lo riprenderò. Oh se me lo riprenderò! » annuncia risoluta la giovane scattando in piedi. Ha deciso che quella sera Johnny sarà di nuovo suo. E questa volta per sempre. Finché morte non li separi, alla faccia di quella rossa asociale. Abbandona Claire che ancora la fissa stranita e con ondeggiante nonchalance fluttua al cospetto dei nuovi arrivati.
« Ciao! » saluta Emily fingendo un entusiasmo esagerato, come se fosse una vecchia e carissima amica che non vede da secoli e che un mattino incontra per caso davanti ad una vetrina del centro.
L'altra sorride debolmente. Forse perché è spiazzata da tutto quel calore inaspettato, forse perché ha percepito la lama affilata dell'odio, pronta a calarle addosso da un momento all'altro, anche se gli occhi scintillanti di Ellie tentano di mascherarla dietro quell'inverosimile cordialità.
« Ciao anche a te Johnny » miagola languida, posandogli mollemente una mano sulla spalla.
« E-ellie » balbetta quello, colto di sorpresa. Si schiarisce la voce e tenta di riacquistare un certo contegno. « Volevi qualcosa? » le domanda, fingendo che la sua presenza non lo turbi terribilmente.
« No, no. Solo che... » Ellie sbatte le palpebre « è da un po' che non ti si vede in giro. » la fanciulla fa una pausa calcolata, prima di riprendere. « Comincio a sentire la tua mancanza » la mano le scivola dalla spalla di Johnny, percorrendo tutto il braccio in una vaga carezza.
Lui non sopporta quei suoi giochetti. Deve fare una fatica indescrivibile per non saltarle addosso proprio lì, di fronte a tutti.
« È che sono stato un po' impiegato » spiega scrollando via la sua mano.
« Capisco. » certo non basterà quel gesto a scoraggiarla. « Bé perché non vieni a fare un salto al Fancy, questa sera? Anche tu Emily, naturalmente » non da nemmeno il tempo di rispondere che già inizia ad allontanarsi. Deve farsi un po' desiderare, se non che gusto c'è, pensa. « Devo proprio scappare ora, ma mi raccomando » strizza un occhio a Johnny « ci conto »

« La bava, per l'amor del cielo asciugati la bava » lo rimprovera Emily, canzonatoria.
« Non ce l'ho la bava » brontola lui, addentando il suo panino.
« No, certo che no. » cinguetta sarcastica la rossa.
« Però potremmo andarci al Fancy » butta lì ad un certo punto della conversazione, come se da quella proposta non dipendesse la sua intera esistenza.
La rossa soppesa attentamente la questione. « Cos'è il Fancy? » s'informa corrugando la fronte.
Johnny per poco non si strozza col pranzo. « Non sai cos'è il Fancy? » tossicchia sgranando gli occhi. « Dici sul serio? »
« Secondo te? » ringhia la giovane, alzando seccata un sopracciglio.
« Amy, Amy, ma dove vivi? Il Fancy è il locale più figo del mondo! » rivela, appassionato. Con un braccio le cinge le spalle, con l'altro disegna di fronte a loro le meraviglie di quella terra incantata, per dare più enfasi alle parole. « Musica da urlo, fiumi di birra, alcool per tutti i gusti, amore dovunque. E soprattutto baristi distratti che non chiedono i documenti » conclude con un sorriso complice.
« Cielo qualcuno dovrebbe denunciare i proprietari di quel posto » dichiara indignata la nostra, liberandosi dalla stretta dell'altro.
« Allora, ci vieni? Fari felice il vecchio Johnny? » ancora gli occhioni da cucciolo. Mio dio, come si poteva negare qualcosa a quegli occhi? Emily aveva sempre creduto d'avere un cuore di pietra, indifferente a qualsiasi tentativo di corruzione.
Mugola qualcosa, contrariata.
« Lo sapevo che alla fine dicevi di sì! » esulta trionfante il vincitore.

