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Autore: Akemichan    07/07/2005    8 recensioni
Commedia scolastica (almeno all'inizio). Cosa potrebbe succedere se una ragazza senza alcun potere magico (o almeno consì sembrerebbe a prima vista) si ritrovasse nel corpo lo spirito di un antico Faraone di nostra conoscenza?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dark/Yami Yuugi, Nuovo personaggio, Seto Kaiba, Touzoku-ou Bakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Yuugi, seduto sul divano con le spalle incurvate davanti e le gambe che dondolavano leggermente poco sopra il pavimenti di leg

 

I labirinti di Amon-Ra

 

 

Yuugi, seduto sul divano con le spalle incurvate davanti e le gambe che dondolavano leggermente poco sopra il pavimento di legno, coperto da un ampio tappeto violaceo, sentiva brividi di agitazione lungo tutto il corpo. Mancava così poco! Ancora qualche minuto e avrebbe riavuto il suo doppio! Stava fermo, con la mani in grembo, cercando di controllare l’eccitazione, se non altro per rispetto a quella ragazza che, in quel momento, si sentiva come lui. Intanto, la tempesta di sabbia infuriava ancora, facendo sentire i suoi rintocchi sulle finestre chiuse del salotto.

 

«Minaguchi, esci o no?» Anzu bussò nuovamente alla porta blu dell’ultima stanza in fondo al corridoio, chiusa a chiave. Mancava solo lei, e dire solo era un eufemismo, perché, senza Miyon, non si poteva fare davvero nulla.

 

«No» fu la secca risposta della ragazza, da dentro la stanza.

 

«Cosa?!» Jono-Uchi iniziò a battere la porta con calci e pugni. «Esci immediatamente da lì, razza di…» Si metteva pure a fare i capricci, quella ragazzina presuntuosa e viziata? Non era proprio il momento. «Se non esci, fondo la porta!»

 

«Vaffanculo!» esclamò, non proprio a torto, Miyon, senza tuttavia alzare la voce.

 

«I tuoi metodi sono alquanto discutibili» disse Malik, prevenendo la risposta di Jono-uchi. «Non è certo così che la convincerai» Incrociò le braccia sul petto. «Lascia fare a me»

 

«Dovrei fidarmi?» domandò sospettoso il biondo, guardandolo di sottecchi con i suoi occhi nocciola. «Dopo tutto quello che hai fatto a Battle City, non puoi pretendere che io ti abbia perdonato così facilmente»

 

«Jono…» Anzu gli mise una mano sulla spalla. Ci mancava soltanto una rissa in un momento così delicato.

 

Malik non si scompose minimamente. «Non mi importa ciò che pensi di me» replicò tranquillo. «Resta il fatto che questa è casa mia e se ti ordino di andare di sotto, devi obbedire» Mugugnando per la rabbia e l’umiliazione, Jono-Uchi, non senza tirare un ultimo calcio alla porta, se ne andò al primo piano, dagli altri amici che erano rimasti con Yuugi, seguito da Anzu.

 

«Miyon, sono io» Malik si avvicinò alla porta e vi poggiò delicatamente una mano sopra. «Ascolta, c’è ancora un pochino di tempo… Rilassati. Sappi che… Se hai bisogno di parlare, io sono qui»

 

Per qualche minuto, tutto rimase silenzioso. «Per favore, mi porteresti un Aulin, o un Mesulid?» chiese infine Miyon.

 

«Si, certamente» Allora stava male! Ecco perché si era svegliata con un pessimo umore e non aveva voluto vedere nessun per tutta la mattinata. Scese velocemente di sotto e, dopo soli cinque minuti, tornò a bussare alla porta, ancora rigorosamente chiusa. «Se apri uno spiraglio, te lo passo» Aveva in mano un bicchiere, dentro cui si stava lentamente sciogliendo la bustina di Aulin, e un pacchetto di crackers, poiché quella medicina andava presa a stomaco pieno e non solo l’orario di pranzo era passato da un pezzo, ma lei non aveva neppure mangiato qualcosa. «Ti ho portato anche-»

 

La porta si aprì totalmente e, dietro di questa, apparve Miyon. Era pallida, con delle occhiaie profonde e le labbra asciutte e screpolate. Probabilmente non aveva dormito. Indossava ancora il pigiama azzurrino, con la gamba destra sporca del sangue rosso delle mestruazioni. Non aveva ricambio, perché non credeva di rimanere fuori casa per più di una notte e perché non aveva voluto chiedere nulla in prestito, né a Anzu né a Isis. «Grazie» Prese delicatamente il pacchetto e, apertolo, si infilò lentamente metà cracker in bocca, masticando debolmente.

