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Autore: _Midnight    17/01/2010    4 recensioni
Un giorno di ordinaria follia. Nel palazzo dei Volturi c'è da sottostare alle richieste del capo,qualsiasi cosa siano.Caius lo sa bene.Marcus c'è abituato.Ma cosa avrà in mente il vecchio folle stavolta?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aro, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un giorno di ordinaria follia

 

Tutti siamo nati matti. Qualcuno lo rimane.

[Samuel Beckett]

 

Tirò giù le pesanti tende color cremisi e la forte luce mattutina lo investì in pieno,illuminando la sua pelle diafana facendola brillare come mille piccoli diamanti.

“Splendida giornata,oggi,vero mia cara?”chiese alla donna stesa voluttuosamente sul letto alle sue spalle,di cui lui vedeva solo il debole riflesso nel vetro della finestra.

“Mmmh”Sulpicia mormorò qualcosa di indistinto,scrollando le spalle indifferente. Lui sorrise,continuando a osservare estasiato la campagna toscana che si stendeva verde e maestosa davanti ai suoi occhi. Un sospiro di piacere gli sfuggì dalle labbra, nell’ammirare quel capolavoro. Era certo che fosse meglio di qualsiasi dipinto che tappezzava le pareti del palazzo. Ora che ci pensava,a cosa gli servivano tutti quei teli imbrattati di colore quando poteva avere uno spettacolo così bello dal vivo? L’arte va e viene,no? Come la moda. Se uno stilista decide che i pantaloni verdi a pois gialli sono di moda,così è. Tutto il mondo seguirà il suo consiglio. E così avrebbe fatto lui. Avrebbe ordinato a qualche tirapiedi di levare tutti quegli orrori dalle pareti e ci avrebbe fatto spuntare dal nulla delle finestre,così che tutti avrebbero potuto ammirare quel capolavoro. Il suo capolavoro. La sua opera d’arte. Un fremito d’eccitazione lo percorse,a quella scoperta. Decise che lo avrebbe fatto subito,senza aspettare oltre. Tanto, lui poteva farlo.

“Dove vai?”gli chiese Sulpicia in un lamento,quando lo vide indossare il mantello e dirigersi spedito verso la porta. Si voltò verso di lei, un sorriso enorme stampato in faccia.

“Ho deciso che farò togliere tutti i quadri dal palazzo”la informò tranquillo.

Lei inarcò un sopracciglio, alzandosi quel poco dal letto che bastava a fissarlo negli occhi.

“Per quale motivo?”gli chiese,petulante,e incredula.

“Perché non mi piacciono più”rispose,come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Sulpicia sgranò gli occhi,si guardò intorno come ad accertarsi di essere ancora sul pianeta terra,poi rivolse al marito l’occhiata più scettica che riuscì a fare.

“Aro…”cominciò con voce incredula “Quei quadri sono opere d’arte. Sono capolavori dell’arte di tutto il mondo. Li hanno dipinti i maggiori maestri mai esistiti. Sono pezzi unici. Farebbe la fortuna di qualsiasi museo,per gli umani. Sei stato tu a volerli qui. Tu che hai mosso mari e monti per averli. Tu hai sempre detto di voler proteggere l’arte. Che ti prende ora? Perché hai cambiato idea?”

Aro sbuffò lievemente. “Non ho affatto cambiato idea,mia cara.”le rispose con infinita pazienza “Io proteggo l’arte,hai perfettamente ragione. Ed è per questo che ho deciso di far vedere a tutti la mia opera d’arte. Farò mettere finestre in ogni punto del palazzo. La vedranno tutti.” Accennò entusiasta alla campagna fuori dalla finestra,splendente sotto il sole primaverile.

Sulpicia aggrottò la fronte, confusa. “Aro,quello non è un quadro. È solo Volterra”

“Proprio così”confermò lui,gli occhi accesi da una strana luce di eccitazione “Volterra. La mia Volterra. Voglio che tutti vedano la mia città”

Sulpicia alzò gli occhi al cielo,realizzando solo in quel momento. Aprì la bocca per dire qualcosa,ma la richiuse subito,scotendo la testa. Quando si trattava delle improvvise idee folli e megalomani di suo marito,come ogni saggia donna sa che è meglio non indagare.

“Bene”annuì,sbrigativa “Fai pure. Io rimarrò un po’ qui a rilassarmi”gli rivolse un sorriso tirato,abbandonandosi tra le lenzuola scarlatte, afferrando un libro a caso dal comodino alla sua sinistra.

