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Autore: Mick St John    22/01/2010    6 recensioni
Dopo che quella porta si è chiusa, nell'episodio "Sonata" io e Lady Maeve (autrice presente con altre sue fanfic in EFP) abbiamo deciso di ipotizzare un seguito e scrivere la 2°stagione di questo bellissimo Telefilm per creare qualcosa di cui possa restare un bel ricordo. Utilizziamo gli spoiler della seconda stagione e le informazioni tratte dalla fonte ufficiale, cioè Trevor Munson, il vero autore di Moonlight. Speriamo possa piacere a chi è appassionato di fanfic.
E tutto questo è dedicato sempre e soltanto a chi ama Moonlight...
Grazie e buona lettura.
Genere: Romantico, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Seconda Stagione di Moonlight in fanfic'
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10.

Il giorno dopo, Beth era pronta a mettere in atto il suo piano, anche se in realtà avrebbe dovuto improvvisare molto.
Quando mi svegliai, non era accanto a me e mi aveva lasciato sul cuscino un biglietto in cui mi informava dei suoi spostamenti, rassicurandomi di non preoccuparmi e di riposare tranquillamente a casa, nel mio freezer.
Per un po' mi ero rigirato nel suo letto sperando di riaddormentarmi, ma era risultato inutile a causa del caldo eccessivo. Un vampiro, in un letto comune, può solo sonnecchiare, ma non riposare come si deve.
Beth intanto era appena arrivata davanti alla villa di proprietà dei Romeo per parlare con Tony.
La cameriera l'aveva squadrata di nuovo da capo a piedi e fissata con molta attenzione, poi l'aveva fatta gentilmente accomodare nell'ampio salone con le pareti ricoperte di quadri antichi.
I lampadari di cristallo riflettevano i loro barlumi multicolori per tutta la sala, filtrando i raggi solari di un timido mattino di primavera.
E dopo qualche minuto una signora riccamente vestita si era affacciata alla soglia, per poi farglisi incontro a passo deciso.
"Signorina Beth Turner, mio figlio mi ha avvisato poco fa e dovrebbe rincasare a momenti dalla sua passeggiata mattutina... la pregherei di pazientare ancora un po'. Nel frattempo spero possa gradire del buon tè inglese."
"La ringrazio, Signora, è molto gentile..."

Mrs Romeo sorrise soddisfatta. Non aveva mai smesso di fissarla intensamente, in un modo che la metteva decisamente in soggezione.
A Beth era parsa una pessima idea anche solo tentare di rifiutare quel tè, considerando l'espressione algida con cui la aveva accolta in un primo momento quella scostante padrona di casa.
Le sembrava che ad un suo "no" avesse potuto tirare fuori improvvisamente un paletto dalla tasca per inchiodarla al divano.
Forse per un istante diede ragione a me, pensando di essere diventata paranoica, ma quell'invito a bere del tè le era parso una sorta di prova del nove.
Era abbastanza sicura che la signora volesse una conferma che si trattasse di un'umana e non di un vampiro.
Aveva accettato, ma aveva afferrato immediatamente il telefono e, cercando di mantenere l'autocontrollo, aveva scritto un sms frettoloso a me.
"NON VENIRE QUI, MICK! QUESTA GENTE E' STRANA E A MIO PARERE ODIA I VAMPIRI. PER UNA VOLTA FAI TU COME TI DICO E RESTANE FUORI. IO STO BENE E A ME NON ACCADRA' NULLA. TI AMO!"
Sospirò a fondo per farsi un po' di coraggio nella speranza, seppur remota, che io seguissi il suo consiglio.
"Sa, signorina Turner... Tony è il nostro preziosissimo tesoro. E' il nostro unico figlio e non vogliamo che si montino strane storie sul suo conto.
Ha frequentato per qualche tempo quella ragazza... Juliet. Ma la sua famiglia..."