 

Malik si appoggiò allo stipite della porta, osservando la schiuma biancastra nel bicchiere colorato. «La pancia ti fa così tanto male?»

 

Lei annuì, arrossendo visibilmente, dando così un poco di colore a quel visetto pallido. «E’ sempre così. Ah, ringrazia tua sorella per gli assorbenti» Le erano venute in anticipo di più di una settimana.

 

«Non c’è problema» Diede un’occhiata all’orologio. «C’è ancora una mezz’oretta di tempo, se dopo vuoi sistemarti un po’…» Si bloccò, pensando che, forse, non aveva detto una cosa troppo carina.

 

Miyon lo ascoltava distrattamente. Aveva gli occhi persi nel vuoto. Finalmente, addentando un altro cracker, gli chiese «Conosci la principessa Antares? Pare sia vissuta al tempo di Yami…»

 

«Mai sentita» Malik scosse la testa. «Però, a dire la verità, noi custodi delle tombe non sappiamo molti particolari del passato… Perché?»

 

«Posso parlarti sinceramente, vero?»

 

Lui deglutì. «S-si, certo…»

 

«Se ieri e oggi non sono stata molto di compagnia, non è solo per le mie cose» spiegò Miyon, mentre spezzava un altro cracker ancora. «Yami non mi parla più. Si rifiuta di comparire quando lo chiamo. Ho persino provato ad entrare nella sua stanza dell’anima, ma era sbarrata»

 

«Perché?» si accigliò Malik. «Credevo che tu e il Faraone aveste un buon rapporto…»

 

«Lo credevo anch’io» assentì lei. «Però, ha smesso di parlarmi. E lo ha fatto da lunedì mattina, ossia dopo aver parlato con Bakura… Mou hitori no Bakura»

 

Malik lo ricordava bene. Erano stati amici, se così si poteva definire il loro rapporto, quando lui aveva cercato di uccidere Yami. Adesso, non era sicuro del comportamento. In pratica, mou hitori no Bakura si era rifiutato di parlargli. Forse, lo considerava un traditore. «Ma… Tu hai provato a chiedere a Bakura cosa…?» No, lui non era certo il tipo che ti dicesse le cose con tanta facilità.

 

«Si, naturalmente» Miyon sospirò. «Mi ha detto che sono la reincarnazione di questa principessa egiziana Antares e che anche tu lo pensi»

 

«Non è proprio così…» mormorò in imbarazzo Malik. «Solo, pensavo… Penso che anche tu possa essere collegata al passato… Ma sulla tua identità, ho buio assoluto»

 

Miyon ingoiò l’ultimo cracker. «Però, se Bakura gli ha detto solo questo, perché Yami si rifiuta di parlarmi?»

 

«Forse…» iniziò lui. «Dipende dal rapporto che questa principessa aveva con il Faraone. Questo Bakura non te l’ha detto, immagino, ma a lui di sicuro si»

 

«Ci ho pensato anche io» annuì Miyon. «E ho considerato tre ipotesi»

 

«Dimmi pure» la incoraggiò Malik.

 

Lei scoccò un’occhiata alle scale, dalle quali spuntava la testa bionda di Jono-Uchi. Si avvicinò fino a sfiorargli l’orecchio con le labbra screpolate. «Se ti va» gli sussurrò. «Possiamo parlarne dopo, in privato?»

 

«S-si, non ci sono problemi…» avvampò lui.