Aro annuì,impaziente di mettere a punto la sua opera. Senza dirle una parola girò i tacchi e si avviò a grandi passi verso la sala dei troni. Non vedeva l’ora di riferire agli altri la sua idea geniale,era sicuro che Caius e Marcus l’avrebbero trovata formidabile. Naturalmente. Tutti lo avrebbero pensato.  Aumentò il passo,impaziente,e sorrise,involontariamente. Lui sorrideva sempre.

 

“Finestre?”trasecolò la voce atona di Caius,fissando il fratello come se da un momento all’altro gli fossero spuntati un milione di tentacoli uncinati dalla schiena.

Aro annuì frenetico, sorridendogli entusiasta mentre gli esponeva il suo piano nei minimi dettagli. Caius lo stava ad ascoltare senza tradire alcuna emozione, seduto rigido e composto sul suo trono, il volto una maschera totalmente inespressiva,solo un sopracciglio bianco era sfuggito al controllo ed era schizzato in alto, dandogli un’aria da principino che ascolta annoiato le lamentele di un servo della gleba. Marcus,a poca distanza,ascoltava lo sproloquio di Aro senza battere ciglio. Scambiò una veloce occhiata di intesa con Caius, scuotendo leggermente la testa.

“Allora,cosa ne dite?”Aro concluse la sua filippica sull’arte moderna e guardò i suoi interlocutori fremente d’aspettativa,con un sorriso che gli circumnavigava il cranio.

“Magnifica idea,Aro”liquidò la faccenda Marcus senza prestargli la minima attenzione. Sapeva com’era fatto quel vecchio folle: le idee schizofreniche erano all’ordine del giorno,e lui,ormai,dopo tremila anni ci aveva fatto l’abitudine. Meglio tardi che mai,si dice.

Ma Caius non sembrava della stessa idea e non era incline ad abbuonargli anche quella.

“Finestre?”ripeté semplicemente con aplomb invidiabile,la voce piatta e a stento contenuta, che non riusciva a tradire un certo scetticismo.

“Si,caro. Finestre!”esordì Aro,alzandosi dal trono e portandosi nel centro della sala,sotto l’attenzione di tutti. Sorrise serafico.

“Non trovate che questo posto sia così….buio?”chiese,osservando con rammarico le pareti della grande sala.

“Aro”esordì Caius con molta pazienza,inspirando lentamente. Inutile dire che essere un membro dei Volturi richiedeva non solo lo status di vampiro e la totale dedizione al rispetto della legge,ma anche e soprattutto una riserva pressoché infinita di pazienza. Ce ne voleva tanta,davvero tanta, per stare dietro alle continue pianificazioni assurde di quel vecchio matto di Aro. Troppa,forse. Caius lo sapeva bene. Ma anche lui,come Marcus,ormai ci aveva fatto il callo.

“Questo posto deve essere buio. Siamo vampiri,ricordi? E comunque non si possono mettere qui delle finestre,visto che questo palazzo è sotto terra e a solo poche stanze danno sulla città--”gli spiegò col tono calmo di un maestro che sta cercando di far capire che 2 più 2 fa quattro e non tre a un bambino particolarmente cocciuto.

“Che idiozia!”lo interruppe Aro alzandosi bruscamente dal trono e posizionandosi al centro esatto della sala,all’attenzione di tutti. “ Noi non ci bruciamo al sole come credono gli umani, Caius. A che pro dunque stare rinchiusi in questo posto così triste..”sospirò teatralmente,rivolgendosi a tutti i presenti in sala “Signori,è vero che siamo creature della notte,ma è pur vero che a noi il sole non fa male,nel senso fisico del termine. Inoltre viviamo in una città molto assolata,per cui siamo costretti a stare rinchiusi in queste mura almeno fino al calar del sole. Non credete che sarebbe meglio illuminare un po’ la nostra casa? È così bello il sole,così caldo. Non trovi, Felix?”

Felix si voltò verso di lui,chiamato in causa. Il suo signore lo guardava innocente,in una muta richiesta che a dire il vero di richiesta aveva ben poco. Quella era un’aperta minaccia. Non voleva neppure pensare a cosa gli avrebbe fatto il vecchio se avesse osato contraddirlo.

“Si,mio Signore”si ritrovò quindi a dover rispondere,pur riconoscendo che la sua,come tutte le altre del resto,era un’idea bislacca e del tutto priva di senso. “è un’ottima idea”

“Visto?”cinguettò Aro eccitato, voltandosi nuovamente verso Caius e Marcus,entrambi rassegnati. “Sono tutti così d’accordo con me che sarebbe un peccato deluderli,vero?”