« Oh, questo è il giorno che ogni madre sogna per sua figlia! » sospira Polly con un sorriso che le circumnaviga la faccia.
« No, io non credo che le madri sane di mente sognino questo » dice Emily rimirando critica la sua immagine allo specchio. Niente di speciale: un paio di jeans e una maglietta meno larga del solito. Tuttavia la nostra si sente ugualmente a disagio e già rimpiange amaramente i suoi ferri da maglia.
Il campanello suona e la signora Cartwright batte le mani entusiasta. « Questo deve essere Johnny! » trilla lanciando alla figlia uno sguardo pieno d'inquietanti sottintesi. La giovane decide di ignorarli e di andare ad aprire.
« Usciamo da questa casa, presto » proferisce seria spingendo Johnny in strada.
« Non ti facevo così entusiasta » scherza lui, che in realtà conosce benissimo la ragione di tutta quella fretta di fuggire: ha avuto modo di constatato personalmente quanto la signora Cartwright sappia essere invadente.
I due si allontanano con circospezione ed è solo quando è sicuro di essere uscito dal raggio d'azione di Polly che Johnny si concede il lusso di lanciare un'occhiata in tralice alla fanciulla che gli fluttua accanto e dopo averla studiata con attenzione e di soppiatto per qualche minuto decide di esternare ciò che gli passa per la testa.
« Sei carina » dice, vagamente imbarazzato da quell'ammissione spontanea.
Emily arrossisce e fa una smorfia indignata. « Non prendermi in giro! » abbaia tirando al suo galante accompagnatore un pugno su una spalla che, fra parentesi, fa più male a lei che a lui.
« Guarda che dico sul serio » assicura Johnny « Dovresti imparare ad accettare i complimenti, sai? » le fa notare severo.
Lei gonfia le guance e soffia scettica, poi decide di cambiare argomento. « Manca ancora molto a questo stupido locale? » s'informa, dato che le pare di star camminando da secoli.
« Nah » la rassicura il giovane « Giusto una quindicina di chilometri »
« Sii serio, per l'amor del cielo! » lo rimbecca lei « Sento che non posso resistere ancora per molto » dichiara tragica.
« Certo che sei proprio una pappamolle » nota divertito il nostro mentre Emily gli afferra un braccio e prende ad usarlo come stampella.
Camminano ancora per un po', giusto il tempo da dare alla fanciulla per rischiare un attacco cardiaco per la fatica e poi il Fancy appare all'orizzonte.
È un posto davvero orrendo, pensa quella. Una costruzione triste e mal messa che sembra minacciare di crollare ed accartocciarsi su sé stessa da un momento all'altro, dalla quale esce ovattato il suono di una musica scatenata.
La rossa storce il naso e con riluttanza si lascia scortare fino alla massiccia porta rugginosa dietro alla quale si cela quella fantomatica terra promessa.
Prende un respiro profondo ed entra.

Un arcobaleno di luci intermittenti, una band mezza ubriaca a fare casino sopra un palco pericolante, fumo di scena, fumo non di scena, ragazzi avvinghiati in pose oscene, scandalose danze della fertilità sui tavoli, bevande dalle buffe colorazioni ingurgitate con urgenza da giovani assetati, strepiti, risate ed Emily Cartwright.
Sì, lei là in mezzo non c'entra nulla, pensa con un sorriso Johnny mentre la osserva di sott'occhi lanciare sguardi indignati a destra e a manca.
« Allora, come ti sembra? » chiede, entusiasta come un bambino il giorno di Natale che ha appena scoperto che sotto l'albero si sono, nella notte, materializzate tonnellate di regali.
« Fantastico » risponde lei, in tono palesemente sarcastico.
« Su! » cinguetta posandole un braccio sulle spalle mentre zigzagano fra la folla per raggiungere uno dei tavolini ancora liberi. « Non fare la musona! Ci sono io con te, ti divertirai un sacco » le assicura.
Lei rantola scettica, ma dopo qualche attimo gli concede un sorriso.
« Vado a prende qualcosa da bere » annuncia Johnny « Mi accompagni? »
« Nemmeno per sogno! » risponde cordiale la giovane. « Ho bisogno di recuperare le forze, credo proprio che non mi alzerò da qui per molto, molto tempo. »