 

«Bene» Finalmente Miyon sorrise. Gli prese dalla mano il bicchiere e bevve d’un fiato la medicina. «Torno fra un attimo» Si rinchiuse nella stanza, da cui uscì dieci minuti dopo. Si era cambiata in fretta, perciò non indossava niente di complicato, ma solo un paio di jeans chiari e un maglietta rosa con il disegno di un micio. Però si era pettinata, legando i lunghi capelli in una coda alta e, grazie anche ad una leggera spolverata di cipria che le nascondeva le occhiaie e il volto pallido, era più ordinata e meno sciatta di prima. Stava veramente bene, perciò Malik glielo disse. «Grazie» sorrise lei, precedendolo nel corridoio. «Adesso dobbiamo andare, vero?»

 

Scesero al piano di sotto, dov’erano attesi da una specie di consiglio della sacra rota, o, peggio, dell’inquisizione. Mancava all’appello Kaiba, ma di questo Miyon fu estremamente sollevata. Rivelare a tutti che aveva sporcato ovunque per le mestruazioni non era il modo migliore per incominciare un rapporto.

 

Anche se si era ripromesso di stare calmo, Yuugi non vi riuscì e saltò giù dal divano in preda all’eccitazione. «Finalmente!»

 

Miyon lo guardò, sentendosi in colpa per aver pensato troppo solo a sé stessa, quindi allargò le mani, facendogli segno di avvicinarsi ancora. Quando la distanza fu minore di un metro, lei si chinò e appoggiò le mani ai lati del puzzle, che lui portava ancora al collo. È così che Malik le aveva detto di fare. Il puzzle si illuminò, facendo comparire l’occhio del sole sulla fronte di lei. Quindi l’occhio scomparve, trasferendosi per qualche secondo sulla fronte di Yuugi. Quando il puzzle smise di brillare, davanti a lei si trovava Yami, nel corpo del suo partner.

 

«E adesso?» disse seria Miyon rialzandosi, prima che i suoi amici potessero esultare dell’avvenuto trasferimento. «Cos’hai da dirmi?» La sua voce sembrava più pericolosa del vento che fischiava contro le finestre, trasportando rossi granelli di sabbia. Yami la guardò tristemente, quindi abbassò lo sguardo e scosse la testa. Miyon si morse il labbro. «Sei un bastardo!» Percorse con il braccio la distanza che li separava e gli diede un sonoro schiaffo sulla guancia, prima di correre via, quasi inconsapevolmente, verso la stanzetta buia dov’era custodita la botola della casa dei custodi delle tombe. Mou hitori no Bakura osservò la scena senza dire nulla, perciò nessuno avrebbe potuto dire, deducendolo dalla sua espressione, se fosse soddisfatto oppure no.

 

Malgrado lo stupore generale, Yami, con la guancia rossa, non si sentiva affatto umiliato. «Probabilmente me lo meritavo…» disse all’indirizzo di Malik, che lo stava guardando con disapprovazione.

 

«Decisamente» disse questi, quindi, con un cenno alla sorella, seguì Miyon. La trovò appunto in quella stanza, con gli occhi viola bassi e coperti dalle ciocche di capelli che lasciava scendere a caso.

 

«Non si fida di me…» mormorò lei, che lo aveva sentito arrivare. «Perché…? Cosa mi interessa di 3000 anni fa! Adesso io… Io…»

 

Quasi per una reazione involontaria alle sue lacrime, Malik le si avvicinò e le fece affondare la testa nelle pieghe della sua maglietta nera, non preoccupandosi che le potesse bagnarla. «Adesso sfogati pure… Piangi quanto vuoi e poi…» le mormorò dolcemente, accarezzandole i morbidi capelli. «Poi riprenditi e sorridi»

 

Miyon si staccò subito, ma non per il fatto che fosse in imbarazzo. Lui aveva ragione, non aveva senso piangere in questo modo assurdo. «Si…» Si asciugò gli occhi umidi con il palmo della mano. Fortuna che non si era passata la matita nera!

 

Malik avvampò, stupendosi del fatto di essere diventato così sdolcinato. Cercando di riprendersi da quella strana fase romantica, si avvicinò alla botola e la aprì. «Allora, mi stavi dicendo, sulle tre ipotesi?»

 

«Ah, si, giusto» Miyon lo seguì mentre lui iniziava a scendere le ripide scale che portavano nei sotterranei di quella che un tempo era la sua casa. «La prima è la più semplice. Potrei essere stata sua sorella»

 

«Vero» annuì Malik accedendo una torcia. «A pensarci bene, un po’ gli somigli… Voglio dire, hai gli occhi dello stesso colore…»

 

«Però, se fosse così, non dovrebbe sentirsi talmente in imbarazzo da non parlarmi più… Non credi?»