Caius rimase a fissare l’espressione angelica di Aro senza muovere un muscolo. Come al solito era riuscito a spuntarla! Scosse la testa,in evidente stato di rassegnazione,pronto a vedere il suo povero palazzo ridotto a un groviera di aperture che avrebbero fatto entrare una quantità esorbitante,inutile e maledettamente irritante di luce, il tutto per assecondare la follia del momento di quel vecchio schizzato di Aro! Poco ma sicuro,sarebbero passati pochi decenni e poi avrebbe voluto che tutto tornasse come prima,sostenendo che lui non aveva mai voluto mettere tutte quelle finestre e che l’aveva fatto solo per accontentare le sue guardie.

“Sai che sono una persona magnanima”gli avrebbe risposto in un falso sorriso conciliante. E Caius si sarebbe trattenuto dal ringhiare e staccargli un braccio,dopodiché Aro avrebbe lasciato correre l’accaduto e avrebbe cambiato argomento. Il tutto senza smettere di sorridere neanche un secondo. Se lo fosse mai levato quel sorriso malefico dalla faccia! C’erano state un milione di occasioni in quei tremila lunghi anni insieme, l’una più improbabile dell’altra,in cui Caius si era trattenuto a stento dal ridurre quel vecchio folle in mille pezzettini e farci un falò. Nonostante disponesse di una quantità pressoché esorbitante di pazienza,non era mai abbastanza per sopportare le sue trovate. Ma comunque,rimaneva il quesito principale: dove mettere delle finestre sotto terra?

“Aro”provò comunque a ribadire,la voce suadente e calcolatrice “Non possiamo mettere delle finestre qui,non darebbero da nessuna parte!”ripeté paziente “E in ogni caso,anche volendo,non credi che tutte quelle finestre siano un po’ fastidiose? Essere investiti dalla luce a ogni passo? E poi soprattutto rischieremmo di essere visti. Tutti quegli umani che passerebbero dalle nostre parti….come credi che potremmo passare inosservati se a ogni passo accechiamo qualcuno?”

Aro si voltò verso di lui,puntandogli addosso due liquidi occhioni stupefatti.

“Vuoi dire che non ti piace la mia idea?”pigolò quindi,piegando la testa di lato e osservando il fratello con la classica espressione collaudata da cucciolo-bastonato. Tutti i presenti trattennero il fiato,in trepidante attesa della sentenza di Caius. Persino Marcus abbandonò momentaneamente i suoi film mentali e si voltò parzialmente verso il fulcro dell’attenzione di tutti,osservando la scena con un brandello di interesse.

Caius era consapevole di trovarsi sulla graticola. Poteva essere un membro anziano,poteva stare seduto su quel trono quanto voleva,ma un solo passo falso e Aro se ne sarebbe sbattuto altamente della sua posizione e non ci avrebbe pensato neanche mezzo secondo a costringerlo ad abdicare con la forza. O ad ammazzarlo su due piedi. In ogni caso il suo futuro non sarebbe stato molto roseo se si fosse permesso a contraddirlo.

“Be,no,non dico questo…”meditò stringendo convulsamente i braccioli del trono “…ma pensa agli umani,Aro! Non possiamo passare inosservati se riduciamo questo palazzo a un colabrodo!”

Aro meditò su quelle parole. Aggrottò le sopracciglia,guardandosi intorno con interesse.

“Caro fratello,non vedi che siamo nei sotterranei di Volterra? Quali umani dovrebbero passare da queste parti? Siamo praticamente sotto terra!” spiegò Aro con calma calcolata rivolgendogli uno dei suoi sorrisi angelici.

Appunto…”quasi sputò in risposta Caius aggrappandosi con unghie e denti a quel briciolo di calma che gli era rimasta “è quello che sto cercando di dirti da mezz’ora,Aro!”ringhiò,fissando il vecchio come se volesse incenerirlo.

Aro fece spallucce indifferente “Non è comunque un problema”

Certo che no! Quel vecchio schizofrenico sarebbe stato capace di scavare nei muri fino ad arrivare alle strade cittadine pur di raggiungere il suo scopo. Ne sarebbe stato capace eccome!,meditò Caius con un brivido alla sola idea,pregando mentalmente che Aro non lo sfiorasse per leggere nella sua mente quell’idea folle di cui,ne era più che certo,se fosse stata approvata, si sarebbe dovuto prendere ogni minima responsabilità.

“E come pensi di farlo,allora?”gli chiese,piegando le labbra in un sorriso beffardo,suo malgrado curioso di sapere cos’altro avrebbe escogitato la mente deviata del fratello.

Aro si voltò nuovamente verso lui e Marcus,e sorrise. Ma non era un normale sorriso,il suo. No,quello era il sorriso. Quello angelico,folle,diabolico. Quello alla Aro,per intenderci. Quello che tutti temevano.

