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Autore: ShopaHolic    21/01/2010    3 recensioni
Estate 2009. Dopo quattro anni dall’uscita di American Idiot, i Green Day sono tornati con un nuovo album, e il tour è finalmente alle porte. Ma se le cose non andassero esattamente come erano state previste? Se un improvviso imprevisto li costringesse a rimandare la partenza, e la cosa avesse ripercussioni serie sull'animo di Billie Joe Armstrong? E se fosse l'incontro fortuito con una curiosa ragazza dal nome evocativo e dal passato misterioso, totalmente estranea al suo mondo, a portare scompiglio nella vita di tutti?
Dal capitolo 20:
«Mi rendo perfettamente conto che è sbagliato, e che è un errore essere qui adesso. Ed è anche rischioso, considerando l’accanimento mediatico che c’è su di te ultimamente, ma ci sono persone che si sono sacrificate tanto, per me, affinché io fossi felice, e pur sapendo che queste persone non approverebbero mai quello che sto facendo, io sento che è quello che voglio. Io voglio sentirmi viva e felice. E non so per quanto durerà tutto questo, ma io mi sento così, adesso, e se anche dovesse finire tutto nel giro di cinque minuti, io sarò lo stesso contenta di averlo vissuto.»
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Imprevisto

Adrienne aveva il volto accaldato dalla fatica quando aprì la porta di casa, e teneva in mano una valanga di buste e sacchetti, risultato di un intero pomeriggio di spese.
Entrò seguita dai figli e tirò un sospiro di liberazione. Finalmente a casa.
«Che fatica.» commentò tra sé spostandosi con una mano le ciocche di capelli che le erano finite davanti al viso.
«Che brutta, la vecchiaia, eh?» la punzecchiò Joey ironicamente richiudendosi la porta alle spalle e fissando la madre con espressione divertita, gli angoli della bocca piegati in un sorriso vagamente sfacciato, lo stesso di suo padre.
«Stammi bene a sentire: quando arriverai alla mia età lo vedremo, chi sarà più in forma tra i due.» rispose prontamente lei quasi come avesse preparato quella battuta da tempo e non avesse aspettato altro che l'occasione più adatta per sfoggiarla.
Uno a zero.
«Fossi in te, mi accontenterei di esserci ancora, quando io avrò la tua età!» ribatté il figlio con la stessa prontezza dimostrata poco prima da sua madre, che ora teneva la bocca socchiusa, totalmente spiazzata da quella risposta.
Quel ragazzo aveva veramente una gran bella faccia tosta. Difficile dire se l'avesse ereditata dal padre o dalla madre, ma una cosa era certa: nessun altro in famiglia sapeva rispondere per le rime come faceva lui.
«Ok, uno pari.» concesse la donna arricciando il naso, iniziando a salire svogliatamente le scale che portavano al piano di sopra.
Con le guance ancora arrossate entrò nella sua camera da letto e lì, sdraiato a pancia in su con ancora addosso i vestiti che aveva messo quando era uscito quella mattina, Billie Joe dormiva profondamente con un braccio piegato sotto la testa. Aveva la bocca semiaperta, e il petto si sollevava e riabbassava ritmicamente ad ogni respiro. La finestra aperta per metà dall'altro lato della stanza lasciava intravedere i colori fiammanti del tramonto di inizio estate.
Adrienne guardò con apprensione il marito riposare sul letto e non poté fare a meno di pensare tra sé a quanto dovesse sentirsi stanco e spossato.
Negli ultimi mesi aveva passato più tempo negli studi di registrazione che a casa, impegnato com'era, assieme alla sua band, nella preparazione del nuovo album e nell’organizzazione della tournée, e anche se la fatica era stata tanta, si era sempre mostrato entusiasta all'idea che di lì a poco tempo sarebbe dovuto partire per il tour. Un tour che lo avrebbe tenuto, sì, mesi e mesi lontano da casa, ma nel quale aveva anche investito molte delle sue aspettative, così come avevano fatto anche Mike, Trè Cool e tutti gli altri musicisti coinvolti.
Si sporse sul letto fino a sfiorare in un casto bacio le sue labbra nell'intento di svegliarlo nel modo più delicato possibile.
«Billie, amore?» lo chiamò con un sussurro dolce accarezzandogli i capelli corvini, che scorrevano soffici tra le sue dita come ovatta sulla pelle, e sorrise quando vide che lentamente apriva gli occhi guardandosi intorno spaesato, quasi come avesse dimenticato di essere a casa sua, nel suo letto, accanto a sua moglie.
Billie Joe Armstrong mugugnò insonnolito, portandosi le mani davanti alla faccia per cercare di nascondere uno sbadiglio.
«Che ore sono?» domandò con voce stanca, ancora impastata di sonno.
«Le sette e mezza.»
Le sette e mezza di sera, ripeté lui nella sua mente: aveva dormito per più di tre ore.
Quando, nel primo pomeriggio, era tornato dall'ospedale non aveva avuto voglia di pranzare, un po' perché la brutta notizia gli aveva completamente serrato la bocca dello stomaco, e un po' perché in quel momento la sola cosa che aveva desiderato era staccare il cervello, svuotare la testa, pensare ad altro.
Anzi, smettere di pensare del tutto, magari.
L'ultima volta che si era concesso un riposino pomeridiano non la ricordava neanche più.
