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Autore: piperina    23/01/2010    13 recensioni
La notizia aveva fatto il giro della scuola in poco, pochissimo tempo. Mirtilla Malcontenta non aveva perso un secondo a sbucare da tutti i bagni disponibili per raccontare quello che era successo e a cui aveva personalmente assistito.
Harry Potter aveva quasi ucciso Draco Malfoy con non si sapeva quale incantesimo oscuro.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Draco&Hermione -Leather&Libraries'
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Salve a tutti

 

 

*Only Act*

- Sectumsempra - I believe -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La notizia aveva fatto il giro della scuola in poco, pochissimo tempo. Mirtilla Malcontenta non aveva perso un secondo a sbucare da tutti i bagni disponibili per raccontare quello che era successo e a cui aveva personalmente assistito.

 

Harry Potter aveva quasi ucciso Draco Malfoy con non si sapeva quale incantesimo oscuro.

 

Effettivamente questo corrispondeva alla realtà.

Incoscientemente Harry aveva scagliato contro Malfoy un incanto di cui non sapeva assolutamente nulla se non che era da usare “contro i nemici”.

Non avendolo mai provato non sapeva quali effetti avrebbe avuto. Usarlo a occhi chiusi contro una persona era stato uno degli errori più grandi della sua vita.

Se il professor Piton non fosse accorso subito in aiuto di Draco, sicuramente il ragazzo non se la sarebbe cavata con solo qualche cicatrice.

Lei l’aveva detto che quel libro non le piaceva, che non c’era da fidarsi del “Principe” o come cavolo si faceva chiamare il precedente proprietario del Pozioni Avanzate ora in possesso di Harry.

A lui scocciava ammetterlo anche a se stesso, ma Hermione aveva avuto ragione.

Certo, il Principe l’aveva aiutato durante tutto l’anno e molto probabilmente aveva solo appuntato senza troppo interesse quel Sectumsempra sull’angolo del suo libro, ma era stanco di discutere di quell’argomento con lei, che con le sue occhiate torve lo faceva sentire un verme.

Anche in quel momento Hermione stava pensando al manuale di Pozioni Avanzate del suo migliore amico e ai suoi pericolosi incantesimi a bordo pagina.

Come aveva potuto Harry, perennemente a rischio di vita, fidarsi di un libro trovato in fondo ad un armadio? Ginny non era morta per un soffio a causa del diario di Riddle sul quale si limitava a scrivere i suoi pensieri, figurarsi prendere ordini di pozioni e incantesimi da uno che si faceva chiamare Principe Mezzosangue.

I tacchetti bassi delle sue scarpe producevano un curioso rumore quando toccavano il pavimento del corridoio che stava percorrendo. Era un po’ agitata e molto, molto in imbarazzo dovette ammettere a se stessa, perché non aveva mai fatto quello che stava andando a fare.

Almeno, non per qualcuno che non fossero Harry e Ronald.

La porta dell’ala ospedaliera della scuola le sembrò troppo vicina per la strada che aveva percorsa quando arrivò davanti ai due battenti con scritto “Infermeria”.

Aveva già detto a Madama Chips che sarebbe passata quel pomeriggio e per poco non ci aveva rinunciato quando la donna l’aveva guardata in quel modo stranissimo che l’aveva fatta sentire quasi una criminale.

Era domenica e tutta la scuola era in gita ad Hogsmeade, quindi lei ne aveva approfittato.

Trasse un profondo respiro, cercò di mettere in ordine i suoi pensieri ed entrò. Subito l’infermiera scattò come un mastino.

- Ah, sei tu signorina Granger… vieni, è da questa parte.-

- Grazie.-

La donna la accompagnò in fondo alla sala, nella zona più vicina alla finestra e pienamente illuminata dalla luce del sole.

Lui era lì, nell’ultimo lettino, addormentato.

Madama Chips disse che li avrebbe lasciati soli per portare degli infusi ad alcuni studenti che non potevano lasciare i dormitori, e specificò che lo faceva solo perché si fidava ciecamente della vigile presenza di Hermione in infermeria.

La ragazza arrossì a quelle parole, annuì con un mezzo sorriso e vide la donna sparire oltre la grande porta.

Sentì un rumore e si voltò di scatto solo per vedere che il ragazzo nel letto aveva mosso un braccio nel sonno.

