Camminavo avanti e indietro d'avanti a casa in attesa che Jake arrivasse. Uffa! era in ritardo! un ritardo tremendo. non era da lui! stavo iniziando a preoccuparmi e mi accasciai sulle scale con la testa fra le mani e gli occhi chiusi indecisa se andare a LaPush a cercarlo o meno. Mio padre che stava ascoltando i miei pensieri - come al solito -.-'' - si affaccio' dietro la vetrata del soggiornetto, mi lancio' un occhiata e poi aprì la porta sporgendo un po fuori e guardandosi intorno. <> disse cercando di calmarmi col suo tenero vocino paterno. <> dissi io come se non avessi ascoltato nulla di quello che aveva appena detto. E' vero, non era proprio un appuntamento, non era una cosa ufficiale, ma da che mondo è mondo io ero abituata a vedermi jake tra i piedi ogni singolo giorno da dopo pranzo fino a cena, anche piu' tardi a volte! Non poteva mancare, proprio quel pomerigio che - non sapevo se se ne ricordasse ancora - avevamo programmato un'escorsione nel bosco. Ormai avevo 17 anni, ma ne dimostravo già 20 o 21. Nonno carlisle diceva che non sarei cresciuta più di cosi, almeno fisicamente. Mi andava bene. si 20 anni erano perfetti! sembravo giusto un po piu' piccola di Jake e giusto un po più grande di mia madre. questo pensiero mi fece ridere. <> disse mio padre ancora sulla porta. mi ero praticamente scordata di lui. entrò dentro sussurrando a bassa voce quanto bastava per sentirlo <> e che significava? due secondi dopo udii il rombo di una vecchia macchina che si trascinava a fatica sul vialetto che portava al garage. feci il giro della casa e andai sul retro a controllare di chi fosse quel "catorcio". Un vecchio pick-up rosso sbiadito era entrato nel parcheggio stracolmo di macchine scintillanti che lo facevano sembrare ancora piu' decrepito. Jake usci dalla portiera che chissà come si manteneva inpiedi e chiudendola la fece scricchiolare in modo poco rassicurante. Soffocai un risolino. <> tuonò Jake venendomi ad abbracciare dolce e caldo com'era da sempre. fra me e lui c'era davvero un rapporto speciale. non esattamente come amici, fratello e sorella, padre e figlia. no... era qualcosa di più. inspiegabile e piacevole allo stesso tempo. <> sorrise anche lui indicando il pick-up dietro le sue spalle. <> dichiaro' in tono solenne, guardando la mia espressione sarcastica. <> lo fermai io, prima che si perdesse in discorsi che non mi interessavano come quello che stavo per iniziare. <> continuai con espressione severa. <> "-.-" fu la mia risposta. <> ammise lui. <> rise rumorosamente. <> puff!! fiocco di neve! cosi voleva canarsela? <> inizio' a sfoderare i suoi occhietti da cucciolo. Nooo!! gli occhi da cucciolo no! che disonesto! sapeva che non resistevo! <> ansimai con sincera curiosità. mi guardo' con uno sguardo misto a felicità e malizia. mi strinse la mano intrecciando le sue dita alle mie - gesto naturale che avveniva spesso fra me e lui - e mi trascino' d'avanti al decrepito veicolo sbiadito. <> scherzai. lui mi lanciò un altra occhiatina delusa dalla mia poca perspicacia posò una mano su un telone che copriva qualcosa di voluminoso appoggiato al pick-up e poi tiro' con forza indietro. <> acclamò fiero. <> erano da capogiro. due motociclette (una blu scuro metallizzata cosparsa di stelline splendenti sulla carrozzeria ed un altra rosso acceso come il fuoco sempre metallizzata) che splendevano addirittura al contrasto con il vecchio Chevy su cui erano appoggiate. ora capivo a cosa serviva! come le avrebbe portate fin qui sulla Golf?!! e ora capivo anche lo strano "stai attenta" di mio padre di poco prima. <> disse fiero. <> dissi entusiasta e mi accostai a quella blu - che ci avrei giurato - era destinata a me. <> <> lo interruppi io. <> <> <> approvo' <> salimmo sul pick-up e c'incamminammo verso l'autostrada vicino LaPush che da tanti anni doveva ancora essere terminata, ma era abbastanza grande per un esperienza come quella. Quando arrivammo mi aprì la portiera e mi diede una mano a scendere. Molto iperprotettivo. Troppo iperprotettivo. stupido, dolce iperprotettivo! No... non era una cosa normale.