Ellie non aspettava altro: il momento giusto per attaccare è finalmente giunto. Prende un respiro profondo, si sistema i capelli ed il vestito, che per l'occasione è ancora più corto e scollato del solito, e muove il primo, deciso passo verso il suo felice futuro da perfetta fidanzatina dell'anno.
Johnny è di spalle al bancone del bar e non la vede avvicinarsi.
« Hey » gli soffia all'orecchio dopo averlo raggiunto. « Sei arrivato »
Sa benissimo che lui è cotto, eppure sente ugualmente addosso quell'insopportabile angoscia, quell'inspiegabile incertezza che solo lui è in grado di regalarle e un po' per questo lo odia. Non le piace per nulla che la sua leggendaria sicurezza vacilli.
Lui si irrigidisce e la guarda senza dire nulla, con ogni probabilità la sua vista gli ha paralizzato le corde vocali, sa di fare quest'effetto a moltissimi ragazzi.
« Che ne dici di un ballo? » domanda arrotolandosi una ciocca di capelli fra alle dita.
« Sto aspettando che mi porti... » inizia Johnny. Ma lei non lo lascia continuare. Lo afferra saldamente per un braccio e con una titanica esibizione di forza lo trascina in mezzo alla folla di giovani danzanti. « Questa canzone è uno schianto! » cinguetta la nostra allacciando le braccia attorno al collo del suo bello ed iniziando ad ondeggiare a ritmo.
« Veramente... » protesta di nuovo Johnny.
« Dai, solo questa e poi ti lascio libero! » lo prega lei, mentre del tutto casualmente il suo corpo aderisce a quello dell'altro e tutti quanti i buoni propositi del nostro vanno a farsi benedire, assieme ad ogni altra forma di resistenza ed alla coscienza della situazione. Il mondo si spegne e resta solo Ellie.

Emily ha caldo, si sente soffocare ed è terribilmente irritata. Johnny è sparito nel nulla, si è volatilizzato, è scomparso senza lasciare traccia alcuna. Forse l'hanno rapito gli alieni, oppure è annegato dentro ad un bicchiere di mojito, suppone la nostra vagamente preoccupata. Sta giusto pensando che sarebbe opportuno avvertire la polizia quando la folla si apre per un istante ed in mezzo a decine di facce illuminate ad intermittenza dalle luci psichedeliche che pendono dal soffitto la giovane scorge quella di Johnny, a pochi centimetri da quella di Ellie, che sorride languida e beata fra le sue braccia.
Il cuore di Emily perde un battito.
In fondo lo sapeva che non avrebbe dovuto fidarsi di quell'idiota, i ragazzi sono tutti quanti uguali. Sempre pronti a scaricare le giovani per bene come lei per qualche stupida ochetta poco vestita come Ellie. Se lo aspettava, se lo aspettava fin dal primo istante, eppure non riesce bene a capire per quale ragione la cosa la sconvolga tanto. Per un secondo la nostra è tentata di cedere all'impulso di attraversare la pista, raggiungere Johnny e la sua bella e scaraventargli addosso il bancone del bar, ma poi si rende conto che una simile impresa esula dalle sue capacità ed opta per una soluzione più alla sua portata.
Si alza e se ne va.
Ha un pessimo senso d'orientamento e non ha idea da che parte stia l'uscita, ma è troppo impegnata a maledire la sua credulità per preoccuparsene. Inforca il primo corridoio che riesce a trovare e prende a percorrerlo a passi svelti e testa bassa. Più avanza più la presenza di altri esseri umani si fa sporadica, ma Emily nemmeno se ne accorge. Quando finalmente si decide a tornare coi piedi per terra si rende conto di essere rimasta sola. Non che la cosa le dispiaccia, in effetti.
Avanza ancora di qualche passo e con vago interessa nota che una porta grigia è socchiusa, in fondo al corridoio.
La cosa più saggia da fare, constatato che di lì non si esce sarebbe tornarsene indietro, ma la lucidità di Emily è notevolmente compromessa dagli eventi appena accaduti, così – per qualche strana ed inspiegabile ragione, la rossa decise di avvicinarsi. Con circospezione tira un calcio alla lattina di birra vuota che tiene aperta aperta la porta ed entra in quello che sembra essere una sorta di magazzino, mentre quella le si richiudeva alle spalle con un tonfo sordo.
« Eh no, cazzo! » ruggisce una voce, in un punto imprecisato dietro di lei. La nostra sobbalza e si volta con un'ammirabile scatto d'agilità. In piedi vicino al muro c'è Reed, che le sta lanciando addosso anatemi irripetibili.
Emily suppone d'averlo interrotto mentre, assieme a qualcuna delle sue amiche, si sta dando alla pazza gioia, ma – dopo una rapida occhiata in giro – deve ricredersi, poiché oltre a loro e montagne di bottiglie di birra nella stanza non c'è nessuno.
Lo scruta a metà fra lo stranito e lo spaventato, senza sapere bene cosa fare. Magari dovrebbe uscire. Forse stava rubando qualcosa, forse l'ha colto nel mezzo di un rito satanico e ora lui la ucciderà perché non ci devono essere testimoni. Cielo sì, sarebbe meglio filarsela.
Reed deve aver capito le sue intenzioni perché pone fine al suo turpiloquio e la guarda serio. « Non uscirai di qui. » dice « Non sta sera, almeno »
Gli occhi scuri fissi in quelli di lei, la chioma bionda che gli ricade disordinata sulla fronte a gettare un'ombra ancora più sinistra su quello sguardo già di per sé poco rassicurante, la bocca curvata in un ghigno mefistofelico.



