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Autore: silvj    22/01/2010    3 recensioni
Tutto andava bene, tutto era sereno, finché un giorno una campana suonò una triste melodia… è una ReinxShade e FinexBrigth è la prima storia che scrivo, fatemi sapere cosa ne pensate.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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IX CAPITOLO


Prima che il principe Bright potesse ritornare nel Regno Solare passarono due mesi. Era, infatti scoppiata un’epidemia nel suo Regno, che non aveva causato vittime, ma per la sicurezza di tutti gli abitanti del pianeta i sovrani preferirono che non si diffondesse; perciò impedirono a chiunque di uscire dal paese, finche l’epidemia non fosse scomparsa.

Appena il principe dei Gioielli atterrò venne accolto da una splendida principessa Rein, avvertita del suo arrivo. Bright rimase colpito dalla sua bellezza, emanava una luce interione senza eguali. I suoi occhi, però, rimanevano tristi e immersi in pensieri lontani.

REIN – bentornato principe Bright, spero che l’epidemia non abbia causato molti danni nel vostro Regno.

Bright rimase colpito dal suo linguaggio, sembravano due estranei.

BRIGHT – sono felice di rivedervi principessa Rein. Posso rassicurarvi riguardo l’epidemia, non ha causato alcun danno se non i giorni di febbre alta che colpivano indiscriminatamente la popolazione, a senza mai aggravarsi, per fortuna.

REIN – ne sono molto felice.

BRIGHT – vorrei parlarle in privato principessa, se per voi non è un problema.

REIN – non vi preoccupate per questo, anzi seguitemi, andremo in un luogo tranquillo dove nessuno ci disturberà.

Insieme si avviarono verso il giardino, dove nessuno li avrebbe visti e sentiti. Appena giunti Bright iniziò a parlare.

BRIGHT – mi cara Rein in questi anni abbiamo imparato a conoscerci e ad apprezzare le qualità che abbiamo, sono molto felice di questa splendida opportunità…

REIN – grazie Bright, anch’io sono molto felice di conoscerti.

BRIGHT – Rein, io non so come dirtelo, ma…

REIN – non ti preoccupare Bright, dillo e basta.

Disse Rein sorridendo.

BRIGHT – io in questo ultimo periodo, così turbolento, ho capito i miei veri sentimenti e ho fatto luce nel mio cuore. Non voglio farti soffrire cara Rein, ma ho capito di volerti bene nello stesso modo in cui ne voglio a mia sorella. Io non ti amo. Ho sempre amato un’altra. Perdonami per ciò che ti sto dicendo, ma non credo sia giusto che io sopprima i miei veri sentimenti e che tu viva nella menzogna.

REIN – chi?

BRIGHT- mi sono innamorato, o meglio ho sempre amato la principessa Fine, tua sorella.

Rein a quelle parole sbiancò e si accasciò a terra priva di sensi. Bright spaventato, la prese in braccio e la portò all’interno del palazzo dove trovò Fine, che attendeva notizie. Appena vide la sorella svenuta corse loro incontro.

FINE – cos’è successo a Rein?

BRIGHT – le ho detto tutto e lei è svenuta, forse non dovevo, è tutta colpa mia, sono uno sciocco, non ho pensato ai suoi sentimenti, ma solo a me stesso e ora lei sta male. Se le succedesse qualcosa per colpa mia non potrei mai perdonarmelo.

FINE – tranquillizzati Bright, forse Rein non si sentiva bene nemmeno prima, forse è rimasta soltanto sorpresa di tutto e non se l’aspettava.

BRIGHT – sei sicura?

FINE – certo. Bright non preoccuparti. Sono già alcuni giorni che Rein non si sente bene, non è colpa tu vedrai.

Erano, nel frattempo, giunti nella stanza della principessa, entrarono e l’adagiarono sul morbido letto. Propri in quel momento dalla porta entrò Silvia e vide ciò che era successo.

SILVIA – cos’è successo a Rein? È svenuta?

FINE – si è successo tutto all’improvviso e noi non sappiamo bene cosa fare.

SILVIA – uscite, qui ci penso io.

Quando furono usciti Silvia toccò la fronte della principessa che si risvegliò.

SILVIA – allora mi vuoi dire cos’è successo in giardino con Bright?

REIN – sembra che tu sappia già tutto, o mi sbaglio?

SILVIA – si so che lui è innamorato di Fine e che ti ha rivelato tutto, ma non capisco perché tu sia svenuta. Credevo che non amassi Bright, ma il principe della Luna.

REIN – già non so spiegarmi il motivo della perdita dei sensi. La notizia di Bright non mi ha sconvolta a tal punto.

SILVIA – sei sicura di sentirti bene?

REIN – si ora si.

SILVIA – cosa significa “ora si”? prima non stavi bene?

REIN – è ormai da più di una settimana che ho degli attacchi di nausea se sento odori particolari e mi sento stanca e appesantita.

SILVIA – da quando ti senti così?

REIN – da due settimane ormai, perché tu sai cos’ho?

SILVIA – lo sai anche tu, ma non lo vuoi ammettere.

REIN - cosa stai cercando di dirmi?

SILVIA – hai le nausee, svieni, ti senti stanca e appesantita. Scommetto che la sera della festa tu abbia seguito il mio consiglio, vero?

REIN – si, ma cosa centra?

SILVIA – cosa fa 2+2? Forza Rein non è così difficile da capire

Disse Silvia sorridendo. Fu in quel momento che anche Rein capì.

REIN  - non è possibile.

Disse sbalordita.

SILVIA – io credo, invece che sia realtà. E ti faccio i miei migliori auguri.

Rein allora si alzò dal letto e si diresse al suo giardino, dove tutto era iniziato.

Nel frattempo.

Fine e Bright, vedendo uscire Rein a chiamarono per sapere come stesse, ma lei non li sentì nemmeno. Allora chiesero spiegazioni a Silvia.

SILVIA – non vi preoccupate, Rein sta abbastanza bene. Ora è meglio lasciarla sola. Deve riflettere.

Rein si era rifugiata nel luogo a lei più caro, il luogo dell’amore, dove aveva donato e ricevuto, dove per una sola notte il suo sogno si era realizzato. Proprio lì nel centro del suo giardino di rose non fiorite si sedette su una sedia a dondolo e fisso il suo sguardo nel blu del cielo che la sovrastava.

Se qualcuno avesse potuto vederla là e in quel momento si sarebbe inginocchiato ad adorare quella dea che lo aveva benedetto per essersi lasciata veder da lui.

Era bellissima, splendeva di luce propria, come il sole del suo Regno.

Stava sorridendo. Era un sorriso sincero, felice, d’amore. Finalmente dopo tanto tempo le era concessa un’immensa gioia. Nessuno, in quel momento poteva essere più felice di lei.

Aveva capito la causa del suo malessere e ne era felice.

Rimase lì, a contemplare quello splendido paesaggio, fino a sera. Guardava, ma non vedeva. Era concentrata in altri pensieri, poggiando una bianca mano sul suo ventre e continuando a sorridere.

 

grazie infinite a tutti coloro che lasciano un commento e anche a chi legge la storia.

grazie da silvj.

   
 
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