 

Malik chiuse la botola. «In effetti no, ma non possiamo scartarla a priori. Le altre due?»

 

«Le ho pensate appunto per questo motivo dell’imbarazzo» spiegò Miyon. «Però magari mi sbaglio… Magari sono io che, nel passato, ho fatto qualcosa di sbagliato e adesso lui mi odia…»

 

«No, non credo» Malik le si affiancò mentre percorrevano il corridoio alla luce della torcia. «In quel caso, te l’avrebbe detto direttamente. È fatto così, si trova meglio ad affrontare i nemici piuttosto che gli amici» Con Kaiba, che era un suo acerrimo avversario, aveva parlato con più tranquillità di quanta non ne avesse avuta con Yuugi a proposito della stessa questione.

 

Miyon annuì. «Secondo la seconda ipotesi, potrei essere sua figlia»

 

«Sua figlia?!» Malik sputò fuori il fiato che aveva in gola. «M-ma come?» Non si immaginava proprio il Faraone nelle vesti di… papà!

 

«In fondo, Yami avrà più o meno diciassette anni e, che io sappia, nel passato si sposavano molto presto…» riflettè lei. «E potrebbe essere in difficoltà, poiché lui avrebbe dovuto darmi il buon esempio e invece si è comportato come me, se non peggio»

 

«Oh, immagino…» Lui scosse la testa, ancora incredulo. «Sai che ho paura a sentire la terza?»

 

«No, è più tranquilla…» lo rassicurò lei, anche se Malik faceva fatica a fidarsi. «Potrei essere sua madre!»

 

«Ecco, appunto…» Lui si massaggiò le tempie per la frustrazione. La cosa peggiore di tutto ciò era che quelle ipotesi non erano affatto irreali. Anzi, erano quasi più probabili della prima, più probabili del fatto che lei fosse la sorella del Faraone. Giustificavano l’imbarazzo di Yami e il titolo di principessa. «Continuando così, però…» disse cercando di trattenere un sorriso. «Ci sarebbero infinite ipotesi… Potresti essere sua cugina, sua zia, sua nonna…»

 

«…si, e poi!» iniziò a ridere Miyon. «Sua bisnonna, sua nipote, sua prozia, sua nuora…»

 

«…sua suocera!» Malik si tenne la pancia dolorante per il troppo ridere. «Questa si che sarebbe una giustificazione al fatto che non ti voglia più parlare!» Poi, gli venne in mente un’altra cosa e deglutì tristemente. «Hai scartato un’ultima ipotesi…»

 

«Quale?» chiese Miyon stupita. Aveva passato la notte a pensarci e non credeva di aver potuto omettere qualcosa.

 

«Potresti essere sua moglie» disse veemente Malik. Lei rimase così tanto scioccata che non riuscì più a dire nulla, anche se provò ad aprire la bocca un paio di volte. Non le era venuta in mente una cosa così semplice. Perché? Perché non aveva mai pensato a Yami come… a un fidanzato! E, ne era sicura, la cosa era reciproca. «Se vuoi, forse c’è un modo per conoscere qualcosa»

 

Miyon si riscosse. «Davvero? Qual è?»

 

«I labirinti di Amon-Ra» disse orgoglioso lui. «Io so percorrerli, anche se non sono molto bravo» ammise.

 

«I labirinti di Amon-Ra…» ripetè lei. «A cosa servono?»

 

«Mi consentono di vedere ciò che una persona desidera conoscere» spiegò velocemente Malik. «Se vorrai sapere il legame che ti unisce al Faraone, posso provare…»

 

«Oh, si, è una buona idea!» esultò felice Miyon. «Ma, se è così, perché non l’avete mai utilizzati con Yami? Anche lui è senza memoria»

 

«Non funzionano sugli spiriti» Malik aprì la porta di una stanza. «In realtà, sono un po’ pericolosi» confessò. «Perciò preferirei che tu non ne facessi parola con Isis e Rishid. Loro non mi approverebbero»

 

«Allora… Forse è meglio lasciare perdere…» Non le sembrava il caso di fargli rischiare qualcosa, in fondo si conoscevano così poco.

