Eternal Pose
La ciurma risalì sulla Madream* depositando il gran numero di
forzieri e casse sul
massiccio ponte di legno.
Eustass Kidd ghignò, mentre ai avviava sotto coperta
– col mantello che gli fluttuava attorno.
Finalmente la missione poteva considerarsi compiuta.
Pensò con indescrivibile piacere alla
vittoria che, finalmente, si era preso su quel ragazzino insolente di Trafalgar Law, rubandogli il
tesoro da sotto
al naso.
Entrambi avevano saputo di quell’Eternal
Pose per un’isola del Nuovo
Mondo che, a quanto pareva, avrebbe permesso di scavalcare sia
Marineford, che
quell’orrendo arcipelago di Mangrovie. La battaglia era
durata persino troppo
per i suoi gusti – tre giorni – con la perdita di
un ingente numero di uomini, i
quali - più che altro - erano stati assemblati
come una ammasso di giocattolini da quel bastardo.
Law ghignò «Ti
ho già detto di non darmi
ordini, Signor Eustass! Comunque sia… tieni, è
tuo. Vorrà dire che seguiremo la
rotta comune, sarà ancora più… divertente».
Continuava a rivivere quelle parole
come un
delizioso mantra, sempre intimamente convinto che no – non
avrebbe potuto
esserci risultato diverso.
Dopotutto, era lui la Supernova più potente.
Kidd si sedette sulla poltrona, buttando una
gamba sul bracciolo; pensandoci, avrebbe preferito non incontrare
più né lui,
ne quella sua banda da circo. Almeno non prima di entrare nella seconda
parte
della Grand Line.
Per quanto detestasse ammetterlo, il tono con
cui aveva pronunciato “divertente”
continuava
a non piacergli affatto, così come il suo depravato
potere.
Lui era sempre stato votato alle cose
immediate ed efficaci, o anche distruttive; quei lavori di chirurgia
– sottili e
invisibili – non li sopportava; erano meschini e subdoli.
Come Law, del resto.
Kidd sbuffò.
Meglio non pensarci, la cosa importante era
avere quel maledetto Eternal Pose e avviarsi al più presto
possibile oltre la Red Line.
«Kira!» Gridò, trovandosi quasi
immediatamente l’uomo mascherato alla porta
«Sì, Kidd?»
«Ti sei occupato della cassa, vero?»
«Eccola» replicò Kira, porgendogli una
cassa
malridotta.
Kidd ghignò: lì dentro c’era un log
pose dal
valore incalcolabile, pensò mentre l’apriva.
«Dannato
bastardo!»
Urlò, spaccando il tavolo
e lasciando cadere la cassa.
“Capitano” Kidd.
Un foglio
cadde sul pavimento, mentre Kira si rendeva conto che –
effettivamente – non
era un log pose, quella mano atteggiata a mo’ di
“saluto” verso il suo
Capitano.
«Kidd?»
Provò a chiedere; sembrava vagamente indemoniato.
«Salpiamo ora! E
trovatemi quella maledetta ciurma!»
Mi piacciono Law e Kidd – come personaggi
individuali – ma, visto che Oda ce li ha presentati insieme,
non vedo perché
non sfruttare la cosa.
Questa scena è ambientata… in realtà
non so,
suppongo in un momento a caso prima (ma anche dopo)
dell’arcipelago Shabondi.
Sì, non c’è bisogno di dirmi che non si
conoscevano e che è giusto un po’ “what
if…?”, mi è uscita così XD
Uhm, per le parole di Kidd: credo che lui
considerasse orrendo l’arcipelago anche prima di arrivarci,
dal suo discorso mi pare di capire che sia relativamente contrario ad
aste umane eccetera - o non gliene può fregar di meno,
probabile.
L’idea dell’Eternal Pose – ovviamente
– non sta
né in cielo né in terra, visto che il passaggio
è obbligato per Marijoa/Isola
degli uomini pesce, però ci ho provato. XD
Per Killer… francamente preferisco la
versione giapponese “Kira”, non vogliatemene.
Fatemi sapere, buona lettura!