2. la luna era una pietra nel cielo
(Nnoitra/Neliel)
Neliel era solita agirarsi, con la sua spada bianca sempre nel fodero e il suo volto impassibile, per l’Hueco Mundo. La prima volta che Nnoitra l’aveva vista lei aveva la luna alle spalle che sembrava l’aureola di una santa: Nnoitra aveva avuto il desiderio di farla a pezzi, quell’aureola, e frantumare, con essa, la pietra in cui era scolpito il volto di lei.
C’erano state altre notti, altri sguardi, altri gesti, altri scontri. A volte la luna non si vedeva, coperta da un manto di sangue e di membra spezzate di Hollow, ma gli occhi impassibili di Neliel e il suo volto scavato nella pietra c’erano sempre. Lo seguivano, lo giudicavano, tentavano di piegarlo.
Nnoitra decise (senza pensarlo davvero, perché pensare era troppo con quegli occhi sulla schiena e nella mente quel volto impassibile) che doveva spezzarla prima che lei riuscisse a piegarlo. Doveva vincere quella guerra di resistenza.
Szayel Apporo aveva deciso di partecipare: perché era un bel gioco cercare di fare crollare una santa. La maschera era stata spezzata (ma la luna era una pietra, una pietra nel cielo, pronta a collassare e cadere al suolo) e Neliel non era mai stata tanto fragile come in quel momento; aveva pensato Nnoitra, di fronte a quel corpo menzognero di bambina.
Sarebbe bastato un passo per farla cadere (la luna) e rotolare, rosse le ossa, tra la sabbia bianca. Agire gli era parso così inutile, a quel punto, che si era voltato ed era stato ingoiato dal vuoto di Las Noches. Ucciderla non aveva senso, ora che era un’Espada e non più una divinità.
Fine
A Cecilia, per intero e anche di più. Per tanti motivi che lei sa, ma il principale è (per citare Vera che citava Henri Nouwen) dirle: grazie perché sei tu. <3
I ringraziamenti per la prelettura, l'ispirazione e i commenti vanno ancora tutti a Chiara, che ormai ringrazio anche quando incolpo. <3