Aveva preso la teiera e, versata l'acqua calda nella tazzina, un inebriante e piacevole aroma si era sprigionato dalla bustina.
"Non era gente con cui fosse il caso di intrecciare relazioni. Non gente onesta, come noi. E una madre vuole sempre il meglio per suo figlio, lei capisce, non è vero?"
Beth annuì, ma d'altronde non avrebbe mai avuto il coraggio di contraddirla in quel momento.
"Io e mio marito non avevamo nulla contro Juliet. Lei non aveva grandi colpe, povera figliola, se non la sfortuna di essere nata in una famiglia disdicevole come quella. Era inevitabile che anche lei facesse una triste fine..."
Beth tremò di disgusto a quella affermazione. Parlava di Juliet al passato, come se fosse ormai un fastidioso problema morto e sepolto in fondo alla sua memoria. Juliet invece stava soffrendo moltissimo e soprattutto si stava sacrificando per salvare suo figlio. In cambio non stava ricevendo alcuna parola gentile di pietà.
"Signora Romeo..." Cominciò con voce un po' incerta. "Juliet potrebbe essere innocente e la polizia potrebbe trovare delle prove che la scagionino. Abbiamo ragione di credere che abbia coperto il vero colpevole del duplice omicidio."
Beth aveva appena raccolto il coraggio per pronunciare quella frase, che la porta d'ingresso si era aperta di botto.
Temeva potesse trattarsi di me, del mio arrivo e provò un intenso brivido, avvertendo una voce maschile rimbombare nell'atrio fino alle sue orecchie.
Beth riprese a respirare regolarmente solo quando Tony entrò finalmente nella sala, annunciato dalla cameriera.
Era un ragazzo dal sorriso smagliante e gli occhi chiari, quasi trasparenti.
Salutò la madre con un bacio e poi si presentò educatamente a lei.
"Mi dispiace di averla fatta attendere molto, Miss Turner, ma ho avuto un piccolo incidente..."
Le mostrò la mano fasciata in modo approssimativo con una garza.
"Santo cielo! Che cosa ti è successo?"
La madre era sbiancata in volto e sembrava molto preoccupata.
"Nulla di grave, mamma... E' solo un graffio, per fortuna... Stavo riparando la bici e mi sono ferito con uno dei ferri."
Lo sguardo allarmato di sua madre rivelò a Beth quanto sincero affetto provasse realmente per il figlio, probabilmente l'unica cosa di cui le importasse davvero.
"Ora mamma, ti prego, lasciaci soli. Devo parlare con la Signorina Turner da solo."
Mrs Romeo si accigliò a quella richiesta, ma anche se contrariata, accontentò il figlio e si richiuse la porta alle spalle lasciandoli, non prima di avere fulminato un'ultima volta Beth col suo sguardo ammonitore. E una volta soli Tony cercò di spiegarsi.
"Signorina Turner... Mia cugina Simone mi ha parlato molto di lei, è stata molto gentile a rendersi disponibile. Io mi costituirò oggi stesso se lei mi vorrà accompagnare." Non sorrideva più. Era serio e molto sereno, ma non triste.
"Non voglio che Juliet resti in carcere un solo giorno di più. La mia famiglia non capirà, ma io devo farlo per lei. Juliet mi ha protetto abbastanza. E' giunto il momento di prendermi le mie responsabilità."
"Sono d'accordo con te Tony, è la cosa più giusta... So cosa vuol dire amare una persona con un grande segreto e desiderare di proteggerla ad ogni costo."
Mai Beth si era ritrovata a parlarne con tanta naturalezza in circostanze tanto particolari, con un perfetto estraneo. Ma Tony era sincero e le aveva ispirato un senso di immediata fiducia, proprio come Simone. Tony dal canto suo, la ascoltava assorto, poi si toccò la ferita con una smorfia e Beth vide che stava sanguinando, macchiando la garza.
Probabilmente era abbastanza profonda da necessitare dei punti.
"Sei sicuro di stare bene, Tony?"
Il ragazzo la fissò confuso per un attimo, poi rispose. "Si grazie... Ma... E' molto strano... Ma credo di avere già visto il suo volto."
"Probabilmente si, Tony! Ho lavorato per BuzzWire..."
Gli ricordò, con un sorriso.
"No... no, lei non capisce. E' incredibile, ma... Lei somiglia in modo sorprendente ad una donna ritratta in un dipinto di proprietà della mia famiglia."