Adrienne aveva un’espressione corrucciata.
«Avevo provato a chiamarti al cellulare, ma era sempre staccato.» cominciò puntando lo sguardo in basso, sulle lenzuola, e tracciando con la punta di due dita una serie di cerchi su di esse. «Volevo sapere cosa hanno detto i dottori...»
Billie Joe Armstrong rimase in silenzio per una manciata di secondi, prima di sbuffare rumorosamente e buttarsi di nuovo a pancia in su sul materasso.
«Purtroppo niente di buono.» ammise piegando le braccia sotto la testa e tenendo lo sguardo fisso sul soffitto. «Ha una piccola frattura al polso, per cui dovremo annullare la tournèe o, per lo meno, posticiparla di qualche mese: i dottori hanno detto che anche se l’osso non impiegherà molto a rimarginarsi, ci sarà comunque un bel po’ di esercizio e di fisioterapia da fare, prima che Frank possa tornare a muovere il polso abbastanza velocemente da riuscire a suonare.»
Adrienne non si stupì affatto della nota di dispiacere e rassegnazione che colse nella sua voce: dopo tutto l'impegno che avevano messo per organizzare il tutto, una notizia del genere non ci voleva proprio. Organizzare una tournèe non era una passeggiata, ogni cosa aveva bisogno di essere predisposta e pianificata con largo anticipo, specialmente se si trattava di una band dal successo così grande come quello dei Green Day. Annullare tutto così, all’ultimo minuto, proprio pochissimi giorni prima della partenza avrebbe comportato costi non indifferenti: l’affitto degli stadi era già stato pagato, e ovviamente c’era la spesa dei biglietti da rimborsare, per non parlare dei fan che stavano aspettando quel momento carichi di aspettative e con l’ansia e l’emozione di chi sa di essere sul punto di realizzare un sogno.
Non c’era dubbio, il manager dei Green Day sarebbe impazzito. E Trè Cool non ne sarebbe uscito vivo.
«Cavolo, è un bel problema.» osservò con voce mesta prendendo la mano di suo marito e stringendola affettuosamente tra le sue. «Mi dispiace.»
Sapeva quanto Billie tenesse a esibirsi dal vivo dopo così tanto tempo, erano settimane che non parlava d'altro.
«Anche a me... » mormorò abbattuto quest'ultimo, intrecciando le dita con quelle della moglie.
Rimasero alcuni istanti così, mano nella mano senza dire nulla, il silenzio rotto soltanto dal frinire incessante delle cicale sugli alberi del giardino.
«Povero Frank, però, chissà come si sentirà, lui, adesso...» commentò Adrienne, pensierosa. «Al di là del polso rotto, intendo, deve sentirsi proprio in colpa, immagino...»
Il suo sguardo si fece vigile mentre guardava attentamente suo marito negli occhi.
«Tu non gli hai fatto una sfuriata, ovviamente. Vero, Billie?»
E senza dare lui il tempo di rispondere alla sua domanda continuò imperterrita: «Poteva succedere a te, e anche a Mike. Sono cose che capitano, e possono capitare a chiunque, no?»
Era tipico di lei, questo. Quando cominciava un discorso non dava mai a nessuno il tempo di interromperla, neanche per rispondere a una domanda che lei stessa aveva posto. Ormai Billie ci aveva fatto l'abitudine, e aveva imparato ad amare anche quel lato del suo carattere.
«Beh, no,  non capiterebbero se lui cominciasse a salire le scale come Cristo comanda.» Si tirò su a sedere con uno scatto, commentando, irritato, le parole della moglie. «Non mi sembra una cosa così complicata, o forse sono io l'unico idiota che sale le scale di casa un gradino alla volta.»
Poi, con la stessa rapidità con cui aveva cambiato tono tornò nuovamente calmo, cercando di rilassare i muscoli che gli si erano contratti in quell’istante di nervosismo.
«E comunque non gli ho fatto nessuna piazzata: credo che gli sia bastata e avanzata quella di Mike.»
Adrienne contrasse le labbra in una smorfia.
«Lo sapevo...»
«E immagino che anche Pat gliene abbia dette quattro.» aggiunse poi assumendo inconsciamente la stessa espressione della moglie. «Ma Mike... credo di non averlo mai visto così arrabbiato in vita mia, gliene ha dette di tutti i colori. Frank era mortificato, poveretto: non sapeva più che dire, e tu sai bene che ce ne vuole, per lasciare lui senza parole.»
Lei scosse la testa, contrariata. Poteva capire la rabbia di Mike, ma i Green Day erano un gruppo, una squadra, e come tale avrebbero dovuto cercare di venirsi incontro, di risolvere insieme i problemi, di starsi vicini, piuttosto che puntarsi contro il dito e prendersela con l’altro.
«Beh, oramai è fatta, no?» La voce di Adrienne era calma e confortante. «A questo punto litigare non serve a nulla. Tu, però, intanto, cerca di stare tranquillo e non ti buttare troppo giù: il tour è stato solo rimandato. Approfitta di questi giorni per riposarti a dovere e vedrai che le cose si sistemeranno presto.»
Billie Joe sorrise, rincuorato da quelle parole. Tirò sua moglie a sé e le stampò un bacio sulle labbra, sinceramente felice di avere una donna come lei al suo fianco.
«Speriamo che sia davvero così, allora.»

[Continua]

Capitolo revisionato il 22-01-12

   
 
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