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Autore: Diddlina_4ever    07/07/2005    6 recensioni
Matteo. Evie. Diventano compagni di scuola. Fanno amicizia, iniziano a conoscersi. Fino a quando lei si innamora di lui alla follia. Lo pensa ogni momento, lo desidera, fa di tutto ma.. Lui ha paura. La illude, la disillude, la fa contenta, la ferisce. Non si capisce cosa vuole. Ma si diverte effettivamente a illuderla o ha solo paura di affermare i suoi sentimenti davanti ai suoi amici? Una storia d'amore che forse non avrà un lieto fine come tutte le altre. Una storia verosimile. La mia seconda ff, non vi assicuro niente ma.. incoraggiatemi! - DOPO DUE ANNI PUBBLICATO L'ULTIMO CAPITOLO!!!!-
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola piccola informazione:

Alla fine del capitolo ci saranno alcune strofe (non tutte) di una canzone. Per informazione, la canzone è “Io ci sarò” degli 883.

 

Non voglio perderti

 

 

Capitolo 9

 

 

A volte andiamo avanti per giorni, anche per settimane, a percorrere una strada. Improvvisamente però ci accorgiamo di aver sbagliato. Capiamo che il percorso che abbiamo intrapreso è stato solo uno stupido errore. Un altro di quegli errori che compiamo in quel lungo cammino chiamato vita.

E quando ci rendiamo conto del nostro sbaglio ci sentiamo tremendamente stupidi, idioti. Ci sentiamo il mondo cadere addosso. Tutto quello che per giorni abbiamo reputato giusto si mostra sbagliato. Ci sentiamo smarriti, persi. Non sappiamo più cosa fare, dove andare. Ci domandiamo “E adesso?”.

La paura più grande però rimane sempre una, una sola: “Non sarà troppo tardi per tornare indietro?”

Già. Perché se in qualche modo il nostro errore ha portato conseguenze solo su noi stessi ci sentiamo un po’ più tranquilli. Insomma abbiamo sbagliato noi e noi dobbiamo pagare. Ma se il nostro sbaglio ha portato conseguenze anche su chi ci sta accanto allora è tutto diverso.

Abbiamo paura che qualcuno non sia disposto a perdonarci, a comprenderci. Abbiamo paura che ormai quel che fatto è fatto.

Forse però non è solo paura. È anche orgoglio. Ci rendiamo conto che non abbiamo sbagliato solo noi. E allora perché dobbiamo essere solo noi a chiedere perdono? Questo non è per niente giusto. Ma se qualcuno non fa il primo passo non si arriverà mai a un compromesso.

È pazzesco come sia facile litigare, insultare le persone e come invece risulti tremendamente difficile fare il primo passo e dire: “Lo ammetto: ho sbagliato”. Sempre colpa di quel sentimento che chiamano “orgoglio”.

 

 

 

“Mi arrendo” Evie, camminando quella mattina tra le strada della sua città, rifletteva. Aveva deciso di chiedergli scusa. Aveva deciso di togliersi la maschera da dura, da forte. Basta. Era stanca di fingere.

Lei amava Matteo? Sì. Ed era inutile fingere che non fosse vero.

Lei non poteva vivere senza di lui? Sì. Era stupido fare credere che a lei di lui non gliene fregava niente.

Si sentiva tremendamente stupida. Una vera idiota.

A cosa era servito scrivere alla lavagna “Matteo=nano”? A cosa era servito litigare? A cosa era servito fare finta di odiarlo, quando non era vero?

Che stupida che era stata! Cosa aveva pensato che potesse cambiare vendicandosi?
Nulla
. Non era cambiato nulla. Matteo non si era innamorata di lei perché si era mostrata forte. Matteo non aveva neanche detto: “Scusa ho sbagliato”. Non si era neanche dispiaciuto che lei soffriva, che lei aveva pianto. E allora a che cosa era servito? Qualcuno era in grado di dirlo?

Scrivere “Matteo= nano” e scatenare un litigio, l’aveva forse fatta sentire realizzata? No. Forse solo in un primo momento. Anzi aveva dato solo l’impressione di essere una ragazza superficiale, che si basava solo sull’aspetto fisico.

Anche se Matteo era un po’ basso a lei non gliene fregava niente. A lei piaceva così come era. Così non un centimetro in più, non uno in meno. Non gliene importava niente se tutti dicevano che era nano. A lei piaceva così. Non gliene importava niente se era l’opposto del ragazzo ideale di molte ragazze: alto, biondo, occhi azzurri.

A lei piacevano i suoi occhi marroni come mille, i suoi capelli castani comuni, la sua statura. Lei lo amava perché era lui. Perché era così come era.

Lei amava Matteo, amava i suoi pregi e i suoi difetti. Amava tutto di lui. Tutto.

 

 

**************

 

 

Per quanto possa essere difficile ricacciare indietro il diavoletto e lasciare che sia l’angioletto a prendere il controllo su di noi, riuscire ad ammettere davanti agli altri di aver sbagliato non ha confronti.

