Comunque, la storia partecipa all'iniziativa 2010: a year togheter indetta da Collection of Starlight; con il prompt 361. Come se non fosse troppo tardi.
Attesa
di una lettera ritardataria
361. Come se non fosse troppo
tardi.
In Inghilterra, nonostante piovesse sempre, d'estate faceva caldo.
Il vento umido soffiava pigro, smuovendo appena la bandieruola a forma di gallo, come tante altre, così normale.
Nella piccola stanza, con le pareti tappezzate di carta da parati fiorata, una ragazzina di appena quattordici anni scriveva.
Scriveva con forza, sorridendo, sicura di sé.
Chissà, magari qualche amica conosciuta al camping.
Forse una compagna di scuola, che, oltrepassata la Manica, le scriveva dalla Francia.
Sarebbe stato così normale.
Invece Petunia scriveva, sì, ma non con la stessa passione che avrebbe messo in quel tipo di lettere. Petunia stava scrivendo con il cuore, con tutta se stessa.
Finì e guardò sorridendo la sua grafia; lesse; poi, soddisfatta, chiuse tutto e mise un francobollo.
Al signor Albus Silente.
Tutti i suoi sogni affidati ad un misero pezzo di carta.
Rifiutabile, per di più.
Rifiutato.
Eppure, negli anni a seguire, ritornava davanti al vialetto di casa. Si assicurava che il fastidioso ragazzino dai capelli unti non la vedesse e alzava gli occhi al cielo.
Un fulmine a ciel sereno, aspettava.
Un gufo in pieno giorno.
Petunia attendeva, ogni anno, che quel dannato vecchio svitato le rispondesse.
Petunia attendeva, come se non fosse troppo tardi.
Angolo Autrice:
ecco, questo è un fatto che mi ha sempre affascinato e sul quale mi sono fermata a riflettere qualche mattina fa, mentre andavo a scuola. Mi sono chiesta ma se mia sorella fosse stata una strega io come avrei reagito?
Bhé, una bella rosicata, non vi pare?
Vabbé, finito.
Vi lascio :)
Laura