Beth era senza parole, ma un tonfo sordo e un rumore di passi provenienti dal piano di sopra li interruppero, facendoli sobbalzare.
Un tizio alto quasi due metri spalancò la porta di colpo ed entrò a grandi passi nella stanza. Aveva lo sguardo vitreo dall'iride di ghiaccio e la bocca aperta in un ghigno diabolico a mostrare l'intera dentatura affilata.
"Voi due adesso verrete con noi!" Urlò con tono perentorio.
Dietro di lui un altro vampiro barbuto e robusto come un vichingo, serrava nella sua stretta la signora Romeo e con una mano le tappava la bocca impedendole di urlare.
"Come avete fatto ad entrare? Maledetti!" Tony non sembrava affatto spaventato come Beth, vedendoli. Era solo molto adirato.
"Dannati succhiasangue!" Imprecò e si diresse alla scrivania dove afferrò un tagliacarte e iniziò a minacciarli
"Lasciatela! Lasciateci liberi! O giuro che mi taglio la gola e non avrete una sola goccia del mio sangue!"
"Ehi, eroe... hai coraggio da vendere ma non ti servirà a niente. Forse non ti è chiaro che se tu non vieni con noi, la tua mammina farà una brutta... bruttissima fine."

Si voltò verso la signora, immobilizzata dal compagno, e le passò un dito unghiato sulla guancia.
"Non vuoi che accada qualcosa di brutto alla tua mamma, vero?"
"Non le accadrà nulla... Fossi in te mi preoccuperei di voi."
Quella voce intervenuta improvvisamente, Beth la conosceva bene. La stessa voce da vampiro che le aveva sussurrato quella notte da incubo "Va tutto bene... brava bambina...Ora ti porto a casa."
"MICK! Dio ti ringrazio!"

Ero lì. Avevo ricevuto l'sms, ma ero rimasto fuori dalla villa. E quando avevo visto entrare quei tizi, una volta assunto il mio aspetto da vampiro, ero entrato.
Ero solo contro due vampiri abituati al combattimento, due balordi. Perciò saltai sul tizio che teneva in ostaggio Mrs Romeo e Tony ne approfittò per avventarsi sull'altro vampiro, armato di tagliacarte.
Con un po' di fatica, afferrai l'attizzatoio del camino e dopo una breve colluttazione, infilzai il mio primo avversario inchiodandolo al pavimento.
Quando mi rialzai, intimai a Beth di restare in disparte e mi dedicai al secondo vampiro.
Tony non poteva essere abbastanza forte nemmeno per tentare di ferire un immortale e quella che aveva a portata di mano, non era nemmeno l'arma giusta.
Nonostante questo, il vampiro non lo aveva ancora ucciso, saltandogli alla gola.
Era la seconda volta che accadeva.
Anche quando quel chirurgo estetico aveva rapito Beth, non le aveva fatto alcun male, sebbene avesse potuto eliminarla in un istante.
E anche ora era come se il vampiro facesse attenzione alle proprie mosse per evitare di ferire il ragazzo in maniera grave.
Lo voleva vivo.
Tuttavia, con un pugno ben assestato lo aveva messo k.o. facendogli perdere i sensi. Questo mi permise di intervenire, prendendolo di sorpresa, ma con me non si risparmiò di colpi. Distruggemmo metà della stanza, scaraventandoci a vicenda su cristalliere e mobili intarsiati, facendo danni per cifre impronunciabili. Ma ad un tratto, finii vicino al camino acceso e quel bastardo tentò di infilarmi la testa nel bracere.
Nel momento in cui già sentivo il calore bruciarmi le guance, il mio nemico mollò inaspettatamente la presa, cadendomi addosso inerte.
Mrs Romeo lo aveva impalato con una balestra di cui riconobbi immediatamente i dardi.
"Mio figlio non andrà in prigione! Ora si alzi, Mr. St. John!"
Mi ordinò mantenendo la balestra puntata su di me, mentre la guardavo sbigottito.
"E lei smetta di puntare quell'arma sul mio fidanzato, signora!" Intimò Beth. La teneva sotto tiro con la sua pistola.
"Le giuro che sono pronta a sparare."
"Io devo andare, mamma."
Intervenne allora Tony con un filo di voce, massaggiandosi la testa.
"O Juliet morirà. E io la amo. Non posso permetterlo. Dammi la balestra e facciamola finita."