Riconoscere “pubblicamente” i propri errori richiede veramente un grande impegno. Significa ammettere davanti a tutti che si è sbagliato. Significa ammettere di aver finto fino a quel momento.

- Evy avanti! Non puoi perdonarlo.. Perdonarlo significa.. – Ilaria era abbastanza contraria alla decisione dell’amica.

- Ila, lo so che significa! Perdonarlo significa ammettere davanti a tutti che io Matteo lo amo ancora. Che io pendo ancora dalle sue labbra. Che ho fatto solo finta di averlo dimenticato! – La interruppe bruscamente.

- Sei troppo buona, Evie! – Era Katia a parlare questa volta. – Eccolo che arriva! – Riprese indicando Matteo da lontano.

Evie si allontanò, senza proferire parola, dalle sue amiche, dirigendosi con passo sicuro verso Matteo.

Ma che diavolo sto facendo?” Si fermò un attimo. “Mi presento lì davanti a lui.. e che cosa gli dico? Gli faccio ‘Tutto quello che ho detto ieri erano solo bugie!’ e lui dovrebbe credermi? Non mi reputerebbe una pazza? E poi comunque, che motivo avrebbe di perdonarmi? A lui di me non gliene frega niente.. Niente! L’ha detto ieri!”

“Giusto Evie! Hai proprio ragione.. Che cosa gliene frega a lui di te? Nulla! Lascialo perdere quello! Lui non ti vuole. Non capisci? Sei proprio tonta allora! Se ti perdonerà sarà solo per poterti sfruttare! Perché secondo te lui ti resta amico? Vuole solo il tuo aiuto nelle verifiche, nelle interrogazioni. Nient’altro Evie! Tu per lui non rappresenti niente!” Il diavoletto aveva espresso il suo parere. Crudele. Insensibile. Diabolico.

E se era quella la verità? Se veramente Matteo la sfruttava solo per la scuola? Se il diavoletto aveva ragione?

“Ascolta Evie! Non perdonarlo.. Lui vuole solo le tue verifiche! Non sbagliare!” Ancora quella voce crudele. Ancora la parte cattiva di lei che riemergeva. “Ti diverti a fare la figura dell’imbecille davanti a tutta la classe? Ti prenderanno tutti in giro! Ti reputeranno la deficiente che sbava dietro a Matteo’!” Orgoglio. Era solo inutile orgoglio. Lo sapeva lei che doveva perdonarlo. Lo sapeva che per il suo bene doveva chiedergli scusa.

“ZITTO!” Evie cercava di mettere a tacere quella voce cattiva. “Sono solo bugie! Matteo mi vuole bene, non solo per le verifiche! Io lo amo: è la verità. E non posso fingere che non sia vero! Ora vado lì e gli chiedo scusa”. Basta. Quella era la sua ultima parola. Non avrebbe sbagliato ancora. No. Quella volta l’angioletto avrebbe vinto.

- Ciao Evie! – Matteo, passandole accanto, l’aveva salutata con tono di sfida. Le passò oltre dirigendosi verso i suoi amici.

- No, Matteo, aspetta! – Lo afferrò per un braccio impedendogli di andarsene. Non l’avrebbe lasciato scappare. Doveva dirgli quello che pensava.

Si voltò e la guardò senza proferire parola. Poi prese coraggio e parlò.

- Hai qualche problema se sono un po’ basso? – Esclamò.

Evie rimase ferma, per un attimo in trance. Confusa. Non aveva mai pensato che le sue parole potessero in qualche modo ferire Matteo. Appena lui aveva detto “Ma quanto è brutta Evie?” si era sentita morire. Una spada le aveva trafitto il cuore. Ma non aveva mai pensato che ciò che aveva scritto alla lavagna avrebbe potuto in qualche modo provocare gli stessi effetti su Matteo. Quanto era stata stronza. Aveva ragione lui. Era stata colpa sua. Solo colpa sua!

Non sapeva più cosa dire. Se ne stava lì impalata continuando però a tenergli il braccio. Che cosa si aspettava? Che Matteo le si inginocchiasse chiedendogli perdono? O che le dicesse subito “Sì certo.. Scuse accettate!”?

Perché non sapeva più che cosa dire? Che accidenti si aspettava che succedesse?

Lui si liberò facilmente dalla presa e se ne andò verso il gruppo di compagni. Non era riuscita a dirgli quello che pensava. Non era riuscita a chiedergli scusa. Non era nemmeno riuscita a dirgli: “Non penso che tu sia basso. Non me ne importa niente.. Mi piaci così come sei!”. Niente. Era stata zitta. Che fine avevano fatto tutti i buoni propositi di quella mattina? Si sentiva tremendamente inutile. Tremendamente stupida, sciocca. Si sentiva cattiva. Aveva ferito Matteo, la persona che avrebbe non avrebbe mai voluto ferire. E questo per che cosa? Per vendicarsi? Per sentirsi forte? Per fare vedere a tutti che lei non si lasciava sottomettere? Orgogliosa. Era solo una stupida ragazza orgogliosa.

