Capitolo
15
FEBBRAIO
Questo è un capitolo un po’ particolare perché è
basato sul principio della song-fic.
Nella
Sala Comune di Grifondoro il fuoco si stava lentamente spegnendo. Gli ultimi
bagliori proiettavano sulla parete l’immagine ingrandita dell’unica persona
presente: Hermione Granger. Quella sera era particolarmente inquieta sebbene
non riuscisse a capirne la ragione. Volgeva lo sguardo. Fuori dalla finestra
sembrava che fosse tutto tranquillo. C’era la luna piena quella notte e il
cielo era pieno di stelle. La ragazza aveva aperto la grande finestra e
assaporava a pieni polmoni l’odore della notte. Il suo sguardo era corso al
prato che circondava il castello e si era soffermato sul lago.
-
Com’è strano e perfetto - pensava Hermione - nemmeno un’increspatura, la
luna si specchia in esso senza venire alterata nella sua bellezza così semplice
eppure così…pura -.
Lo
sguardo della giovane aveva solcato quelle acque e raggiunto i grandi alberi
della Foresta Proibita…
-
Proibita...tze...non conto più le volte che Harry e Ron vi si sono
avventurati all’interno di nascosto...per non parlare poi dei gemelli Weasley... -.
Ma
all’improvviso aveva sentito un brivido di freddo percorrerle la schiena. La
pelle le si era accapponata e istintivamente Hermione si era ritratta. Mentre
chiudeva la finestra i suoi pensieri galoppavano, ma vennero poco dopo
interrotti dall’arrivo di Ron. Era furibondo.
-
In quest’aria densa di nebbia e di
silenzio...però è un silenzio strano, quasi irreale…sembra quasi che debba
accadere qualcosa da un momento all’altro…Ron che c’è?
-
-
C’è chi ancora pensa di poter fare finta di
niente, te ne rendi conto?…vecchi barbagianni che non sono altro…si attaccano
ai sogni… ma io mi rifiuto di morire per i loro sogni…e no…la vedremo chi la
spunterà…com’è possibile che si rifiutino di
vedere un po’ più in là del loro naso? E’ assurdo tutto ciò…-
Ron
camminava con passo nervoso su e giù per la stanza, strepitava e ogni parola
era accompagnata da gesti. Talvolta le sue mani erano chiuse a pugno. Serrate.
Quasi a voler contenere la loro forza. Gli occhi di Hermione si erano posati su
esse. Per l’ennesima volta ne era rimasta rapita. Ne ammirava la forma, il loro
movimento. Ammirava il loro aprirsi e chiudersi sistematicamente. Dalle dita
poi era risalita lungo le braccia.
-
Non sono braccia gracili. Sono delle belle braccia, non da culturista,
ma in ogni caso notevolmente forti…sì certo molto forti, ma che conoscono anche
la dolcezza…sono braccia che sanno proteggere e coccolare…il movimento
frenetico delle mani sulla pelle…mani che vogliono scoprire le dolcezze del
corpo…che accarezzano…labbra che baciano luoghi inviolati... -.
-
Mentre in un istante possiamo essere
attaccati…loro stanno lì a discutere…e intanto……l’ombra
del gigante del male si allunga sempre di più su tutti
noi…magari proprio in questo momento……sta
oscurando la città di qualcuno…e quelli non hanno avuto di
meglio da dirmi sennonché:
“Ogni giorno ne senti parlare
sembra già
dappertutto ormai
delle onde del
cielo e del mare
è il padrone
assoluto lo sai…
che in ogni
angolo e in ogni parte
sta cambiando
la realtà
vedi come
diventa importante
rimanercene
fuori, rimanere qua”
…ma come si fa a fare un discorso del genere? Neanche qui siamo al sicuro. Anche Colui-che-non-deve-essere-nominato era stato allievo di questa scuola prima di noi, eppure questo non gli ha impedito di entrarvici più di una volta e seminare il terrore. Come possono pensare che non arriverà anche qui? Anzi è strano che non ci abbia già attaccato… -
Ron si era fermato e aveva cominciato a prendere a pugni il muro.
I begli occhi verdi di Hermione si erano posati su di lui. Non l’aveva mai
visto così arrabbiato...non contando la sera precedente.
-
Harry aveva cominciato a comportarsi in modo strano già da
diverso tempo. Mi aspettava fuori dalla mia classe e mi prendeva la cartella.
Io non ci facevo molto caso era stato sempre molto gentile nei miei confronti.
E quell’aumento di attenzioni l’avevo attribuito solo al fatto che mi ero rotta
il braccio giocando a Quidditch. Era buffo come si comportava…non mi lasciava
fare nessuno sforzo con la scusa che Madama Chips mi aveva raccomandato di
lasciare il braccio in assoluto riposo…però era bravo, mi conosceva troppo
bene. Era sempre presente, ma non era mai troppo invadente -
La testa di Hermione si riempì del ricordo della notte precedente,
la notte di San Valentino. Le orecchie piene delle voci di quella giornata che
forse aveva cambiato le loro vite.
-
Perché Harry aveva dovuto comportarsi così da stupido?
Stava andando tutto così bene invece è andato tutto a rotoli...si è comportato
in modo strano a ben pensarci, ma fare così davanti a Ron è stato un po’ una
vigliaccata. Ron...come sono stata cieca anche nei suoi riguardi. Possibile che
non mi fossi accorta di nulla? Eppure sono i miei due più cari amici, credevo
di conoscerli invece non mi ero accorta di nulla…eravamo andati alla festa di
San Valentino come se nulla fosse…Harry mi aveva invitato a ballare e aveva
detto a Ron (che aveva protestato perché voleva chiedermelo prima lui) se
intanto ci andava a prendere qualcosa da bere…avevamo ballato per tutta la
serata…io ero contenta perché così non dovevo essere costretta né a far da
tappezzeria, né…a dover rifiutare l’invito di Ron che decisamente era ridicolo
e imbarazzante quando cercava di ballare…improvvisamente si era messo in
ginocchio in mezzo alla sala e tenendomi stretta la mano che cercavo di
ritirare mi aveva detto…
“Quando tu sei con me mi sembra di essere
Con le braccia
verso il cielo
ed il cuore un
po’ più su
nei miei
pensieri
non ci sono
solo io
non ci sei
soltanto tu
ci siamo noi due
fusi in una sola
entità,
ma non devi
temere la solitudine
perché
a farci
compagnia se vuoi
c’è ancora
gente
quelli vicini
come noi
umanamente
lascia che il
vento porti
con le sue ali
forti
l’ultimo dei
sogni che farò…
che io farò
e il mio sogno sei tu”
…così dicendo si era alzato, mi aveva tratto a sé
e... -
Le
sue labbra avevano appena sfiorato quelle del ragazzo e si era sentita
perentinamente spingere indietro. La scena che aveva visto era stata come una
doccia fredda. Ron, invaso di cieco furore, teneva stretto per il bavero Harry
e a denti stretti gli sibilava di venire fuori nel parco a battersi…
A
grande richiesta di oby86 ecco arrivata questa song-fic che ha per base la
canzone di Eros Ramazzotti “l’ombra del gigante”.
Vi
ha lasciato un po’ senza fiato? Beh allora ho raggiunto il mio scopo ^^.
Ciao
Ciack