 

«Figurati!» sorrise lui, entrando nella stanza. «Non ci sono problemi! Lo faccio volentieri»

 

Lei lo seguì, sentendo in fondo al cuore una strana contentezza. «Oh, questa stanza…» Era la stessa in cui erano finiti la notte fra la domenica e lunedì, quando avevano incontrato Bakura.

 

«E’ la mia stanza personale» ridacchiò lui, soddisfatto. «Ha un sistema di allarme magico. Se vi entra qualcuno in mia assenza, si riempie di lava»

 

«Ecco svelato il mistero…» pensò Miyon, ma preferì non dirgli nulla della loro incursione notturna. «Bel trucco» si complimentò.

 

Malik tolse una pietra dalla parete laterale e ne estrasse una scatola in legno, talmente consumato da temere che si sarebbe rotto da un momento all’altro. La aprì, tirando fuori tre pacchetti avvolti con della stoffa rossastra. Erano tre sottili anelli in avorio, che Malik, seduto a terra sulle ginocchia, dispose a triangolo davanti a lui. «Vieni, siediti davanti a me»

 

Lei obbedì, sistemandosi nella stessa posizione. «Sicuro che sia tutto a posto?»

 

«Certo» Lui annuì più sicuro di quanto fosse in realtà. Prese la stoffa rossa e gliela passo. «Bendati. In questo modo, posso passare direttamente nei tuoi occhi le immagini che evoco»

 

«Okay» Lei la prese e, nonostante l’odore di muffa e di chiuso che quel tessuto emanava, se lo mise sugli occhi e lo legò ne stretto con un doppio nodo dietro la testa. Si sentiva tranquilla, in compagnia di Malik, per questo non aveva difficoltà a seguire le sue istruzioni.

 

Lui le prese le mani bianche e le appoggiò sui tre anelli, quindi si bendò alla stessa maniera e poi strinse le mani nelle sue. «Hai paura?»

 

«La paura è il peggiore dei mali, quindi non si deve avere paura» Lei stava citando Brown, tranquilla, anche se aveva le mani sudate.

 

«Allora cominciamo» Malik premettete le mani così forte sui tre anelli che quasi le fece male. Poi, l’aria si riempì di una sottile preghiera. I dischi di avorio divennero incandescenti come cerchi di fuoco e la luce penetrò nuovamente negli occhi di Miyon, nonostante lei li avesse chiusi e coperti dalla stoffa rossa.

 

 

«Amon, colui che è

re degli uomini e degli dei

Amon, colui che non è

La creazione e la distruzione del mondo

Amon, il nascosto

Il segreto della vita e della morte

Ra, il sole

La luce e l’oscurità sulla terra

Ra, la potenza

Il caos e l’ordine nel cielo

Ra, colui che riscalda

schiavo degli uomini e degli dei»

 

 

 

Dove sono? Che posto è?

 

Non riesco a muovermi… Non riesco a parlare…

 

Davanti a lei, vi era solo un freddo pavimento di pietra grigia.

 

 

«Puoi alzarti al cospetto della mia maestà» disse una voce gutturale e autoritaria. La ragazza, attraverso i cui occhi Miyon ora vedeva, si alzò lentamente dalla posizione inchinata, lasciando che i suoi lunghi capelli neri e biondi, raccolti in tante minuscole treccioline, le scendessero a coprirle il seno, totalmente libero da qualunque abito.

 

Davanti a lei, assiso su un trono in legno dorato, stava un uomo dall’aspetto severo, che la osservava con i suoi occhi neri, scuri e piccoli come capocchie di spillo. La bocca carnosa era stretta in un rimprovero silenzioso. Le ciocche di capelli scure che spuntavano dalla sua corona azzurra come i turchesi di Hathor gli davano un’aria meno curata, ma non meno regale. Il puzzle del millennio era tenuto, come una reliquia, su una colonnina di legno di fianco a lui. L’aria attorno era immobile, ma sapeva di caldo e di deserto. Era l’aria egiziana.

