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Autore: NikiBeast    19/01/2010    1 recensioni
Eravamo appena tornati dal tour quando la vidi. Era bella, di una bellezza non comune. Sembrava un angelo, anzi forse, lo era.
Genere: Romantico, Triste, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fin dove arriva il vento, arriva il mio cuore.

Ed eccomi tornata con una nuova fanfic! Eheheh xD Mi dispiace ma non vi lascio più stare u_ù Sta “cosa” m’è venuta fuori durante l’ora di arabo .-. Fatemi sapere che ne pensate U_U un bacio ^_^


Era un giorno di sole. Finalmente dopo tanti mesi di tour, ero tornato a casa. Mi dispiaceva non poter stare con la mia famiglia. Mi stavo per sedere nel dondolo, quando la vidi. Era bella, di una bellezza non comune. Era sdraiata sull’amaca, i capelli rosso cupo erano sparpagliati sul cuscino e incorniciavano un viso pallidissimo. Per un attimo pensai che era lei la mia ragazza ideale, infondo a me piacevano le dark. I suoi occhi erano chiusi, l’espressione del viso molto rilassata. Mi fermai ad osservarla. Mi sedetti sulla poltrona di legno. Chissà se le sarei mai piaciuto. No, non credo. Infondo chi vorrebbe mai un ragazzo che sembra una donna? Nessuno, ne tantomeno lei. Chissà quanti pretendenti le andavano dietro. Sapevo bene che fra noi non ci poteva mai essere nulla, forse nemmeno l’amicizia. I suoi grandi occhi si aprirono e si voltarono a guardarmi. Erano nocciola, proprio come i miei, solo che i suoi erano più profondi. Mi sorrise e mi salutò con la mano. Che dovevo fare? Meglio salutarla? Si, le buone maniere mia madre me le aveva imparate. La vidi alzarsi e venire verso di me. Le mie guancie avvamparono. Avevo pensato a diversi modi per scappare in casi come questo. No, non potevo metterlo in atto. Avvicinandosi a me, si morse le labbra. Io l’avevo detto a mia madre di comprarci un appartamento senza giardino e case accanto! Si sporse verso di me, appoggiando le braccia sulla mia ringhiera. Indossava un sorriso smagliante tinto di rosso. Non mi ero accorto del rossetto e nemmeno del trucco nero. Le sorrisi pure io, cercando di nascondere il crescente imbarazzo. Si mise a ridere notando che ero solo in boxer. Arrossii.
“Ehi! Piacere, io sono Yle, la nuova vicina! Tu dovresti essere Bill, giusto?”
Mi  passai una mano fra i capelli lunghi, ero evidentemente imbarazzato. Cioè, un divo della musica che si imbarazza vedendo la propria vicina di casa, sorridergli in quel modo… Ma dove si è mai sentito dire? Faccio un sorriso sforzato e annuisco. Il ciuffo le cadde davanti agli occhi, lei lo tirò indietro con una mollettina, sbuffando. La fissai incantato. Dio, era stupenda!
“Ti posso offrire qualcosa?”
Per dire quella frase mi dovetti prendere di coraggio. Lei mi sorrise soddisfatta e impaziente, chissà se mi aveva riconosciuto. Ma credo di si.
“No, non posso… Mi dispiace!”
Il sorriso sulle nostre labbra si spense. Peccato, ci rimasi male. Cercai di fare finta di niente, ma non ci riuscii. Un ragazzo uscì nel giardino e l’abbracciò da dietro. Aveva lunghi dread biondi che gli cadevano sulle spalle e sul petto. La prese in braccio, lei sorrise e lo strinse forte. Me ne andai per togliere il disturbo. Entrai di nuovo a casa e trovai Ilaria e Tom abbracciati. A quanto pareva, ero l’unico a non avere una ragazza. Mi odiavo per questo. Ero amato dalle fans e con uno schiocco di dita ne potevo avere centinaia ai miei piedi, ma io volevo la ragazza giusta. E non c’era di certo fra le fans. Mi rassegnai all’idea di rimanere solo e condurre uno stile di vita come quello del mio professore di matematica delle superiori. Secondo me,  quell’uomo era destinato all’infelicità… Chi poteva volere un uomo troppo serio? Di certo non le ragazze di quel tempo. Infondo, non era poi così vecchio.
Guardai l’orologio. Volevo andarmi a fare una passeggiata, ma fra poco era ora di pranzo. Non conveniva. Sarei dovuto tornare subito e avevo bisogno di passare un bel po’ di ore in compagnia di me stesso. Salii le scale con le spalle curve e canticchiando fra me e me “1000 meere”. Dovevo conoscerla a tutti i costi. Aprii la porta della mia stanza. Come al solito era ordinatissima. Adoravo Ilaria quando metteva tutto a posto. Forse passare del tempo con lei mi avrebbe fatto bene. Chissà, d’altronde la potevo considerare la mia migliore amica e sapeva tutto di me. Forse,  parlarne con qualcuno mi avrebbe fatto ragionare. Mi affacciai alla finestra. Tutto intorno era calmo. Mi piaceva la tranquillità. Mamma era fuori con Gordon e non si sentivano le urla contro Tom il “nullafacente”. Mi stesi sul letto e rimasi a guardare il soffitto. Fin quando Ila non mi chiamò per il pranzo. Mi alzai dal letto e mi diressi di nuovo a spalle curve verso la cucina. La mia bocca non proferì una parola durante tutto il pranzo.
Sentivo gli sguardi di tutt’e due addosso.
“COSA VOLETE CHE MI GUARDATE IN QUESTO MODO?!?!?!? SONO UN MALATO DI PESTE PER CASO?!?!?”
Lo urlai con tutta la voce che avevo in gola. Mi alzai e me ne andai seguito da Tom. Mi voltai verso di lui e lo guardai storto.
“Gira a largo che non è aria..!”

 

  
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