K I T E S A Y S;;
Aaaaaah! Ebbene no, non sono deceduta u.u
Solo che è riniziata la scuola, capite? E questa è una cosa tragica, davvero molto, molto, molto tragica. Ma suuu, non importa, ora sono qui u.ù Questo capitolo mi sta molto antipatico, diciamo che non mi piace per nulla, ma lo posto ugualmente perché da un momento all'altro potrei vedermi sottratto il pc, perché continua a ronzare peggio di uno di quegli zanzaroni giganti che ci sono sempre d'estate e mio padre, che non ne può più, vuole portarmelo via per spedirlo in un qualche ospedale per computer, ed io non ho idea di quanto potrebbe durare la degenza ç_ç
Sì, bè. Lo so che non ve ne importava una cippalippa di questa mi piccola tragedia personale, ma pazienza u.u
Al prossimo aggiornamento, giovani petauri dello zucchero *_*

lucyette: grazie mille cara *_* Non proprio presto, ma il nuovo capitolo è arrivato, alla fine u.ù
RachEl CullEn: Grazie, grazie, ho un futuro da poetessa xD Cooomunque u.ù Emily è un po' tarda, per lei non sarà affatto facile capire xD
Ory_StarDust_95: oddio, ho riso come una scema xD Siiì anche io sogno di trovarmi un non-fratello come Johnny nel letto accanto *_* Ma nella realtà queste cose non accadano mai, accidentaccio u.ù In ogni caso grazie per la recensione, ti stimo troppo *_*
Yellow_B: in verità non lo so nemmeno io come sono fatti i barbagianni o.ò Però la parola suona bene, passerei ore ed ore a dire barbagianni *_* Comunque, hai ragione, povero Reed, l'ho lasciato senza faccia çòç Comunque ecco, ho mezzo rimediato, anche se non sono proprio un asso nelle descrizioni u.u
stormCORE___: grazie *_* Comunque anche io se me li trovassi tutti e due davanti finirei con Reed, purtroppo non so resistere al fascino dei cattiviragazzi *_* Mi dispiace di averti fatto aspettare tanto, ma sono felice che la storia ti abbia preso *__*


  
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