 

La ragazza parlò. «Desidero sapere, maestà, se avete accettato la mia richiesta»

 

 

La mia voce…

 

Questa è la mia voce… Sono io?

 

 

Il Faraone chiuse i suoi occhi, concentratati, muovendo silenziosamente le labbra, come se pregasse. Quindi li riaprì e guardò la ragazza come se cercasse di scrutare nei suoi pensieri. «La risposta è si» disse infine, con la sua voce severa e autoritaria. «Ti affido la custodia delle tombe degli antenati»

 

A quella risposta, la ragazza sorrise soddisfatta, stringendo più forte l’arco che aveva in mano, e ringraziò con un piccolo inchino.

 

 

Custode delle tombe… Come Malik?

 

 

«Aspetta, maestà!» L’uomo seduto per terra al fianco del Faraone si alzò, agitando la sua lunga capigliatura nera, e pose le due mani in supplica sul braccio che il suo sovrano teneva sul bracciolo del suo trono verde. «Non mi sembra una buona idea! La principessa Antares è forte, abile e scaltra di cuore, ma… è… , una donna!» Le scoccò una rapida occhiata. «Forse sarebbe meglio affidare questo delicato incarico a qualcun altro… Al figlio degli Ryuu, ad esempio…»

 

 

Ma che vuole, questo?

 

E poi, chi sarebbe questo Ryuu?

 

Non ci capisco niente!

 

 

Il Faraone si alzò, scostando quel braccio con violenza, facendo cadere sul pavimento di pietra l’uomo con un sonoro schianto. «Non lo permetto! Il sovrano sono io! Io, Ra’djedef della tribù Heba. Non permetterò ad altre tribù di ottenere incarichi importanti! Specie non ai Ryuu» Fece una pausa dopo la lunga sfuriata. «Perciò sarà Antares, di Heba, la nuova custode delle tombe» Lo guardò a lungo, come se fosse uno scorpione. «Non osare mai più toccarmi»

 

A quel punto, la principessa Antares sorrise ironicamente. «Mio buon visir…» mormorò dolcemente, ma più tagliente di un coltello in selce. «Dovrai abituarti alla mia femminilità, visto che sarò io il prossimo Faraone…»

 

 

Ecco, brava!

 

Digliene quattro, a quel maschilista schifoso!

 

 

«Chi te lo assicura?» chiese il Faraone, tornando a sedersi sul trono, visibilmente più calmo.

 

«Il fatto che sono tua figlia, maestà» Il suo volto tornò serio. «Se mi affidaste il puzzle millenario, potrei allenarmi… I figli delle altre tribù lo stanno già facendo»

 

«Ne parleremo poi, Antares» tagliò corto il re. «Adesso vai, hai un incarico da assolvere»

 

Visibilmente seccata, lei rispose, battendo un piede per terra, «come Horus ordina»

 

 

Un leggero tremito, e il mondo tornò nero e rosso, poiché Miyon aveva ancora gli occhi chiusi, coperti dalla benda rossa. Le mani premute sui dischi d’avorio bruciavano in un modo insostenibile.

 

 

 

Note di Akemichan:

Per il passato di questa storia mi sono ispirata alle parole di Pegasus (almeno, quelle del manga, perché atta tv non credo che lo dica), secondo cui gli oggetti millenari servivano a stabilire la supremazia delle dinastie reali. “Heba” vuol dire “gioco” in egiziano. Invece “Ryuu” è drago ^_- Questo dovrebbe darvi degli indizi sulla verità del passato…

Per quanto riguarda i labirinti di Amon-Ra, ne ho tratto spunto dal libro di Wilbur Smith, che si intitola “il dio del fiume” (se la mia memoria non fa cilecca ^^’’ se no si intitola “figli del Nilo”… Uno dei due, comunque). Tra parentesi, è un libro molto bello a livello storico, ve lo consiglio. Non so se i Labirinti di Amon-Ra siano una sua invenzione o siano storicamente esistiti… Nei miei libri non ne ho trovato traccia, però non si può mai dire. Comunque mi sembrava giusto dirlo. In realtà, nel libro i suddetti labirinti servivano a prevedere il futuro, non a rivedere il passato, ma io ne ho dato un’interpretazione tutta mia ^^ Non mi ricordo nemmeno se nel libro usasse i dischi d’avorio oppure no… ?_? Povera memoria mia…^^’’ In ogni caso, mi sentivo in dovere di comunicarvi le mie fonti ^^ Al prossimo venerdì ^^