Il sole illuminava completamente la sua figura e la pelle già chiara sembrava brillare sotto i raggi che filtravano dalla finestra. Sul suo volto si vedevano chiaramente i segni di alcune cicatrici che, Hermione lo sapeva, ricoprivano completamente il resto del corpo.

Aveva un lungo segno bianco su tutta la guancia destra, uno più piccolo sulla fronte e un altro vicino all’occhio sinistro. Vide l’inizio di un’altra cicatrice sul collo, che scendeva sul petto coperto dal pigiama, e qualche altro piccolo taglietto sulle mani.

Sospirò e non riuscì a trattenere un brivido al pensiero del dolore e della paura di dover subire un incantesimo tanto crudele.

Harry aveva detto di averlo pronunciato senza pensarci e che l’aveva fatto per difendersi da una Cruciatus, ma a lei non bastava per giustificare il suo gesto.

Malfoy aveva seriamente rischiato di morire.

Si avvicinò leggermente alla testa del letto e osservò i lineamenti del volto del ragazzo. Quando non era segnato dall’arroganza e dalla strafottenza il suo viso era carino.

Riposava tranquillamente dopo le medicazioni e sicuramente gli era stato dato un sonnifero potente in grandi quantità per evitare che si svegliasse in preda al dolore.

Non era mai stato gentile con lei né con nessun altro che non fosse alla sua altezza, le aveva sempre rivolto parole crudeli e trattata come se fosse una cosa e non una persona.

Ma in quel momento Hermione non riusciva ad odiarlo, o provare astio o rimorso nei suoi confronti.

Davanti a sé vedeva solo un ragazzo debole e ferito che aveva rischiato di morire. Un ragazzo di soli sedici anni che, a ben vedere, non aveva amici al di fuori dei soldi del padre e delle persone che si ingraziavano lui e la sua famiglia per conveniente.

Vide un adolescente che come tanti altri avrebbe dovuto fare baldoria con gli amici e provarci con le ragazze, ma che invece era stato cresciuto come una piccola macchina da guerra e odio dai suoi stessi genitori.

Essendo alleati con Voldemort chissà quante altre volte aveva rischiato la vita?

A pensarci bene, Malfoy non era tanto diverso da lei, Harry e Ron.

Pur trovandosi faccia a faccia da nemici, entrambi avevano sempre messo in gioco troppo per quella guerra a causa delle scelte sbagliate degli altri.

Forse il vero Draco Malfoy non aveva molto in comune con quello che tutti conoscevano…

- Io ti credo.-

Quelle parole lasciarono le sue labbra in un sussurro lieve come il vento.

Fissò il suo volto addormentato e gli disse quello che da tempo pensava ma che non aveva mai avuto, buffo a pensarci, il coraggio di dire ad alta voce.

- Ti ho sempre difeso con Harry.- continuò la ragazza - Lui è convinto che tu sia un Mangiamorte e che stai organizzando qualcosa contro Silente per ordine di Voldemort. Non ci ho mai creduto.-

I suoi occhi castano percorsero interamente la figura del biondo steso nel letto e si fermarono sul braccio sinistro, coperto dalla manica del pigiama celeste che indossava. Sembrava che volesse trapassare la stoffa con il solo sguardo.

Aveva l’occasione perfetta per controllare se davvero Malfoy aveva addosso il Marchio Nero senza che lui o altri ne fossero a conoscenza. Per un attimo il pensiero di approfittarne sfiorò la sua mente, resistette.

Lei gli credeva.

Alzare la manica sarebbe stato un tradimento sia nei suoi confronti che per le sue stesse idee. Gli credeva, quindi non aveva bisogno di procurarsi delle prove. Non l’avrebbe tradito.

- Anche io sono figlia unica, come te. So quanto sia duro crescere portando addosso da soli le aspettative dei propri genitori, i loro sogni e progetti su di noi.- il tono di voce era leggero ma perfettamente udibile, se solo lui fosse stato sveglio

- Tuo padre è molto influente e vieni da una famiglia prestigiosa. Ci sono tante cose che ti sono state imposte, e non c’è bisogno di averne le prove effettive. Basta osservarti quando guardi tuo padre.-

Chiuse gli occhi e respirò profondamente. Il cuore aveva iniziato a battere più velocemente del normale e sentiva la punta delle dita tremare leggermente.