 

 

 

Era ormai pomeriggio. Se ne stava appollaiata sul letto, tenendo stretta il cellulare in mano. Si trattava solo di premere quel tasto con scritto: “Invio”. Non era molto difficile. Ma erano ormai quindici, forse anche venti, minuti che non si decideva a farlo. Sullo schermo un po’ appannato del telefonino si leggeva: “Scusami sia per quello che ho detto che per quello che ho fatto. Sono solo una stronza.. Ti ho detto un sacco di cose false: non merito neanche di essere tua amica. Mi dispiace veramente tanto. Perdonami.”

Bastava premere un tasto e quello sms sarebbe stato inviato.

Si fece forza. “Coraggio, Evie!” Ricacciò indietro quell’ultima goccia di orgoglio che le rimaneva e pigiò il tasto.

“Messaggio inviato”. Perfetto. Ora bastava solo aspettare la risposta.

 

Bip bip bip. Il rumore del messaggio irruppe nei suoi pensieri. Il cuore fece un balzo e iniziò a battere all’impazzata.

“Un nuovo messaggio ricevuto”.

Sul display c’era scritto: “Matty cell”. Perfetto: era lui.

“Il tuo comportamento non lo digerisco.. Non ti capisco, Evie!”

Aveva ragione. Come faceva lui a comprendere lei, se addirittura lei non si capiva da sola? D’altronde però l’incomprensione era reciproca. Neanche lei capiva lui. Si conoscevano ormai da un anno e mezzo e Evie non era ancora riuscita a capire se il vero Matteo era quello da solo o quello con gli amici.

Digitò velocemente qualche tasto. “Lo so.. Mi dispiace tanto però. Credimi! Tv1mdb”. Inviato.

La risposta non tardò ad arrivare. “Ok.. Perdonata! Tvttb”. Il cuore fece un ulteriore balzo e sul viso le comparve un sorriso.

Perdonata! L’aveva perdonata! Matteo non era più arrabbiato con lei! Le rivennero in mente le parole di una canzone ascoltata qualche giorno prima alla radio.

 

Io non ti prometto
qualcosa che non ho
quello che non sono
non posso esserlo
anche se so che c'è chi dice
per quieto vivere
bisogna sempre fingere.

Non posso giurare
che ogni giorno sarò
bello, eccezionale, allegro,
sensibile, fantastico
ci saranno dei giorni grigi
ma passeranno sai
spero che tu mi capirai.

 

Non poteva giurargli di non sbagliare più. No. Perché Evie come tutti era umana. E sbagliare è umano. Non avrebbe mai potuto essere quello che non era. Ma poteva promettere che si sarebbe impegnata, cercando di non sbagliare. Sperava solo che lui avrebbe potuto capirla. Comprenderla. E perdonarla ancora.

Una cosa però l’aveva imparata: non bisogna credere a chi dice “Per vivere bisogna sempre fingere”. Forse per un certo senso avranno anche ragione. Ma prima o poi la maschera che indossiamo cadrà. E noi ci sentiremo inutili. Stupidi.

Ma se siamo noi stessi, forse soffriremo di più, ma non ci pentiremo mai.

Sempre le parole delle stessa canzone le rimbombarono nella testa:

 

Giuro ti prometto
che io mi impegnerò
io farò di tutto però
se il mondo col suo delirio
riuscirà ad entrare e far danni
ti prego dimmi che
combatterai insieme a me”

 

“Io mi impegnerò Matteo. Te lo giuro. Ma se un giorno il diavoletto dovesse di nuovo prendere il sopravvento dentro di me.. Ti prego: promettimi che combatterai con me! Che saprai perdonarmi ancora!” Pensò. Aveva tanti dubbi in testa. Forse troppi. Si domandava se avrebbero litigato ancora. Se sarebbe stata in grado di non sbagliare più. Di tenere a bada la sua parte cattiva. Ma di una cosa era sicura: non aveva sbagliato a chiedergli perdono. Assolutamente no.

 

 

FINE CAPITOLO 9

 

Buongiorno! Sono tornata (noooo.. nd_lettori) con un nuovo capitolo fresco “di stampa”. Un ringraziamento speciale in questo capitolo va ai pochi lettori (Zakurochan, Ayla, Julietta_Angel) che hanno recensito gli scorsi capitoli..

Lo so che gli altri “recensitori” probabilmente sono tutti in vacanza..

Comunque grazie a chi mi recensisce come sempre, a chi leggerà in futuro questa ff  e anche a chi, in ritorno dalle vacanze, leggerà questi capitoli. Fatemi sapere poi che ne pensate!!

 

Un bacione

Diddly

  
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