E Tony raccontò a Talbot e i suoi agenti di quella notte. Raccontò loro una storia complicata.
Un ragazzo ed una ragazza, Tony e Juliet, si innamorarono, ma i loro genitori non vollero che si frequentassero.
Tuttavia i due giovani erano pronti a qualunque pericolo pur di stare insieme. Continuarono a vedersi di nascosto fino a che una maledetta notte vennero scoperti. I genitori di lei persero la testa, minacciarono lui, volarono parole grosse e il padre della ragazza afferrò il collo di lui e tentò di strangolarlo in un impeto d'ira. Il ragazzo cercò di liberarsi, afferrò una bottiglia di whisky e la ruppe sulla testa di Jack McLow.
Juliet fuggì spaventata, rincorsa dalla madre irata. Ebbero un diverbio sul parapetto del secondo piano e lui, per proteggerla, spinse Lisa McLow, provocandone la caduta dalle scale. Nessuno era ancora morto, c'erano soltanto due feriti.
Tuttavia Tony fu preso dal panico e per far sembrare tutto un grosso incidente prese una tanica di benzina ed incendiò la casa. Anche Juliet e Tony volevano morire nell'incendio, perchè se non potevano stare insieme, non volevano vivere affatto.
Ma all'ultimo istante, prima che tutto fosse perduto, Tony prese in braccio Juliet e la portò in salvo dalle fiamme, poi fuggì con il pensiero di tornare quando le acque si fossero calmate.
Non immaginava che Juliet non avrebbe sopportato il rimorso dell'assassinio dei suoi e che avrebbe confessato, prendendosi la colpa di tutto.

L'avvocato di Tony era Simone Walker e fu più che brava a convincere le autorità sulla veridicità della storia narrata dal giovane rampollo di casa Romeo. La realtà era ben diversa, ma nessuno l'avrebbe saputo a parte noi.
Quando Juliet lo incrociò, prima di lasciargli il suo posto in carcere, lo abbracciò tanto forte da lasciarlo senza respiro e lui pianse di gioia.
"Ti amo, Juliet...Starò al sicuro qui. Non preoccuparti per me."
"Lo so... Anche io ti amo Tony... Ti tirerò presto fuori di qui, te lo prometto." Gli sussurrava lei tra i singhiozzi.
Tutti sarebbero stati più felici se fossero rimasti insieme.

*****
11.

"Mick?"
"Ciao Josef!"
"Sei arrivato appena in tempo, come sempre. Juliet ora vive da Simone."
"Spero che possa stare meglio..."
"Ah, Mick? Ho letto la tua dedica. Quella dietro la foto."
Non potevo vederlo ma sapevo che sghignazzava divertito.
Non credevo che avrebbe mai pensato al fatto che potessi scrivergli una dedica.
"Mi ero dimenticato di dirtelo..."
In realtà all'ultimo minuto mi ero vergognato.
"Mi piace questa foto. E' stato il regalo più bello che abbia ricevuto in 408 anni..."
"Ma dai, Josef!"
Lo rimproverai con una risata. "Tu non sei un sentimentale!"
"E' vero... E' tutta colpa tua. Starti vicino mi sta rammollendo...
"
Eppure era lì, la cornice, campeggiava sulla sua scrivania e lui continuava a guardarla.
Dietro la foto avevo scritto questo.

"Sono caduto mille volte nella polvere, e mille volte mi sono rialzato.
Perchè ogni volta ho avuto la tua spalla sicura cui aggrapparmi
e il tuo sorriso a scaldarmi il cuore.
Grazie perchè so che potrò sempre contare su di te.
Tuo amico per sempre
Mick"


"Allora stammi bene fratello... e goditi la tua bella!"
Mi disse prima di riattaccare.
"Era Josef?"