- Draco…- sussurrò come se fosse una preghiera - …qualunque cosa accada, qualunque cosa vogliono che tu faccia, sappi che Silente può aiutarti. Può farlo davvero. Aiutare te e i tuoi genitori, l’Ordine saprà difendervi e proteggervi da Voldemort e le sue ripercussioni.-

Sentì le lacrime pizzicarle gli occhi. Oh, perché era così difficile per lei dirgli quelle cose da sveglio? Perché era sempre così impossibile avvicinarlo e parlargli civilmente?

Dicendogli quelle cose nel sonno non avrebbe risolto nulla. Si sarebbe solo messa a posto la coscienza. Giusto un poco.

- Ti ho difeso fino ad ora e continuerò a farlo.- disse dopo essersi calmata - Anche se tu non vuoi. Non smetterò di credere nella tua innocenza.-

Quello che fece dopo fu un gesto assolutamente involontario.

Allungò una mano e accarezzò lentamente il viso del ragazzo. Era così triste per lei, così disperata nel tentativo di aiutarlo, così sconfitta nel realizzare che non trovava la forza di parlargli se non quando lui era addormentato…

Harry aveva sempre avuto aiuto e appoggio da tutti, indipendentemente dalla relazione che ‘era tra lui e la moltitudine di persone che erano dalla sua parte.

Chi stava dalla parte di Draco? Chi capiva il suo stato d’animo, il suo continuo sforzo nel compiacere suo padre qualunque cosa gli venisse imposta di fare?

Lei l’aveva capito.

Così come era entrata uscì dall’infermeria senza guardarsi indietro, correndo a perdifiato fino alla Torre, gridando la parola d’ordine alla Signora Grassa e volando sulla scale fino alla sua stanza.

Si buttò sul letto e liberò le lacrima che aveva faticosamente trattenuto fino a quel momento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Signore… perché siamo qui? Giù stanno combattendo, devo andare ad aiutare!-

- Stai tranquillo Harry, la situazione è sotto controllo.-

Il giovane Potter faticava a credere che fosse tutto a posto. Si trovava in cima alla Torre di Astronomia, Silente era ancora sotto gli effetti della pozione maledetta di Riddle e potevano sentire i rumori della battaglia. Non sapeva come, ma in qualche modo dei Mangiamorte erano riusciti ad entrare a scuola.

Come stavano Hermione, Ron… Ginny? Aveva lasciato lodola Felix Felicis, ma l’avevano bevuta? Oppure non ne avevano avuto il tempo?

Un nodo alla gola gli bloccò il respiro quando si chiese se fossero ancora tutti vivi.

Guardò l’anziano mago accanto a lui, debole ma non più delirante, e si chiese cosa sapesse che gli aveva detto, da renderlo così sereno nonostante il castello fosse sotto attacco.

Guardava la porta in attesa di qualcosa… o qualcuno.

Una persona fece irruzione con la bacchetta alzata. Harry alzò la sua di riflesso e si trovò davanti niente meno che Draco Malfoy.

- Lo sapevo!- esclamò il moro adirato - L’ho sempre detto che stavi tramando qualcosa!-

L’altro non disse niente. Era assolutamente calmo e padrone della situazione. Lanciò uno sguardo sprezzante al suo coetaneo, poi abbassò la bacchetta e rivolse la sua attenzione al preside.

- E’ andato tutto come previsto, signore.- disse avvicinandosi - Gli Auror hanno preso quasi tutti i Mangiamorte appena usciti dalla Stanza delle necessità. Ne sono scappati un paio ma li hanno fermati mentre salivo le scale.-

- Ottimo lavoro Draco.- annuì Silente con un gesto stanco del capo - Ottimo lavoro.-

Il biondo non rispose e non ebbe neanche il tempo.

- Cosa sta succedendo?- disse Potter confuso - Signore, è lui il responsabile di tutto!-

- Harry,- rispose l’uomo - Draco collabora con l’Ordine della Fenice da mesi ormai.-

Per poco non gli cadde la bacchetta dalle mani. Spostò più volte il suo sguardo tra il preside e Malfoy, incredulo.

Collaborare con l’Ordine? Draco Malfoy? Ma se suo padre era il braccio destro di Voldemort!

- Com’è possibile?- chiese attonito.

- Le cose cambiano, Potter.- rispose l’altro con il suo solito tono di voce indolente e arrogante.

Dentro di sé, però, non provava la strafottenza che mostrava agli altri. Non più.

Il motivo che l’aveva spinto ad accettare l’aiuto di Silente confidandogli la missione che gli era stata affidata non era esattamente legato ad un improvviso senza di giustizia e amore per il bene della società.

