Lui era così carino e dolce all'inizio. Non sembrava neanche reale. Il ragazzo più bello e popolare della scuola che non si dava nemmeno tante arie!? Incredibile mi sembra di sentire. Ma ancor più incredibile è che quel ragazzo amava me e solo me.

Abbiamo condiviso tante cose insieme, o meglio, io ho condiviso con lui i suoi interessi. E tutto questo solo per piacergli.

Sciocca!

In amore non si mente mai. Ma io non mentivo, lo assecondavo, per il semplice fatto che lui era lui, lui era Mark Aoyama.

Pensate un po', il nostro primo appuntamento era sugli animali in estinzione. Guarda il caso , direte voi, ovvio, rispondo io, era l'unica maniera per far si che lui si potesse accorgere di me, ed infatti così è stato. E da quel giorno in poi lui è stato sempre premuroso e gentile con me. Ed io mi scioglievo ogni qualvolta che lui mi guardava e mi teneva stretta stretta a lui.

Io amavo sinceramente con tutto il cuore quel ragazzo.

Poi

Siamo

Partiti.

Destinazione

Londra.

Da qui sono cambiate molte forse troppe cose. In meglio? Direte voi! No! In peggio.

Non avrei mai pensato che una persona potesse cambiare carattere in modo così inaspettato, ma lui, vi giuro, che lo ha fatto.

Mi spiego meglio.

Lui era sempre fuori, sia per l'università sia per il lavoro. Mark era riuscito ad entrare in un ristorante, e se pur con qualche difficoltà riusciva a studiare ed a mantenere l'appartamento che condividevamo. Io non sono riuscita ad entrare all'università, a differenza sua, ma mi sono data molto da fare per cercarmi un lavoro. E dopo tante ricerche, alla fine il padrone di un pub mi ha offerto un posto.

Mark era contento, almeno potevamo permetterci un qualcosina in più, ma quando lui un giorno decise di portare i suoi amici dell'università al pub sono cominciati i guai.

Un suo amico, in particolare, mi guardava in modo non proprio casto. Sembrava denudarmi ad ogni sguardo e questo mi imbarazzava non poco.

Io ero abituata solo agli sguardi di Mark, e sentirmi osservata da un altro ragazzo provocava in me un certo imbarazzo. Normale?

Non per Mark!

All'inizio diceva che sicuramente mi stavo sbagliando, che non lo conoscevo, che essendo io, timida, era facile che fraintendessi.

Lui è un amico continuava a ripetermi.

Una sera, ero di turno al pub, e stavo, prendendo alcune ordinazioni. La porta si aprì, e fecero capolino gli “amici” del mio ragazzo. Sorridendo gli vado incontro consegnandogli il menù.

Una volta tornata al loro tavolo comincio a prendere le loro ordinazioni. Sento un qualcosa di freddo muoversi dietro la mia schiena e pian piano scendere verso il mio fondoschiena.

Era la mano di Tony che con la massima nonchalance e con l'appoggio degli altri, mi stava molestando ed oltremodo infastidendo. Ma con fare felino e senza mostrare in alcun modo la mia frustrazione, giro i tacchi dicendogli: “ Visto che non avete ancora deciso ripasso più tardi!”.

Una volta entrata in cucina le mie gambe cominciano a tremare ed io scivolo giù ed alcune lacrime non tardano ad arrivare. Il proprietario vedendomi in quello stato mi consigliò di andare a casa.

Telefonai a Mark, per farmi venire a prendere.

Ma

Lui

Non

Venne.

Si scusò ma mi rispose che stava ultimando la tesi e non poteva proprio lasciare.

La prima volta che Mark, pur sentendomi agitata, mi volse le spalle.

Non era affatto preoccupato, non mi ha chiesto il motivo della mia agitazione.

Nulla

di Nulla.

Silenzio.

Imbarazzo.

Indifferenza.

Tornata a casa non feci trasparire la mia angoscia.

Ma sentivo che si era spezzato un qualcosa di grande tra noi.

Uno squillo.

Un cellulare.

Il suo cellulare.

Lui risponde, lui comunica con il suo interlocutore, lui mi guarda, lui si avvicina, lui mi schiaffeggia, lui riattacca. Lui si volta e ritorna davanti al suo pc. E mi sussurra una volta seduto: “ Ti credevo diversa Strawberry, invece sei come tutte le altre!”

Un solo pensiero.

Tony maledetto!

Ha creduto a lui senza chiedere la mia versione, che venne, ma senza nessuna conseguenza.

Io e lui ci stavamo allontanando sempre di più.

Quando mi azzardavo a domandargli il motivo del suo cambiamento, le sue risposte erano sempre evasive o prive di una vera voglia di risolvere il malinteso.

Ti stai sbagliando, è tutto nella tua testa, io sono sempre io, sei forse tu che fraintendi e cose simili.

Ma dico io è mai possibile che sono io quella che sbaglia sempre?

La goccia che fece traboccare il vaso è quando i suoi amici capeggiati sempre da Tony, mi accerchiarono intimorendomi e rivolgendomi parole abbastanza volgari, perché ubriachi o non so cosa. Avevo paura, gridavo il nome di Mark al vento, piangevo come una bambina, ma ad un tratto uno di loro, che accortosi che stavano andando oltre, li convinse a fermarsi. Dio mio che paura. Io li disprezzo. Hanno portato solo odio, paura e voglia di ammazzarli tutti quanti.

Ma anche in quell'occasione lui, il mio Mark, non fece nulla.

Tony diede la colpa a me, definendomi una bambina priva di carattere.. Anche Tom, il loro amico che mi “salvò” , in quell'occasione stette zitto.

Io dopo una litigata furibonda con Mark, preparai le mie valige e me tornai qui in Giappone.

La mia Terra, la mia adorata Terra, dove ora mi sento rinascere e certamente potrò, anche con l'aiuto delle mie AMICHE, ritrovare la mia pace e serenità.

Spazio Jera ^_^

Ciao a tutti! Spero di cuore che questo sequel, di Vattene Amore, abbia in un certo senso colmate alcune lacune ( il giro di parole non era voluto ^_^ ) del primo capitolo. Ringrazio

Ria, ryanforever, Caomei, clow4093, violettamiciomiao, Ichigo_91, hachi92

che hanno commentato lo scorso capitolo.

Ed anche coloro che hanno messo la storia tra le preferite:

1 - bulma4ever
2 - clow4093
3 - Pichu95
4 - totoby

Arigatò