 

Reviews:

 

Kelly: Ho dovuto pubblicare un giorno prima, perché venerdì scorso non potevo proprio, perciò (dato che io odio i ritardatari è_é) ho pensato che fosse meglio così. In ogni caso, ho idea che dovrai aspettare un bel po’ prima di sapere chi è Miyon… :-P Lo rivelo solo nel penultimo capitolo ^^ Non preoccuparti, fai con calma per la tua storia, io aspetto. Buona fortuna per l’esame!

 

Phoenix: Non preoccuparti, piuttosto mi dispiace che tu abbia dovuto rovinarti gli occhi a leggerli, visto che sono parecchio lunghetti ^^ Mi fa piacere che la storia ti piaccia ancora ^^

 

Ayu-chan: Non preoccuparti, immagino la pressione che hai avuto ^^ Ma ora è finita, per fortuna di tutti ^_^ Tienimi acceso il falò! Parlando della storia… In quel caso Malik aveva ragione, sua sorella continuava ad inveirlo per nulla…^^’’ E aveva pure rischiato di essere strangolato da Yami…^^ Per quanto riguarda Yuugi, non mi sta antipatico (ha pure salvato Yami *_* Così vediamo solo lui…), però non è nemmeno tra i miei personaggi preferiti, quindi cerco di dargli il giusto spazio e di rispettarne il carattere… Mi dirai poi se ci sono riuscita ^_- Mi dispiace per Bakura, perché mi sta simpatico (mi fa troppo ridere ^^), eppure nelle mie storie fa sempre la parte del cattivo ù_ù Sarà che preferisco Seto *_* Anche se gli ruberemo tutti i soldi e scapperemo alle Hawaii, lo stimiamo lo stesso (che è colpa nostra, se lui è multimiliardario? ^^). Alla prossima ^^

 

*Lamù*: Mi spiace, ma per scoprire la storia dovrai attendere ancora un pochino ^^ Sono cattivella oggi ^_-

 

Jaly Chan: Ah, non preoccuparti ^^ Piuttosto, passato una buona vacanza? (certo che si, visto che ha usato i miei soldi… N.d.Seto) Sappi che nel caso decidessi di scrivere quella storia (non incoraggiarla! N.d.Seto) io la leggerò di sicuro (ma non ti faceva schifo questa coppia? N.d.Yami che fa da segretario) Si, infatti ^^ Lo farei solo per far arrabbiare Kaiba :-P (ecco, lo sapevo… E tu saresti una mia fan? Mi hai anche dato una parte piccolissima in questa storia N.d.Seto offeso) E’ perché preferisco Yami…^^ (ah ah, ben ti sta N.d.Yami Nessuno ha chiesto il tuo parere! N.d.Seto) No, stavo scherzando ^^ E’ che tu devi occuparti della Kaiba Corp, altrimenti come faccio a rubarti i soldi truccandoti il bilancio se tu non guadagni? (appunto…N.d.Seto) Povero Yuugi! Ho dovuto farlo addormentare in mezzo al corridoio perché avevo bisogno che li lasciasse da soli…^^’’ (ç_ç sono tutti cattivi con me… N.d.Yuugi) Sono contenta che la fic ti piaccia e che, soprattutto, ti piaccia Miyon perché in questi capitoli avrà parecchio spazio (altre brutte figure? Basta! N.d.Miyon in sciopero) Non lo so ancora… *Akemichan fa la cattivella* Però, dando spazio a Miyon, è come se… Ma è meglio che non aggiunga altro ^^ Bye a presto ^^

 

 

Note di Akemichan (Ma come? Ancora?! N.d.Tutti)):

Oggi vi porto una “chicca” che ho scoperto in internet l’altro giorno girovagando a caso (pochi ragazzi da quelle parti… N.d.Tutti). Ovviamente il copyright non è mio, ma di “kaiibasetou”. Sono degli stupidissimi test su Yu-Gi-Oh ^^! Se qualcuno avesse voglia di farli questo è il link.

   
 
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