No, il suo motivo aveva gli occhi castani e i capelli crespi, una testa piena di informazioni e la voce bassa e delicata.

Non aveva mai pensato che la Granger potesse avere una voce così piacevole, ma quando mai avevano parlato civilmente loro due?

Pochi istanti dopo Severus Piton raggiunse la Torre di Astronomia. Aveva il respiro veloce e  sanguinava da un braccio, ma stava sommariamente bene.

- Signore,- disse rivolto al preside e ignorando completamente la presenza di Harry - è finita.-

Silente sorrise debolmente - Qualcuno si è fatto male?-

- Solo qualche graffio e un paio di svenimento, stiamo tutti bene.- rispose iniziando a trafficare con delle boccette colorate che aveva tra le mani, poi si rivolse al suo protetto - Hai avuto problemi?-

- Nessuno.- scosse la testa il biondo, assolutamente calmo.

Si affacciò dalla finestra e vide gli Auror portare via tutti i Mangiamorte che quella notte avevano pensato di poter prendere Hogwarts.

Un bieco sorriso gli increspò le labbra sottili. Solo pochi mesi prima tremava al solo pensiero di quello che sarebbe accaduto quella notte, a cosa gli sarebbe successo. Se fosse sopravvissuto…

E invece lui era lì, dalla parte giusta, la sua  famiglia era ben protetta e la scuola era salva. Non poteva essere più contento di aver fatto quella scelta, il giorno in cu lei gli aveva parlato credendo che stesse dormendo.

Non aveva aperto gli occhi per evitare un nuovo litigio con la donna di Potter e Weasley, si era preparato ad assorbire insulti e accuse, e invece lei gli aveva rivolto quelle parole…

- Draco.-

- Sì, signore?- si voltò verso il preside, che aveva appena ripreso un po’ di colore in viso.

- E’ tutto a posto adesso. Puoi andare.-

Annuì, lanciò un’occhiata divertita a Potty che ancora non aveva capito nulla di quanto accaduto, e abbandonò la Torre di Astronomia.

Scese con calma ogni gradino, sentendo man mano le voci del corridoio sottostante farsi sempre più vicine. Ovviamente non si sarebbe sprecato a dare spiegazioni a nessuno.

La sua meta erano i dormitori Slytherin. Tutto ciò che desiderava era chiudersi in bagno e stare ore e ore sotto l’acqua calda per lavarsi di dosso l’ansia di quella sera e di tutto il periodo precedente.

Aveva dovuto prestare molta attenzione a non far scoprire il suo tradimento e questo, seppur sicuro della protezione di Silente, l’aveva tenuto in agitazione per mesi. Fino a quella sera.

Gli sembrò che l’aria fosse più fresca, la luna più grande nel cielo, le stelle più luminose. Tutto gli sembrava diverso dopo essersi tolto quel fardello dalle spalle.

Camminando si ritrovò davanti lei. Hermione Granger.

Entrambi si bloccarono a un metro di distanza l’uno dall’altra, senza dire una parola per qualche minuto.

Draco vide che le guance della ragazza si imporporarono lievemente sotto il suo sguardo. Era stato così per mesi da quando lei era andata in infermeria a parlargli. Avrebbe dovuto dirle che in realtà aveva sentito tutto?

Anche quella carezza così leggera sul viso…

- Ciao.- disse senza una particolare intonazione della voce.

- Ciao.- rispose lei visibilmente in imbarazzo.

Le labbra del ragazzo si piegarono in un lieve sorriso. Anche la Granger gli sembrava diversa quella sera.

- Potter è sulla Torre col preside e Piton.- la informò, immaginando che fosse in pensiero per il suo amico.

- Oh… grazie. Lo stavo giusto cercando.- rispose sorridendo appena.

Mosse un passo verso di lei, che trattenne inconsapevolmente il respiro, e le passò accanto.

- Buonanotte- sussurrò - Hermione.-

Quando lei si voltò, insicura di aver davvero sentito pronunciare il suo nome, lui era già sparito dietro l’angolo.

Lasciò il fiato che aveva bloccato in gola e si portò una mano al petto, sotto il quale il cuore aveva iniziato a battere furiosamente.

Malfoy le era sembrato diverso… diverso da quel giorno in infermeria, dai mesi successivi, da quella stessa mattina… era come se fosse rinato, come se fosse una persona nuova.

 

Chissà se le avrebbe dato la possibilità di conoscere quel nuovo Draco Malfoy…

 

 

   
 
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