Caius rabbrividì. Marcus alzò gli occhi al cielo. Felix sospirò. Demetri sbuffò infastidito. Jane ridacchiò divertita. Alec si strinse nelle spalle. Renata sgranò gli occhi. Heidi espirò rassegnata. E Sulpicia,che era entrata in quel momento in sala,non disse nulla,ma scosse la testa,con espressione sconfitta.

“Vedrai,fratello,vedrai….”rise piano Aro.” È una sorpresa

 

[Due mesi dopo]

Caius si apprestò a raggiungere la sala del trono a passo svelto,come al solito masticando maledizioni tra i denti e come al solito tutto bardato in un enorme mantello scuro come la notte che lasciava intravedere solo la punta del suo naso. Superò un paio di guardie che lo salutarono ossequiose che non degnò neanche di uno sguardo e passato un altro corridoio si arrestò di colpo. Inghiottì con rabbia l’eccesso di bile e veleno e abbassò la testa per non farsi riconoscere,sorpassando frettolosamente l’allegra coppia che sostava nel bel mezzo del corridoio. Che poi, a dirla tutta,di allegro aveva ben poco. Il simpatico duo comprendeva Aro,come al solito bellamente sorridente e sprizzante entusiasmo da tutti i pori da prenderlo a sberle,che saltellava contento come un bambino davanti a un regalo di Natale,che trascinava dal braccio un Marcus annoiato e riottoso e ben poco propenso a seguirlo. Caius non si soffermò a guardarli né a prestargli attenzione,ma proseguì spedito verso la sua meta senza voltarsi. Fu comunque costretto dai suoi sensi da vampiro ultra sviluppati a sentire la voce eccitata di Aro che trillava un “Vieni,Marcus,voglio farti vedere la più bella!”

Digrignò i denti,sbattendo il pugno contro una colonna di marmo lì vicino in un eccesso d’ira che si frantumò al colpo. Fumante di rabbia voltò la testa quel poco che bastava per osservare il braccio colpevole: brillava senza pudore,come un diamante dalle mille sfaccettature.

Spostò lo sguardo dall’altra parte: un’infinita distesa verde si presentava davanti ai suoi occhi,talmente luminosa da costringerlo a socchiudere gli occhi. Caius aveva più volte cercato di dimenticare,con ben scarsi risultati,quel giorno di due mesi prima,quando Aro aveva annunciato a tutta la corte che di li a poco sarebbero iniziati i lavori di ristrutturazione al palazzo. Da quando gli era venuta in mente quell’idea balzana di bucherellare le pareti col solo inutile scopo di frantumare le già lese sinapsi di Caius e accrescere il suo già smisurato ego, nessuno,in quel palazzo era più stato tranquillo. Alla fine,Aro,aveva davvero optato per bucare letteralmente i muri pur di arrivare alla luce,cosa che sarebbe costata non poca fatica. Tutti temevano che in quel modo,qualche umano avrebbe davvero potuto notare le mille aperture spuntate da un giorno all’altro sulle strade della città,portandoli a sospettare qualcosa. Ma Aro non ci aveva badato. E aveva liquidato la faccenda con un “se qualcuno se ne accorgerà non farà in tempo neppure a rendersene conto”

Caius scosse la testa,rassegnato, e riprese a camminare, con un certo nervosismo,dicendosi che presto si sarebbe dovuto abituare a quell’abominio. Si strinse nel mantello,accelerando il passo, schiumante di rabbia da tutti i pori,fino a sparire in uno dei corridoi.

 

Angolo autrice:

Okay,non so bene cos’è questa cosa,calcolando che sono le 11 e un quarto di sera,ho i neuroni in fumo e la palpebra che sta per cedere al sonno. È la prima cosa che pubblico (bell’inizio -.-‘) ma non certo la prima che scrivo XDD!Ma di sicuro è la prima che siete costretti a leggere. Cioè non proprio costretti,ma se state leggendo qui vuol dire che siete sopravvissuti alla lettura,no? Siete davvero coraggiosi ù_ù.

È parecchio scema e del tutto priva di significato,ma avevo voglia di postarla. Nella mia testa Aro è un vecchio matto un po’ simile a Willy Wonka (la fabbrica di cioccolato nda),Caius è sempre incazzato con lui e Marcus cerca di ignorarlo,quindi in questa cosa ho cercato di scriverli come tali. Adoro i Volturi!*-*

Bè,se state ancora leggendo,vi chiedo umilmente di farmi sapere cosa ne pensate. Sempre se vi va,eh!

Un bacio a tutti

Br :-*

  
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