Erika tuttavia non credeva molto alla storiella della “quiete dopo la tempesta”: la sua confusione mentale durava infatti da troppo tempo ormai, e non si accennava a placarsi. Era perennemente inquieta, malinconica e insofferente. Non sopportava praticamente nessuna presenza umana: ne Zia Desdy, ne i compagni di scuola, ne i coglioni che a volte ci provavano con lei, convinti che sarebbe bastato mostrare i muscoli per conquistarla. Non avevano capito che lei non era affatto come una delle tante troiette che affollavano la sua scuola, in perenne ricerca di modi strani per soddisfare il fortunale che gli ormoni stavano provocando nei loro miseri e inutili corpi. Fortunale che sarebbe stato placato solo con una buona dose di viscido liquido seminale maschile. Erika stentava a credere che c’erano ragazze a cui lo sperma piacesse. Le era sempre sembrato un liquido schifoso e appiccicoso, al limite del rivoltante. Ma d’altronde, sui gusti non si discute, no?
Incurante dei richiami di Zia Desdy, Erika imbraccio Melissa e iniziò a suonare le note di Pea, personalizzando il testo a modo suo.
Non ne posso più
Di te che mi tratti male
Soffro come un cane
Perché
Mi tratti come tale
Sei una troia
Fanculo
Vai a battere le strade
Vai a vivere
Dai cani da cui ti fai scopare
Vai via da me
Vai via da qui
Fanculo troia
Vai a lavare i portoni
Non venire a piangere qui da me
Fanculo amor
Fanculo amor
Fanculo amor
Fanculo amor
Il testo probabilmente sarebbe stato più indicato per un ragazzo, ma alla ragazza non interessava.
In quel momento, voleva solo lasciarsi i problemi alle spalle. Voleva solo suonare Melissa. Il resto era secondario.