Annuii con decisione, mentre facevo posto a Beth sul divano accanto a me.
"Quindi lo hai perdonato..."
"Certamente."

Accoccolato accanto a lei, ragionavo su quanto era accaduto in quelle 48 ore.
Avevo imparato molte cose e avevo ancora molti punti interrogativi. Ma anche lei stava ripercorrendo gli eventi e aveva le sue rivelazioni da farmi.
"Tu non ci crederai, Mick, ma Tony mi ha spiegato di avere visto una certa somiglianza tra me e una donna ritratta in un quadro di casa sua. Ecco perchè gli abitanti di quella villa mi fissavano in modo così strano... Mi vengono i brividi al solo pensarci!"
"Questo spiegherebbe perchè sua madre ti credeva una vampira. Avrà pensato che quella nel quadro fossi tu." Ipotizzai.
"Non ci avevo pensato... Credo che tu abbia ragione."
"In realtà questo caso ci ha stravolto un po' tutti, coinvolgendoci molto. Il mondo degli umani sta intersecando sempre di più quello dei vampiri e questo non è bene. Sai Beth, Juliet mi ha confidato che non avrebbe mai abbracciato Tony, neanche se glielo avesse chiesto... Io penso di avere molto in comune con quella ragazza."
"Ah si? Beh ... Non è molto fortunata. Soprattutto con la futura suocera! Quella donna è un'ammazza-vampiri! E sapeva il tuo nome... Ho avuto davvero paura che ti impalasse con quel dardo!"
Affermò con una smorfia di disappunto.
"Già...in fondo anche lei voleva proteggere suo figlio. Ma tu, sei stata grandiosa, alla villa! Non sapevo di essere ufficialmente il tuo fidanzato..."
Non riuscii a trattenere un sorriso compiaciuto, che Beth ricambiò.
"Non lo sei?"
"Suppongo di si...a buon diritto, credo. Ma sai... anche tu hai una cosa in comune con Tony, anche se non lo potevi sapere..."
"Stai dicendo, oltre al fatto che anche io amo un vampiro alla follia?"
"Si"
Confermai, ridendo.

"E che cos'è?"
"Anche lui è A0-. Avete lo stesso gruppo sanguigno."

La lasciai con i suoi pensieri, mentre mi concentravo sui miei, stringendola al mio petto.

Ci sono cose inimmaginabili che si possono fare per amore: si può mentire, si può rischiare la vita. Si può persino uccidere. E si deve anche perdonare.
Io sono addirittura "rinato".
Solo per amore.

******
12.

Tony si era costituito, per amore, e stava passando la sua prima interminabile notte in cella.
La luna si intravvedeva dalla finestra con la sua pallida luce cerulea.
Ancora non aveva sonno e con carta e penna, stava traducendo i suoi pensieri in parole da dedicare alla sua Juliet, quando ad un tratto la porta della cella si aprì alle sue spalle.
Tony si voltò con lo sguardo tra lo stupito e il curioso, riconoscendo l'agente e l'uomo dietro di lui, ancora nell'ombra del corridoio.
"Ciao Tony... Scusami se ti disturbo a quest'ora ma la tranquillità della notte mi è sembrata la migliore compagna che potessimo desiderare per una conversazione confidenziale."
Il viceprocuratore Talbot entrò, sforzandosi di sorridere in modo rassicurante e congedò l'agente.
"Io e te dobbiamo farci una lunga chiacchierata."
Il ragazzo abbassò lo sguardo e i suoi occhi si spalancarono mentre tentava di deglutire a fatica.
Talbot alzò il braccio e un raggio di luna illuminò la sua mano destra.
Stringeva una busta nera.


Continua...

Stay Tuned!

Fine episodio 17

CAST:

image Mick St. John: Alex O’Loughlin
image Beth Turner: Sophia Myles
image Josef Kostan: Jason Dohring
image Benjamin Talbot: Eric Winter
image Jack McLow : Matthew Broderick / Lisa McLow : Sarah Jessica Parker
image Juliet McLow : Shiri Appleby
image Tony (Anthony) Romeo: Jason Behr
image Mrs Romeo: Kristin Davis
  
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